C’era una volta Milano da bere. La vera storia dell’Amaro Ramazzotti

di Thomas Pennazzi

Quest’anno cade il bicentenario dell’invenzione del celebre amaro Ramazzotti, probabilmente il più bevuto al mondo in questa italianissima categoria alcolica e noi vogliamo rendere onore ad un nostro grande liquorista del passato, il cui prodotto “di fama mondiale” fa ancora oggi bella mostra di sé in quasi tutte le carte dei bar sparsi tra Europa ed Americhe.

Ausano Ramazzotti, questo il nome del nostro liquorista, nacque nel 1791 a Bologna; conseguita la patente di farmacista, si trasferì a Milano dove aprì laboratorio e bottega di liquori e sciroppi nel 1815.


La ricetta data ai suoi anni giovanili e ha la particolarità di essere il primo amaro concepito in senso moderno, cioè un’infusione alcolica di erbe e spezie senza l’uso di vino, differenza che lo contrappone ai tradizionali vermut piemontesi, altra grande categoria nostrana di bevande “aperitive”. L’amaro Felsina Ramazzotti, questo il nome completo del prodotto, basa la sua ricetta su 33 droghe, come avrebbe detto il dottor Ausano; ovviamente la formula, come tutte quelle che si rispettano e che muovono denari, è segreta ma l’azienda lascia trasparire qualche informazione sugli ingredienti.

Non che sia un gran mistero per nessuno e nemmeno per chi scrive, a sua volta preparatore di un amaro di propria ricetta: l’ingrediente “segreto” alla base di tutti gli amari che beviamo oggi è la scorza di arancia, dalle caratteristiche proprietà amaricanti. La differenza di sapore tra i diversi amari sta tutta nella composizione della formula, e principalmente nell’utilizzo di erbe o cortecce che determinano il gusto moderatamente o marcatamente amaro della bevanda finale e nella quantità di sciroppo. Il resto sono abbellimenti.

Nel caso del Ramazzotti, alcuni tra gli ingredienti svelati sono la galanga o zenzero tailandese, il chiodo di garofano, la mirra, nota resina amara e aromatica, il cardamomo e l’anice stellato, spezia dolce che entra nella composizione di quasi tutti gli amari. Si tace però delle vere sostanze amare, cuore della formula, che ad occhi chiusi diremmo china, rabarbaro e, forse, un poco di genziana, oltre alla già citata scorza di arancia.

Quale che fosse, la formula riscosse immediato successo, e segnò per la famiglia produttrice la nascita di una vera industria; l’amaro venne ad identificarsi con la città di Milano, nonostante in etichetta ci sia il dichiarato omaggio del Ramazzotti alla sua patria bolognese. Oggi il marchio è di proprietà della multinazionale Pernod-Ricard, che esporta la bottiglia in numerosi paesi.

Nei decenni successivi la dicitura “amaro Felsina” definì questo stile di bevande amare, imitato da pressoché tutte le case liquoristiche italiane.
L’amaro Ramazzotti, spesso chiamato “Rama-zotti” all’estero, piace perché impronta il suo gusto più al lato amabile che a quello vegetale di altri digestivi la cui base è l’assenzio come, per esempio, Petrus o Unicum di tradizione d’oltralpe, e per la sua moderata alcolicità; in sostanza è facile da bere, mentre il suo diretto concorrente milanese, il Fernet Branca, di qualche decennio più giovane, mantiene il carattere di amaro medicinale stomatico, meno adatto ad essere sorseggiato tal quale per la sua alta concentrazione in sostanze aromatiche e per l’alcolicità maggiore.

Diciamola tutta: il Ramazzotti non è oggi l’amaro dal sapore più interessante, anzi potremmo trovare parecchi suoi figli con un profilo aromatico decisamente migliore; tuttavia gli va riconosciuto il merito della primogenitura, e quello (grande) di essere un ambasciatore del gusto italiano nel mondo. Può bastare per fargli onore.

