I top 5 delle anteprime 2014 di Barolo, Barbaresco e Roero e il concetto di chair à canon

di Giovanni Corazzol

Da Wikipedia: Carne da cannone (in francese chair à canon), è un’espressione informale utilizzata per indicare dei soldati che vengono utilizzati per missioni o compiti in cui c’è un’altissima probabilità di essere uccisi, solitamente con obiettivi di scarso valore strategico, implicando quindi una bassa considerazione da parte delle gerarchie militari per il valore delle vite dei soldati in questione.

Nel giuoco dei ruoli redazionali il principio generale del chair à canon può indurre il quartier generale a giudicare accettabile il sacrificio di uno dei suoi fanti, spedendolo in missioni suicide come ad esempio redigere le note di degustazione dei quattrocento (τετρακόσια, четырехсот, 四百, ארבעה מאה, أربعمائة, สี่ร้อย, चार सय) vini in degustazione a Nebbiolo Prima. Prima di accettare missioni del genere, data l’alta posta in gioco, è d’uopo porre alcune condizioni illusoriamente salvifiche, che in tempo di pace non verrebbero mai prese in considerazione. Condizioni, per intenderci, del tutto contrarie a qualunque ragionevole regola di stesura di articoli per il webbe.

Prima condizione (detta del “prolasso del pedagogo”): assecondare quella forma di nevrosi ossessiva dello scrivente insicuro che porta all’abuso di premesse prolisse. Ovvero, nel caso di specie, trattare il lettore come non sapesse che diavolo è Nebbiolo Prima e quello che ci sta attorno, e quindi spiegarlo, tipicamente ad un pubblico che già sa o a cui non interessa sapere. Per chi si riconoscesse nel summenzionato profilo  prego accomodarsi alla quarta condizione; per i perditempo, gli ascoltatori di “Parole mie” e per mia madre ecco tre premesse prolisse calde di forno:

Cos’è Nebbiolo Prima? E’ la presentazione alla stampa di settore delle nuove annate di Barolo, Barbaresco e Roero. Nebbiolo Prima è alla sua 19^ edizione, due delle quali mi hanno visto riconoscente ospite dell’ottima organizzazione. Nebbiolo Prima è organizzata da Albeisa – Unione Produttori Vini Albesi che è – cito dal sito web – un associazione senza scopo di lucro la cui finalità principale è la promozione e la valorizzazione dei vini dell’Albese attraverso manifestazioni come Nebbiolo Prima e la realizzazione di materiale promozionale. Albeisa è soprattutto l’associazione che dal 1973 ha promosso e canonizzato la bottiglia (l’albeisa appunto) che oggi viene utilizzata da oltre 200 produttori per imbottigliare circa 12 milioni di bottiglie l’anno provenienti da Langa e Roero. Non è quindi per intenderci il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero. Aderiscono tutti ad Albeisa? No, né all’Associazione, né all’uso della bottiglia, né a Nebbiolo Prima, ma parecchi sì. Su un totale di 873 imbottigliatori di vini a DO – di cui 271 di Barbaresco, 481 di Barolo e 121 di Roero (fonte Valoritalia 2013) – a Nebbiolo Prima presentano i loro vini complessivamente 200 aziende, alcune delle quali pagano una quota aggiuntiva per partecipare non essendo soci di Albeisa. Nebbiolo Prima è quindi una straordinaria occasione d’assaggio massivo che permette di leggere l’annata e la capacità di interpretarla delle singole aziende, anche se parecchio incompleta per farne discendere verità assolute.

Chi partecipa? Come detto è evento dedicato alla stampa specializzata. Non solo italiana, anzi: l’atmosfera è da Youth Hostel – se avete un passato da backpacker – o da summit, qualora non abbiate mai dovuto mangiare fagioli in tomato sauce per risparmiare i soldi da spendere al Pub. Nord Europa, Polonia, Spagna, Stati Uniti, Giappone, Cina, India: una sorta di meeting internazionale di nebbiolo boys dalla lingua felpata a cui la pattuglia italiana dei nostri migliori metroenosexual partecipa con rappresentanza piuttosto qualificata: tra gli altri Alessandro Masnaghetti, Carlo Macchi, Gigi Brozzoni, Francesco Falcone, Pierluigi Gorgoni, Maurizio Gily, Gianni Fabrizio, Mauro Erro, altri che ora non ricordo, ma certamente di egual spessore.

