Fatti nostri. Intravino, quelle due o tre cose che so di lui

Fatti nostri. Intravino, quelle due o tre cose che so di lui

di Fiorenzo Sartore

Questo post nasce per raccontare alcune cose che riguardano Intravino, e proprio perché serve a parlare di noi è stato a lungo nel ripostiglio delle cose da fare, quello che nessuno mai si decide a mettere in ordine. Personalmente, mi ero preso questo incarico un bel po’ di tempo fa, e continuavo a rimandare essendo convinto che un blog (blogzine, in questo caso) che parla di se stesso sia sempre un fatto bizzarro al limite del deplorevole. Tuttavia esistono anche esigenze di comunicazione e pierre, quindi eccoci qua.

1. Un po’ di storia pregressa.
Chi segue Intravino fin dalla sua nascita oggi vede che non c’è più il logo Dissapore qui in alto, quindi non siamo più parte di quel network. Massimo Bernardi, il nostro padre fondatore, ha annunciato per tempo l’accadimento con un post che riguarda i cambiamenti avvenuti. Dal fatto che Max abbia scordato di mettere un link si capisce pure che l’aria non era delle migliori: sono cose che succedono, siamo tutti assai umani, noi per primi. Siamo anche abbastanza cresciuti da sapere che gli amori nascono e finiscono, e quando succede le colpe non stanno mai da una parte sola.

L’avventura di questa cosa che è, dicevo, un blogzine (un magazine col formato del blog) è stata lunga, divertente, esaltante, un sacco di volte stressante e anche fonte di scazzi assurdi. Fin dall’inizio la redazione non disponeva di una catena di comando, ma era una spece di triumvirato che divenne quadriumvirato fino a sfociare in un discreto caos anarcoide, che tentava di mettere ordine al flusso creativo che generava. La redazione si diede da subito strumenti di interconnessione in tempo reale, che usa tuttora, e divenne una specie di creatura polimorfa e con tante teste (lo so, fa un po’ schifo detta così) che determinava i famosi contenuti. Per farlo si passava, come ora, attraverso intense riunioni di redazione quotidiane, tra scritture, riscritture, in una furiosa contraddanza di gestione dei temi, delle parole da usare, del mood da generare. Esaltante, come ho detto.

2. Showdown.
Una storia così entra in crisi in due casi: se fallisce gli obiettivi, o se ha troppo successo. Ad Intravino capitò la seconda che ho detto. Verso luglio-agosto del 2012 io mi sono ritrovato in una condizione di stallo, non si andava né avanti né indietro: la gestione dei contenuti era un lavoro pesante, oneroso, che non si poteva ripagare esclusivamente del divertimento che generava il giocattolo, ma soprattutto c’era il problema dei primi sponsor che premevano per essere su Intra (per forza, nel frattempo era diventato il wineblog più supercool del pianeta) e andavano gestiti in primis quei contenuti. Teoricamente dovevo occuparmene io. Teoricamente non ne avevo voglia nemmeno per una cippa. Visto che non c’era via d’uscita, scelsi di uscire io dal team, e addio Intra. Peraltro la gestione delle prime sponsorizzazioni si rivelò caotica, improvvisata.

Successivamente le cose peggiorarono. Massimo desiderava che Intravino fosse pop (cosa che eravamo già, col turbo) ma per lui non era abbastanza. Succedeva che il lavoro che facevamo piacesse a molti nell’enomondo, ma non piaceva proprio al nostro papi (immaginatevi le tragiche conseguenze freudiane per molti di noi). Io ero ormai fuori quando si consumò la crisi peggiore, che portò pure ad un fermo macchine protratto per un paio di settimane, anche perché a condurre il vapore c’era Tomacelli, che nel team da sempre amiamo tutti per le doti di leggiadria e diplomazia. Oddio, non che Morichetti fosse uno zuccherino, d’altra parte. Sia come sia, arrivò lo showdown peggiore, quello che fa separare le coppie.

