Discussioni furiose all’AIS Roma (o come si chiama). “L’AIS nazionale da qui ad un anno e mezzo è finita perché ci saremo noi”

di Antonio Tomacelli

Le condizioni del video sono quelle che sono ma intercettare questo stralcio vale il prezzo del biglietto per capire lo stato dell’arte nella querelle AIS vs FIS (o AIS Roma o Bibenda). Ne abbiamo già parlato qui ma le domande senza risposta sono ancora molte e sembrano rimanere tali anche per molti dei corsisti iscritti al 51esimo corso di primo livello che si sta svolgendo a Roma. La forza dei video di frontiera non è spiegabile con la somma delle singole parti. Basti qualche passaggio veloce come trailer.

Dal pubblico: “Ma è una presa per il culo questa?” [1:15]; Franco Ricci: “Voi non siete iscritti all’Associzione Italiana Sommelier perché siete iscritti all’Associazione Italiana Sommelier Roma come la Sicilia è iscritta all’Associazione Italiana Sommelier Sicilia” [2:38]; sempre Ricci: “Quando uscite da qui c’è preparato in segreteria questo modello, mettete l’IBAN e vi verrà fatto il bonifico. Va bene così?”.

Qualità bassa, tensione alta, altissima. Chi ci capisce è bravo (e se ci da una mano lo ringraziamo).

C’è anche il contributo al dibattito di Daniela Scrobogna, relatrice di punta della nascitura Federazione Italiana Sommelier, una che non le manda di certo a dire:

La nostra realtà si è distaccata negli anni da quella becera [dell’AIS nazionale, ndr] (…) Se l’AIS oggi ha un’immagine data da quel diploma di cui parlate lo deve anche a me, a Luciano, lo deve a Billetto, lo deve a Lauciani, perché siamo noi che abbiamo fatto crescere l’AIS, non solo a Roma ma come immagine internazionale.

Ma l’intervento più perentorio arriva a 3:40 per conto di Ubaldo Pizzingrilli, capo servizi a Roma: “L’AIS nazionale da qui ad un anno e mezzo è finita, non c’è più, perché ci saremo noi”.

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

92 Commenti

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Tommaso Farina

circa 10 anni fa - Link

Ma non se la tirano un attimino?

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Angelo D.

circa 10 anni fa - Link

In fin dei conti il Natale porta sempre con se un filino di tristezza. :-(

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luca

circa 10 anni fa - Link

no comment anche perchè ...basta una persona che cè il penale luca

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carmela

circa 10 anni fa - Link

è anomalo quello che succede,sono irresponsabili perchè avrebbero dovuto risolvere prima la querelle con una assemblea nazionale, dando voce anche ai soci,perchè non possono decidere tutto quattro persone!!!!........La quota associativa fa comunque capo all'ais nazionale,queste cose sono state sempre dette a Roma,non si capisce oggi questo volta faccia. La scrobogna poteva dire le cose che dice oggi al congresso tenutosi un mese fa. Non si lascia in balia delle onde corsisti appena iscritti.

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antonio f.

circa 10 anni fa - Link

Ricci sarà quel che è, ma ammazza che boria sti corsisti oh! saccenti ancor prima di iniziare il primo livello. la scenetta è penosa, ma davvero. le iscrizioni all'ais nazionale fatte a fine anno (esempio classico dei corsi di primo livello che partono in autunno) valgono per l'anno successivo (non so se sia stabilito dal regolamento nazionale o a discrezione della delegazione che organizza il corso). I soci ais di Roma, DA SEMPRE sanno che pagano 80 euro all'anno a Milano+ 50 alla delegazione di Roma (ed era pacificamente stabilito anche questo, salvo non leggere ciò a cui si appone firma). un bagnetto di umiltà prima ancora della centrifuga del calice non guasterebbe, sia dietro che davanti a quella cattedra

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massimo

circa 10 anni fa - Link

è vero, chi si iscrive sa che 80 vanno a milano per ais nazionale e 50 a roma per ais roma. Ma è proprio questo che, secondo me a ragione, chiedono i corsisti: per cosa ho pagato gli 80 euro se non faccio parte dell'ais nazionale? comunque, io in questo momento sono anche un po' deluso dal silenzio di ais nazionale riguardo noi iscritti alla delegazione roma, speravo ci tenessero a mantenere la loro presenza qui a roma (anche perchè personalmente sposerei più volentieri ais che fis), invece c'è solo un gran silenzio e nessun esponente che dica: "gli iscritti all'ais roma stiano tranquilli perchè a breve aprirà una nuova sede nella capitale". Questo è ciò che mi aspetto dall'associazione italiana sommelier alla quale sono iscritto

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Ivano Antonini

circa 10 anni fa - Link

L'Ais nella figura del presidente ha mandato una lettera a tutti gli associati dell'Ais Lazio come si dovranno comportare con i corsi e le quote associative. Lo scorso martedì, la giunta nazionale, ha deciso di commissariare la sede regionale e presto verranno indette nuove elezioni per decidere il nuovo presidente regionale. Quindi... credo che stia facendo di tutto per dare risposta ai propri associati. In maniera rapida e tempestiva.

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ale

circa 10 anni fa - Link

Ma davvero?????????????? io pago solo gli 80 all'AIS nazional e nulla alla mia delegazione....credevo fosse così ovunque

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Hamlet

circa 10 anni fa - Link

antonio f, forse non hai capito quale è stata la (....). la gente ha pagato 130 euro (80+50) per iscriversi all'ais nazionale ma la sezione di Roma (Ricci & C) invece di mandare 80 euro all'ais nazionale si sono tenuti tutti i soldi! Ti pare normale?? Moderiamo i termini, grazie. [ale]

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antonio f.

circa 10 anni fa - Link

no non è normale! ma nel video di normale non c'è nulla in generale. intendevo sottolineare come ciò che si sussurrasse tra i corsisti fosse sbagliato secondo statuto ( laddove si presupponeva fossero già soci ais per l'anno in corso, ad esempio). per ONESTA' la Fis dovrebbe ora inviare quei soldi all'ais nazionale, quantomeno per chiudere formalmente questo capitolo. oppure, ancor meglio, restituire tutto ai corsisti dando loro la possibilità di scegliere tra Fis ed Ais. e mi pare che il rimborso, almeno da quanto detto, fosse stato pure garantito. è la voglia di fare cagnara preventiva che un po' mi ha disturbato. per il resto ha ragione, solo in quella parte , la scrobogna: ai paganti ANDAVA COMUNICATO DA SUBITO ciò che stava accadendo, oppure, ancor più onestamente, non dovevano partire i corsi se non prima la situazione fosse risolta internamente (ed in questo hanno pari colpe sia la ormai ex-delegazione che ha arraffato le adesioni sia l'ais nazionale che ha latitato nel prendere posizione).

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ale

circa 10 anni fa - Link

ma chi pagava sti 130 non sapeva che in altre delegazioni pagavi solo 80?

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Ozziaccio

circa 10 anni fa - Link

Mi sa che Ricci & Co. faranno una finaccia tremenda...

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Muffanobile

circa 10 anni fa - Link

Ieri, mentre dei corsisti collaboratori di In Vino Veritas si adoperano per registrare il filmato, in una sala adiacente si svolgeva una delle degustazioni più importanti di questo decennio. Domando agli amici di Intravino e di In Vino Veritas, ma voi dove eravate? Siete un blog di Vino o dei Gossippari.

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Emanuele

circa 10 anni fa - Link

Siamo dei gossippari. In un post adiacente si parla di una delle degustazioni più importanti di questo decennio. Just a click away.

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Muffanobile

circa 10 anni fa - Link

Grazie Cristiana. Ma la mia idea nei vostri confronti non cambia. Ricordo che qualcuno dei vostri collaboratori si lamentava, tempo fa, che durante in un evento Ais fosse stato invitato a parlare solo il bravo e serio Luciano Pignataro. Spiegatevi perché... La tua idea è del tutto ininfluente ma grazie del pensiero. Commenti senza minima documentazione, visto che il post sulla verticale di Valentini è di ieri mattina alle 8:14, e non ti ha risposto nessuna Cristiana bensì Emanuele. Se non ti piace il cartellino giallo pensa a quanto è bello quello rosso ;-) [ale]

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Emanuele

circa 10 anni fa - Link

E' perfettamente comprensibile che Cristiana ti sia ubiqua e insistente (... Bella qual sogno / Angelica sembianza / nella terrena stanza), quindi pensiero dominante; e forse solamente, come pensiero tuo, più leopardino che leopardiano. Però qui siamo in pubblico, contieniti. Oltre la tua blandizie lasciva come quella di settantasettenne, direi semplicemente gimme an F for your M.

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toecutter

circa 10 anni fa - Link

Più che boria direi che è la giusta rabbia di persone che hanno pagato tanti soldi e che loro malgrado si trovano nel mezzo di una querelle tutta personale tra Ricci e l'A.I.S. italia...riascoltando bene l'audio dei filmati direi che la boria è dall'altra parte....inversamente proporzionale alla vergogna.

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Syd

circa 10 anni fa - Link

Ricci che strattona la ragazza non si può vedere...

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bettino

circa 10 anni fa - Link

F.I.S. : un super-papocchio partorito da una mente malata di protagonismo; A.I.S. : un super-carrozzone gestito come un ministero.

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Carlo Ruggine

circa 10 anni fa - Link

L'idea che nascessero dei blog sul vino e quindi nuove voci fuori dal coro mi ha elettrizzato, ma mi rincresce dirlo oggi stiamo assistendo alla loro implosione. Ho cominciato a leggere Intravino perché mi sembrava un'acuta alternativa, ma francamente oggi credo che manchiate assolutamente di stile e contenuti. Ad un amante sfegatato del vino come me, con un po' di anni sulle spalle e tantissime bottiglie assaggiate per diletto non resta che guardarvi con stupore, e chiedermi, ma il vino vi interessa veramente? A me piacerebbe scambiare idee su nuovi assaggi, scoprire qualcosa di nuovo, farmi convincere della bontà di un vino mai assaggiato. Voi al contrario, come altri pseudo blog come quello di tale Sig. Andrea Petrini non fate altro che parlare della lite fra due esponenti di spicco della sommelierie italiana, come se foste un giornalaccio da due soldi che parla dell'ultimo divorzio di una Belen di turno. Ma la passione per il vino dov'è finita? Questa vi sembra informazione? E soprattutto a chi serve? Ho l'impressione che si siano risvegliati atavici livori nei confronti di personaggi scomodi ed ingombranti e nulla più... La mia idea oggettiva me la sono fatta così: 1) l'Ais Milano pur essendo la sede storica dell'associazione non ha mai saputo organizzare nulla di concreto in termini di degustazioni e di ciò che sta "intra" vino, o per lo meno avrebbe potuto strafare e ha fatto pochissimo. 2) l'Ais Roma al contrario con uno stile pomposo e super leccato ha fatto grandi degustazioni, e ciò è inconfutabile. 3) il Sig. Maietta è un bel furbone; è stato pappa e ciccia con Ricci che lo ha spalleggiato alla grande alla scalata alla presidenza, e poi appena ha potuto ha rotto l'idillio da pappa e ciccia per estendere il suo potere. Mi sono preso la briga di guardare un po’ di guide edite da Ricci e lui figura sempre come collaboratore. 4) Ricci ha gestito questa storia in maniera errata! È stato troppo diplomatico, si è spiegato poco e tardi rispetto agli eventi e questo è stato a mio avviso un efficace boomerang che ha dato adito solo a grandi confusioni. Inoltre in questi spezzoni video la parte più importante che è quella dedicata alla spiegazione del perché del divorzio è omessa. (mi chiedo ancora una volta a che serve fare informazione a metà, ah è vero, questa è spazzatura non è informazione). 5) I blog, ahimè come questo, che hanno poco da dire sul vino (quello che sta in bottiglia o ancor meglio in un bicchiere) non hanno fatto altro che alimentare questa confusione da italietta. Non ditemi che avete tanto da dire perché sbattete in home page la notizia come se fosse una notiziona, schiacciando pezzi senz’altro più interessanti. Concludo dicendo che da domani spero di leggere sulle pagine web solo interventi intelligenti e frizzanti sul vino che si beve, che si invecchia, che si degusta, che si regala e che si ama…per mia fortuna io Ricci o Maietta non me li devo bere, voi invece sembra che li subiate, eccome se li subite!

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blackwolfnorge

circa 10 anni fa - Link

concordo pienamente.

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Matteo

circa 10 anni fa - Link

Sono un socio della delegazione di Milano. Rispetto il parere altrui ma non sopporto le falsità. Affermare che Milano non ha mai saputo organizzare una degustazione è quanto mai falso e mi piacerebbe sapere se prima di affermarlo è mai stato ad almeno una delle serate organizzate dalla delegazione di Milano. Milano è stata una delle delegazioni più attive e ha organizzato eventi con produttori italiani, stranieri, banchi di assaggio (alcuni a favore dei terremotati) con una media di almeno due eventi a settimana. Anche la varietà degli argomenti trattati è stata notevole: da vitigni autoctoni, bollicine, vini d'anfora, vini bio ecc...Questo per tutto l'anno tranne luglio e agosto....forse è passato da Milano in quei due mesi.

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Daniele

circa 10 anni fa - Link

Hanno gestito malissimo la cosa, dovevano spiegare per bene da subito che i corsisti si stavano iscrivendo con i loro soldi a una nuova associazione e non ad AIS e la cosa sarebbe morta lì, non ha alcun valore legale l'attestato da sommelier e i docenti son sempre gli stessi della "precedente gestione" per cui credo non si sarebbe lamentato nessuno. Bisogna dare atto alla Scrobogna che non ha detto una scemenza, è vero che lei, Lauciani e Mallozzi sono stati negli ultimi anni i veri frontman dell'AIS nel suo complesso.

