Dubbi. E se il tappo a vite non fosse la soluzione a tutti i problemi?

Dubbi. E se il tappo a vite non fosse la soluzione a tutti i problemi?

di Jacopo Cossater

È passato parecchio tempo dall’ultima volta in cui abbiamo affrontato uno degli argomenti più caldi del vino non solo italiano (ehm, no, l’altro): la questione dei tappi. L’occasione per tornare sul tema ci viene proposta da un recente pezzo apparso su Wine Spectator. Ben O’Donnell, l’autore, si pone infatti alcuni interrogativi a proposito del tappo a vite e della sua presunta superiorità rispetto al sughero.

È possibile che il tappo a vite non sia necessariamente la chiusura ideale per ogni varietà e per ogni vino?

I tappi a vite permettono di eliminare due fondamentali problematiche relative al sughero: l’aroma di tappo dovuto al TCA e l’ossidazione dovuta a tappi difettosi. Tuttavia anche le chiusure a vite pongono una questione inerente il loro stesso funzionamento: impediscono del tutto la possibilità che il vino abbia un contatto, anche minimo, con l’ossigeno. In vinificazione per esempio si possono formare naturalmente alcuni elementi, dalla volatile e dall’acido solfidrico fino ai mercaptani, che tendono a scomparire se esposti all’aria. Tuttavia in un processo di vinificazione in totale assenza di ossigeno questi possono rimanere intrappolati nella bottiglia e portare a fastidiosi sentori di riduzione.

(..) Ci sono poi altri motivi per ripensare il ruolo del sughero, su tutti il suo essere sostenibile, biodegradabile e generalmente poco invasivo in termini di impatto ambientale. E poi ci sono segnali incoraggianti relativamente al Coravin, il sistema che permette di estrarre il vino dalla bottiglia senza aprirla, utilizzando un ago che penetra nel sughero.

Insomma, secondo la visione di O’Donnell si dovrebbe provare ad essere un po’ meno dogmatici e cercare di capire quale chiusura sia migliore in un determinato momento, per una determinata varietà e per una determinata vendemmia. Tutto questo alla luce del fatto che i tappi di sughero sono migliorati enormemente nel corso degli anni e che oggi la possibilità di imbattersi nelle imperfezioni precedentemente citate è sempre più bassa. In fondo -dice- questa non dovrebbe essere altro che una delle tante scelte che ogni viticultore si trova a fare ogni anno, probabilmente neanche la più importante.

A confondere ulteriormente le acque ci si mettono anche i cosiddetti tappi in silicone, quasi unanimemente additati come di scarsa qualità e poco adatti a vini destinati ad un lungo invecchiamento. Qualcuno allora mi spieghi gli Ardeaseal, la chiusura sintetica che Domaine Ponsot utilizza in Borgogna per il suo Clos de la Roche. Un Grand Cru, mica l’ultimo dei Village. Il dibattito è aperto, as usual.

Jacopo Cossater

Docente di marketing del vino e di giornalismo enogastronomico, è specializzato nel racconto del vino e appassionato delle sue ripercussioni sociali. Tra gli altri, ha realizzato i podcast Vino sul Divano e La Retroetichetta, collabora con l'inserto Cibo del quotidiano Domani e ha cofondato il magazine cartaceo Verticale. Qui su Intravino dal 2009.

23 Commenti

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Stefano Cinelli Colombini

circa 10 anni fa - Link

L'articolo di Wine Spectator è inesatto. Da anni la Korked di San Giovanni in Bosco ha brevettato e produce un tappo a vite con tre fori sopra che permettono, attraverso una membrana, di dare esattamente lo stesso contatto con l'aria di un tappo di sughero. Io non lo uso perché per i miei vini è ammesso solo il sughero, però mi risulta che costi come un normale tappo a vite e funzioni benissimo.

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Nic Marsél

circa 10 anni fa - Link

I grandi vini col tappo in sughero hanno spesso anche una bella dose di ceralacca che non credo proprio fovorisca lo scambio di ossigeno. Siamo sicuri sia un problema reale?