Cominciò un lavoro di faticosa gestione della crisi familiare nel quale tutti tirarono fuori il peggio, ma anche il meglio. Perché alla fine ci fu una specie di happy end, se una separazione si può definire happy: Intravino si separava da Dissapore, e procedeva da solo. Chi comanda qui, adesso? Ecco un po’ di dati (nella modalità trasparenza). Il dominio Intravino.com è transitato in capo ad Antonio Tomacelli, dal momento che Massimo Bernardi ha voluto riconoscere, con quello, il lavoro svolto da Antonio per l’intero team nel corso degli anni. Alla dirigenza è assistito (Dio sa quanto ne ha bisogno) da Alessandro Morichetti. Poi siccome ha richiamato pure me in servizio, io sono tornato indicando nei proto-fondatori (Andrea Gori, per dire) elementi che dovevano in qualche modo contribuire alla linea editoriale. Io mi occupo in generale di contenuti miei e altrui, editing, moderazione dei commenti, pulizie, varie ed eventuali.

3. Intravino, oggi.
Esiste una linea editoriale? Sì. Qual è? Scrivere di vino nei modi irrituali che conosciamo bene, perché da sempre là fuori è pieno di gente serissima quindi noi facciamo alla maniera di chi, essendo i posti di quelli seri già occupati, occupò gli unici rimasti liberi. Nel frattempo ci godiamo lo spettacolo di quelli che ci provano, a evocare il linguaggio intravinico, con effetti per lo più deleteri. Come si vede, io sono afflitto da un certo orgoglio per cosa siamo e come siamo diventati. Si dice che l’orgoglio sia male, certamente lo sarà, ma io sono un abitante della rete da troppo tempo, e non ho mai visto, né partecipato, a niente di simile finora. Credo che l’orgoglio di essere parte di questo team sia legittimo, quindi abbiate pazienza, e scusatemi.

Nel corso di questi anni abbiamo incontrato nuovi amici e acquisito molti lettori e credibilità. Ne siamo coscienti e ne sentiamo la responsabilità. Abbiamo anche perso qualcuno per strada, abbiamo incontrato persone che un bel giorno ci hanno voltato le spalle, quando abbiamo commesso errori e quando non siamo stati in grado di trasmettere con chiarezza chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando: io credo che questo sia inevitabile e giustificato. Questo è un blog, amici miei, e valgono le regole bloggish: noi facciamo blogging sul mondo del vino perché moltissimi di noi ci sono nati e cresciuti dentro, da insider e da addetti ai lavori. Vi invito, sempre e comunque, a considerare cosa voglia dire orizzontalità: fondamentalmente il sistema di commenti e reputazione online si fonda sulla nostra trasparenza e onestà intellettuale. Chi solleva dubbi ha ogni titolo per farlo, quando vuole motivarli nell’ecosistema dei commenti e nelle conversazioni online.

4. Chi siamo noi, e dove andiamo noi.
Per fare un esempio, e per concludere questo inverecondo pippone, vi racconto una storia che mi riguarda. Vale per me come per qualsiasi altro autore intravinico.

Qualche settimana fa ero a Fornovo, a seguire il dibattito domenicale sui vini naturali. Sono stato a Fornovo due giorni, per la verità, perché essendo io un enotecaro (non lo sapevate? Io vendo vino) visito volentieri queste rassegne, nelle quali trovo spesso i miei fornitori. Ebbene, essendo anche blogger, la domenica ho fatto live blogging riportando i punti salienti di quel dibattito interessante (abbiate pazienza, sono uno di quelli che trova interesse nella definizione di vino naturale). Peraltro il dibattito vedeva schierati i ragazzi di Servabo, quindi per me era doppiamente attrattivo. In sintesi: da wine blogger e addetto ai lavori, ho pagato l’ingresso a due giorni di fiera, ho pagato un albergo che mi ospitasse e le spese di viaggio, ho usato il mio netbook e la mia connettività Vodafone, quindi ho immesso in modalità mediattivista i dati in rete, a disposizione di chi li voleva. Infine ho comprato anche del vino, che rivendo. Sempre pagando anticipatamente. Ah, ho pure comprato Servabo, che vi consiglio, perché è un’opera fantastica.

Se questo appare, a chi legge, una commistione di ruoli inestricabile ed un vero e proprio conflitto di interessi, non so che farci. Vedete, io non faccio wineblogging perché vendo vino, ma vendo vino quindi faccio wine blogging. Quando trovo un vino che mi piace, a volte, sono talmente convinto di quel vino che sono disposto a spenderci i miei sacri soldi, per venderlo. A volte ne scrivo, a volte no. Se questo pare contraddittorio, non esiste un vero rimedio, e parafrasando gli antichi vale pure la regola: il male è negli occhi di chi guarda.

