Giornata Champagne del Club Excellence, tutti gli assaggi dalla A(yala) alla T(hienot)

di Andrea Gori

Per il primo anno le grandi aziende importatrici di Champagne riunite nel Club Excellence hanno organizzato la propria giornata di assaggio, in parallelo e in parziale polemica con il CIVC che a Firenze ha invece tenuto la sua presentazione (di cui vi abbiamo abbondantemente dato conto in duepuntate), offrendo prova di unità e voglia di rilancio dopo anni di calo di vendite nella tipologia.

La prima edizione è andata in scena al Devero Hotel di Cavenago, l’autogrill più stellato d’Italia come qualcuno lo definisce, giusto a ridosso della Milano Laghi e casa del talentuoso chef Enrico Bartolini, che ha dato ottima prova di sé e del suo amore per lo Champagne nel corso della serata di gala, durante la quale sono state aperte alcune bottiglie in più: per vari motivi non erano presenti ai banchi di assaggio, ma ci pareva giusto recensirle insieme alle altre.

Tante etichette, tante conferme e qualche restyling sia fuori che dentro, per un panorama sempre più vario e differenziato in grado di accontentare i gusti di molti. Un bel po’ di calca e caldo soffocante ci ha impedito di degustare con la dovuta calma tutte le cuvée presenti. Senza contare un po’ di maleducazione imperante nel pubblico non proprio tutto destinatario dell’evento: di certo i controlli all’ingresso avevano maglie alquanto larghe.

Ecco le note, con una precisazione: nella composizione percentuale delle cuvée ho abbreviato ch per chardonnay, pn per pinot nero, e pm per pinot meunier.

Agrapart Avizoise Extra Brut Bdb 2007. Un bouchon liège che sa di gesso e sambuco, affinato in barrique: confetto e ribes bianco, bocca fenomenale e bevibilissima, gran finale solare e croccante, e cremosità. 92

Ayala Blanc de blancs 2007. Dégorgement 2014. Ha note floreali bianche, molto dolce e piacevole, bocca ficcante e un filo aggressiva, ma tipologia centrata e di soddisfazione. 90

Ayala Brut Majeure. Dégorgement maggio 2014. Cambio di etichetta e in parte anche di contenuto, per dare un prodotto più fine e distinto con note bianche (tiglio, pesca) e sapide, che si prolungano in una bocca completa e nocciolata: furbo e aggraziato con una struttura non indifferente. 86

Ayala Rosé. 10% pm 10% pn rosso. Un rosato delicato e compiacente, in cui spiccano fragole e menta, bocca seria e centrata di melograno croccante. 86

Bollinger Special Cuvée Rosé. Esile sia al colore che al naso, che risulta finissimo di note fruttate bianche, agrumi rossi e si distingue in bocca per il finale sapido e secchissimo, molto gourmand, minerale. 87

Bollinger Special Cuvée. Tanto dibattito attorno a questo grande classico, al quale la nuova bottiglia simil-magnum ha giovato non poco. Toni rossi e legnosi ben percepibili anche se forse meno che un tempo, mela matura e frutti di bosco caratteristici, dosaggio ben presente, è sempre lui anche se si sta evolvendo verso note più fresche ed esili. 89

Bollinger Grande Année 2004. Naso miracoloso tra gelsomino e rafano, robinia e pesca gialla, fruttato, fragola e ribes, ginger; bocca seria, abbondante e cremosa, bella la lunghezza e la souplesse, elegante e di potenza con finale di pesca e arancio: vino da bere in quantità e per mesi e mesi. 96

Pierre Gimonnet Special Club Grand Selection Terroir 2006. 100% di chardonnay da Cramant e Chouilly, compreso il cru di Cuis a dare un ampio floreale di campo e orzo, pesca sciroppata e caramello, bocca ampia e tostata, finale asciutto e fresco, con note ossidative splendide ma che lo frenano un po’ in freschezza, anche se arricchiscono la bocca in maniera ampia ed elegante. 90

Pierre Gimonnet Rosé. 88% ch, 12% pn. Ha note di confetto e fragola, vaniglia e ribes, bocca simile ma poi secca e seria, finale da tavola, ammandorlato. 84

Pierre Gimonnet. 100% ch. Con mandorle e resina, robinia, pesca bianca, bocca soffice di vaniglia e tabacco biondo, slanciato e dal passo snello. 86