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Emanuele

circa 10 anni fa - Link

I lettori del grimorio.

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Andrea Petrini

circa 10 anni fa - Link

Grande Carlo Ruggine che ci spiega la vita. Una precisazione: questa informazione serve a chi non vuole essere preso per il culo. Da nessuno!

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Muffanobile

circa 10 anni fa - Link

Ripeto: grazie Cristiana per aver scritto di Vino.

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Alessandro V

circa 10 anni fa - Link

Che boria questi corsisti al primo livello, non sanno niente di vino e si lamentano perché "gli hanno fatto fare una gita gratuita". Che sarà mai, "lasciate l'IBAN e vi facciamo il bonifico".

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Salvo

circa 10 anni fa - Link

Ricci & Co. non hanno idea di quello che dicono; se hanno deciso di abbandonare l'AIS sono liberi di farlo ma non posso gestire AIS Roma come se fosse un soggetto di loro proprietà. AIS Roma andrà avanti comunque e non possono permettersi di dire che rimborseranno quote e quant'altro perchè non sono soldi loro. Alla Scrobogna, che si è lamentata della sede del primo livello AIS a Catania, vorrei far notare che ha confuso uno show room per un magazzino, ma cosa ancora più grave, perchè ha dato l'ok a svolgere una lezione per conto di AIS se aveva già deciso di non farne più parte? il romanocentrismo mangereccio colpisce ancora...

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Francesca

circa 10 anni fa - Link

Esistono evidentemente gestioni qualitativamente mediocri dell'Ais a livello periferico, in questo caso la Signora Scrobogna, che non ho il piacere di conoscere, lo mette bene in evidenza bene. Sono stata una corsista di Catania, ho fatto il corso in questo posto lontanissimo dal centro di in una frazione di un paese limitrofo, il magazzino comprendeva manichini spogli e cartoni con i vestiti dentro, tavoli senza tovaglia, ho rinumciato a continuare, non è ammissibile!!!

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Salvo

circa 10 anni fa - Link

definire una gestione mediocre solo per la scelta di una location mi sembra un pò eccessivo. E' vero che il posto non è la classica sala d'albergo, ma è facilmente raggiungibile e con parcheggio. Sei hai rinunciato solo per questo vuol dire che eri al posto sbagliato.

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emanuele

circa 10 anni fa - Link

@Francesca e Salvo. Io sono uno di quei perditempo che si sofferma sulla scelta delle parole e sul loro valore. Sono, per giunta, uno di quei vecchi piantagrane che ha accettato con riserva il termine "evento" riferito alla degustazione solo come soluzione transitoria. "Location" è una parola di abuso comune. Se munita dell'attributo di grandezza, se cioè parliamo facilmente di "grande evento", dall'abuso passiamo all'abominio. La Roma che fu parlava con liberalità di eventi, di rado meno che grandi. E magnificava le location, quasi una sede didattica non potesse essere ammissibile se non dotata di tono e orpello da privé del Waldorf Astoria. Ora, ripeto, da vecchio piantagrane: che ci frega della location? Se risaliamo ai concetti, l'individuazione di una c.d. location va, nell'argot e nei giochini della comunicazione aziendale, di pari passo con lo studio del "mood" di un evento. Che null'altro è se non l'impatto comunicativo, la sensazione, l'hype che si decide di creare intorno ad una promozione commerciale. Chi parla profusamente di location ignora che il potere e il senso delle parole sono tanto determinanti da trascendere le stesse, piccole intenzioni di chi quelle sceglie. Ebbene, dicevamo di location e mood: vuol dire studiare, sulla scorta di indagini di mercato, un'ambientazione di forza e impatto superiori a quelli del contenuto, spesso discutibile, del prodotto o servizio da promuovere. Vuol dire tradurre questi studi in messaggi verbali e visuali. Insomma, dire "location" presuppone un'indagine estesa ai punti deboli di un'offerta, alle debolezze dell'utenza e ai sensazionali, pirotecnici cataplasmi per coprire le prime e drogare le seconde. A me della location non è mai fregato nulla, ma ammetto di essere un bifolco. Per me la degustazione non è evento, bensì simposio. E in quanto tale, la vivrei più facilmente in presenza di manichini e fondi di sartoria che al cospetto di parati, damascati e baccalaureati. Purché il vino sia buono, il simposiarca ne sappia evocare la bontà per immagini e metafore congrue - ed eventualmente solo a latere attraverso il dato tecnico - e i simposianti possano liberamente esprimere il proprio giudizio. Altrimenti è, per l'appunto, un evento. Con relativi location e mood e conduttore e giochini di ruolo e tabelline e classifiche e cronometri e analisi costi-benefici. E scusatemi i polisindeti. Buone Feste.

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Giuseppe Butera

circa 10 anni fa - Link

Staccherei, brevemente, dall'argomento principale - giusto perché "punto" sul vivo dal tono scelto da chi scrive, precisando di condividerne parte rilevante dei contenuti ma di aver l'obbligo raccogliere sfide in materia di forma. E perché, tanto per aggiungere note di "costume", il guitto oggi secessionista ebbe ad inventarsi, qualche tempo addietro - horresco referens! - persino una lezione di "portamento" nei corsi professionali per sommelier dai quali, a mio sommesso avviso, si esce per solito maggiormente inclini al dialogo che alla passerella e, purtroppo, assai più "criminali" linguistici che peripatetici di dubbio gusto (parve tra l'altro non apprezzare il mio suggerimento, semmai, di "concedere" detta ora a discettazioni intorno a questioni di grammatica elementare la cui diffusa, manifesta ignoranza credo sia maggiormente tollerabile nel panettiere o nell'idraulico, piuttosto che nel sommelier, data la minore importanza dell'aspetto comunicativo nei primi due mestieri rispetto al terzo). Quanto alla nota di sopra, absit iniuria verbis, amerei puntualizzare che: - [...] Io sono uno di quei perditempo che si sofferma sulla scelta delle parole e sul loro valore. [...] in un italiano, purtroppo, assai poco opinabile, soprattutto nei panni di chi se ne dichiarasse attento "osservatore", sarebbe da correggersi in "Io sono uno di quei perditempo che si soffermaNO sulla scelta delle parole e sul loro valore."; - ugualmente, "[...] Sono, per giunta, uno di quei vecchi piantagrane che haNNO accettato con riserva il termine “evento” riferito alla degustazione solo come soluzione transitoria. [...]"; - forse, se tanto stimiamo la lingua nazionale, bene faremmo quantomeno a sforzarci d'indicare termini ad essa appartenenti fungibili rispetto ai tanti neologismi che compaiono nel post i quali, purtroppo, sono maggiormente a proprio agio in "ambiente" Waldorf Astoria - e di chi vi sguazza - piuttosto che in quegli altri certo maggiormente attinenti le realtà che vorremmo trattarvi. Tutto ciò detto, rinnovo le scuse qualora il mio aver “accettato” la sfida possa esser in qualche modo suonato offensivo e mi dichiaro nuovamente d'accordo con la sostanza dell'intervento di emanuele (che scrivo minuscolo per rispetto alla “forma” che immagino lui abbia scelto).

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massj

circa 10 anni fa - Link

Patatine e birretta e mi godo lo spettacolo.

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Francesco

circa 10 anni fa - Link

il 9 Gennaio ci dovrebbe essere un incontro dei soci AIS Roma con il presidente AIS, che dovrebbe venire a darci ulteriori delucidazioni sul futuro dell'associazione, degli associati, dei corsi e dei corsisti. Uso il condizionale perchè ho sentito la sede di Milano e loro mi hanno detto questo, ora staremo a vedere se avverrà l'incontro, dove, quando e come. Vi aggiorno, magari con un bel filmetto pure io. devo inoltre aggiungere che durante la lezione del 50° corso II° livello le reazioni dei corsisti sono state ben peggiori di queste del video!

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Franco

circa 10 anni fa - Link

Confermo l'incontro per il 9, anche a me Milano ha indicato quella data. Basta un po' di pazienza e tutti gli interessati avranno tutte le informazioni.

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Emanuele

circa 10 anni fa - Link

Vede Ruggine, il problema che credo di poter rilevare si chiama autoreferenzialita'. La stessa di molti altri sedicenti sfegatati, che passano il tempo che residua dalla contemplazione dei propri appunti, ovviamente i migliori per fattura e densita' di florilegi, a contare le altrui pelurie in zone pudende. Tra gli effetti collaterali, questa variante onan-enoica annovera il crampo del secondo clic. Se si avventurasse oltre, diciamo se si producesse in un terzo e un quarto, troverebbe quel che dice di cercare. Ma non importa. Siamo qui anche per chi ci ritiene infimi.

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Emanuele

circa 10 anni fa - Link

E poi: il tale Signor Andrea Petrini condivide con noi infimi un vizio imperdonabile, nel quale si rivela se possibile ancor piu incallito. Gira per cantine a proprie spese, organizza convivi per il piacere di degustare e discorrere in comunita', scrive di tutto questo. Con passione e sguardo rivolto al di la' del proprio ombelico.

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Carlo Ruggine

circa 10 anni fa - Link

Una risposta cumulativa perché non so voi come facciate a stare appiccicati tanto tempo al pc, ma io non posso permettermelo, ma non sarete mica dei mantenuti? Matteo: ho avuto modo di confrontare la maniera con cui sono state organizzate le degustazioni in varie sedi Ais, tra cui quelle di Roma e Milano e francamente non c’è storia 10-0 per Roma. Ripeto Milano è assopita, Roma è la più attiva; confronti i programmi. Daniele: sono d’accordo con lei la cosa è stata gestita male. Andrea Petrini: come posso dialogare pacificamente con una persona che utilizza un linguaggio da australopiteco? Muffanobile: sono d’accordo con lei, la signora Lauro ha realizzato un pezzo molto interessante, divulgando le proprie sensazioni ha reso felici molti appassionati, e guarda caso non prende parte a queste beghe da osteria! Alessandro V: il suo è un sarcasmo assolutamente in linea con il tipo di post, non riesco a riderci su, purtroppo. Salvo: da ciò che so le sedi Ais sono autonome, quindi Ais Roma è di loro proprietà. Salvo + Francesca: Signori attenti perché se proseguite sul tema location gli amici gossippari ci scrivono un romanzo… Massj: per cortesia prenda una birra anche per me, tanto si è capito che qui di Vino non se ne parla proprio! Francesco: la ringrazio, almeno qualcuno cerca di documentarsi e rende questo post utile. Emanuele: lei scrive in maniera carina, non sprechi questa sua dote con queste baggianate! Il crampo non è da secondo click, ma dovrebbe avvenire già al primo. Lo slogan di questo blog è meraviglioso e mi ha incuriosito da subito, “Un altro Vino e Possibile”, ma a guardare bene se l’altro vino è quello della rabbia (ma che vi hanno tutti bocciati al corso di sommelier di Roma o Ricci vi ha rifiutato una collaborazione?), dell’invidia e del pettegolezzo, allora preferisco tornare a leggere Gambero Rosso, Bibenda, L’Espresso, Slow Food, Luca Maroni, Spirito di Vino e affini, o scavare addirittura tra gli scritti di Brera, Soldati, Veronelli, che almeno qualcosa di buono per il vino italiano l’hanno fatto, chi più chi meno, mentre voi vi limitate a commentare immagini confezionate solo per denigrare qualche malcapitato che vi sta sulle scatole: oggi Ricci domani chissà chi, forse lo stesso Maietta. Concludo dicendo che non credo che qualcuno vi giudichi degli infimi, solo poco oggettivi e male informati, ed infine sono contento che il Sig. Petrini giri tanto per cantine, magari così comincerà a parlare di vino e non di “culo” e magari un giorno riuscirò anche a leggerlo su qualche rivista seria, ovviamente edita da qualche amico suo. Grazie dell’attenzione.

