Casistica semi-definitiva delle 10 tipologie di ubriacatura. Purtroppo ci sei dentro anche tu

Casistica semi-definitiva delle 10 tipologie di ubriacatura. Purtroppo ci sei dentro anche tu

di Sara Boriosi

Le feste son finite
Arriva la gastrite.
(anonima perugina)
Finalmente abbiamo archiviato le feste. Vi siete divertiti? Avete tirato le molliche di pane alla nonna fossile nella speranza che una volta colpita le sarebbe tornato un guizzo di lucidità? Avete tiranneggiato i vostri nipotini dicendo loro che se non si fossero comportati bene Babbo Natale avrebbe ritirato i regali appena consegnati? Avete mangiato i manicaretti sapientemente appesantiti dalle manine sante dell’amorevole mamma? Che le libagioni fossero accompagnate da bottiglie supreme ce ne siamo accorti tutti: nei social è una gara a chi posta più bocce aperte, verticali di Ronco giocate in famiglia tra cognati in perenne sfida a chi ne sa di più.

A me però interessa sapere quanto avete bevuto. Vi siete mostrificati? Vantate tante figuracce quante sono le bottiglie esposte trionfalmente sulla mensola sopra il camino? Spero proprio di sì.

Ormai siamo in confidenza, e nell’intimità delle pagine di Intravino voglio sondare quanti di voi possono vantare un posto nell’empireo dei peggiori bevitori del 2015 ormai concluso. Un recente studio americano che ha analizzato i vari tipi di ubriacatura, definisce quattro tipi di comportamento comune a chi ci ha dato dentro con gli alcolici. Ma noi uomini/donne di mondo sappiamo quanto siano ingenui gli americani, perché di categorie a mio avviso ce ne sono molte di più. Eccole:

1. La novizia
L’amica da sempre restia all’alcol sotto qualsiasi forma (anche l’innocua birretta con la fettina di limone dentro), quella che a cena ti faceva la conta dei bicchieri riempiti, la stessa che di fronte alle lamentele sui chili in più ti rispondeva alzando il sopracciglio “eh, certo che se tu non bevessi…”, per qualche misterioso motivo ha scoperto che il liquido contenuto nel calice non solo non è letale, ma pure buono se accostato al cibo. Da lì alla deriva il passo è breve, e come ogni persona schiava dell’autocontrollo, appena si allenta la presa l’alcol finisce inevitabilmente tutto lì: in mezzo alle gambe. E allora sono dolori, perché da controllato si assume il ruolo di controllore che poco ci appartiene, ma che fatica!

2. Manuel Fantoni
In un’altra vita era il disadattato della classe; se qualcosa andava storto con una ragazza il motivo era la congiura astrale contro di lui e non gli ettolitri di Aqua Velva irrorata sulle ganasce con il primo accenno di rasatura; sentiva il peso delle ingiustizie della vita assestato sulle proprie spalle, il mondo era contro di lui e lui contro il mondo. Per questo da adulto ha avuto il suo riscatto laureandosi all’Università della Vita. Si muove in un universo parallelo dove impera su tutto e tutti perché lui SA. E quando bevendo carica una briscola così grande da battere tutti gli assi del mazzo, si salvi chi può. Le donne soprattutto. Il rischio è quello di fare la fine di Turanga Leela quando si sveglia nel letto del Comandante Zapp Brannigan: cedere per sfinimento e odiarsi a morte per il resto dell’anno.

3. Il Molesto
Finto mite anche da sobrio, esprime il meglio di sé quando si imbottisce di alcol. Spesso è un professionista dalla vita ineccepibile, ma appesantito da qualche frustrazione sotterranea che ha scavato bene nel suo cervello. Mai come nel molesto ubriaco la locuzione “gettare benzina sul fuoco” è azzeccata. Non importa se quando hai alzato la mano sorridente, il cenno di saluto era per la tua amica appena entrata nel locale: il Molesto era nella traiettoria del saluto perciò abbassa lo sguardo e vedi di non ripeterlo più o ti aspetta fuori per chiarire la questione.

4. Piccione ripieno
Durante la quotidianità è arrogante con gli inermi ma servile coi prepotenti. Scolata una bottiglia, ama parlare di sé in terza persona aggiungendo il titolo professionale al proprio cognome per enfatizzare le probe gesta. Il più odioso.

5. Nostalgia canaglia
Questa categoria si declina bene sia al maschile che al femminile. Sguardo bovino, sorriso accennato, testa persa a rincorrere chissà quali ricordi. Complice una certa logorrea da metodo classico di solito intrattiene i commensali raccontando (male) episodi divertentissimi riferiti al Cenozoico, infarcendo l’esposizione con decine di dettagli inutili ma importantissimi solo per il narratore, che tende a non finire la storia perché inizia a ridere prima di arrivare alla conclusione.

6. Il logorroico
Quando beve non solo parla: si ascolta addosso. Proprio rovescia un fiume di parole autocompiaciute, discorsi sconclusionati legati da un filo conduttore noto solo a lui. Pericolosissimo, quando si tenta di squagliarsela è un campione nel fomentare sensi di colpa “Ma come, te ne vai? Aspetta un po’ dai, un altro bicchiere dai su”. Passando una serata con lui si espiano tanti peccati: una frequentazione da coltivare quando si crede di aver ricevuto troppo dalla vita.

