Ho letto il libro di Arianna Occhipinti e ho sorriso

di Alessandro Morichetti

Ho letto il libro di Arianna Occhipinti e per sicurezza l’ho passato anche a mia mamma per fare una media ponderata dei giudizi. Natural Woman è piaciuto molto ad entrambi e il sottotitolo La mia Sicilia, il mio vino, la mia passione equilibra quel titolo americano, che ci sta tutto ma che d’impatto fa un po’ sensazione. Arianna è una amica cara. Mi disse del progetto frastornata e trepidante e confesso di aver temuto il peggio, tipo una noiosa agiografia. Così non è. Il grande merito di questo libro è restituire la sua autrice per quella piccola grande donna che è, esattamente come la conosco. Una ragazza colta, che ha studiato e girato il mondo per poi tornare nella sua Vittoria, in Contrada Fossa di Lupo, a fare la vignaiola, imparando il dialetto per parlare coi contadini locali e farsi accettare. Questi e molti altri sono i pensieri che gli frullano in testa la notte dei 30 anni.

Ok, ora posso dirvelo. L’escamotage utilizzato per ripercorrere il filo di Arianna è un artificio narrativo. Il 17 agosto 2012 io c’ero, alla festa di compleanno per me più divertente di sempre. Siamo andati a nanna alle 5 dopo una sfilza di Gin Tonic che la metà riempie due mani e Arianna, quella notte, non ha partorito proprio nessun libro. Già è tanto si ricordasse come era vestita. Ma che bello vederla in abito e tacchi e ritrovare nitidi i pensieri che ci ha fatto intorno. Lei sempre in jeans e tuta da lavoro.

E poi loro, le mani. Mi chiedo spesso come una donna che fa vino viva le proprie mani, mai laccate, sempre un po’ sgualcite, così lontane da certi canoni dell’estetica femminile. Eppur così vere e comunicative. La risposta nel libro c’è, prende 4 pagine e non ve la anticipo. L’ho letta e ho capito, come quando un amico ti confessa qualcosa di lui che hai sempre pensato.

Arianna è bella e contagiosa e Natural Woman racconta una storia di crescita professionale che è anzitutto umana, un susseguirsi di bivi in cui ogni scelta successiva alza l’asticella e fortifica le spalle. La lettura scorre veloce, il testo è agile e solo superficialmente disimpegnato. Se Non è il vino dell’enologo di Corrado Dottori intreccia macroeconomia, decrescita felice, percorso di vita e affetti, nel libro di Arianna è la dimensione introspettiva, di genere e psico-sociale ad occupare la scena. Ricevere nel 2012 un premio dal professor Attilio Scienza che, all’Università, non prese subito bene quel furetto voglioso di seguire istinto e fede, è la chiusura provvisoria di un cerchio che solo una persona matura saprà colorare via via.

Natural Woman è un libro autobiografico, ben congegnato, la scrittura è elegante e colta senza tirarsela. E’ un buon esempio per tutti. A favore di Arianna giocano comunicatività naturale, accento siculo mai celato, piglio deciso e verità umana. Il lavoro di post-produzione della Fandango è stato egregio e avrebbe necessitato solo di un altro giro di bozze. Il peritesto – tra foto di copertina e frase in quarta di copertina – è impeccabile, colpisce e lascia un buon sapore: “Aspetti, osservi, pensi, fai strategie. Poi raccogli una volta all’anno”.

Il libro sarà presentato al Vinitaly lunedì 8 aprile alle ore 15, Padiglione 2 Sicilia. Ci saranno Giampaolo Gravina e Roy Paci. Io un posticino in ultima fila me lo prenderò eccome. Per ascoltare e sorridere, guardando la mia amica Arianna lassù, in mezzo alla scena.