Di entrambi gli amari milanesi ci rimane una ricca cartellonistica d’arte, ed un robusto immaginario televisivo, che hanno contribuito alla fama ancora viva di questi prodotti, nati dal genio di due farmacisti‑liquoristi, nella scia della solida tradizione nostrana: si tratta di un patrimonio e di una conoscenza gastronomica nazionale ancora troppo sottovalutati.

Se ci pensate un po’ vi renderete conto che la massima parte dei liquori celebri che vanno in giro per il mondo è uscita dalle mani di qualche abile creatore italiano tra il 1700 e il tardo 1800, quasi sempre uno speziale conventuale o di bottega.

Italians do it better: nel caso dei liquori è assolutamente vero.

Leonetto Cappiello
Ecco L’Amaro Felsina Ramazzotti, 1926
stampa litografica a colori su carta
200 x 140 cm

Pubblicità amaro Ramazzotti; provenienza: Archivio Storico Pubblicitario di Como di Paola Mazza

Un famoso fake del presidente USA Richard Nixon

Milano anni ’80

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Thomas Pennazzi

Nato tra i granoturchi della Padania, gli scorre un po’ di birra nelle vene; pertanto non può ragionare di vino, che divide nelle due elementari categorie di potabile e non. In compenso si è dedicato fin da giovane al suo spirito, e da qualche anno ne scrive in rete sotto pseudonimo.

10 Commenti

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Paolo

circa 9 anni fa - Link

Confermo anche lo straordinario sviluppo dell'epoca, pure per amari meno conosciuti. Quando tanti anni fa la Farmacia Zarri di Bologna passò di mano, partecipai alla stesura dell'inventario per la definizione degli atti di vendita. E oltre il magazzino, la voce di maggior rilievo era appunto la formula/ricetta "segreta" del proprio amaro.

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Nobilone

circa 9 anni fa - Link

Italians do it bitter! ha-ha-ha

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Gianfranco Ferri Via Regona Inferiore, 4 26026 Pizzighettone -CR-

circa 8 anni fa - Link

Per me l'amaro Ramazzotti mi riporta indietro di circa 50 anni fa, quando vinsi con una schedina RAMATOTO un Kg. di gettoni d'oro, e invitato con altri fortunati dal Comm. Guido Ramazzotti all'Hotel Jolly per una pranzo e la premiazione con una foto ricordo, in cui stringevo in una mano una bottiglia dell'amaro e l'altra la porgevo per saluto al Comm. Guido, ebbene la mia foto comparve su tutti i maggiori quotidiani e su alcune riviste settimanali. Purtroppo ho smarrito quella bellissima foto. Non è che negli archivi Vostri ci sia qualcosa di quella bellissima premiazione? Spero in una Vs. positiva risposta. Grazie - Cordiali saluti.

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Carmen

circa 8 anni fa - Link

Qualcuno può indicarmi se esiste un archivio dell'800 della fam ramazzotti ? Grazie

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pier giorgio vergagni

circa 4 anni fa - Link

Sono stato dipendente negli anni 1960/1967 purtroppo non ho una sola foto del Comm.Guido ne della figlia Anna, se esistono foto potete inviarmela. Grazie

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Maud Garavaglia

circa 3 anni fa - Link

Buongiorno Pier giorgio, Sono la pronipote del Cav. Guido Ramazzotti. Mi piacerebbe contattarla, mi scriverebbe a questo indirizzo (maudgaravaglia@myself.com) ? La ringrazio e le auguro buona giornata

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EFFERRE CHIRURGICA ferri

circa 4 anni fa - Link

Vi ho chiesto se nei Vostri archivi avete le foto della premiazione , in compagnia del comm. GUIDO RAMAZZOTTI. Sarei ultra felice di averla. Grazie. Salutoni cari

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EFFERRE CHIRURGICA ferri

circa 4 anni fa - Link

come già detto mi aspetto qualcosa dai Vostri archive.

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EFFERRE CHIRURGICA ferri

circa 4 anni fa - Link

Sarei felice di sapere se negli archivi Ramazzotti, esiste la foto della premiazione del RAMATOTO GRAZIE

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Samuele Furfari

circa 2 anni fa - Link

Perché si chiama Felsina? Grazie

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