Bestiario enotecario di fine anno. Sei un disastro, “esperto” di vino

di Intravino

[di Gianpaolo Giacobbo e Cristiana Lauro]
Le statistiche sugli acquisti natalizi parlano chiaro: il vino è fra i regali preferiti dagli italiani. Eppur non si direbbe, a sentire i rivenditori che lamentano un drammatico crollo qualitativo e quantitativo delle vendite.
Come si è mosso l’italiano di buon senso fra gli scaffali delle enoteche? Anzitutto con l’idea di stupire, scongiurando, nel contempo, l’inevitabile costumanza del riciclaggio, come accadeva con le vecchie cassette di Stock 84 e Vecchia Romagna etichetta nera. Quindi semaforo verde per vini di zone blasonate scelti fra le etichette più abbordabili, come l’Amarone della Valpolicella di Bertani (preferito a Dal Forno) o il Brunello di Montalcino di Banfi (preferito a Salvioni o Biondi Santi). In alternativa, la scelta è ricaduta sulla seconda proposta di grandi marchi, come Le difese della Tenuta S. Guido o il Primofiore di Quintarelli.

E l’intenditore? L’uomo dal palato esigente? L’uomo che non deve chiedere mai, a parte il prezzo? Ecco per voi un vero e proprio bestiario delle richieste del cliente che si proclama “esperto”. Un delirio.

– In un’enoteca del nord d’Italia un quarantenne fa esplicita richiesta di essere seguito dal più esperto, unica figura misurabile col suo palato fine, al quale si presenta senza mezzi termini così: “Salve, sono un esperto di vini e vorrei una bottiglia buona per il pranzo di Natale”. Il venditore, nel tentativo di orientarsi meglio su una richiesta piuttosto vaga, gli domanda quale vino lo avesse emozionato di recente e l’uomo risponde: ” era rosso e si chiamava Raboso!”. Il paziente venditore si scusa per aver terminato le ultime bottiglie molto buone di Casa Roma e Cecchetto e spiega che, purtroppo, l’unico Raboso presente in negozio è un prodotto per banchetti da 3,5 euro in scaffale. Improvvisamente sul volto del sedicente esperto si dipinge l’allegria e mentre pensa: “passa la boccia, Cow Boy”, pronunzia uno sconfortante: “va benissimo, mi dia quel vino, mi piacciono i qualità/prezzo!”

– In un’enoteca di Roma una signora chiede un grande vino per il cenone di Natale. Lo ha provato a una degustazione di esperti, si chiama Insolaia. Alla domanda: “Signora, vuole un Insolia o un Solaia?”, La signora risponde: “Era bianco! Comunque mi dia quello che costa meno”.

– Un volto celebre della TV entra in un noto locale e domanda all’altrettanto famoso sommelier una bottiglia di Champagne dal nome, questa volta, ignoto. Lo conosceva solo lui ma garantiva: è speciale, il più buono mai bevuto, devo fare un bel regalo! Il sommelier chiede la zona precisa di provenienza e il tipo risponde: Borgogna, aggiungendo dopo aver buttato un occhio ai prezzi in scaffale che, al limite, si sarebbe fatto consigliare volentieri anche uno Champagne italiano. Insomma, non aveva pregiudizi era decisamente di ampie vedute, talmente estese che è uscito con un bottiglione da 3 litri di conserva di pomodoro firmata da Gennaro Esposito e pagata 35 euro. Era felicissimo il nostro eroe, nella sua testa aveva risparmiato.

– Per finire, ecco il caso di quel signore distinto, grosso come una montagna, che entrando in una rivendita specializzata si è messo a parlar bene del suo stesso palato e, passando attraverso una richiesta “rompighiaccio” di Brunello di Bolgheri, è andato dritto al sodo, chiedendo il valore di un Biondi Santi 2001 che aveva ricevuto in regalo e che avrebbe con piacere rivenduto. Sul cliente privato che cerca di smerciare una bottiglia all’enotecario possiamo chiudere la nostra triste carrellata. È troppo, siamo veramente oltre, ai confini della realtà.

[Foto: Madeline Puckette of Wne Folly]

22 Commenti

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Carmelo Corona

circa 11 anni fa - Link

Mamma mia che spropositi.... Solidarietà di fine anno agli enotecari d'Italia... ed ai loro collaboratori.... Il minimo che possiamo fare...

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Claudio

circa 11 anni fa - Link

Ve lo do io il bestiario ma da cliente. Due in un'enoteca dove ho smesso di andare (zona Giambellino Milano). Mentre cercavo da solo quello che mi occorreva una delle commesse/titolari parlando del cliente precedente chiedeva alla collega "mi ha chiesto un rosso fermo gli ho dato xxx, e' fermo?". La volta successiva (e ultima) chiedo suggerimenti per una grappa e arrivo a casa con una cosa che non c'entrava nulla con quanto richiesto. Ritorno spiegando il loro errore risposta "non siamo dentro alle bottiglie". Piu' divertente l'episodio di quest'anno dove in quella che ora e' la mia enoteca di fiducia chiedo 3 vini ed il titolare mi fa: "complimenti per la lista, veramente bei prodotti, purtroppo li ho finiti tutti e tre"

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gionni1979

circa 11 anni fa - Link

Il famoso prosecco della Franciacorta.... :-) Auguri a tutti e buon 2013!!!!!!!