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Emanuele

circa 10 anni fa - Link

Trovandomi in disaccordo su pressoché tutte le sue argomentazioni, potrei mutuare il termine baggianate - carino, peraltro: di un'educazione ben al di sopra della modalità media degli interventi critici - e restituirlo al mittente. Invece no. No perché, al di là del disaccordo, lei ha un rispetto non comune: dedica tempo e applica ragionamenti alle esternazioni altrui, pur criticandole. Quindi sollecita rispetto, quanto meno il mio. Quello che definisco scherzosamente crampo del secondo clic è, in altri termini, la deviazione che lei potrebbe facilmente evitare selezionando gli articoli secondo il genere che preferisce, senza cedere alla lusinga della headline e delle breaking news. Gli articoli del genere da lei vagheggiato costituiscono un fondo di svariate centinaia già solo qui, pubblicati da anni e con frequenza crescente negli anni. Se la sua preferenza, come mi è dato di capire, si indirizza verso assaggi e altri articoli di vaglia e tono, più confacentisi alla fiamma della sua passione, ebbene qui ha modo di cercarli, trovarli e giudicarli senza perder tempo con quella bieca attualità che, a suo parere, non merita attenzione. Di più: qui trova stili, pareri e attitudini diversi. Non una scuola, semplicemente ex-alunni variamente assortiti per diplomi e titoli, accomunati solo dalla capacità (e dal divertimento) di raccontare in presa diretta le tappe del loro apprendimento. Sia più selettivo: qui i contenuti li trova. A differenza di altri mezzi, per giunta, sono pubblici e pubblicamente, istantaneamente confutabili: non vige il dogma dell'infallibilità, accettiamo le critiche, chiunque può sbugiardarci in presa diretta. Proprio come ha tentato di fare lei. Quale guida, quale gran mogol le consente altrettanto? La carta non glielo consente. I nomi più nobili glielo vietano sotto minaccia di querela. Se si ferma a riflettere, sto parlando proprio della possibilità che lei ha avuto di scegliere liberamente, liberamente criticare e ricevere una risposta - me lo concede? - educata e argomentata in tempo reale, nel merito e nel metodo. Qui, per giunta, non vi sono ambizioni d'accademia o primazia. Qui lo stile che lei invoca manca del tutto: manca LO stile perché non può esservene UNO solamente. Questo blog funziona così e a mio giudizio funziona bene. La sua idea delle voci fuori dal coro, dell'alternativa acuta è - se mi permette - passatista, migliorista e tardo-romantica. Lei concepisce solo un mezzo più prestante per una visione instante, nuovo per velocità e al tempo stesso perfettamente vecchio, al limite pantofolaro, per aderenza a consuetudini e prassi invalse. Il punto è che un blog che funzioni sta, per definizione e per sua stessa sopravvivenza, all'estremo opposto: è ultroneo a stasi e consuetudine, pantofole e abitudine, monodia e ripetizione, solipsismo e tête-à-tête - è ammesso e ampiamente praticato, in compenso, il tit-for-tat (se le interessa la definizione, veda per esempio alla voce http://it.wikipedia.org/wiki/Tit_for_tat). Questo blog funziona perché articola varietà, polifonia e un approccio volutamente erratico e popolare. Non è un libro. Non è guida o rivista. E non è un nome di riguardo, come uno di quelli da lei evocati. Questo è, se vuole ridurre, in tanto un giornalaccio, in quanto parla anche di pseudo-belen (poi mi spiegherà dove, ma non fa nulla). Per me è arioso perché non si da arie, non ha nomi nobili da esibire e di quelli può semmai sbugiardare acredini ed esibizionismi. Su tutto, per usare un termine che le sarà certamente caro, questo non è un saggio! E' un rotocalco! Qui si parla tanto di pseudo-belen e altre cose nefaste, quanto di belemnites e ostrea e micraster. Filtriamo grossolanamente perché la filtrazione spinta, die Qual der Wahl, the benefit of choice spetta a chi ci legge. Sulle notizie degli ultimi giorni, quelle di fondazioni e associazioni, cioè proprio quelle che lei stigmatizza, le dico: non potremmo cassarle come lei auspica, cioè quali semplici cassàte: prima di cassarle, cazzarle o alarle a piacimento, pensi a quante persone sono coinvolte nella querelle tra Chiesa e Impero. E quanti iscritti e quanti soldi saranno interessati dalle future soluzioni negoziali o legali del caso Ritchie vs T-Shirt. La notizia c'è, eccome: non stiamo surrettiziamente cercando di coinvolgere, piuttosto vi è effettivamente un copioso coinvolgimento. E' ricognizione di un evento in corso. Cronaca. Proseguo. Non esistono atavici livori perché, non essendo noi personaggi, non ci eleviamo al rango di quanti si ritengono tali o a tali si atteggiano. Per questo motivo, non esistono personaggi a noi scomodi. I personaggi ai quali lei allude, oltretutto, stanno comodi: sicuramente più di noi che - nonostante lei ci configuri quali mantenuti - dedichiamo a titolo gratuito una parte non indifferente del nostro tempo, nel mio caso un tempo da travet, al blog e a chi, come lei, lo anima. Dire "I blog", confondendo con ciò tutte le testate web sotto un nome di specie, è una crassa generalizzazione. Di più: è qualunquismo, in tanto crasso, in quanto riprovato dall'uso del lemma "Italietta", effigie dell'italico qualunquismo storico. Lei, che evidentemente può spendere tempo e ragionamenti, sia più equanime: sotto la voce "blog del vino" sono sussunti il grunge e il dub di Intravino, il festival di sanremo e i prolassi-web di grassi e grossi organi istituzionali e prostituzionali, la filodiffusione (musica colta senza commenti, né compromessi), le onde medie e corte (se capita anche a lei di evadere oltreconfine), i cloni di radio24 (snocciolano numeri), gli artigiani (tre a caso: storiedelvino, lastanzadelvino, il Petrini che lei ingiustamente dileggia), i cenobiti e i tanti, simpatici e utili trogloditi. Lei, se me lo consente, non coglie l'opportunità che le si schiude, o è troppo abitudinario per coglierla. Obietta riferendosi a un sunset boulevard: quello di chi, autore e autorità, sceglieva PER e PRIMA di lei. Qui, al contrario, le preselezioni sono poche, la varietà è fuorviante e la scelta è sua. Ultimo capitolo. Rabbia, invidia e pettegolezzo. Sto ridendo. Chi scrive qui non ha mai invidiato, ha parodiato. Ricci per noi è un cantante di nome Lionel, su Majetta stiamo lavorando. Chi scrive qui ha letto tutte le guide da lei citate (meno una o forse due). Chi scrive qui ha letto tutti gli autori che lei cita e altri e più antichi numi e lari. Ma si è svegliato: ha letto e frequentato anche (in ordine alfabetico e a mero titolo d'esempio) Castagno, Cogliati, Gravina, Masnaghetti, Perullo, Sangiorgi, Stara. Più una mezza dozzina di anglofoni e una doppia, tripla dozzina di assortiti francesi. Perché lei cita solo la Trimurti e non altri e più nuovi? Prego.

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Carlo Ruggine

circa 10 anni fa - Link

Gentile Sig. Emanuele, purtroppo il tempo è tiranno, ma troverò il modo di risponderle con calma a quel "Prego" anche perché mi sono divertito molto con la trovata Ritchie vs T-Shirt e quindi reputo che questo post sia diventato quantomeno spassoso

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Salvo

circa 10 anni fa - Link

è vero il gossip sta prendendo il sopravvento quindi è meglio abbandonare. Solo un appunto: se Ricci ha effettuato una qualsiasi operazione per conto di AIS Roma rimane in capo ad AIS Roma e quindi ad AIS, questo è assolutamente pacifico. Forse, potrà considerare di proprietà tutto ciò che fa capo a Bibenda. Se non avete conoscenze giuridiche almeno di base è meglio lasciar perdere per evitare di fare cattiva figura.

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Alessandro V

circa 10 anni fa - Link

Che lei non riesca a riderci su mi conforta.

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Giuseppe Butera

circa 10 anni fa - Link

Egregio signor Ruggine, notando che il censore - assai più solerte allorquando uno scrivesse CAZZO o desse addosso a qualcosa che la sua linea editoriale ha approvato con l'indubbia eleganza con la quale, pure, intervenne puntuale e felicissimo uno dei primi commentatori dell'inutile post sulla verticale di Valentini - non pare ugualmente toccato da post come il suo che, pure, assumono addirittura toni da contumelia nei confronti di altri (vedi l'australopiteco), mi vedo costretto ad "iscrivermi" anch'io nella lista di coloro che se ne prendono cura: quanto seguirà - dato che sembra lei consideri il proprio modo di esprimersi perfino all'altezza di giustificare giudizi quali quello già citato - è un cpoy and paste del suo arguto post con alcune "correzioni", in guisa di come usava a scuola ai tempi in cui la frequentammo - perché, pare, lo abbiam fatto tutti, perfino il povero Petrini. Scelga lei quali considerare "in blu" e quali "in rosso". ----------------- L’idea che nascessero dei blog sul vino e quindi nuove voci fuori dal coro mi ha elettrizzato, ma mi rincresce dirlo oggi stiamo assistendo alla loro implosione. Ho cominciato a leggere Intravino perché mi sembrava un’acuta alternativa, ma francamente oggi credo che manchiate assolutamente di stile e contenuti. Ad un amante sfegatato del vino come me, con un po’ di anni sulle spalle e tantissime bottiglie assaggiate per diletto non resta che guardarvi con stupore, e chiedermi, [qui si sono assassinati almeno i due punti e il virgolettato] ma il vino vi interessa veramente? A me piacerebbe scambiare idee su nuovi assaggi, scoprire qualcosa di nuovo, farmi convincere della bontà di un vino mai assaggiato. Voi al contrario, come altri pseudo blog come quello di tale Sig. Andrea Petrini [se tra “voi” e “al contrario” precedenti la grazio e non cito l'omissione forse perché opinabile qui, assassinando INNEGABILMENTE una virgola, si macchia della colpa, “logicamente” condannabilissima, di non chiudere un'incidentale] non fate altro che parlare della lite fra due esponenti di spicco della sommelierie [il termine afferisce ad una lingua di cui, certo, lei è unico custode, giacché non escluderei che perfino l'australopiteco Petrini - come lei assai elegantemente lo apostrofa - avrebbe saputo scrivere “sommellerie”] italiana, come se foste un giornalaccio da due soldi che parla dell’ultimo divorzio di una Belen di turno. Ma la passione per il vino dov’è finita? Questa vi sembra informazione? E soprattutto a chi serve? Ho l’impressione che si siano risvegliati atavici livori nei confronti di personaggi scomodi ed ingombranti e nulla più… La mia idea oggettiva [circa la reale coerenza del concetto di “mia idea oggettiva” direi che siamo tutti lieti il povero Abbagnano sia già da tempo incapace di udire tale corbelleria, giacché se si cercassero due termini il cui significato fosse difficilmente accostabile, trovarne altri più opportuni di quelli qui evidentemente male utilizzati sarebbe impresa assai ardua - e, comunque, tanto per risparmiarmi di aprire un'altra parentesi dopo una parola, c'è una bella particella pronominale ancor più fuori luogo: già l'idea NON PUÒ esser oggettiva per definizione; men che meno potrebb'esserlo la SUA, o la MIA, o quella di CHIUNQUE ALTRO; infine, comunque, se un cucciolo di homo sapiens - specie tra quelle successive a quella dell'australopiteco che cita - dalle parti della scuola dell'obbligo avesse a scrivere “io la MIA idea oggettiva ME la sono fatta così”, mi vedrei costretto a far notare un errorino grammaticale piuttosto grave già a quel livello] me la sono fatta così: 1) l’Ais Milano [deduco la virgola esserle del tutto antipatica] pur essendo la sede storica dell’associazione [c.s.] non ha mai saputo organizzare nulla di concreto in termini di degustazioni e di ciò che sta “intra” vino, o per lo meno avrebbe potuto strafare e ha fatto pochissimo. 2) l’Ais Roma [c.s.] al contrario [c.s.] con uno stile pomposo e super leccato ha fatto [se rileggesse da solo, nei panni di chi si auto-rizza ad etichettare l'altrui linguaggio come “da australopiteco”, forse comprenderebbe senza bisogno glielo si indichi che una degustazione non si “fa”] grandi degustazioni, e ciò è inconfutabile. 3) il Sig. Maietta è un bel furbone; è stato pappa e ciccia con Ricci [anche qui la maestra in quinta elementare avrebbe caldamente raccomandato il ricorso alla virgola] che lo ha spalleggiato alla grande alla scalata alla presidenza, e poi appena ha potuto ha rotto l’idillio da pappa e ciccia per estendere il suo potere. Mi sono preso la briga di guardare un po’ di guide edite da Ricci e lui figura sempre come collaboratore. 4) Ricci ha gestito questa storia in maniera errata! [... ah, il “punto ammirativo”: come può, un retore par suo, incorrere in un uso tanto poco elegante di quel che già altri individuavano come un elemento di dubbia utilità? ([...] questo gran pennacchio su una testa tanto piccola, questa spada di Damocle sospesa su una pulce, questo gran spiedo per un passero, questo palo per impalare il buon senso, questo stuzzicadenti pel trastullo delle bocche vuote, questo punteruolo da ciabattini, questa siringa da morfinomani, quest’asta della bestemmia, questo pugnalettaccio dell’enfasi, questa daga dell’iperbole, quest’alabarda della retorica [...] (Ugo Ojetti, Cose viste, Milano, Rizzoli 1941, tomo III, p. 115) Come, prima sottolinea enfaticamente un'affermazione e poi la spiega? Non sarebbe stato maggiormente corretto, tanto sotto il profilo sintattico quanto sotto quello logico, far seguire i due punti alla sua affermazione, esporne le motivazioni e poi, se proprio le scappava, chiudere con questa bella esclamazione?] È stato troppo diplomatico, si è spiegato poco e tardi rispetto agli eventi e questo è stato a mio avviso un efficace boomerang che ha dato adito solo a grandi confusioni. Inoltre [la virgola pare ormai un de cuius perpetuo] in questi spezzoni video la parte più importante [essa, virgola, ci ha fatto sapere che non chiede fiori ma opere di bene] che è quella dedicata alla spiegazione del perché del divorzio [e - o virgola compianta – promettiamo che a tali opere di bene cercheremo di attenerci] è omessa. (mi chiedo ancora una volta a che serve fare informazione a metà, ah è vero, questa è spazzatura non è informazione) [qui poi, letteralmente, è un BORDELLO: a parte che, per solito, se ci si chiede qualcosa a cui non vi sia evidente risposta, NON si è IN ALCUN MODO autorizzati a negare la cittadinanza al povero congiuntivo, c'è poi l'improvvisa pretesa di farsi perdonare dalle virgole, chiamandole a svolgere un compito non loro allorquando impropriamente utilizzate per una paratassi quale quella da lei poco elegantemente tentata]. 5) I blog, ahimè come questo [a questo punto direi che neanche i trattini e le virgole, incontrandosi più o meno casualmente nei suoi “dotti” scritti, saprebbero come appellarsi reciprocamente e dove intervenire opportunamente], che hanno poco da dire sul vino (quello che sta in bottiglia o ancor meglio in un bicchiere) [l'immagine è ormai quella di un'Auschwitz delle virgole - le quali, da sotterra, vorrebbero pur poter sussurrare che loro avrebbero anche “lavorato”, qualora glielo si fosse consentito, e forse avrebbero ottenuto l'arbeit”-iana liberazione...] non hanno fatto altro che alimentare questa confusione da italietta. Non ditemi che avete tanto da dire perché sbattete in home page la notizia come se fosse una notiziona, schiacciando pezzi senz’altro più interessanti. Concludo dicendo che da domani spero di leggere sulle pagine web solo interventi intelligenti e frizzanti sul vino che si beve, che si invecchia, che si degusta, che si regala e che si ama…per mia fortuna io Ricci o Maietta non me li devo bere, voi invece sembra che li subiate, [dulcis in fundo, come poteva mancare un'altra virgola messa ESATTAMENTE dove serviva dell'altro?] eccome se li subite! ----------------- Insomma, caro signore, come vede c'è perfino chi è costretto a trovarlo del tempo - e se legge l'ora di pubblicazione del post si renderà conto l'operazione non esser di quelle “socialmente indolori” - solo per sottoporre alla sua attenzione il fatto che, se proprio si vuol fare con ambiti meno “cialtronizzati” quel che lei accusa altri di aver fatto con il vino, occorre ALMENO farlo con maggiore accuratezza: l'italiano, che purtroppo sotto svariati aspetti non esiteremmo a definire una “lingua di merda”, non è però privo di altrettanti pregi - quali, exempli gratia, “l'incombenza” di non poche regole, di grammatica, sintassi e logica - e sarebbe particolarmente apprezzabile, almeno sotto il profilo dello stile, che essendone all'oscuro ci si astenesse dal criticare chi, al massimo, avesse la “colpa” di esserne soltanto un pizzico più all'oscuro di noi. Non le pare? un paio di cose alla veloce: il censore solerte sensibile alle parole del gatto e' un robot, e lavora pure nottetempo. io invece ora mi faccio un caffe' e poi affronto il suo guerra e pace. uff. [f.]