7. Bonjour Tristesse
La sbronza triste colpisce tutti, prima o poi. Ma in alcuni di noi è proprio cronica. Inutile tentare colpi di teatro invitando al tavolo puledroni pettoruti o gazzelle dallo stinco fino, se un commensale è stato colpito dalla sbronza triste non farà che carotarvi la pazienza raccontando per l’ennesima volta dell’ultima storia finita male. E a quel punto, il dubbio sul perché di tanta tragica fine del suo amore sarà più chiaro a tutti.

8. Il provocatore
Uscire con un provocatore è una scommessa continua. Io ho almeno due amici che sono campioni regionali di provocazione estrema. Ormai ho una certa esperienza. Fanno amicizia con estrema facilità, e con altrettanta semplicità riescono a focalizzare i punti deboli del nuovo amico, pungolandoli senza pietà fino a che questi non comincia ad accusare un certo nervosismo. Per uscire con un provocatore bisogna avere due qualità: capacità di mediazione e buone, ottime gambe per la fuga, nel caso la mediazione non sia sufficiente.

9. Il comunicatore
Da sobrio è una sfinge, del tutto incapace di esporre i propri sentimenti, siano questi riferiti alla propria famiglia, al lavoro o a una storia che sta vivendo. Ma con uno, due, otto o tredici bicchieri diventa un colabrodo in grado di raccontare con dovizia di particolari come e quanto vuol bene alla zia Rosina che lo ha tirato su come se fosse suo figlio.

10. L’amicone
Questa è la categoria che prediligo, e della quale mi pregio di appartenere. Quando si beve duro, le vene vengono pervase da un sentimento di amore universale verso il prossimo e di possibilità facilissime da realizzare. Il guaio è che il giorno dopo ci si sveglia con la solita faccia, il solito lavoro, la solita storia da portare avanti.

Varie ed eventuali. A voi continuare la lista. Le feste concluse hanno sicuramente dato spazio alle vostre migliori performances, diamo una smentita agli studi di settore, riempiendo l’ultimo bicchiere prima di crollare nella più fragorosa digestione che il 2016 ricorderà.

Vi ho voluto bene.

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Sara Boriosi

Vivo come un’estranea nella provincia denuclearizzata, precisamente a Perugia. Bevitrice regressiva, il mio cuore appartiene al Carso. Dotata di una vena grottesca con la quale osservo il mondo, più dei vini mi piace scrivere delle persone che ci finiscono dentro; lo faccio nel mio blog Rosso di Sara ma soprattutto per Intravino. Gestisco con godimento la migliore enoteca della città, ma lo faccio piena di sensi di colpa.

8 Commenti

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rampavia

circa 8 anni fa - Link

Sono un 5 spiccicato. Mi sopportano solo perché pago io.

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Matteo

circa 8 anni fa - Link

Guerrafondaio: cultura medio-alta (rispetto agli avventori da bar) da sobrio odia il mondo, ma quando è pieno il rancore per i vivi non basta, quindi cerca nel passato della storia dell'uomo un pretesto per prendersela con un popolo/regione/provincia/comune/vicino di casa e cerca consenso e adepti per invadere nuovamente la Polonia ("tanto quelli sono abituati" cit.) ma in maniera più poetica: armati di sole balestre (da comprare su ebay o Amazon) o anche solo con un paio di coltelli da cucina. Istrionico.

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Jimmy

circa 8 anni fa - Link

11. L' arrabbiato Nella vita quotidiana è mansueto, buono come il pane e benvoluto da tutti. Mai una parola cattiva su altre persone, anche se si intuisce che gli stiano pesantemente sui cabasisi. Il problema insorge circa dopo la seconda boccia scolata in scioltezza, quando comincia a tirar fuori epiteti politicamente scorretti e battutine al vetriolo su tutto e su tutti, risalendo nelle migliori occasioni a quella gran zoccola della sua amichetta dell' asilo che non ci era stata ed ora non se la porterebbe a casa nemmeno un domatore del circo. Conclude in bellezza prendendo a calci il sacco a pelo, non è dato sapere se per enfatizzare ulteriormente i concetti espressi oppure perché non rimembra come fare ad aprirlo.

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Sara

circa 8 anni fa - Link

Siamo tutti mostri.

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suslov

circa 8 anni fa - Link

La gente e' brutta. Inclusi noi stessi. Beviamoci su.

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Paolo

circa 8 anni fa - Link

Il razionale a tutti i costi: quello che nel suo delirio alcoolico si rende perfettamente conto di stare malissimo, e SI maledice pensando "perché non mi son fermato un bicchiere fa?" In realtà non fa parte della categoria, perché una volta rinsavito ben difficilmente ci ricasca, e diventa un esteta del bere bene, bere il giusto.

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il farmacista goloso

circa 8 anni fa - Link

Touché ! Quelli che l'alcool... è solo un solvente. Ma finirà a spendere in alcolici più di un ubriacone incallito. Manca un pezzo alla poesiola perugina: Le feste son finite, Arriva la gastrite. Ma c'è la medicina, Ha nom Citrosodina.

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erique

circa 8 anni fa - Link

saggio mix tra molesto, logorroico e l'amicone. p.s. questa roba che nei commenti di intravino ti viene da essere sincero, quasi fosse un "caminetto" in famiglia, è letale.

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