Come si svolge? Dura cinque giorni dal lunedì al venerdì, la sede è il Palazzo delle Mostre e Congressi di Alba, un ambiente di perfetto candore, ideale per la degustazione. Le danze, accompagnate con impagabile maestria e pazienza dai sommelier della sezione AIS di Cuneo capitanata dal grande Giancarlo Germano, cominciano alle 08:30 e proseguono fino ad esaurimento (dei degustatori o delle batterie). Le batterie da cinque sono organizzate in modo omogeneo per Denominazione e Comune. Sono alla cieca; una volta terminate si pranza a buffet e ci si prepara alle visite del pomeriggio presso le aziende oppure si partecipa a degustazioni speciali (ad es. una retrospettiva dell’annata 2004) o ad incontri/dibattiti/tafazzismi (come “La disfida del Cannubi”, presto su questi schermi). La sera, due volte su cinque, si è invitati a cena in uno dei migliori ristoranti di Langa (io sarei dovuto essere ospite al Tre Stelle di Barbaresco e sono stato alla Posta di Monforte d’Alba) seduti a tavoli misti giornalisti/produttori.

Seconda condizione (detta “del travet rancoroso”): allegare pedissequa lista di tutti i vini presentati a Nebbiolo Prima, perché voi volete sapere tutto e farvi un’idea vostra di chi c’era e chi non c’era ed io voglio sappiate cosa ho dovuto nasare, sciacquariare in bocca e quindi sputacchiare (il più delle volte addosso alle mie t-shirt o allo sfortunato compagno di banco). PS: in rosso il programma obbligatorio, in blu il programma pro.

Terza condizione (ovvero  del “degustatore pavvido”), la seconda “v” è voluta, il che, lo so, non la rende meno insopportabile: mettere mani, braccia e gomiti avanti accolpando la qualunque per eventuali svarioni, ma non certo l’indiscutibile capacità del degustatore. Non osate o vi infliggo tutti i discorsi elettorali di Niki Vendola. Sia chiaro: durante questi 5 giorni ci sono state giornate buone, in cui anche sgranocchiando un carciofo crudo avrei potuto intuire le qualità dei vini, tanto era alta, altre invece in cui la degustazione è stata una fatica tremenda, un po’ perché i vini, almeno per me, erano più complessi da decifrare (il 2011 di Barbaresco e le riserve di Roero su tutti), un po’ per lo sforzo di interpretare prodotti inevitabilmente ancora non pronti, che imponevano di attingere a quel po’ di scienza e a quel tanto di paragnosticismo, necessari per portare a casa la ghirba; insomma intuire cosa potrà diventare quel vino e non quello che è ora, provare ad indovinarne l’evoluzione, violentando magari lo sclerotico spirito guida del gusto formato. In definitiva i vini descritti a seguire sono vini di cui sono decentemente certo, mentre di rivedibili, da riassaggiare tra qualche tempo, magari in una sorta di Nebbiolo Dopo (cit Jovica Todorovic), ne avrei pieno il taccuino.

Quarta (e ultima) condizione (detta della “chair à canon all’albese”): seguire, per quanto possibile, il programma della manifestazione e riportare per ogni Denominazione e Comune i cinque vini, tra quelli presenti, che per ragioni differenti, non tutte esclusivamente qualitative in senso assoluto, hanno convinto di più. Quella di seguito pertanto non è una classifica di merito ma una segnalazione argomentata basata su criteri diciamo per il 50% oggettivi e per il 50% soggettivi, che userei se volessi offrire un consiglio ad un amico. Quindi cinque vini che anche per motivi molto diversi comprerei o farei comprare col sacro rischio di farmi scarnificare dai sacerdoti del certo assoluto.  Ok, ci siamo. Armate le catapulte di altofuoco e andiamo. Innanzitutto il programma della manfiestacija (tra parentesi il numero di vini in degustazione):

Lunedì (59)
Barolo 2010 di Cherasco, Grinzane, Novello, Roddi, Verduno e da più comuni (cioè da uve provenienti da più comuni della denominazione e vinificate assieme). Barbaresco 2011 da Alba e da più comuni (come sopra).

Martedì (96!)
Barolo 2010 di Castiglione Falletto, Monforte d’Alba, Serralunga d’Alba.

Mercoledì (80)
Barolo 2010 di Barolo e La Morra

Giovedì (84)
Roero 2011 di tutti i comuni, Roero Riserva 2010, Barbaresco Riserva 2009, Barolo Riserva 2008

Venerdì (77)
Barbaresco 2011 da Barbaresco, Neive e Treiso.