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Carlo Ruggine

circa 10 anni fa - Link

Gentile Sig. Butera, leggo “purtroppo” solo ora il suo intervento, visto che come già accennato in un intervento precedente la mia vita è costellata di impegni e non ho troppo tempo da dedicare ad interventi web paradossali come il suo. Anche se avrei preferito produrre una risposta al Sig. Emanuele, che a differenza sua ha tracciato un intervento senza dubbio più acuto, le dedicherò 5 minuti a partire da ora. Ne Il fenomeno burocratico Crozier identificò il dominio con un verdetto inconfutabile: le persone che riescono ad essere libere da norme e quindi imprevedibili, e al contempo a standardizzare le azioni altrui, dominano. Nel mio caso mi sento di replicare dicendo che chi è libero dalle virgole, dai trattini e da banali norme linguistiche domina chi ha mani e cervello legati come lei. La mia libertà di scrittura mi pare causa di un asservimento da parte sua. Ha dovuto citare maestre, bordelli ed Auschwitz per non dire nulla di concreto e centrare solo l’obiettivo dell’istantaneità. Spero ne sia stato quanto meno appagato. La saluto cordialmente, Carlo Ruggine.

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Giuseppe Butera

circa 10 anni fa - Link

Bene, Ruggine, mi duole davvero doverle anticipare che, purtroppo per lei, è evidentemente incorso nel genere d'individuo sbagliato: gli altri, probabilmente per un sentimento che odori in qualche modo di compassione, hanno tentato anche simpaticamente di farla ravvedere, poi come vede non si sono occupati più di lei - che merita appieno quel genere d'indifferenza destinato ad ovvi errori della piccola storia dell'uomo... il sottoscritto, però, che di detta piccola storia fa parte, NON INTENDE in alcun modo consentirle di esercitare oltre il suo autismo e persevera nell'improbo tentativo di mostrarle quanto si esponga sistematicamente al ridicolo (e lo farà tanto qui quanto più sotto dove, pure, ha avuto l'ulteriori inverecondia ed arroganza di rifarsi “vivo”!). Sappia intanto che, la sua vita fosse veramente costellata d'impegni, assai meglio avrebbe fatto a non sottrarvisi allorquando ha deciso di prender sterilmente parte a “discettazioni web” già di dubbio valore ancor prima che aggiungesse il proprio inutile contributo tentandone critiche male argomentate - perché le attaccavano tacendo, tra l'altro, il fatto che personaggi par suo SOLO qui avrebbero potuto aver voce - e facendolo spingendosi - glielo ripeto, E NE PRENDA NOTA: eviterà di doversi nuovamente arrampicare sugli specchi - fino alla contumelia nei confronti d'individui di cui espressamente criticava il linguaggio. Sulla base dell'aver “raccolto” - o, se preferisce, alla maniera in cui usava a Stagira allorquando gente come lei avrebbe potuto occuparsi nella migliore delle ipotesi di pulizie domestiche in casa di chi si occupava di “Pensiero” - CONCESSO la sua assai inelegante argomentazione, le si HA - si segni anche questo desueto uso dell'impersonale circa il quale potrà dilettarsi ad utilizzare meglio il proprio tempo “d'informazione” quando va a zonzo per il web - fatto notare il suo esser linguaggio da australopiteco quanto, e forse persino più, di quello di chi tenta di accusare, con l'aggravante costituita dal fatto che vorrebbe vestire panni di erudito che le calzano piuttosto maluccio - comunque meno bene dei tanti solecismi evidenziati - e, adesso, quella ben più marchiana che, una volta costretto “all'angolo”, invochi pateticamente il presunto valore della propria palese ignor-arroganza - con riferimenti assai dubbi e tipicamente arbitrarii - che si sarebbero a questo punto potuti riconoscere anche a quelli che furono oggetto delle sue critiche. Quello che lei, con esercizio che altrove nello spazio e nel tempo, da generica fallacia argomentativa avrebbe perfino ben meritato all'attributo di una goffa “ad hominem circostanziale”, tentando beceramente di spacciare il mio sistematico sbugiardarla riferendomi ai suoi stessi cattivi costumi (est)etici quale asservimento alla sua (presunta) “libertà di scrittura” laddove è invece ovvio anche al più comune minus habens io perda il mio tempo solo perché non torni alla propria preziosa vita convinto d'averci fornito precetti utili su come organizzare la nostra ( e il “povero vino”, in tutto ciò, chissà dove sarà finito?) appare, spero, l'ultimo patetico tentativo di conferire inesistente contegno alla sua esecranda condotta da avventore del forum. Purtroppo per me, adesso, ad appagarmi è ancora dell'atro: aver a che fare con gente come lei mi deprime punto, ed ho anzi bisogno di incrementare il riferimento al Bello per tornare a percepirmi quale aggregato molecolare la cui esistenza abbia ancora un valore non troppo deteriore per il più o meno casuale avvicendarsi di tutte le altre sulla faccia di questa terra. Dunque, poiché “maestre, bordelli ed Auschwitz” sono stati citati per tentare di farla rinsavire al suo essere veramente poca cosa - e sembrerebbero averla indotto ad un'ulteriore aberrazione - dopo essermi ulteriormente abbrutito rispondendo al suo ancor meno intelligente intervento più sotto, andrò a rivedere A Torinói ló, nella speranza di poter fare con lei quello l'immortale Tarr fa con un fatto, pure arcinoto: partirne, per poi “dimenticarlo” e potersi nuovamente, liberamente e poeticamente, occuparsi di quella silente malinconia dei deuteragonisti che costituisce la storia “buona” del mondo.

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Andrea Petrini

circa 10 anni fa - Link

Ruggine, caro Ruggine, mi son perso le sue esternazioni durante la pausa natalizia. Che dire farmi dare dell''australopiteco da Lei è un onore come lo sarà quando diventerà mio lettore in una delle riviste in cui scriverò andando a leccare il culo a qualche mio amico. Vede, sempre di chiappe parlo, non riesco ad elevarmi nemmeno ad homo erectus.. Ringrazio Butera ed Emanuele per aver preso le mie difese ma loro sono amici, magari un giorno miei editori :)

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Sisto

circa 10 anni fa - Link

Domande a tutti i meglio informati: 1) quanti sono gli iscritti AIS e quale è il trend negli ultimi anni? 2) idem come sopra per ONAV 3) Mi si conferma il dato (che io ho solo attraverso la mia esperienza personale) che molti (anche ad "alto livello") escono da AIS e vanno in ONAV? Grazie

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Daniele

circa 10 anni fa - Link

Francamente questa perdita di iscritti di AIS a favore di ONAV non mi risulta, il trend è parecchio stazionario. L'unica che è cresciuta un po' nei numeri è Fisar ma più per la pubblicità che gli fa Slow Food che per particolari meriti propri o demeriti degli altri

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Franco

circa 10 anni fa - Link

Mi permetto di riassumere quale sia il grosso problema in cui si è incastrato Ricci: ai corsisti ha richiesto, prima della scissione, € 80 a titolo di iscrizione AIS nazionale, pertanto tutti i corsisti dovrebbero essere iscritti AIS, ma qui non si comprende bene quale sia stato il comportamento tenuto ovvero se ha o meno inviato nominativi e importi a Milano? 1) se non lo ha fatto ha commesso una frode, ovvero si è fatto dare degli importi senza dar seguito a quanto pattuito dal contratto ed è, che gli piaccia o meno, comunque tenuto a rispettarlo pertanto deve provvedere all'iscrizione degli stessi presso Ais nazionale; 2) se lo ha fatto non si comprende come sia possibile che iscritti AIS possano seguire un corso che è organizzato da una associazione concorrente all'AIS oltretutto, Ricci, dovrebbe richiedere anche l'importo di € 100 per l'iscrizione alla sua FIS. Se fosse una persona corretta dovrebbe essere il primo ad evidenziare la contraddizione e non permettere la prosecuzione del Corso stesso. In ultimo è quanto meno poco professionale che, a seguito di questo pastrocchio la soluzione proposta è un semplice rimborso delle quote versate, Ricci sembra non rendersi conto che il suo comportamento ha creato comunque un danno ai corsisti che è ben più elevato della semplice quota, pertanto dovrebbe, anche in virtù di uno stile che asserisce contraddistinguere il suo operato, offrire ben di più di quanto non stia proponendo. I corsisti sono vittime inconsapevoli di scelte fatte sulla loro pelle, hanno firmato un contratto che, allo stato attuale, Ricci non può rispettare. Trovo pertanto vergognoso che personaggi quali Ubaldo Pizzingrilli, si esprimano con frasi del tipo, "più che chiedere scusa che cosa possiamo fare?" la risposta è semplicemente provvedere al pagamento di un importo che tenga debitamente conto del danno provocato.

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Fabrizio

circa 10 anni fa - Link

Mi permetto invece io, dopo 15 anni di iscrizione all'AIS, che in questo paese si preferisce trovare una occasione per demolire qualcuno, piuttosto che apprezzare chi prova a fare qualcosa di meglio. Inviterei a pensare sulla frase di Daniela Scrobogna, anch'essa nel video ma sembra che nessuno gli abbia dato peso, circa le modalità con cui AIS si è distinta in passato (ed ancora oggi in alcune situazioni come quella del magazzino cui accenna Daniela Scrobogna) per poca attenzione a tutta una serie di aspetti che sono legati al mondo del vino. Mi permetto di invitare chi adesso cerca di trovare difetti nel comportamento di Ricci, che piaccia o no uno degli 'inventori' della formula Bibenda che ha davvero dato una marcia in più al vino in Italia (non a colpi di blog chiacchieroni, ma di tante splendide occasioni che vanno dai corsi sul Barolo e sulla Borgogna alle verticali storiche, solo per citare cose che adesso vengono copiate in giro per l'Italia), a consultare chi conosce AIS da qualche anno. Come si vede dal post cui rispondo, c'è chi è pronto a reclamare azioni risarcitorie appena ci si soffia il naso. Soldi. E le lezioni che intanto lo stesso Ricci non scalerà dalla quota versata da quanti invece se la vedranno restituire in toto? Se dividete il costo del corso per lezione, avrete in mano il valore (soldi) che Ricci non vi chiede. Roma è una città bellissima (io non sono romano), ma molto particolare. Offre tanto, ma chiede una pazienza infinita ad ogni angolo. E se c'è una occasione per non essere arroganti e presuntuosi e 'tirarsela', beh io la coglierei.

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Fabrizio

circa 10 anni fa - Link

Scusate se inserito un post separato. A proposito di statuti, invito a dare un'occhiata al sito di aistoscana. Ci sono 2 statuti come in moltissime regioni e, per di più, anche la spiegazione di quello che Pizzingrilli dice a proposito della quota che vale per l'anno successivo (http://www.aistoscana.it/diventa-socio-2). Come ho provato a dire sopra, forse dei modi meno supponenti avrebbero evitato molte discussioni, ma inviterei ad approfondire un pò con chi conosce AIS prima di puntare il fucile contro Ricci.

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Ozziaccio

circa 10 anni fa - Link

Sto in AIS da appena 5 anni e ho avuto modo di vedere "in azione" ai corsi e alle degustazioni tante persone professionalmente preparatissime sul mondo del vino (tra cui la stessa Scrobogna e Daniele Maestri). Ma non è che esistano solo loro e che soltanto loro abbiano mandato avanti un'associazione su scala nazionale che conta tantissimi (e altrettanto bravi) professionisti e conoscitori di vino, i quali semplicemente non hanno la stessa visibilità mediatica della cricca di Ricci. Affermare che da qui a un anno e mezzo l'AIS è morta mi sembra un tantinello esagerato, non trova? tutti sono utili ma nessuno è indispensabile, diceva qualcuno.