Pouillon Cuvée de Reserve. 70% pn, 15% ch, 15% pm. Molto rosso, mela di montagna e lampone, acacia, bocca secca e con toni ossidativi piacevoli, dritta e seria con piacevolezze e canditi. 86

Pouillon 2007 Brut Nature Les Blanchiens. 50% ch, 50% pn, 10 mesi in barrique. Note di arancio e mandarino, sensazioni boisée da barrique evidenti e dolci ma piacevoli, bocca arcigna ma bello in tavola, meglio tra qualche mese. 90

Pouillon 2006 Grand Cru Extra Brut. Un particolare 100% chardonnay da Ay originale e complesso: fiori di montagna, camomilla e resina, bocca decisa croccante e sapida, biancospino e uva spina. 92

Pouillon Rosé. 100% pinot noir dalle annate 2010 e 2011 da Mareuil: un vino prima che uno Champagne, intenso e vinoso, grande naso di lamponi e fragola, bocca gourmand ricca e ampia, intensa e fruttatissima, azzeccato il dosaggio da 7 gr/lt per uno dei migliori rosé senza annata. 90

De Sousa Grand Cru Reserve BdB. Nocciole e canditi, mandarino e menta, fiori bianchi e miele; bocca ampia e ben ritmata, finale ricchissimo e profondo. 93

De Sousa 3A. 3 pinot nero da 3 Grand cru diversi a dare un vino serio e intenso, floreale e fruttato giallo e rosso, bergamotto e liquirizia, miele di acacia e uva spina; bocca che incalza, ricca ed equilibrata. 88

De Sousa Cuvée de Caudalies Grand Cru Bdb. Spumoso e intenso, solare ed energetico, in bocca continua floreale di campo e scossa elettrica, finale agrumato. 90

De Sousa Le Mesnil 2005. Sontuoso e mielato, con qualche nota passita di frutta gialla matura, bocca con vena sapida notevole e tocchi ossidativi, grande profondità ma l’acidità langue. 85

De Sousa Cuvée Umami Grand Cru 2009. Novità aziendale: vino moderno, vispo e croccante, piacevolmente candito con bocca di frutta matura e armoniosa, anche se tutto in fase molto giovanile. 85

Goutorbe Cuvée Prestige. Molto rosso e fruttato, senape e pepe bianco, bocca cremosa e ben dosata. 86

Goutorbe 2005 Ay Grand Cru. Mela cotogna e fragola, acacia e tiglio, bocca tagliente e fresca, finale non lunghissimo ma bella materia. 90

Goutorbe Rosé. Blanc de noirs un poco ossidativo ma con bel frutto e menta, si riscatta in bocca con passo ideale da tavola. 87

Goutorbe Special Club 2004. Un affresco sontuoso e completo, note floreali intense e fruttato maturo ma fresco, bocca barocca con dolce molto accentuato e spina sapida entusiasmante. 88

Bedel Brut. 80% pn, 15% pm, 5% ch. Floreale di campo e orzo, bocca giovanile e incalzante, secca e caratteristica, finale campagnolo e gioioso. 84

Bedel 2003. 67% pm, 17% pn, 16% ch. Ha note ben mature tra mandarino e mela Golden, ginestra e fiori di campo, bocca con acidità bassa ma bella crema pasticcera e speziatura. 85

Bedel Comme Autrefois Extra Brut 2000. 33% pn, 33% pm, 33% ch. Barrique e bouchon liège, mela e arancio, floreale e fieno, humus; bocca stretta e asciutta molto incalzante e amarognola, ma con un’energia invidiabile, per appassionati del genere. 88

Bedel Cuvée Robert Winer 1996. 88% pm, 6% pn, 6% pm. Classe e originalità, mela secca, ginestra, susina e prugna, bocca piena e di soddisfazione, un grandissimo, ancora in forma anche se in ovvio calo rispetto alla sua prima uscita. 91

Jacquesson 737. Solito concerto emozionante, sempre in forma ma stavolta con alcune note ossidative che fanno capolino, naso ricchissimo di pesca e ribes bianco bocca stupenda, croccante, maiuscola, che si salva con l’acidità senza malolattica. 92

Jacquesson 733 RD. Riedizione della 733 (in commercio nel 2009 su base 2005, non tra le migliori della storia) a qualche anno dalla prima uscita è basato sulla spinta e sulla materia: naso bianco e candito, spumoso e briochato, acidità limitata ma ancora in palla, nel finale permane una riserva di complessità, davvero una nuova dimensione. 93