 [Foto liberamente rubate in giro]

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

18 Commenti

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francesca ciancio

circa 11 anni fa - Link

gli amici cari sono preziosi gli amici cari nel mondo del vino lo sono ancora di più, se ben più rari io avevo il migliore

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carolain cats

circa 11 anni fa - Link

ca**o cianciuz se hai ragione.... :( Se scrivi ca**o nelle varie declinazioni, vai in moderazione da sola ;-) [ale]

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carolain cats

circa 11 anni fa - Link

moderami tutta moricchio ;) ti aspetto eh!! bacini

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giacomo badiani

circa 11 anni fa - Link

finalmente vedo il vestito di Arianna descritto nel libro! Che belli questi giovani vignaioli che si mostrano per quello che sono

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pasquale

circa 11 anni fa - Link

Tutto marketing e poco vino... Osservazione di nessun rilievo e senza alcuna argomentazione, grazie lo stesso. [a]

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carolain cats

circa 11 anni fa - Link

Rispondo io che ero presente a suddetta festa, lo farò in un modo poco consono forse, e se mi banni moricchio fai bene. tutto marketing e poco vino un gran bel cazzo, e i motivi sono i seguenti: Arianna è una persona che se la conosci davvero ti stupisce. Prima di tutto è una persona di 30 anni, poi una vignaiola dalle mani che parlano. Essere vignaioli a volte è una bella sfida, altre un'angoscia ( parla una che fa vino ed ha mani da far schifo), e nel libro è descritto molto molto bene. Detto questo, Arianna alla sua festa dei 30 anni era bellissima e s'è divertita come doveva esser a suon di buoni vini e gin tonic. Ha ballato, riso e s'è "impegnata" come ognuno dei partecipanti, col suo vestito coi limoni, scalza e vera, anzi, VERA. se fare marketing è essere veri, beh... inizia a farlo anche te. Ossequi. Cats.

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carolain cats

circa 11 anni fa - Link

e non affrettarti a rispondere che tanto io non ribatterò. dopo gli ultimi eventi sono ancora più orsa.

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il consumatore

circa 11 anni fa - Link

Ognuno ha i suoi gusti e non serve secondo me dare enfasi alla bellezza )molto soggettiva in questo caso) quando si parla di vino. Certo, la Sicilia è vera nei vini della Occhipinti, nemmeno a parlarne confronto ai vini delle grandi aziende sicule. Ma da consumatore attento ai prezzi non posso non osservare che i vini non siano a buon mercato, non posso non osservare che parliamo di una piccola realtà che è presente nelle fiere, in molte fiere vicine e lontane, piu' spesso lontane visto che si parte dalla Sicilia. Marketing, come puó essere marketing il libro, oltre che raccontare sicuramente qualche esperienza interessante. C'è chi ama i vignaioli che riempiono le pagine dei giornali, c'è chi ama i vignaioli schivi e timidi che preferiscono stare in vigna piuttosto che sotto i riflettori.

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Andrea

circa 11 anni fa - Link

...per i giovani come me può essere una bella iniezione di fiducia leggere della felicità che si può ottenere dal raggiungimento di un obiettivo o la realizzazione di un sogno. Può aiutarti a non gettare la spugna prima ancora di iniziare a combattere.... Poi si, ci sarà un effetto ed un risvolto commerciale in tutto ciò...è inevitabile...ma perchè non fare un plauso ad una giovane produttrice che sta riuscendo nel suo intento? Ce ne fossero...

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Alessandro Morichetti

circa 11 anni fa - Link

Bravo Andrea, hai colto il punto: iniezione di fiducia, perseveranza, talento. La storia di Arianna ha questo di bello: è motivante! Racconta il ritorno alla terra con ottimismo e gioia, ed è un grande stimolo a coetanei e non per riscoprire un valore offuscato. Mi piace.

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essere

circa 11 anni fa - Link

Io aggiungo che ci vuole anche quella che io definisco "passione serena" per fare il vignaiolo .....ma non solo...

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DarioSpezza

circa 11 anni fa - Link

E' sempre incoraggiante vedere persone che fanno bene le cose, io vendo il vino di Arianna e da suo coetaneo ne sono fiero!