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Franco

circa 10 anni fa - Link

Mi permetto di farti presente che il sottoscritto è socio AIS Lazio dal 2002 che nella mia osservazione non criticavo corsi AIS ma solo la modalità di gestione di una situazione. Di AIS Roma ho apprezzato quello che era e che ora non riscontro più ovvero un luogo di vera cultura del vino dove avevi modo di confrontarti con tipologie differenti di vini, spaziando su una vasta gamma e non quasi esclusivamente con vini memorabili quanto economicamente irraggiungibili come succede ora, dove se non sei in linea vieni emarginato. Ricci è una persona geniale piena di iniziative il problema è come queste capacità vengono utilizzate e per quali finalità. Non sono così stupido da credere che Ricci è il diavolo e AIS l'acqua santa, ma ho avuto anche modo di conoscere altre delegazioni (non Catania) e vedere che ci sono altre modalità di essere AIS, dove le decisioni si prendono in assemblea e non si fanno trovare sorprese improvvise agli iscritti come è successo con la creazione del FIS.

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Andrea

circa 10 anni fa - Link

Caro signore io sono un corsista del 51mo corso ed ero presente durante le riprese di quel filmato e le posso assicurare che il Signo Ricci, oltre a sembrare alterato o molto emozionato, non è riuscito a spiegare cosa stava accadendo. Anzi con aria strafottente e irritante ci ha detto che lui non doveva certo rispondere a noi del suo operato. Ora lasciando da parte la considerazione che se lui è il cotanto famoso FMR forse lo deve anche a quelli che prima di me hanno frequentato i corsi AIS, sollecitato più volte anche dal sottoscritto non ci ha detto del perché noi non siamo, ancora, iscritti all'AIS, cosa che dovrebbe avvenire, come da statuto, una settimana dopo il pagamento della quota di iscrizione. E soprattutto non ci ha fornito alcuna spiegazione su cosa saremmo noi se continuassimo a frequentare il corso. Ho letto gli altri interventi del blog e io essendo un neofita di questo argomento non posso certo sbilanciarmi sui meriti o i torti di tizio e caio, ma la chiarezza dovrebbe essere un valore comune e noi non ne abbiamo percepita neppure qualche grammo quella sera. Si è parlato con verbi al futuro, "noi saremo, noi faremo" è il presente? Noi del corso? E i nostri colleghi del 50mo corso? Insomma il signor Ricci, sapendo da mesi cosa bolliva in pentola avrebbe dovuto, per correttezza, avvertite i neo iscritti che stava nascendo questa nuova "Federazione Italiana Sommelier", lasciare a noi decidere e non tenere le quote dell'iscrizione al 51mo corso. Grazie

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Stefania

circa 10 anni fa - Link

Caro Ubaldo, Ricci ando Co...potreste iniziare a vendemmiare e lasciar perdere il resto ad esempio (vendemmie manuali chiaramente) e nelle pause tra una vendemmia e l'altra indottrinarvi un tantino-sarebbe ora all'età vostra- sulle norme che regolano le Associazioni e le Fondazioni...in particolar modo sull'aspetto fiscale e giuridico. Qualora dovesse avanzarvi ancora del tempo...purtroppo non credo (magari evitate qualche vendemmia tardiva) cercate qualche buon insegnante, se si trova in questo triste periodo politico e sociale che voi rispecchiate alla perfezione,che vi renda comprensibile la differenza tra "essere professionisti e professionali" e "FARE POLITICA" (la politica becera di oggi). Poi per quote, sigle, attestati (fatevi dare un accenno anche sulla differenza tra diploma e attestato) e quant'altro, una volta chiari questi punti essenziali...se ne può anche parlare. ASSOCIATA AIS 50°. e saluti e buone feste

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Francesco

circa 10 anni fa - Link

Eccola Stefania!! ahahahhaha ti ho beccata!! ci vedremo il 7 a lezione o vieni il 9 da Maietta??

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bruno

circa 10 anni fa - Link

........quindi tu vai sia da Ricci che da Maietta.............

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Fabrizio

circa 10 anni fa - Link

Spero di inserirmi correttamente in questo 'tread' che ha a che fare con la possibile coesistenza dell'iscrizione ad AIS e a FIS. Lo statuto dell'AIS ha (da sempre) stabilito che è vietato fare attività concorrenziale e, da voci vicine agli uffici di Bibenda, pare che sia questa la ragione per la quale qualcuno dei redattori di Bibenda/Bibenda7/Duemilavini/etc. si siano fatti togliere dalla pagina online (ho notato io stesso che Roberto Bellini non c'è più) perché non potrebbero stare in AIS altrimenti (e lo stimato Roberto Bellini è nel Consiglio Nazionale). Insomma, o si sta in AIS o si sta in FIS. Se è così, le cose si fanno molto complicate perché a Roma, dove il livello del gruppo Bibenda è altissimo, praticamente l'AIS non potrebbe fare associati tra coloro che volessero anche accedere alle degustazioni e agli eventi della FIS. per l'AIS sono costi non da poco metter su anche una pallida similitudine di quello che Bibenda organizza oggi. Purtroppo credo vada sanato anche il meccanismo con cui chi è iscritto ad AIS (per esempio per frequentare i corsi) possa partecipare alle attività FIS.

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Chiara

circa 10 anni fa - Link

Per Muffanobile e tutti quelli che non vogliono ammettere la gravita' delle parole contenute nei filmati: io frequento il 51 corso quindi metre Lei era alla splendida degustazione di cui sta parlando io con altri 149 ero a lezione a sentire i vaneggiamenti di Ricci. Questo non e' gossip ma cronaca verita' ... Quindi la prego di abbassare i toni e fare anche lei un bagno di umilta'

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Muffanobile

circa 10 anni fa - Link

Fossi stato in lei, gentile Chiara, avrei approfittato di una delle più importanti degustazioni fatte in questi ultimi anni in Italia. Qualche cosa in più l'avrei anche capita. Lei, ha ancora altre cinquanta lezioni avanti. Comunque, segua le lezioni dei docenti Ais Roma, alla fine ringrazierà anche Ricci.

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Chiara

circa 10 anni fa - Link

Gentile Muffanobile, chi le dice che io sia totalmente digiuna della materia e che invece non abbia scelto di seguire il corso per avere il titolo... E che ora tutto questo mi disturbi profondamente? E dovendo seguire il suddetto corso e non avendo il dono dell'ubiquita' mi sarebbe stato impossibile andare alla degustazione. Leggendo tra le righe forse Lei mi sta suggerendo di non seguire i corsi visto che avrei imparato di piu' alla degustazione, farmi restituire i soldi e iscrivermi solo alla fis cosi' posso seguire le ottime degustazioni organizzate da Bibenda? Il corso lo potro' fare con l'ais dopo tutto... Rifletta rifletta...

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Daniele

circa 10 anni fa - Link

Ma quale titolo io mi chiedo? Quelli che rilascia AIS così come Onav, Fisar e tutte le altre associazioni sono dei semplici attestati di partecipazione, non hanno valore giuridico, non permettono l'iscrizione ad un albo e non conferiscono nulla, mi sembra che su questo punto ci sia parecchia confusione fra gli aspiranti sommelier

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GiovanniP

circa 10 anni fa - Link

Signor Daniele , desideravo puntualizzare alcuni aspetti onde evitare che a confusione si aggiunga altra confusione : AIS e FISAR sono associazioni di "sommelier", ONAV è un'associazione di "assaggiatori di Vino" , questa differenza può sembrare banale, ma non lo è , anche perchè i percorsi formativi e gli scopi sociali sono completamente diversi, per chi avesse qualche dubbio dia un'occhiata ai rispettivi statuti sui siti di riferimento. Queste associazioni hanno tutte un riconoscimento giuridico da parte dei ministeri competenti, questo non vuol dire che, ad es., la "Patente di assaggiatore " rilasciata da Onav costituisca un titolo accademico , ma semplicemente che in alcuni ambiti , anche ufficiali, ciò puo' avere il suo valore, ad esempio per l'iscrizione nell'elenco degli esperti degustatori delle commissioni Doc-Docg viene richiesta la " partecipazione a corsi organizzati da associazioni nazionali ufficialmente riconosciute operanti nel settore della degustazione dei vini e superamento di esami sostenuti a conclusione dei corsi stessi;" . Non escludo che ciò possa valere , in tale ambito o in altri ambiti, anche per Fisar e AIS e quindi l'affermazione di Chiara non mi sembra così campata in aria.

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Daniele

circa 10 anni fa - Link

Indubbiamente Giovanni ma anche la FIS come dice la stessa Scrobogna ha il riconoscimento e quindi da questo punto di vista non ha nulla di meno di AIS e le altre associazioni. Quello che intendevo è che in molti sono convinti che questi corsi diano una qualifica/abilitazione professionale senza la quale non è possibile esercitare la professione di sommelier, cosa assolutamente falsa e su cui le varie associazioni giocano moltissimo per attirare nuovi iscritti.

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Chiara

circa 10 anni fa - Link

Daniele, Noi" aspiranti sommelier " sappiamo bene che il corso ais non ha nessun riconoscimento giuridico e sappiamo benissimo che non e' condizione sine qua non per poter esercitare l'attivita' di sommelier. Una cosa e' pero' terminare un corso Ais e una cosa e' un corso Fis. E' proprio una questione di nomea ed e' questo il problema che turba molti corsisti del 51esimo e 50 esimo.

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Daniele

circa 10 anni fa - Link

Non turbatevi allora, lavorativamente parlando a nessuno frega nulla se avete fatto il corso AIS, FIS, ONAV, FISAR, ASPI o qualsiasi altro, io non so nemmeno quale abbiano fatto i ragazzi che lavorano nei miei locali, l'importate è che conosciate bene i vini, sappiate spiegarli al cliente in maniera adeguata e proporre abbinamenti corretti e coerenti con il menù, nulla più.

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massj

circa 10 anni fa - Link

Complimenti a Daniele, se mi dici quali sono i tuoi locali vengo volentieri da te. Io pur avendo il diploma AIS da parecchi anni, ho imparato a conoscere veramente il vino comprando e aprendo bottiglie con amici e amici di amici che non hanno fatto nemmeno una giornata di corso di nessuna associazione ma verso cui ho grande rispetto per la passione e la conoscenza minuziosa, spesso superiore alla mia, che hanno di territori, vitigni e produttori. Questi corsi sono una buona base di partenza, quindi solidarietà ai corsisti che si trovano in questa situazione, ma poi, sia per chi ha aspirazioni professionali che passionali, consiglio di dedicarsi alle bottiglie e non alle beghe politiche delle varie associazioni. Le grandi degustazioni potete farvele anche a casa, sul mercato si trovano sia le grandi bottiglie che gli appassionati con cui dividere la spesa. Anzi, a organizzare una degustazione, cercando gli esemplari, confrontando i prezzi e ragionando su temi e scalette imparate molto di più che a sedervi in una sala coi lustrini e con relatori coi lustrini che vi danno la pappa pronta.

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Stefania

circa 10 anni fa - Link

Caro Ubaldo, Ricci and Co...potreste iniziare a vendemmiare e lasciar perdere il resto ad esempio (vendemmie manuali chiaramente) e nelle pause tra una vendemmia e l'altra indottrinarvi un tantino-sarebbe ora all'età vostra- sulle norme che regolano le Associazioni e le Fondazioni...in particolar modo sull'aspetto fiscale e giuridico. Qualora dovesse avanzarvi ancora del tempo...purtroppo non credo (magari evitate qualche vendemmia tardiva) cercate qualche buon insegnante, se si trova in questo triste periodo politico e sociale che voi rispecchiate alla perfezione,che vi renda comprensibile la differenza tra "essere professionisti e professionali" e "FARE POLITICA" (la politica becera di oggi). Poi per quote, sigle, attestati (fatevi dare un accenno anche sulla differenza tra diploma e attestato) e quant'altro, una volta chiari questi punti essenziali...se ne può anche parlare. ASSOCIATA AIS 50°. e saluti e buone feste p.s. Insegnanti ineccepibili...peccato la serietà a differenza di ciò che pensa qualcuno non sia racchiusa solo nella conoscenza. Sarebbe cosa buona non farsi ingoiare dai sistemi ma se lo si fa ...sarà per motivi validi più che validi. Personali, però. La storia delle degustazioni mancate mentre ci si lamenta di altro è come parlare della tutela del panda gigante al cospetto dell'andamento dello spread.

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Stefania

circa 10 anni fa - Link

alla lezione del 50° il caro Ricci ne è uscito a fette...ma con una discreta faccia di bronzo. la sua.

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Muffanobile

circa 10 anni fa - Link

Tutte le degustazioni Ais Roma sono tenute da docenti Ais Roma, quindi...un giorno Lei ringrazierà questo corso. Auguri... E beva bene.