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Pier Paolo

circa 10 anni fa - Link

Secondo me intendevi dire: "Qualche grande vino"

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Stefano Cinelli Colombini

circa 10 anni fa - Link

Da decenni la ceralacca è sparita, si usa solo nelle bottiglie oltre 1,5 litri. Piuttosto nessuno ha sollevato un problema chiave; anche il miglior tappo in sughero va sostituito dopo un paio di decenni, cosa complessa e che inevitabilmente ossida il vino, mentre potenzialmente un tappo a vite è eterno. Anvedi te che sia la chiusura più idonea per i vini da lungo invecchiamento?

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Nic Marsél

circa 10 anni fa - Link

"Da decenni la ceralacca è sparita". Appunto Stefano, ma non sono proprio quelle le più vecchie bottiglie giunte fino a noi in ottimo stato?

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Stefano Cinelli Colombini

circa 10 anni fa - Link

Decenni fa i tappi erano molto migliori di quelli attuali, oggi ne fanno troppi, e male. E chissà che lo stesso si possa dire anche dei vini ...... Scherzi a parte, la ceralacca in commercio a norma CEE non è "per uso alimentare", non so se perché chi la produce non ha chiesto la certificazione o se perché proprio non può esserlo come le capsule di piombo. Per cui questione chiusa.

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Nic Marsél

circa 10 anni fa - Link

Grazie Stefano, ma intendevo dire che lo scambio con l'esterno forse non è necessario (se non addirittura deleterio) e che quindi il tappo a vite (quello senza fori) potrebbe essere indicato proprio per i grandi vini da invecchiamento.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 10 anni fa - Link

Non saprei, noi vendiamo bottiglie di rossi dai primi dell'ottocento ma ne abbiamo in cantina bottiglia solo dal 1890, e sono già con capsule perché c'erano già allora. Io al massimo ho bevuto del 1920 (con capsula), ed era un vino vivo. Localmente la ceralacca si usava per i vinsanti, che sono già ossidati in partenza. Incidentalmente, tutti quei vini antichi erano con tappi molto, ma molto più corti di quelli attuali e reggevano molto più a lungo degli attuali.

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Pier Paolo

circa 10 anni fa - Link

Ironico che la foto dell'articolo mostra il tappo che dici te :)

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IlConsigliere

circa 10 anni fa - Link

Per me il tappo a vite resta una soluzione eccellente e parlo da uomo del settore. Resta il fatto che in Italia non faccia vendere. Ma chi si vuole limitare così? http://francesconcollodi.com

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stefano bonilli

circa 10 anni fa - Link

Sono stato recentemente 20 giorni in Australia e New Zealand dove ci sono grandi vini - un fatto del tutto ignorato dagli europei, leggermente supponenti - e il 98% dei vini hanno il tappo a vite, parlo anche di vini di alta e altissima gamma, da Penfold's, escluso Grange e Bin 169, una delle poche cantine orecchiate in Italia, a Giaconda, da Bass Phillip Reserve 2010 a Cape Mentelle 2010. Certo, lì non sanno cosa sia l'invecchiamento e quindi si stappano vini degli ultimi due o tre anni e che andrebbero tranquillamente avanti dieci o venti anni. Ma non è questione di tappo.

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Jacopo Cossater

circa 10 anni fa - Link

Ma certo. Io per esempio dò per scontato che il tappo a vite sia la chiusura ideale per la stragrande maggioranza dei vini in commercio. Per capirci: per tutti (tutti) quelli che vengono venduti in GDO ed anche molto di più. Che poi ci sia la necessità di aprire un dibattito su questo argomento anche relativamente alle grandi denominazioni è altro discorso. Il problema a mio avviso è che oggi in Italia i produttori che utilizzano da un numero sufficiente di anni lo screwcap sono ancora troppo pochi per riuscire ad aprire una riflessione condivisa sul tema. Molto semplicemente manca l'esperienza sia da parte di chi produce sia da parte di chi consuma.

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Nic Marsél

circa 10 anni fa - Link

Aggiungiamoci un bel tappo a corona per i frizzanti e spumanti di ogni tipologia.

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Giuliano

circa 10 anni fa - Link

Nel mio ultimo viaggio in Borgogna (2012) ho riscontrato più di un produttore che ha adottato l'Ardeaseal per i Grand Cru. Purtroppo non sono riuscito a trovare due bottiglie con stesso contenuto e tappi diversi per una prova comparativa nel futuro. Non nascondo infine che l'atto di stappare sintetico sia una esperienza povera di eleganza, chiamateli pure vezzi di natura percettiva, un dogmatismo anacronistico, una personale repulsione dei seni siliconati. PS. Sto per andare al Wine Tour di Gambero Rosso a Stoccolma, prevedo di svitare alla grande.