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Nelle Nuvole

circa 11 anni fa - Link

Io invece non sono coetanea di Arianna, ci separano un paio di decenni e mezzo. questo non toglie che siamo amiche. Il libro ancora non l'ho letto ma i suoi vini li conosco. Conosco lei e un'altra marea estesa di donne del vino, donne che il vino lo fanno sul serio, non ne parlano e basta. Se lei ne scrive mi va benissimo, una rappresentante positiva delle trentenni italiane che si trovano a trasportare massi come Sisifo su e giù per la montagna. Massi che si chiamano pregiudizi, che se sei carina e brava c'è qualcosa che non va, che se sei volitiva e sufficientemente sicura di te sei come minimo una rompicoglioni. Se sei figlia è perché sei figlia che hai successo, se sei moglie idem. Mai una volta che sei brava per merito tuo e basta. Se scrivi un libro sei un'astuta marketing maker. Se allarghi la tua produzione ti sei venduta al mercato. Se tu fossi un uomo nessuno si sognerebbe di insinuare alcunché, ma sei una femmina italiana e ti toccano rospi da inghiottire. Poi vai all'estero e tutti a sospirare "Ah, les italiennes!" "Italian women do it better even the wine!" Arianna è una rappresentante della generazione sulla carta più sfigata, maschi e femmine. Chi è arrivato prima non si sposta (in molti casi è bene che sia così, eh!) e lo spazio purtorppo è sempre più ristretto. Come lei ce ne sono centinaia nel campo del vino. E' bene che qualcuno ne parli e che tanti non si sentano scoraggiati anche grazie al suo esempio.

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vincenz

circa 11 anni fa - Link

Non mi piacciono le autobiografie di chi è ancora giovane.Come quelle di Grom per esempio.Ma non mi piacciono nemmeno le autobiografie di Farinetti. Le autobiografie si scrivono quando sei in pensione.Le biografie sono più interessanti, ma a patto che chi le scrive abbia la schiena dritta.

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Fabrizio

circa 11 anni fa - Link

Perchè??? Uno fa un'autobiografia quando ha qualcosa da dire... L'età non conta... Chi l'ha detto che bisogna avere i capelli bianchi? Ho letto autobiografie di ultrasessantenni che mi hanno permssso di superare un periodo di insonnia, meglio del Tavor... Altre di giovani che avevano avuto esperienze che una persona normale non ha in tutta la vita...

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Silvana

circa 11 anni fa - Link

IL libro non l'ho letto (lo comprerò), ma il vino l'ho bevuto in una sera di chiacchiere, l'altra sera. Ed è un vino eloquente, il Frappato di Arianna. E lei la conosco e l'ho guardata negli occhi: una persona vera che fa un vino che rende l'idea.

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Enrico

circa 11 anni fa - Link

Bè certo è da appezzare che una ragazza costruisca tutto questo, ma non dimentichiamo che fin da subito ha intrapreso la strada del vino prima sulla falsa riga dei suoi parenti già produttori poi con lo studio a Milano mirato e poi con il dono del terreno da parte della sua famiglia..... c'è sempre un pizzico di fortuna in tutto!

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wilma

circa 11 anni fa - Link

un libro privo di interesse non dice niente non ha niente da dire... del resto a 30 anni con 8 vendemmie alle spalle che hai da dire giusto delle banalità e del folklore che può andar bene per gli amici ... direi noioso a tratti puerile. Se siamo qui a parlarne ha comunque raggiunto il suo scopo. in italia sappiamo che basta che uno sia vagamente conosciuto e subito è un genio... direi che un'autobiografia sia da scrivere almeno verso la fine dell'esistenza per non doversi concentrare per pagine e pagine sulla denuncia di un'auto mai rubata.... o sulle mani della propria sorella. non lo definirei un libro di un produttore di vino, piuttosto il diario di una giovane ragazza molto sveglia, volonterosa, fortunata con qualche non cosciente inclinazione alla comicità involontaria... l'umiltà è una rara virtù e non mi sembra che abiti a Vittoria-Pedalino Km 5,4!

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