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Massimo

circa 10 anni fa - Link

A quel lettore che scrive che Milano non organizza eventi voglio solo elencare la lista degli eventi di Ais Milano (senza considerare quelli delle altre delegazioni Lombarde). Non sono pochi e la qualità assicuro che è molto alta. Altri articoli... 14 dicembre 2014 - 2° Master in Tecniche di Spumantizzazione e vini passiti - quarta lezione 11 dicembre 2014 - Champagne: la dimensione artigianale 5 dicembre 2013 - Cena degli Auguri 4 dicembre 2013 - I vini di Tocaj 27 novembre 2013 - Incontro con l’enologo Mario Ercolino 26 novembre 2013 - Sardegna e Filippine non sono mai state così vicine 25 novembre 2013 - SENSO Food & Wine experience - Lovison, Nodari, Luretta 22 novembre 2013 - Dal legno alla barrique 21 novembre 2013 - Il Piemonte di Vajra 18 novembre 2013 - Nonino: la cultura della grappa 13 novembre 2013 - Anche i vini bianchi invecchiano 12 novembre 2013 - Azienda Le Piane 11 novembre 2013 - I vini dell'isola d'Elba 9 novembre 2013 - 2° Master in Tecniche di Spumantizzazione e vini passiti - terza lezione 5 novembre 2013 - I vini di Nino Negri a Magenta 5 novembre 2013 - Vin d'Alsace di Laurent Bannwarth 4 novembre 2013 - La dolcezza del Friuli: il Ramandolo 30 ottobre 2013 - La Toscana e il suo Syrah 26 ottobre 2013 - Nella terra del re dei vini 24 ottobre 2013 - I barolo di Ceretto 21 ottobre 2013 - Eccellenze Italiane 19 ottobre 2013 - 2° Master in Tecniche di Spumantizzazione e vini passiti - seconda lezione 17 ottobre 2013 - La storia dei vini californiani 16 ottobre 2013 - Il Bordeaux in cinque incontri 14 ottobre 2013 - L'azienda Velenosi si racconta 12 ottobre 2013 - 5° Master in Tecniche di Cantina - terza lezione 10 ottobre 2013 - I vigneti antichi di Masseria Frattasi 9 ottobre 2013 - Gli estremi si toccano: Chablisien e Mâconnais faccia a faccia 7 ottobre 2013 - Presentazione del libro "Il vino naturale" 3 ottobre 2013 - SENSO Wine & Food experience - Salmone Coda Nera e Villa Franciacorta 2 ottobre 2013 - La vera Valle d'Aosta 25 settembre 2013 - Quando Puglia e Campania si incontrano 21 settembre 2013 - 5° Master in Tecniche di Cantina - seconda lezione 20 settembre 2013 - Gusto Champagne - replica 19 settembre 2013 - Gusto Champagne 14 settembre 2013 - 10° Master in Viticoltura - quinta lezione 11 settembre 2013 - Taste Camp 5 7 settembre 2013 - 5° Master in Tecniche di Cantina 4 settembre 2013 - Taste Camp 4 31 agosto 2013 - 2° Master in Tecniche di Spumantizzazione e vini passiti 17 luglio 2013 - Taste Camp 3 15 luglio 2013 - Taste Camp 2 11 luglio 2013 - Taste Camp 1 6 luglio 2013 - 10° Master in Viticoltura - quarta lezione 4 luglio 2013 - I vini di Primosic 11 giugno 2013 - Vini e vitigni di Umbria e Lazio 10 giugno 2013 - Dici Gavi, dici... 8 giugno 2013 - 10° Master in Viticoltura - terza lezione 7 giugno 2013 - La vigna e la custodia 6 giugno 2013 - SENSO Wine & Food experience - Riso Acquerello e La Boscaiola - Vigneti Cenci 3 giugno 2013 - Sparkling Classic Summer 28 maggio 2013 - Azienda Agricola Ca’ di Rajo 25 maggio 2013 - La Valtellina di Nera 24 maggio 2013 - La terra ha voce 21 maggio 2013 - Il Chianti Classico 20 maggio 2013 - Sigari e Grappa 16 maggio 2013 - 2° École de Champagne - secondo livello - sesta lezione 14 maggio 2013 - 2° École de Champagne - secondo livello - quinta lezione 11 maggio 2013 - 10° Master in Viticoltura - seconda lezione 10 maggio 2013 - Paesaggi di parole 9 maggio 2013 - 2° École de Champagne - secondo livello - quarta lezione 9 maggio 2013 - Le nuove frontiere del Sommelier 7 maggio 2013 - 2° École de Champagne - secondo livello - terza lezione 7 maggio 2013 - SENSO Wine & Food experience - Lovison, Nodari, La Perla del Garda 6 maggio 2013 - Azienda Giacomelli 25 aprile 2013 - Viaggio in Borgogna 23 aprile 2013 - 2° École de Champagne - secondo livello - seconda lezione 19 aprile 2013 - Malbec a passo di Tango 18 aprile 2013 - 2° École de Champagne - secondo livello 16 aprile 2013 - Dipinto divino 11 aprile 2013 - I vini di Bruno Verdi 7 aprile 2013 - Cerea, vini naturali 5 aprile 2013 - Aspettando Vinitaly 21 marzo 2013 - I vini di Tokaj 19 marzo 2013 - Castello Banfi 18 marzo 2013 - Non solo Bianco 16 marzo 2013 - 4° Master in Tecniche di Cantina - quinta lezione 15 marzo 2013 - A Cena con il produttore: Azienda Ricchi 14 marzo 2013 - Rhum Zacapa 12 marzo 2013 - Lo straordinario mondo dei distillati - sesto incontro 11 marzo 2013 - Falesco Day 9 marzo 2013 - Master in Tecniche di Spumantizzazione - terza lezione 7 marzo 2013 - Roccia, vento e luce: benvenuti nel Carso 5 marzo 2013 - Lo straordinario mondo dei distillati - quinto incontro 2 marzo 2013 - 4° Master in Tecniche di Cantina - quarta lezione 1 marzo 2013 - Incontro con Federico Curtaz 26 febbbraio 2013 - Lo straordinario mondo dei distillati - quarto incontro 23 febbraio 2013 - Alla scoperta della Valpolicella 21 febbraio 2013 - SENSO Wine & Food experience - Ceretto 19 febbraio 2013 - Lo straordinario mondo dei distillati - terzo incontro 16 febbraio 2013 - 10° Master in Viticoltura 15 febbraio 2013 - Champagne Heritage 12 febbraio 2013 - Lo straordinario mondo dei distillati - secondo incontro 11 febbraio 2013 - Pasetti 9 febbraio 2013 - Master in Tecniche di Spumantizzazione - seconda lezione 7 febbraio 2013 - Spumanti inglesi 5 febbraio 2013 - Lo straordinario mondo dei distillati 2 febbraio 2013 - Il Nord Piemonte - 2^ parte 31 gennaio 2013 - Il Whisky secondo Franco Gasparri 29 gennaio 2013 - SENSO Wine & Food experience 28 gennaio 2013 - Banco di degustazione Triple A 26 gennaio 2013 - Il Nord Piemonte - 1^ parte 24 gennaio 2013 - La sensorialità del Pinot Noir: i componenti del colore, dell'odore e del gusto 23 gennaio 2013 - Master “Esagonale” – la Francia del vino in 18 lezioni 22 gennaio 2013 - Marisa Cuomo 18 gennaio 2013 - I Signori del Grillo 17 gennaio 2013 - Presentazione del libro "Vitae è vita" 15 gennaio 2013 - Gravner, vini d'anfora

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Stefania

circa 10 anni fa - Link

Muffanobile...ma non è che sei Ricci travestito dietro un nick per metà consapevole e per metà presuntuoso? (la metà consapevole è la muffa chiaramente)....Suvvia il vino mette il sorriso...:D

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Andrea

circa 10 anni fa - Link

Per completezza di informazione vorrei ricordare a tutti i signori che si "nascondono" dietro pseudonimi, ma che si capisce che di questo mondo ne fanno parte da anni, che la Associazione Italiana Sommelier - Roma, fa parte a tutti gli effetti dell'AIS nazionale, come si può facilmente capire se si leggesse lo statuto della stessa AIS e che quindi è una vera e propria forzatura giuridico-amministrativa dichiarare che AIS Roma è una struttura autonoma e, parole del signor RICCI, un "Marchio registrato". In sostanza è come se un rivenditore Nike a Nairobi, afferma che lui ha registrato il marchio "Nike Nairobi". Roba da comiche insomma.

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Davide Tanganelli

circa 10 anni fa - Link

Ci sta anche da dire che probabilmente a Nairobi, un rivenditore Nike non riuscirebbe anche volendo a registrare il marchio "Nike Nairobi", ma in Italia a quanto pare.... ;-)

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daniele

circa 10 anni fa - Link

Buonasera a tutti, sono un iscritto del 49 corso (3 livello) Ais di Roma, ormai di chiaro so solo questo, perchè per il resto regna confusione e approsimazione. Quando Ricci è intervenuto nel corso dell'ultima lezione da noi in sala non si sono verificate bagarre ne contestazioni, se non due domande purtroppo molto banali, la prima se i relatori sarebbero rimasti gli stessi e l'altra sul riconoscimento giuridico dell'attestato. La situazione è sconfortante, da un lato Ricci promette un futuro fumoso fatto di nulla da altra parte Maietta non dice proprio nulla, disinteresse totale se non credete a me provate a chiamare Milano e a chiedere qualche informazione sul proseguio dei corsi, sull'esame di abilitazione o altro, a me è stato risposto che non sanno dire nulla che bisogna aspettare - ci sono le feste e il presidente deve bere e mangiare bene senza preoccupazioni immagino....ci mancherebbe - e che comunque devo continuare a seguire il corso....inutile contrabbattere che chi tiene il corso risulta attualmente commisariato e che i miei attuali relatori sono fuori dall'A.i.s., tra le righe allora leggi..sono problemi tuoi..e quindi? Io a 5 lezioni dalla fine del corso a quale dei due maestri del futuro semplice (Ricci e Maietta) devo dare retta? Cosa scelgo? e i miei 2500 €?? Bah...ad altri colleghi che sono su questo sito giro l'invito di metterci in contatto e oraganizzarci in modo da coordinarci e fare qualcosa di più concreto che il bla bla bla bla in rete da leoni da tastiera..a tutti i corsisti romani e ai sommelier del Lazio la mia sentita solidarietà (cosa dimenticata da chi precedentemente ha postato..tanto sono problemi altrui..l'importante e fare bla bla bla) saluti

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Chiara

circa 10 anni fa - Link

Grazie Daniele, la penso anche io come te. Io sono a solo 7 lezioni ma i dubbi sono tanti. Sembra pero' una lotta di potere e non sembra che alla fine all'ais Nazionale e al presidente Maietta interessi troppo le sorti dei corsisti...sia all'inizio che alla fine... Anche se ribadisco quelli del 51 esimo sono quelli che ne fanno piu' le spese.. Per l'ais non esistono... E finire il corso con fir oltre che all'arricchimento personale cosa lascia?

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Hamlet

circa 10 anni fa - Link

Chiara, Maietta ha commissiariato l'ais del Lazio e ha indetto una riunione di tutti i soci ais di Roma il 9 gennaio, più di così cosa può fare (per ora) ? Mica può eliminare fisicamente Ricci & C.

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daniele

circa 10 anni fa - Link

Ciao Chiara e Sandro, anche io sicuramente sarò all'incontro del 9 gennaio, andrò alle16 anche perchè dopo comunque noi del 49esimo abbiamo lezione, se volete contattarmi potete scrivermi a questo indirizzo email nerulino@gmail.com, così abbiamo la possibilità di metterci in contatto, spero di sentirvi presto. ciao

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Sandro

circa 10 anni fa - Link

Ciao Daniele io sono iscritto al 49 corso e per problemi lavorativi non ho potuto partecipare alla lezione di dicembre ed ho scoperto solo tramite internet della FIS. Ho scritto all'Ais (perchè non reperibili telefonicamente) senza ricevere alcuna risposta e penso comunque di andare all'incontro del 9 per capire come finiremo. Sono veramente deluso per tutto quello che sta accadendo dopo che per tutto il corso il sig. Ricci non ha fatto altro che parlare dell'importanza dell'Ais. Sono disponibile anche ad organizzarci pur di fare chiarezza il prima possibile. Ciao

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bruno

circa 10 anni fa - Link

Sul sito di Bibenda è apparsa una nuova comunicazione che esorta di fatto a scegliere la nuova associazione in quanto l'Ais Nazionale attualmente nel lazio non esiste, deve costruire un nuovo percorso ex novo perchè Roma e il lazio si sono staccati da soli. In automatico risulterebbe quindi illeggittimo il procedimento di commissariamento. Inoltre si conferma che tutti i docenti (nominati uno per uno) rimarranno con la nuova organizzazione. Come ulteriore incoraggiamento a scegliere la nuova realtà, viene ricordato che il diploma conseguito avrà lo stesso valore di quello delle altre realtà riconosciute ma in più " riceverà anche il prestigioso Attestato Internazionale di Sommelier". Ora quello che mi piacerebbe sapere dall''Ais è perchè non ha ancora tolto dalla sezione relatori per il Lazio tutte quelle persone che hanno aderito alla nuova organizzazione. E' vero che si è indetta una riunione per il nove gennaio, ma la mancanza di tempismo con cui l'Ais sta gestendo la situazione sinceramente non è molto coinvolgente per chi come me ha scelto apertamente di non seguire la nuova associazione. Anche perchè tra le righe la nuova comunicazione lascia intendere che l'Ais non abbia, almeno a breve, le capacità per organizzare una nuova attivitità sul territorio Romano e Laziale. E' vero il nove è quasi arrivato ed io ci sarò sicuramente, mi auguro solamente che l'AIS Nazionale si presenti armata di una sana determinazione e capacità di coinvolgere i propri iscritti, cosa che è mancata fino adesso. Per intenderci non è che devo scegliere anche perchè tra la nuova realtà e il nulla sceglierei il nulla, è solo che vorremmo vedere un'associazione viva con la voglia di crescere e non di tamponare le falle, magari anche grazie al coinvolgimento dei propri iscritti. P.S.: spero che il mio italiano non sia offensivo per nessuno