E questo, una volta per tutte, è un blog.

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

18 Commenti

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Francesco Annibali

circa 10 anni fa - Link

memorabile.

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she-wolf in love

circa 10 anni fa - Link

Good, too good to be true, but it's true. The true story of Mister Tailor from Genoa.

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Rolando

circa 10 anni fa - Link

Bei puntini sulle i.

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Antonio

circa 10 anni fa - Link

Complimenti a Fiorenzo, in un settore come quello del vino, nel quale anch'io lavoro, imperano ipocrisie e marchette varie, finalmente una voce fuori dal coro. Mettere in chiaro il proprio ruolo di blogger e di enotecaro è assolutamente apprezzabile, preferisco questo a tanti pseudogiornalisti che ospitati e riveriti poi decantano come fosse nettare degli Dei un vino improbabile!

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FERRO BRUNA

circa 10 anni fa - Link

.. "il male è negli occhi di chi guarda" ..mia nonna era solo vecchia e lo ripeteva spesso...sono fiduciosa, però, che qualcosa cambierà in meglio..

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A3C

circa 10 anni fa - Link

bello bello bello... un sego di grande eleganza e di rispetto per chi vi segue da tempo...bravo

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Nic Marsél

circa 10 anni fa - Link

Come già scritto altrove, non fosse che tengo troppo alle mie mani, per te una sul fuoco ce la metterei. Sempre bravo :-)

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Paolo Cianferoni

circa 10 anni fa - Link

Senza esser retorico, il blog sprizza giovinezza, e in questo mondo di vecchi (e io sono uno di loro), è notevole, bello e spontaneo, pur nelle difficoltà, ma quelle ci sono ovunque. Penso che Intravino non durerà in eterno, ma i semi li avete piantati. Semi che invitano a riflessioni fuori da tante cravatte e giacchette, e poi son sicuro che se non avete profitti oggi, domani è molto probabile. Chi non semina non raccoglie mai.

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Sir Panzy

circa 10 anni fa - Link

Essere orgogliosi non è male.. sarà male per un catto-comunista come te Fiorenzo ;) Intravino è la vostra creatura, l'ho vista nascere e soprattutto l'ho vista crescere come la panza di Morichetti. Siatene orgogliosi a piene mani, e trovate nell'orgoglio la forza e la volontà di fare quanto sopra: girare, viaggiare, assaggiare e rimetterci soldi. La passione si vede e si sente ed è il vero motore di questo vostro successo. Avanti!

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Stefano Cinelli Colombini

circa 10 anni fa - Link

Notevole outing. Certo, visto che ormai eri a lavare i panni in piazza potevi anche confessare quell'insano amore della redazione per il Tavernello bianco tagliato con la Peroni, ma per questo aspetterò la prossima puntata.

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Max C

circa 10 anni fa - Link

God Save Intravino! Seguono applausi ;)

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Gianni Ruggiero

circa 10 anni fa - Link

Non ho capito,ma in tutto questo la mitica Cristiana Lauro?

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Fiorenzo Sartore

circa 10 anni fa - Link

C'è.

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Cristiana Lauro

circa 8 anni fa - Link

Ah!Ah! Ci sono, ci sono e lotto insieme a loro

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Giampiero Pulcini

circa 10 anni fa - Link

Complimenti sinceri. Questa si chiama trasparenza.

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Stefano

circa 10 anni fa - Link

Ständig Ovation - Quando vorrai venire in Valtellina, (Bormio) cena pagata!

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Sara

circa 8 anni fa - Link

Bellissimo. Le parole giuste per descrivere precisamente cosa è Intravino. Grazie!

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max cochetti

circa 8 anni fa - Link

Grande Fiorenzo! :D Ma non perché ti conosco da un bel po' ma perché ti riesce bene. Sia l'enotecaro che il wine blogging. Essere enotecaro è una ricchezza perché permette di vedere anche il lato business che esiste. Essere appassionati è una ricchezza perché ti permette di vedere e vivere cose che non potrebbero esistere se avessero solo un valore monetario. Continuate così!

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