 

DAY #1: I Best five Barolo 2010 di Cherasco, Grinzane, Novello, Roddi, Verduno e da più comuni.
A Cherasco c’è solo Umberto Fracassi a produrre un Barolo “roerino” dall’unico cru: il Mantoetto. A Grinzane Cavour presentano vini Bruna Grimaldi col “Camilla” e la Scuola Enologica col “Castello”; a Roddi ancora Bruna Grimaldi, poi Negretti e Scavino, tutti con vini provenienti dal cru “Bricco Ambrogio”; quindi Novello e Verduno più numericamente consistenti prima del plotone dei vini “senza Comune”. Omogenea ma senza squilli la qualità dei vini presentati da Cherasco, Grinzane e Roddi; Verduno sugli scudi, Novello un gradino sotto. Di questa giornata fanno parte anche gli assaggi – pochi per la verità, solo 14 – di Barbaresco da più Comuni e da Alba. Per un’idea contorta di omogeneità e simmetria vanno con quelli di Barbaresco, Neive e Treiso degustati il venerdì.

Deltetto
Mi gioco subito il jolly: Deltetto è azienda roerina con sede a Canale, più celebrata per gli Arneis che per il Barolo. Il Barolo Sistaglia viene prodotto con uve acquistate da vigneti solitamente a Verduno e in Bussia a Monforte. Questo 2010 è interamente vinificato in azienda con uve acquistate in Bussia Sottana e a me è sembrato, nel suo essere leggermente fuori dagli schemi, un ottimo vino, non troppo severo, in buon equilibrio tra frutto e acidità. Pronti via e tasca salva.

Fratelli Alessandria
Dal cru Monvigliero di Verduno esce uno degli assaggi più convincenti della giornata. Naso molto fine, tenue, richiede concentrazione per apprezzare una complessità invidiabile. In bocca l’attacco è dolce e fluente, i tannini sono precisi, di buona persistenza. Un vino giocato sull’eleganza e sui toni distesi, in quell’equilibrio sottile che lo tiene al di qua del dubbio – fugato dai riassaggi – che sia vino troppo esile, mentre trattasi di eleganza distintissima. Un vino cui prestare l’attenzione che merita o da celebrare bevendolo senza pensieri. Fate voi. Giroscopio.

Cantina Bartolo Mascarello
Primo vino “uh?” della giornata. Quel vino sacrale che non può non essere eccelso e che alla cieca hai il terrore di cannare: puntuale lo canno, ma non sembro il solo: in diversi al primo assaggio lo troveranno chiuso, lento a concedersi. Lo riassaggerò il giorno dopo in Azienda in forma sfavillante. Un vino a cui Galloni avrebbe appioppato un 99 e a cui io mi permetto solo di riconoscere qualche indizio di grandezza: finezza olfattiva, profondità, tannini eleganti, un ingresso lievemente dolce sostenuto da acidità perfettamente bilanciata; sembra meno severo di altre edizioni e non trovo che sia un male. Indiscutibili.

Franco Conterno
Il Barolo in degustazione viene dal cru Panerole di Novello. Piace per quel suo essere un po’ canaglia con naso tra il fruttino e il tabacco, che ti sorride e non capisci se vuole esserti complice o se ti sta prendendo per i fondelli. In bocca è fruttato e fresco, un po’ spigoloso e arruffato e manca forse di grip, ma la materia c’è, il tannino è ruvido e rispetto ad altri vini (molti) con analoghe caratteristiche, ha il pregio apparente di non voler dissimulare la propria natura. Ragazzo della via Pal.

Pio Cesare
A proposito della fatica della degustazione questo vino rappresenta plasticamente le difficoltà di chi ha sviluppato oramai un proprio gusto ben definito e deve confrontarsi con tecniche di vinificazione che da quel gusto si discostano. In realtà non è un vino poi così boisettato e non è stucchevole, anzi gronda materia di primissima qualità e una durezza da brutto ceffo con tannini aggrappati a freschezza giovanile. Insomma raga, il vino c’è e tutto intero, si tratterebbe semmai d’aver tempo d’aspettare.  It’s a long way to Tipperary.

continua…

avatar

Giovanni Corazzol

Membro del Partito del progresso moderato nei limiti della legge sostiene da tempo che il radicalismo è dannoso e che il sano progresso si può raggiungere solo nell'obbedienza.

2 Commenti

avatar

Adriano Aiello

circa 10 anni fa - Link

Gigantesco e fluviale Corazzol. A d'uopo mi avevi già conquistato. A prolasso è scattata l'ovazione

Rispondi

Commenta

Rispondi a Adriano Aiello or Cancella Risposta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.