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Il chiaro

circa 10 anni fa - Link

Walter Massa imbottiglia derthona e Anarchia Costituzionale sia con sughero che con ardeaseal. In cantina da lui spesso scatta la cieca dei vini con le due differenti chiusure e con risultati interessanti. Franz Haas imbottiglia pinot bianco, pinot grigio, gewurztraminer e pinot nero sia con Stelvin che con sughero e, a sentir lui, il futuro sarà con lo Stelvin soprattutto per i vini più importanti.

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bettino

circa 10 anni fa - Link

Quasi tutti i Gruner Veltliner e Riesling dei migliori produttori della Wachau, presentano tappi a vite; solo il meglio della produzone viene imbottigliato con tappo in sughero ( e si tratta di bottiglie da 40 euro in su ). Credo che il motivo stia nello scarso appeal che il tappo a vite comunica al consumatore, che -forse a ragione, forse no- identifica un vino di qualità con la presenza di un "regolare" sughero. Ad un ristorante di Durnstein, ho trovato un filo comico il rito dell'apertura della bottiglia di Gruner Veltliner da me ordinata, con un bel tappo a vite... ah! un mio amico produttore imbottiglia il suo ur-lambrusco con sughero e tappo a corona

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Pier Paolo

circa 10 anni fa - Link

"È possibile che il tappo a vite non sia necessariamente la chiusura ideale per ogni varietà e per ogni vino?" Ma veramente c'è ancora qualcuno che ragiona in termini così assoluti?

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Anna Maria

circa 10 anni fa - Link

Io approvo incondizionatamente. Sono troppi i vini che ho dovuto lavandinare a causa del tappo! In Australia sono avanti, avanti... Aggiungerei ai citati da Bonilli nel msg sopra, l'Hill of Grace di Heschke. So per certo che le bottiglie che ho in cantina non sapranno mai di tappo!

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Simone

circa 10 anni fa - Link

Qui in Abruzzo il vero antagonista del sughero e' sicuramente il "silicone", ci sono tappi che arrivano a costare quanto un birondellato, ma senza colle e senza contaminazioni. Sono tappi dove si puo' scegliere la porosita' e quindi lo scambio gassoso. Tappi sicuramente adatti a vini con vita scaffale piuttosto breve. Magari per la riserva e' ancora da preferire il sughero, essendo la tecnologia del sintetico piuttosto giovane. Al prossimo imbottigliamento qualche bottiglia con il sintetico la faccio e poi con il passare dei mesi le confrontero' a quelle con monopezzo in sughero...

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armin kobler

circa 10 anni fa - Link

Tim Donahue says, “Winemakers will spend years on site selection, soil amendments, clonal selection, canopy design and spray programs. They will monitor water stress, leaf pull, fruit thin, measure phenolic data… use a 100% sterile bottling line and bottles, and then, just for the hell of it, shove an old piece of tree bark in the neck of the bottle and hope everything works out.” 92% of the time it does work out, and for the one-in-twelve chance it doesn’t, write it off as being “lucky” enough to finally know what a bad bottle smells like. And the next time, why not give a capped bottle a chance? http://www.parade.com/249499/smccook/the-truth-about-wines-sealed-with-cork-versus-screw-caps/#.UsxdUVSoFjo.facebook

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camillako

circa 10 anni fa - Link

Heinrich in Austria usa tappi di vetro

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massimo

circa 10 anni fa - Link

Tappo a vite stelvin è il migliore sul commercio, ma un ottima alternativa è il tappo della Diam....tca 0 e oltre 150molecole.

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Roberto Raspini

circa 9 anni fa - Link

Concordo con tutti che quella bevanda stile coca-cola comunemente associata al vino vada tappata come meglio si creda, si puó anche mettere una bella placca d acciaio se preferite, ma il vino é fuori da questa discussione, é un essere vivente e come tale respira. Per vino intendo ovviamente l´1%, se non meno, della produzione mondiale attuale, naturale, diverso in ogni bottiglia, SANO. Il sughero é la giusta porta della sua casa e cosi deve rimanere.

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