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Giuseppe Butera

circa 10 anni fa - Link

Gentile Bruno, la purezza - almeno apparente - di quel che scrive m'induce a rispondere brevemente, anche chiamato in causa dal post scriptum finale: di questa "storia" dell'italiano, infatti, sono uno dei colpevoli, e qualora fosse risultata molesta anche per degli "innocenti", faccio qui pubblicamente ammenda e mi cospargo il capo di cenere. Vorrei solo precisare che, da individuo peraltro assai poco incline alla frequentazione di questi "luoghi" - mi ci porta infatti tutta la querelle intorno al nostro comune sodalizio, di cui va forse colto il grottesco aspetto scrivan più coloro che nonj ne fanno parte di quanto non facciano gl'iscritti - l'ho fatto esclusivamente in due casi, entrambi di persone che avevano messo avanti la propria dimestichezza in materia d'italiano e, peraltro, nel primo potrei addirittura esser incorso nel muover critiche ad un amico (che spero non mancherà di manifestarmi il proprio eventuale risentimento al riguardo), laddove nel secondo invece andava sottolineata l'arroganza di chi, peraltro servendosi d'un italiano a sua volta assai opinabile, aveva realmente insultato altri commentatori. Ciò puntualizzato, scrivo prevalentemente per dire, a nome di chi sta in AIS da un po' più di tempo e già da qualche anno ha sospeso ogni forma di consenso alla "banda delle panze" rinnovando - un po' per affetto - solo l'iscrizione all'AIS "simpliciter" e non quella alla "secundum quod", che il piglio che leggo nel suo ultimo intervento è quello che fa ben sperare, e con il quale ci si augura vi facciate trovare pugnaci alla riunione cui fa riferimento. Tanto per accennare alle cazzate di alì babà e i quaranta ladroni - speriamo che questa il censore me la lasci passare, perché meno proprio non si può dire dell'esternazioni di costoro - qualche anno fa, quando forse alcuni di voi ancora ignoravano l'esistenza di simili lestofanti, costoro si produssero nella geniale fuoriuscita dell'AIS dall'ASI (Association de la Sommellerie Internationale) con il pretesto che i Francesi dessero scarso riconoscimento alla "qualità" del nostro lavoro e (ci) passarono, da membri di una squadra che aveva un "passo da seguire", a fondatori e leader di una alla quale il passo si doveva "dare", WSA (Worldwide Sommelier Association), in cui ci troviamo in compagnia di Germania, Inghilterra, Giappone, U.S.A. e Caraibi in prima istanza, successivamente seguite da Lussemburgo, Norvegia, Svezia, Brasile, San Marino, Danimarca e Russia: questi sarebbero, nella migliore delle ipotesi, i prestigiosi "colleghi" presso i quali vantare l'internazionalità promessa al nuovo titolo che vendono dal signorotto con al seguito vassalli, valvassori e valvassini. Riguardo costoro, infatti, intanto bene dicono i tanti che, pur riconoscendone la competenza, intanto non ne tacciono la protervia di alcuni esemplari e poi rammentano esservi probabilmente altre competenze degne di nota che al momento insistono "altrove" sul territorio romano, e che senz'altro potrebbero "contribuire" ad una realtà veramente nuova; e poi, bene altrettanto dice chi, come lei, ne vedrebbe di buon occhio l'immediata eliminazione dall'elenco dei docenti AIS. Questo, dunque, innegabilmente il punto - e su questo alcuni di noi "non-più-giovani" vi esortano a non cedere: che si mostri una VERA volontà di rinnovamento! Immediatamente a seguito della sua ultima, ho scritto una mail al presidente Maietta - e l'ho contestualmente inviata tanto ad alì babà e castellani annessi quanto al mio "piccolo mondo del vino": vi elencavo alcuni punti e sottolineavo alcune sfumature per me importanti, e su tutte ritengo BASILARE CHE IN UNA RINNOVATA AIS ROMA - o Lazio, o come dir si voglia - non vi siano riproposizioni di sorta rispetto alla precedente situazione, nel senso che non si pretendano epurazioni, ma si chieda comunque anche a coloro che, eventualmente, pur avendo lungamente seduto "alla destra del padre", volessero adesso partecipare al cambiamento, di accettare di fornire la propria opera nei tempi e nei modi stabiliti dall'Assemblea, di rimanere fuori da ogni sorta di ruolo con potere organizzativo e/o decisionale e di accettare funzioni ESCLUSIVAMENTE CONSULTIVE (il tempo, assieme ad altri parametri che potranno fissarsi in corso d'opera, deciderà come potranno lentamente mutare le cose, fugato ogni ragionevole dubbio non si tenti di cambiare gli orchestrali perché la musica rimanga immutata). Ho altresì fatto presente che anche il commissariamento non depone eccessivamente a favore di una vera volontà di rinnovamento, e che esso stesso andrebbe comunicato contestualmente alla data in cui siano state indette nuove elezioni perché i soci stessi possano scegliere da chi esser coordinati in una fase tanto importante di transizione. Risposte, a parte quella del Maietta che si è fatto tempestivamente vivo ma per chiedere di poter affrontare la questione con "maggior calma" (eravamo, invero, a cavallo tra il 24 ed il 25 dello scorso dicembre) ne ho avute un certo numero, tutte abbastanza importanti, perché provenienti da gente che, ignorandolo, è accomunata dall'idea di quell'AIS dalla quale è fuoriuscita in u nefando 2001 - di cui qui sarebbe assai lungo far cenno, ma se ne potrà parlare altrove - o nella quale ricoprì incarichi di assoluta rilevanza, o ancora alla quale stancamente rinnova l'iscrizione ma più per affetto che per altro... orbene, tutti costoro fanno sentire, con rinnovato entusiasmo, che se le cose potessero nuovamente tornare a funzionare come prima della tirannia; se l'AIS potesse tornare ad essere un luogo di riferimento in cui parlare, autorevolmente e non autisticamente, di vino, nel senso più ampio possibile; se, finalmente, potessimo davvero confrontarci con tutte le professionalità che insistono sul settore perché capaci di "applicare" quella didattica - la nostra - che potenzialmente è la più completa del settore; se scoprissimo che non arriviamo, ultimi, ad esternazioni improbabili come il "[...] per me non sono neanche da considerarsi vini [...]" di alì babà in merito a tutta questa controversa vicenda dei vini naturali ma che, in quanto sodalizio di appassionati e professionisti, ci facciamo già trovare "sul pezzo" e siamo in grado di fare quella corretta informazione della quale fino ad ora "l'AISenda" negava le condizioni di base... insomma SE queste e tante altre simili istanze che mi pare vi vedano interessati dovessero trovare risposta, allora torneremmo ad avere a che fare con un'associazione nella quale, davvero, sarebbe bello per alcuni trovarsi e per altri ri-trovarsi. Buona fortuna a voi, a noi, e alla vera passione per il vino che possa nuovamente contraddistinguere l'AIS tutta ed impedire il proliferarsi di altri tumori etici ed estetici del calibro di alì babà e dei suoi compari!

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Carlo Ruggine

circa 10 anni fa - Link

Altri soli cinque minuti dedicati a Lei, Egregio Sig. Giuseppe Butera. Google aiuta a non perder tempo e in un batti baleno scopro chi è Lei: un attore di prosa, prestato al vino (forse troppo prestato), che ha fatto parte, come tanti altri detrattori di Ricci, dei collaboratori delle sue edizioni. Un trombato insomma. Francamente il mio ideale perennemente perseguito di far parte di un’associazione in cui il vino è centrale, non annovera arrabbiati, umiliati o trombati pronti a svincolarsi dal tema, appunto centrale, per ostacolare l’operato di un Ricci qualunque. “L’associazione nella quale, davvero, sarebbe bello per alcuni trovarsi e per altri ri-trovarsi” è un’associazione, ahimè di trombati, e quindi – a questo punto - ben venga questa divisione associativa. La saluto cordialmente, Carlo Ruggine.

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Franco

circa 10 anni fa - Link

...chissà come sarebbe bello che anche Lei, caro giudice che tanto ama e ammira Ricci, giocasse a carte scoperte e chissà cosa scopriremo, quale illustrissimo curriculum ha, chissà che belle sorprese. Lei è così sicuro che quella che Lei chiama impropriamente "associazione" e che tanto ammira, abbia realmente al centro il vino? Uno dei pochi che ha ancora gli occhi offuscati dai luccichii dell'Hilton. Ben venga la divisione se si perdono certi estimatori come Lei e si tenga ben stretta quella nuova struttura creata da Ricci che le ricordo NON è una associazione e pertanto non potrà esercitare il diritto di critica, cosa tipica di una vera associazione.....

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bruno

circa 10 anni fa - Link

Mi trovo d'accordo con le sue posizioni e spero che gli iscritti da tempo ritrovino la passione di partecipare ed insieme alle cosidette nuove leve possano costruire un nuovo percorso dove i valori culturali siano l'ispirazione primaria. Contemporanemente spero che l'Ais non perda l'occasione di sfruttare questa che secondo me è una grande opportunità. Meno cardamomo e più passione!!!!

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bruno

circa 10 anni fa - Link

......intendo con le posizioni del Sig, Giuseppe Butera

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Giuseppe Butera

circa 10 anni fa - Link

... quale preziosa “grazia!... chissà, Ruggine - e quanto si soffre a tacere quel “nomen omen” che sembra esserle stato donato da un previdente destino! - per quanto ancora deciderà di distribuire doni tanto preziosi!... ne “batta” un paio di “baleni” allorquando pensa di poter sapere chi sono le persone dal web: ebbene sì, sarei un attore - e pensi che il Diploma è stato anche conseguito presso una Scuola Pubblica, dove NON si paga! - prestato o non prestato poco importa, ma forse se leggesse meglio vedrebbe che sono stato IN UNA di quelle edizioni - il 2009 della guida ai vini d'italia, per amore di quella cronaca che a lei pare tanto poco cara... Detesto dover parlare di me, ma se mi costringe le faccio notare che a non soffrire dell'evidente oligofrenia che caratterizza ogni suo scritto sin dal perfezionamento del primo enunciato elementare, potrebbe anche comprendere da solo e senza che glielo si imbocchi che, se Giuseppe Butera - provi intanto a rammentare che mi presento come Sommelier Professionista, e chieda al web se ricci si sia mai potuto inventare un modo per vendere anche questa qualifica - è stato “[...] Un trombato insomma [...]”, come lei elegantemente dice, con quella che altrove ha presuntuosamente vantato quale “[...] La mia libertà di scrittura [...]” intorno al 2009 e non ne ha mai sentito parlare fino alle soglie del 2014, forse... attento Ruggine, le faccio la moviola, non è esatto affermarne “[...] Francamente il mio ideale perennemente perseguito di far parte di un’associazione in cui il vino è centrale, non annovera arrabbiati, umiliati o trombati pronti a svincolarsi dal tema, appunto centrale, per ostacolare l’operato di un Ricci qualunque. [...]”?... si rende conto che tenta, davvero poco intelligentemente, di addossare agi altri – che ad una sua azione di tal genere hanno semplicemente reagito - le proprie colpe? Io, Ruggine, al pari di infiniti altri a lei per fortuna ignoti, tanto mi preoccupo di quel mondo del vino che lei palesemente disistima - se lo ritiene NON GIÀ adeguatamente rappresentato, ma solo “abitabile” da gentaglia della risma di ricci, e dialogando un po' se ne comprende il perché - da essermi semplicemente allontanato, e per mia scelta, da luoghi dove esso era l'ultima preoccupazione; da allora ho continuato a rimanere, forse anche prevalentemente per ragioni affettive, associato all'AIS ma senza più profferire nelle tasche del boiardo a lei caro quel tacito consenso al suo pornografico incedere rappresentato del rinnovamento dell'iscrizione alla sua sede regionale; né più, se non in precise occasioni e ben lungi dal rischio di finire oggetto dell'operato d'interlocutori par suo, me ne sono voluto occupare FINO AL MOMENTO - badi bene - in cui forse quel che so, del vino e DI ricci & co. (in entramb'i casi presumibilmente un po' più rilevante di quanto evidentemente ami esibire lei) può tornare utile intanto ad impedire che di quel semi crimine si perpetrino ulteriori paralipomeni e poi, già che ci siamo, che in tale momento di confusione gente come lei entri a gamba tesa in mezzo alle persone per bene e pretenda, in maniera sinusoidale, di poter fare ora l'intenditore in materia ora il fustigatore di costumi grammaticali, sintattici e logici, salvo poi sfuggire a mò d'anguilla non appena qualcuno, annoiato dal suo bolso incedere, decidesse di perdere parte del proprio tempo a prenderla in considerazione. Tacerò le non poche altre voci che, quale individuo appassionato del vino, il sottoscritto possa vantare al proprio c.v. in materia - tante delle quali, peraltro, in nome di una “cosa” chiamata passione, operate secondo pretese di segno affatto opposto a quelle del ricci - giacché non m'interessa le siano note: solo, forse dovrebbe riflettere circa il fatto che in Italiano perfino la parola associazione abbia un certo significato (che contempla il “valore aggiunto” derivante dal fatto che, in detto spazio, i vari “ingredienti” entrando e uscendo facciano conferire le proprie esperienze di vita quale “confezione” del proprio contribuire; e nella somma di dette confezioni potrebbe risiedere quello che lestofanti come ricci diseredati mentali come lei aborrono, forse per semplice paura di non potervi contribuire). Se ricci avesse evitato di tirare troppo la corda, e se appesi non vi fossero “doni” come lei, forse il sottoscritto avrebbe continuato a non avere a che fare con questi strumenti. Le do un'ultima occasione, ci “provi”: avevo pur scritto che trascorrevo il capodanno con degli amici, produttori, casa e cantina semplici - no-hilton-ricci, né-cayenne-cotarella né, ancora, bottiglia-percorso-ascetico-non-di-spirto-ma-di-portafogli-e-sospensione-del-pur-minimo-appiglio-alla-realtà... provi ancora una volta a mettere insieme i pezzi... forse ce la può fare perfino lei!... avanti d'agitarsi oltre... magari comprenderà che, se il vino e quel che vi ruota intorno le stesse veramente a cuore - e ne dubito - avrebbe fin qui tentato di criticare la persona sbagliata, e cosa più importante giacché quello, per fortuna, non è individuale come questa, soprattutto l'atteggiamento che fosse altrettale!

