Ciao, mi chiamo Armin Kobler (e il mio Chardonnay 2012 è proprio un bel vino)

di Jacopo Cossater

È bello passeggiare con Armin Kobler nella vigna più vicina alla sua casa/cantina, quella di gewürztraminer. Le sue sono parole dense di pragmatica, naturale conseguenza dei suoi studi e della sua decennale esperienza presso Laimburg, il centro di sperimentazione agraria e forestale della Provincia di Bolzano. Oggetto del chiaccherare soprattutto gli andamenti stagionali degli ultimi anni. “Come puoi vedere la vigna ha rischiato un eccessivo stress idrico, in questi giorni sta facendo molto caldo e non piove da diverse settimane. Là, nella parte più bassa, il terreno è ancora più asciutto, ed è questo il motivo per cui negli ultimi due giorni ho preferito irrigare, una cosa che non facevo da cinque anni. Il rischio, lo abbiamo scoperto a Laimburg alcuni anni fa, è che in presenza di questo tipo di stress la pianta produca alcune sostanze che portano ad un’ossidazione precoce del vino, anche solo dopo pochissimi anni dalla vendemmia“.

È nel 2006 che Armin decide di mettersi in proprio e di vinificare circa la metà delle sue uve continuando ad essere al tempo stesso conferitore della locale cantina sociale, Cortaccia. Cantina sociale che tra l’altro lui non pensa di abbandonare per aumentare la percentuale del vino che imbottiglia, non a breve almeno: “pagano bene, pagano sempre, pagano puntuali: sono una sicurezza“. Siamo a Magrè sulla Strada del Vino (si chiama davvero così), comune distante solo pochi chilometri dal confine più meridionale dell’Alto Adige. “Lo so che i panorami sembrano simili, però devi sapere che i terreni, qui, sono estremamente eterogenei e completamente diversi dalla non così lontana Piana Rotaliana. Il Noce, il suo principale affluente, li ha modellati per secoli. Una zona ideale per il teroldego (e per il lagrein), meno per le varietà che invece noi coltiviamo qui“.

Dalla (bella) casa/cantina di Armin escono cinque vini, da quattro varietà. Lo Chardonnay, l’Ogeaner 2012, è caratterizzato da un’acidità veemente, più incisiva degli altri anni a scapito di un frutto di solito più avvolgente. Inutile dire che a me è piaciuto moltissimo. Il Pinot Grigio, il Klausner 2012, è stata forse la vera sorpresa, era vino che non ricordavo e che stupisce per profondità ed equilibrio, così bilanciato tra una certa corposità ed una grande freschezza. Il Gewürztraminer, il Feld 2011, è decisamente giocato sul frutto, basta assaggiare il 2010 con tutta quell’acqua di rosa in evidenza per rendersene conto immediatamente (su queste pagine avevamo scritto anche delle due vendemmie precedenti, 2009 e 2008). Non il mio vino ma bottiglia che più di altre, portata a cena, ha raccolto una vera e propria standing ovation. Il rosato da merlot, il Kotzner 2012, è fragrante, quasi croccante. Tutti quei piccoli frutti rossi di cui avete sentito parlare così tante volte qui sembra di poterli toccare con mano. Forse appena monocorde nello svolgimento ma piacevolissimo, da bere a sorsi generosi. E poi il Merlot Riserva, il Klausner 2009, una bellissima interpretazione di un vitigno troppo spesso bistrattato. C’è frutto, certo, ma affiancato ad un bel profilo terziario che lo allunga e che gli dona profondità. Non solo, freschezza ed acidità giocano un ruolo fondamentale nel renderlo elegante ed appagante, quanta partecipazione nel berlo. Forse il vino della giornata.

Vini pulitissimi, didascalici, pragmatici nella migliore interpretazione del termine. Tutte bottiglie che in cantina vengono via a circa 12 euro e che raccontano benissimo non solo Armin Kobler e se volete anche questa zona non lontana dal Lago di Caldaro ma anche l’idea che li vede nascere. Un’idea bella.

Jacopo Cossater

Docente di marketing del vino e di giornalismo enogastronomico, è specializzato nel racconto del vino e appassionato delle sue ripercussioni sociali. Tra gli altri, ha realizzato i podcast Vino sul Divano e La Retroetichetta, collabora con l'inserto Cibo del quotidiano Domani e ha cofondato il magazine cartaceo Verticale. Qui su Intravino dal 2009.

8 Commenti

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maurizio gily

circa 11 anni fa - Link

Qualche Chardonnay in vita mia l'ho assaggiato, e non esito a dire che quello di Armin Kobler è tra i miei preferiti.

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Lizzy

circa 11 anni fa - Link

Come Armin ben sa, i miei Merlot di riferimento sono al massimo tre, nell'intero panorama italiano, e il suo è uno dei tre. Inutile dire poi che il suo Pinot grigio riscatta, da solo, l'immagine di un mare di vini anonimi e insulsi fatti con lo stesso vitigno...

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manilo

circa 11 anni fa - Link

Pinot Grigio,Pinot Grigio,Pinot Grigio,grazie Armin.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 11 anni fa - Link

Sarà il terreno o sarà lui, ma i vini di Armin sono proprio buoni. E se un merlot di montagna piace a un sangiovesista toscano, deve essere proprio eccezionale.

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gian paolo

circa 11 anni fa - Link

Sarà per i suoi vini buonissimi, sarà che è sempre gentilissimo ed estremamente disponibile a insegnarti sempre qualcosa , ma Armin è veramente Forte!!BREV!!ciao gp

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gabriele succi

circa 11 anni fa - Link

Ecco...mi hai fregato...volevo scriverle io queste cose... :cry: ;) Un grande viticoltore. E anche coraggioso...

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