Encry, la prima verticale 2009-1996 dello Champagne “italiano”

Encry, la prima verticale 2009-1996 dello Champagne “italiano”

di Andrea Gori

Molti hanno sentito parlare di questa casa di Champagne perché è in mani italiane. Pochi sanno che i vigneti, che oggi compongono il cuore di Encry da quattro generazioni, sono stati fornitori di chardonnay grand cru per grandissime e blasonate maison. Nessuno, finora, aveva mai avuto l’occasione di assaggiare insieme la storia di questa piccola casa e confrontare il prima e il dopo la grande svolta: da coltivatori a trasformatori di uva in vino e poi Champagne.

I costi per passare dall’uva alla bottiglia, e relativa commercializzazione, non sono lievi: ci voleva tutta la passione e la follia di Enrico Baldin per dare vita questa piccola cantina atta a vinificare e spumantizzare le uve di tre preziosi ettari, in collina a Le Mesnil. Ai tre iniziali oggi si sono aggiunti altri ettari sempre grand cru ma in posizioni meno elevate. La gamma espressiva della maison si è fatta più ampia e solida, con più corpo ed equilibrio complessivo.

Per verificare l’attuale stato di salute di Encry, e indagare sulla capacità di produrre millesimati all’altezza del blasone della zona, ci siamo recati a Firenze per questa occasione speciale di assaggio: oltre ai millesimati prodotti dalla nuova gestione – la 2009 in anteprima, 2008, 2006, 2005 e 2004 – c’erano 3 RD (Récemment Dégorgé), tre millesimati prodotti ma mai commercializzati dai vecchi proprietari, e rimasti fino ad oggi sui lieviti a continuare il loro lento affinamento. Vini alla vecchia maniera, vinificati in cemento e poi a lungo in bottiglia, tre piccole grandi sorprese che ci hanno aiutato non poco a capire il potenziale di Encry.

Ecco gli assaggi suddivisi in tre batterie: il presente, gli anni di Enrico, gli anni pre-cambio di proprietà.

Grand Rosé apre con arancio, zenzero e canditi, lamponi e fragole; sapido e azzeccato, dal dosaggio molto basso, bocca tesa e ficcante, un po’ stretto ma da divertente da abbinare. 87

Zero Dosage ottenuto con un buon 20% di vin de reserve, è il vino gessoso, agrumato, con buccia d’arancio, tiglio e senape, bocca che si apre e carezza il palato con una finissima bollicina, mela e pera, lunghezza decisione e carattere. 89

Brut al naso dolce, piacevole e ritmato, arancio e lamponi, floreale dolce saporito, menta e tocco di miele, bocca comunque freschissima e piccante, bianca e godereccia, si sente la matrice Mesnil ma più approcciabile. 88

Millesimi “nuovo corso”

2009 ha sottobosco, resina e mirtillo, fieno, erbaceo, crema di latte, mela e ribes, corpo e sostanza, canditi e pepe. Bocca decisa e sostanziosa, finale piccante e saporito tra bergamotto e lime, liquirizia leggera. 87+ (in divenire e da aspettare, perché ancora crudo ma la stoffa è notevole considerando il millesimo).

2008 dégorgé 2014, 5 anni sui lieviti: piacevolezza floreale e speziata, burro di noccioline, miele e panettone, zafferano e lime. Ha grande potenza, frutto sapidità, maturità di uve pazzesche, equilibrio, grande ritmo e gusto, sente il buon millesimo e lo sfrutta a pieno. 93

2006 annata ricca e in effetti vino di sole e maturità: fieno, etereo, floreale di campo, ginestra e balsamico, lieve ossidativo, calvados. Bocca piacevole, mela verde e succo di mela, lamponi appena maturi, freschezza e lunghezza, sapidità in molta evidenza, gusto e agrumi. 87

2005 RD è floreale, con tostature pepe e zenzero, caffè, marzapane, mou, caramello, zabaione, piccante, solare ed energico, resina e salvia, bell’equilibrio e sapidità, sorprendente e in grandissima forma oggi, considerando anche il millesimo non trascendentale e con vari problemi di muffa altrove. 91

2004 RD ha fieno e ginestra, agrumi e lime, umami, crackers, bocca sapida con dinamica forte e gusto profondo, piccante di ginger e pepe, azzeccato solare ed energico ma con meno equilibrio di altre annate. 88

Annate storiche: dal 2002 e indietro, vinificazione usando botti antiche e cemento, niente acciaio né legno nuovo.