Jacquesson Lieu Dit Avize Champ Chain 2004. Litchi e mandarino tardivo, arancio giallo e floreale sontuoso, ampio croccante e cremoso, grande finale suo dolce e speziato, un po’ corto in bocca però. 88

Jacquesson Dizy 2005 Rosé. Melograno e pompelmo rosa, mela cotogna e lamponi, sostanza e frutto, resine e lacca; bocca splendida e personale, vinosa e croccante, particolare e come sempre molto poco Champagne e tanto vino. 94

Roederer Rosé 2007 Magnum. Dolcezza soffusa di cipria, confetto e litchi, fragola di bosco incantevole, bocca stupenda ricca e completa, finale lunghissimo e cangiante, seducente e forzuto. 94 (il formato vale almeno 2-3 punti in più rispetto alla bottiglia da 0,75)

Roederer 2007 Magnum. Toni sul bianco e lo speziato, acacia e biancospino, fiore della vite, bocca grandiosa e pulsante, saporita e avvolgente: pepe nero e salvia, liquirizia e cioccolato bianco e nocciola infinita, charms agli agrumi a rinfrescare. 95

Roederer Brut Premiere. Tra i migliori “brut maison” e non da ora, affresco completo tra tiglio, lamponi, mora di gelso, miele di acacia, mandarino candito e tostature, caffè e vaniglia; bocca più fresca e sottile di quanto suggerisca il naso, equilibrata e di un’acidità esemplare. 90

Mandois Brut Origine. Cotognata e agrumi, menta e floreale, discreta nocciola nel finale. 86

Mandois Brut Zero. Fiori di campo, miele e zenzero, noci e fichi, bocca un po’ ossidativa ma bel piglio in bocca. 84

Mandois 2006. Dégorgement 2013, 60% pn, 20% pm, 20% ch.  Floreale e frutta fresca rossa e gialla, bocca un poco seduta ma saporita. 86

Mandois Rosè Brut. Naso croccante e fresco, melograno e granatina, bocca con spinta e grazia, vaporosa. 88

Montmarthe Secret Familie. 40% pn, 20% pm, 20% ch. Agrumato e pompelmo, pepe bianco e tiglio, bocca esile ed elegante, distinta. 86

Montmarthe Privilege. 50% ch, 50% pm. Mela Golden e mirabelle, nocciola e fico maturo, bocca di spinta e succo, tosta ma non freschissima. 84

Montmarthe Bdb da Ludes 2008. Fiore passito e fresco, rosa thea, tiglio, bocca di spessore e di montagna, bocca di spessore e saporosità ma non finissima. 88

Montmarthe Coup De Coeur Extra Brut. 50% pn, 50% ch. Tanta verve e personalità già al naso, bocca forzuta e che interpreta benissimo la tipologia. 90

Gonet-Medeville Rosé Extra Brut. Quasi solo chardonnay con naso di confetto e lampone, anice e menta, bocca aspra e limonosa. 83

Gonet-Medeville Bdn. Un pinot noir premier Cru, mela passita e floreale, fieno e orzo, bocca asprigna e veloce. 84

Bruno Paillard Cave Privée. Dégorgement a novembre 2012: ammaliante, dolce e sinuoso, robinia e miele, gelsomino; bocca cremosa ma freschissima, passo sottile ed elegante, meraviglioso in futuro ma anche ora una prova d’artista. 90

Bruno Paillard 2004 Assemblage. Incantevole e complesso, dai frutti rossi lavanda e sandalo fino ai fiori bianco e agrumi, grande bocca fresca e pepata in evoluzione ma ferma e risoluta. 93

Bruno Paillard 1996 BdB (magnum). Magnificente figlio di un’annata molto particolare, sottile ma di una intensità e saporosità molto ben distinte, freschezza classica dei millesimi 1996 Paillard ma con bollicina fine e cremosa che lo anima e lo elettrifica, finale tostato e brioschato con canditi e torta di mele. 94

Bruno Paillard Rosé. Dégorgement a febbraio 2014: un classico ormai per il suo carattere etereo e soffice ma forzuto, fatto da talco e lamponi, teso e tagliente, originale e da aspettare un poco. 87