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Andre

circa 10 anni fa - Link

Al nuovo corso Ais quello alla stazione Termini c’erano 5 allievi. A presentare il corso una seg..ta da bibenda che zagajava. Begli acquisti che hanno fatto a Roma. E che bella figuraccia… L’investimento fatto nel Lazio a discapito di altre regioni (ste porcherie le pagano tutti gli iscritti dell’Ais nazionale) sta dando i suoi frutti. Ha ragione chi parla di Ais come un carrozzone dove tutti pagano i protagonismi e gli interessi di pochi. Chissà com’è sta storia mi ricorda qualcosa di già visto in questo paese…

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Giuseppe Butera

circa 10 anni fa - Link

Leggo con vivo dispiacere quanto scritto da Andre ma, se corrispondesse al vero e non giungessero tempestive e documentate smentite da parti in causa - possibilmente sempre meglio ove provviste d'un nome e cognome che le rendano identificabili! - si tratterebbe di un primo "fatto" sul quale fare le opportune riflessioni: VERO, indubbiamente, che l'AIS nazionale si sia prodotta in "acquisti" che potremmo diplomaticamente definire "rimanenze" su quell'altro scaffale - e, in quanto persona informata dei fatti, anticipo che nel caso in esame trattasi d'individua che avrebbe rassegnato le proprie dimissioni, ma la cosa NON ha in questo momento alcuna rilevanza, anche alla luce del fatto tale decisione NON sia stata presa dopo uno o due giorni di permanenza alla corte di ali babà. Vero è, altresì, che “anche” l'AIS nazionale si presenta a Roma con delle figure che parlano della proverbiale “conversione sulla via di Damasco” e che scelgono di farlo in un momento che, se per un verso ha offerto loro l'occasione, per l'altro costituisce quel punto critico di cui lungamente andiamo parlando. Inviterei, però, a non perder di vista quelli che, comunque, sono ad oggi punti fermi: a) in quello che si tenta di ricostruire certo vi sono delle ombre, e bene si fa a stigmatizzarle come sopra, perché se ne evitino la “cronicizzazione” e l'identificazione con il nuovo modello. In quello che, però, si tenta d'abbandonare, c'era - e c'è! - del fango vero, e sarebbe importante non correre il rischio di far conseguire forme di tenerezza nel giudizio al riguardo dalla giusta durezza nel giudicare chi vorrebbe, in qualche modo, “succedergli”; b) abbiamo visto come, a fronte di una “re-azione” inevitabilmente impersonata in prima istanza da ruoli istituzionali, vi sia tutto un sommovimento di una parte, che sembrerebbe tutt'altro che trascurabile, di associati - ed ex associati, e perfino futuri - incline al cambiamento in direzione di quello che, poi, in fondo in parte l'AIS è e in parte può “tornare” ad essere. A tale sommovimento chi ha veramente a cuore le sorti dell'Associazione dovrebbe sforzarsi di continuare a guardare, chiedendo a gran voce a coloro che si “trovano” alla guida del cambiamento di fare altrettanto. È ovvio che sarebbe preferibile “tradire” questi ultimi, nel momento in cui se ne appurasse l'inadeguatezza O a quel che essi stessi espongono a livello programmatico O alle proprie aspettative, piuttosto che farlo insieme ai tanti che vogliono tornare a vivere un'AIS che nulla più abbia a che vedere con il circo e la televisione (se non, almeno, nella misura in cui dette “entità” entrino come mera diffusione, PASSIVA, della nostra attività)!; c) se siamo dalla parte dei “buoni” - ed assicuro che chi scrive aveva personalmente anticipato la propria indignazione direttamente a chi è responsabile di fatti difficilmente giustificabili - non puntiamo subito il dito anche a nome di tutti quegli altri che pagherebbero protagonismi ed interessi di pochi, perché stiamo attraversando un momento in cui, lentamente, sembra si inizi ad “indignarsi” anche da noi, e dunque forse se tanti accettano per il momento di “pagare” è perché almeno una parte di costoro vorrebbe poter credere si possa davvero traghettare la vicenda Roma e Lazio verso altri “lidi”. In fondo, quei “cinque” - se poi veramente erano solo cinque - potrebbero essere un validissimo esempio di ciò, e non si dimentichi che al momento tanti sono costretti a proseguire dall'altra “parte” a causa dell'impossibilità di tornare in possesso di denari ad essa corrisposti a fronte dell'intendimento di farli pervenire “altrove”; d) mi si accusi pure di “delirio” ma, così come da tanti anni mi ritrovavo a predicare tra colleghi a proposito di certi malcostumi interni all'areale Monte Mario, avrei forte la sensazione che la posta in gioco sia un po' più altina del semplice riassetto di una sede regionale dell'AIS, e che si possa ottenerne l'effetto “cerchi concentrici” derivante dal lancio del sasso nello stagno. Mi sembrano tutte ottime ragioni per NON sospendere l'esercizio di una asperrima funzione di critica - nei confronti del presente e del futuro ma soprattutto di quel passato che non va dimenticato - e sforzarsi di tirare ancora un po' le briglie all'eventuale voglia di abbandonare la riva provvisoriamente più “impervia”, ovvero quella sulla quale devono convivere coloro che vogliono e coloro che potrebbero solo dire di volere. Il tempo anche in questo caso dovrebbe chiarire meglio intenzioni e valori. E ancora buona fortuna all'AIS, nella speranza che ricc(h)i premi e co(ti)llons sia presto un pallido ricordo e dove leveremo nuovamente i calici l'unica fanfara possibile sarà quella originata dalla nostra comune passione per tutto quanto di nobile - e un'unchia nera di terra lo è assai più di 100 Cayenne da “enosoubrette” - esista nel mondo dell'amata bevanda!

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Davide B.

circa 10 anni fa - Link

Non è che io ci abbia capito molto in tutta questa bagarre, ma da umile Sommelier, socio A.I.S da soli 5 anni vorrei portare il mio contributo. Durante i miei studi di Graphic Design al Politecnico di Torino, imparo che FMR è uno dei più (se non IL più) apprezzati editori d'arte. Le sue edizioni e la rivista che porta il suo nome FMR è uno dei rari esempi di editoria di altissimo livello. Un editore quindi... Sempre a Torino, durante l'ultimo livello del Corso mi ritrovo davanti a una nuova incarnazione di FMR, sempre editore, ma anche portabandiera e difensore e divulgatore del vino e dell'olio e della cultura della qualità gastronomica in generale. Inutile dire che a seguito di una iniziale confusione, mi rendo conto che se quel tipo di persona avesse infuso la medesima cura e passione che applica alle edizioni d'arte nella cultura del vino, quest'ultima avrebbe solo potuto trarne beneficio. Detto questo, rimango dell'idea che un editore rimanga fondamentalmente un imprenditore. Per cosa riguarda la gestione dell'A.I.S. un altro piccolo contributo: Iniziando il primo livello del corso in Sardegna, pago la quota di iscrizione (80€) vengo immediatamente iscritto all'A.I.S. nazionale e ricevo tessera e pubblicazioni come pattuito, il corso (costo 400€) è organizzato abbastanza bene, i docenti sono di buon livello: Lucia Pintore su tutti, e comunque professionisti e docenti universitari del settore. Il secondo livello, sempre Sardegna, pur avendo medesimo Direttore e ottimi docenti, nuovamente la Pintore, ma anche il grande Bellini e altri, cade vertiginosamente di qualità per quanto riguarda i vini proposti in degustazione, con evidente disappunto sia dei corsisti, sia dei docenti stessi... Dovendo decidere se continuare e concludere il percorso formativo in Sardegna, oppure cambiare delegazione in cerca di maggiore attenzione, scelgo la seconda opzione. Premetto che per me fare il Sommelier è una professione, nel senso che è la mia principale fonte di reddito, che parte comunque da una precedente passione per il vino. Prendo contatti con la Delegazione di Torino, cambio, mi iscrivo pago quota associativa e di iscrizione al terzo livello. Ciò che trovo è una diversa gestione del medesimo apparato. Serietà, una sede vera e propria, degustazioni di livello, assistenza, ottimi docenti, umanità e non solo. Mi diplomo e nel mentre partecipo ad alcune tra le migliori degustazioni proposte in quell'anno (anche in concomitanza con i festeggiamenti per l'unità d'Italia) Barolo, Sassicaia, Marsala, ecc. Questo per dire che la responsabilità dell'andamento di delegazioni, corsi e delle degustazioni dipende dalle PERSONE che lavorano o dedicano (a volte a titolo gratuito) il proprio tempo ad una associazione o più propriamente alla passione per il vino. Cambiare associazione, o delegazione, si può, e chi lo ritiene utile (come me) dovrebbe farlo. Addossare le colpe su una entità superiore e non su singoli individui mi pare un pò forzato. Auguro quindi a TUTTI di risolvere le loro beghe e tornare quanto prima ad assaggiare, abbinare, discutere e valorizzare il VINO, se è questo ciò che VERAMENTE vogliamo. Cordiali saluti Davide Buttu

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Emanuela

circa 10 anni fa - Link

Scusate se riporto il discorso sulla terra, purtroppo sono una pragmatica. Ricci si è comportato malissimo, avendo evidentemente già scelto di staccarsi dall'AIS quando invece raccoglieva iscrizioni per il 51° corso fingendo di continuare ad appartenervi. La restituzione della quota di associazione, i famosi 130 eurini, sono stati una mossa tattica obtorto collo, forse non si aspettava reazioni vivaci, e la sua lettera non è assolutamente esplicativa della reale situazione, ma anzi piuttosto fumosa. Di fatto ha ingannato tutti, in particolare i nuovo iscritti, impegnandosi per una cosa e propinandone un'altra, consapevolmente. E comunque ha trattenuto 100 € quale quota per la sua Fondazione, sempre superiore a quella dell'AIS. Per non parlare del costo del corso che è quasi il doppio rispetto ad altre delegazioni nazionali. E qui entra in ballo l'AIS, che ha consentito a Ricci: 1- di far pagare una seconda quota associativa, unica sede in Italia, e 2- ha chiuso entrambi gli occhi (si si sto personificando un ente giuridico, lo so) sulle esose "rette". Al di là delle dotte dissertazioni, a chi ha intrapreso questa strada non solo per passione, ma anche per lavoro, e di questi tempi credo siano parecchi, ora rimane il problema di decidere cosa fare. Quindi: rimanere con Ricci, sperando che il suo potere sia reale e parzialmente infuso nell'attestato (con quello che costa DOVREBBE fare la differenza, almeno come referenza), o perdere il tempo ed il denaro già spesi e rifugiarsi nella culla nazionale, recuperando qualcosina per via dei costi minori (avete visto il programma dei corsi dell'AIS a Roma?). Alla fine il vero peso lo darà la direzione presa dalla massa dei corsisti, i quali però non sono informati, parecchi non hanno neppure capito esattamente di cosa si parli e di cosa sia in gioco, e soprattutto non sono coesi. Perché, come sempre, sarebbe l'unione a fare la forza necessaria ad ottenere risposte certe e trattamento equo, ovunque si decidesse di andarli a cercare. Saluti a tutti

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mart

circa 10 anni fa - Link

“L’ AIS nazionale da qui ad un anno e mezzo è finita perché ci saremo noi”, frase forte che incornicia una spavalderia ormai solita nel gruppo Ricci & co. Ma se la FIS fosse realmente così forte e prorompente come ci stanno raccontando, per quale motivo continua ad usare nella corrispondenza, nelle mail nei rapporti con gli utenti la denominazione di "Associazione Italiana Sommelier Roma"?? Tralasciando le vicende legali sulla tutela del marchio che solo gli organi ais conoscono, a me quello di Ricci sembra l' atteggiamento di uno cha ha fatto il passo più lungo della gamba, continua a distanziarsi dall' AIS, attaccando con frasi spesso poco eleganti millantando la potenza di un impero nascente, ma nello stesso momento ha bisogno di utilizzare il nome AIS e l' immagine che questa ha nel mondo del vino, per reclutare tesseramenti e gente ai propri corsi, forse Ricci si è reso conto che il suo nome da solo non è sinonimo di alcuna garanzia, è facile fare l' imperatore in una realtà già consolidata e radicata nel territorio quale è quella dell' AIS, ma camminare con le proprie gambe e costruire la propria realtà non lo è poi così tanto. Non dimentichiamoci che la FIS esiste solo a Roma, nelle altre province del Lazio non compare, non so come farà nel giro di un anno a distruggere un Associazione a livello nazionale. Detto questo l' AIS ha subito una grave perdita perché a livello di immagine, di comunicazione, di marketing Ricci è un numero uno, dalla rivista Bibenda alla Guida, alla sede dell' Hotel Roma Cavalieri, alle conoscenze nel mondo dello spettacolo, di certo sa come attirare l' attenzione, è forse per questo motivo che l' Ais spesso ha chiuso un occhio (anche più di uno) di fronte a comportamenti poco ragguardevoli, primo tra tutti l' imposizione di ulteriori 50 euro agli associati del Lazio senza comunicare la natura facoltativa del versamento, o i costi "pompati" dei corsi per sommelier. Adesso l' AIS dovrà rimboccarsi le maniche e cominciare il lavoro che negli anni aveva affidato alle mani di Ricci, non cadendo nell' errore di accentrare nuovamente ruoli e responsabilità in un unico personaggio

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