2002 RD è floreale, miele e zafferano, vinoso, fieno. Bocca cremosa, saporita filante e con tracce di muffa, polpa e succo, persistenza e maturità: bel sorso comunque, gastronomico ancora e con rilanci verso il futuro, uva straordinaria classica di un’annata dove si poteva solo rovinare la meraviglia che la natura aveva predisposto. 90

2000 risulta un poco spento, con naso esile di floreale e fragole, bocca con crosta di pane e zenzero, poca dinamica al sorso che si fonda su freschezza e gessosità, sempre traccianti e territoriali. 85

1996 RD vino solare e floreale di campo, caldo, miele erboristeria, e incantevole piacevolezza candita mielata; ritmo gusto sostanza e intensità, annata speciale e che riesce ancora a dare gioie inaspettate pepate e stimolanti. Sul finale croccante e resinoso, integro e speziatissimo, una meraviglia che rende onore al lignaggio grand cru e all’annata prodigiosa ma non sempre così performante in termini di dimensione e corposità della bevuta. 94

L’eccezionalità dei prodotti da millesimi grandi lascia davvero molto soddisfatti, e il cambio di marcia sulla gamma d’ingresso, soprattutto sul Brut, è stato notevole ripensando alle prime edizioni di questi vini. Hanno acquisito più focus gustativo e maggiore sensibilità territoriale con uno zero dosage azzeccatissimo, un rosé caratteristico e classico di zone “bianche” della Champagne e un brut molto piacevole e ritmato, con un corpo ed una eleganza di alto livello, fondamentale per fare breccia in chi non conosce l’azienda.

I millesimati sono più difficili da domare anche perché, forse, tempi di permanenza sui lieviti e in bottiglia sarebbero da aumentare ma per ora è difficile, visto l’esiguo numero di bottiglie prodotte. Ma la mano in cantina pare salda e se le scelte future saranno simili a quelle operate finora c’è davvero da essere ottimisti, per questa piccola grande eccellenza italiana nel cuore del vino francese.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

11 Commenti

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amedeo

circa 8 anni fa - Link

Scusa Andrea, del 2002 RD scrivi "tracce di muffa". Ora la muffa a casa mia è un difetto, eppure il vino si becca un bel 90. C'è qualcosa che non mi torna. Di che muffa stiamo parlando? Così, tanto per capire su che parametri ragioniamo.

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Andrea Gori

circa 8 anni fa - Link

Non è un sentore di muffa che rovina il naso nè muffa indice di un problema di uve, secondo me più un leggero problema di pulizia in cantina. Nel complesso del vino però non marca nè sporca il sorso che rimane bello e pieno

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Ale

circa 8 anni fa - Link

scusa , parli della cantina dove hai degustato o ove è stato fatto il vino? nel caso della seconda se addirittura si sente nel vino la sporcizia della cantina di vinificazione lo considererei un difettone non un lieve sentore

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Ale

circa 8 anni fa - Link

ops... letto solo ora il successivo commento....scusa

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Sergio

circa 8 anni fa - Link

ciao Andrea: sono importati in Italia? a che fascia di prezzo si colloca il prodotto d'ingresso? (però "problema di pulizia in cantina" mi inquieta molto...)

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Andrea Gori

circa 8 anni fa - Link

problema di pulizia in cantina si riferisce alla vinificazione molto artigianale fatta su piccolissime quantità ai tempi in cui la cantina conferiva le uve e non imbottigliava! oggi la situazione è nettamente diversa. Vengono distribuiti da Proposta Vini, prezzi allineati ad altri champagne grand cru...

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Sergio

circa 8 anni fa - Link

grazie! e scusa l'insistenza su quel particolare; dimenticavo che in Francia in effetti non è così raro se dipende dal motivo che hai scritto

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Claudio

circa 8 anni fa - Link

Li assaggio costantemente a qualsiasi manifestazione, tanto ci sono sempre. Visti i risultati e i prezzi, forse per l'umanità sarebbe stato meglio se avessero continuato a vendere le preziosissime uve del GC più famoso dello champagne a Krug e Salon...

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Andrea Gori

circa 8 anni fa - Link

secondo me hanno strada da fare ma hanno imboccato la direzione giusta. I prossimi anni saranno decisivi.

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Marco

circa 8 anni fa - Link

Concordo con Claudio. Assaggiato un paio di volte con poca soddisfazione. I prezzi da quel che mi ricordo erano tra i 30 e i 50€

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Francesco Garzon

circa 8 anni fa - Link

Mai assaggiati, ma dalla foto direi dei colori molto belli, brillanti fino al cristallino e denotano una buon potenziale di freschezza.

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