Bruno Paillard Premiere Cuvée. Dégorgement marzo 2014. Aperto e comunicativo, floreale e fruttato maturo, grandissima bocca tesa e minerale con ritorni di spezia, personale e sottile, non facile da leggere ma sempre validissimo. 88

Bruno Paillard 1999 NPU. Ancora in evoluzione, boisée e cenere, mandarino e canditi, bocca animata e con note ossidative, a mezza strada e interrogativa come sempre, appare in una fase interlocutoria probabilmente pronto ad esplodere in un vicino futuro. 92

Pascal Doquet Bdb Premiere Cru. 100% ch, dalle annate 2004, 2005, 2006, 2007: floreale molto solare ed energico, acacia e uva spina, bocca carnosa ma soffice, bellissima interpretazione della tipologia, moderna e accattivante ma di classe. 88

Pascal Doquet Rosé. 85% ch, 5% pn del 2009 più 10% pn rosso del 2010: note squillanti di mela rossa e melograno, sandalo e tabacco, maschile ed elegante, bocca saporita sapida e molto profonda. 90

Pascal Doquet Vieilles Vignes 2002 Le Mesnil. Naso finissimo e soffice, con agrumi e balsamico, mandarino e ribes bianco, bocca forte ma elegantissima, larga e decisa, lunghissimo e difficilmente dimenticabile. 94

Pascal Doquet Grand Cru le Mesnil. Solo chardonnay dalle annate 2003-2002-2001 poi 10 anni sui lieviti che si sentono tutti al naso con cacao e toffee, orzo ginestra e nocciole tostate; bocca multidimensionale con maturità impressionante e finale di corpo e soddisfazione con ritorni tropicali. 93

Michel Arnould Grand Cru. 70% pn,  30% ch. Floreale, tocco caseico e maturo, bocca saporita e dal bel ritmo acido fruttato, finale gessoso. 85

Michel Arnould Brut Grand Cru BdN. Pinot noir da Verzenay: lampone e ribes nero, vinoso, mela gialla e canditi, bocca ampia e diretta, molto immediato ed elegante. 87

Michel Arnould Rosé Grand Cru. Vinoso e mentolato, ginepro e more di gelso, bocca croccante e piacevole ma non finissima. 84

Michel Arnould 2007. 50% ch Mesnil, 50% pn Verzenay. Naso intenso e pieno, menta, anice e mela rossa, bocca piena e carnosa con agrumi in grande spolvero. 90

Thienot Brut. Nocciole e fiori, bocca croccante e agrumata, semplice ma efficacissimo. 84

Thienot Rosé. Lamponi e ribes, lavanda e balsamico, bocca fine ed esile, da aperitivo. 83

Thienot 2005. 50% ch, 50% pn. Mela Golden e rosa thea, acacia e talco, bocca arcigna e ficcante, finale lungo e maturo con bella acidità e note rosse. 85

Thienot Cuvée Stanislas Bdb 2005. Soffice e arioso, camomilla e tiglio, mandarino e arachidi, bocca con nerbo e spessore, gran passo. 89

Thienot Cuvée Garance Bdn 2007. Mora e lamponi, bocca ricca e saporita, talco e renetta, dritta e secca, bel finale. 88

Thienot Cuvée Alain Thienot 2002. 50% ch, 50% pn. Miele e canfora, fiori gialli e bianchi, mirabelle e canditi; bocca fresca e di struttura, comunicativa e amplissima come si conviene all’annata, interpretata benissimo. 92

Canard Duchêne Cuvée Leonie Tradition. Completo e animato, con note boisée a impreziosire. 84

Canard Duchêne Cuvée Leonie Green 100%. Bio: fieno e fiori di campo, erba e robinia, bocca cremosa e di sostanza, piacevolmente animata e lunga. 86

Canard Duchêne Rosé. Appena rosato, lamponi e ribes, bocca piacevole e semplice ma ben fatta e diretta. 85

Canard Duchêne Charles VII Bdb. Elegante e agrumato, fior d’arancio, vaniglia, bocca cremosa e diretta, bel finale armonioso un poco ruffiano ma caratteristico. 90

Canard Duchêne Charles VII BdN. Opulento e dolce, un po’ stucchevole ma originale, macedonia di agrumi e tropicale, tocco boisée insistito che appaga gli amanti del genere ma potrebbe non piacere a tutti. 88

Pol Roger Extra Cuvée de Reserve. Iconico e classico, rosso e bianco a braccetto e bocca dal passo spedito e armonioso; la cifra definitiva è la freschezza, ma anche corpo e sostanza. 88

Pol Roger Pure. Schietto e puro, bianco e balsamico, acacia e gelsomino poi fragola appena matura; bocca croccante e intensa, minerale e per amanti del genere imperdibile. 87

Pol Roger 2004 Chardonnay. Miele e rose selvatiche, salmone e ginestra, litchi e ribes bianco, bocca dritta sapida e rivelatrice, ammaliante. 94

Pol Roger Rosé 2006. Luminoso e solare, arancio rosso e lime, lavanda e rabarbaro,  bocca eterea e balsamica, grande sapidità e frutto; diretto, immediato ma anche lungo e carnoso. 91

Pol Roger 1999 Winston Churchill. In piena forma, dorato e luminoso, naso con note biscottate e tostate, uvetta, curry e zafferano, lamponi in confettura e sottobosco, in bocca ha una cremosità impressionante, con frutta in primo piano, fragola e ribes, poi spezie, zenzero, cumino; finisce senza finire, con una potenza controllata che è la vera cifra del Churchill. 94

Pol Roger Winston Churchill 2002. Dorato penetrante, rosso di fragola e lampone, avvolgente, ricco in maniera impressionante, speziato e torrefatto, biscotto, resina e toffee, albicocca, menta; bocca bizzosa e scattante, giovanissima e baldanzosa, sfacciata nella sua freschezza e nel suo carattere, puro 2002. 96

Cristal 2006. Iridescente e aranciato al naso, frutta confit, pompelmo rosa, maracuja, sanguinella e glicine, talco e gesso; bocca soffice e piacevolissima, a tratti vinosa, con acidità ancora imberbe ma con forza e struttura palpabili, a suo modo rotondo e briosciato a ingentilire la grande acidità. 96+

 

 

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

5 Commenti

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Leonardo

circa 9 anni fa - Link

Lasciando fuori per un attimo Agrapart e Gimonnet per i quali stravedo e i mostri sacri (sarebbe troppo facile dire bene di Pol Roger), devo dire che i vini di Jaquesson sono davvero impressionanti, sia per il rapporto qualità prezzo della cuvée numerata, sia per la finezza e la generosità dei cru. Bevuto di recente il Dizy 2004 che era qualcosa di sovrumano, un equilibrio quasi perfetto fra materia e finezza/eleganza.

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Il chiaro

circa 9 anni fa - Link

Come esser più in disaccordo? Pol Roger è una di quelle maison che proprio mi fa girare gli zebedei: fai il Churchill che è strepitoso e poi il resto della gamma è i una mediocrità sconcertante. Jacquesson: la 737 quest'anno pare dolce, giorni fa accostato a un micro recoltant come Demarne Frison è stato preso a sberle. Però deo ammettere che millesimo e selezioni varie sono altra cosa. Nella rece di Gori si percepisce il suo esser degistatore istituzionale: roeder "base" non arriva a 83 punti imho.

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Leonardo

circa 9 anni fa - Link

Su Pol Roger resto della mia opinione :) Sulla 737 devo dire che ancora non ho avuto modo di assaggiarla. In ogni caso mi sa che i nostri gusti sono abbastanza diversi: Roederer, fra le grandi maison, è una delle mie preferite. Sia chiaro, io non sono un'amante delle maison a priori, così come non vedo una necessaria contrapposizione fra le maison e i piccoli produttori RM, molti dei quali in effetti producono dei vini di qualità stellare.

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Andrea Gori

circa 9 anni fa - Link

a parte che sarebbe interessante capire cosa significa "degustatore istituzionale", direi che sugli Champagne, prima ancora che su altri vini, il gusto personale influenza molto la valutazione. Quindi almeno su Jacquesson ci sta che possa non piacerti, anche se il paragone con un piccolo recoltant gesso e acidità non è proprio calzante, sono vini completamente diversi (e nonostante questo i vini di Demarne-Frison nel mio cartellino hanno punteggi dagli 88 ai 92 punti). Sul Roederer base e sulla gamma nel suo complesso di Pol Roger invece sinceramente mi pari un poco prevenuto, sono entrambe senza ombra di dubbio tra le migliori 5 maison di tutta la Champagne se consideriamo la gamma complessiva.

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Le Baron

circa 9 anni fa - Link

Al Gori piacciono i dosaggioni ;-)

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