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Adriano Aiello

circa 11 anni fa - Link

Anche gli enotecari che ti illustrano i vini citando voti e bicchieri delle guide li raccomando fortemente...

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bruno

circa 11 anni fa - Link

Ieri a Roma in un punto vendita di un colosso della GDO una coppia domanda all'addetto ai vini : scusi ce l'avete il tocai?, e lui, si ce l'abbiamo sia bianco che rosso, e loro, ma noi cercavamo quello straniero, e lui, ce l'abbiamo sia italiano che straniero......

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maurizio gily

circa 11 anni fa - Link

preso alla lettera potrebbe anche non aver sbagliato ... anche se il tocai italiano e il tokay aksaziano non si potrebbero più chiamare così. Semplificatorio sì, ma bisogna considerare anche chi hai davanti.

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simone

circa 11 anni fa - Link

Da una parte e dall'altra spesso capita di sentirne di tutti i colori... non tutti i clienti che entrano in un'enoteca devono per forza essere dei grandi esperti di vini, e in un panorama così variegato tra etichette, denominazioni ecc... qualche errore anche grossolano può starci... quello che più preoccupa, come ha scritto Claudio, è "l'enotecaro"... lui si che dovrebbe essere preparato dato che é il suo lavoro e dovrebbe farlo da appassionato (poi capisco bene alcuni ragazzi nel reparto vini della GDO... messi li a riempire scaffali con poca o quasi nulla preparazione). Quello che più mi fa "incazzare" di molte enoteche é la soggezione che ti incute il propietario quando entri... ti guarda dall'alto al basso come dire "la so solo io", ti scruta l'abbigliamento per capire se sei uno che può spendere.... e se ti aggiri per più di 15 minuti tra gli scaffali ti si attacca al sedere e inizia a proporti qualche supertuscan... va bè... alla fine ne ho scritto un post tanto mi fanno girare... http://simodivino.blogspot.it/2011/11/non-stressateci-in-enoteca.html buon anno a tutti.

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MAurizio

circa 11 anni fa - Link

Bello. Mi è piaciuto. Condivido in pieno. IMHO il concetto va esteso a ogni negozio. Dalle librerie a quelli di vestiti. NON c'è niente che odio di più che il "Posso aiutarla ?" con accento inquisitorio del commesso/a di turno che, per l'amordiddio fa il suo mestiere, ma a me mette fretta/ansia/stress e in genere sortisce solo l'effetto di farmi uscire al più presto dal negozio (a mani vuote, ovviamente) con l'idea di non tornarci mai più. Se sono di buono umore e ho davvero bisogno di acquistare qualcosa, ringhio una risposta sul genere "NO. Faccio da solo" ma già hanno turbato la mia pace interiore. Adoro i supermercati perchè posso girarli con calma, in lungo e in largo, senza essere scocciato. Chi vende dovrebbe comprendere la psicologia del cliente. Ha bisogno di aiuto ? Viene a chiedervelo. Altrimenti aspettate pazientemente

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Stefano Cavallito

circa 11 anni fa - Link

Ragazzi che snobismo, però. Spero che nessuno mi ascolti quando commento un quadro in un museo.

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Mau

circa 11 anni fa - Link

Per fortuna il 2012 sta finendo... speriamo che il 2013 ci liberi da articoli banali come questi!

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Cristiana Lauro

circa 11 anni fa - Link

Mau, trovo che una delle cose più ordinarie degli ultimi tempi sia il definire qualcosa banale. Facci caso! @Maurizio : sì il "posso aiutarla? Chieda pure" è insopportabile. Mette a disagio, il contrario di ciò che mi auguro entrando in un negozio :-)

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maurizio gily

circa 11 anni fa - Link

anche per me l'offerta di aiuto è indigesta, ma per molti clienti non è così. Il motivo per cui vanno in enoteca invece che in un supermercato è proprio che vogliono essere aiutati. Insomma non tutti si sentono ganzi come noi.

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Vittorio Vezzola

circa 11 anni fa - Link

Siete perfidi, a Natale si vendono tutti prodotti a marchio che in tempi di crisi è ancora più importante. Non in tutti possono regalare magnum di Clos du Mesnil. Per quanto mi riguarda non ricordo particolari stranezze, in un caso un ragazzo voleva a tutti i costi il Moet blanc de blancs, che non sapevo come fabbricargli, alla fine ho capito che per lui i blanc de blancs sono champagne con la bottiglia bianca (intendeva l'ICE Imperial).

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patrizia

circa 11 anni fa - Link

ma quelli che ti chiedono il prosecco rosè o lo spumante senza alcol sono i migliori,,,eppoi ci sono quelli che vengono a raccontarti il loro shopping in cantina,o su internet, e dicono che proprio erano costretti a venire in negozio, eh già, che perdita di tempo confrontarsi....E' una pazienza fare l'enotecaria, però se hai un buon rapporto con le persone, le ascolti, condividi quel che sai - e devi sapere di vino, non di etichette - è sempre emozionante fare questo lavoro. Se questo Stato ci lascerà esistere come piccoli imprenditori, la nostra testimonianza per il vino di qualità e la ricerca continuerà..prosecco rosè o meno. AUGURI!!

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Giuseppe

circa 11 anni fa - Link

io solitamente vado sempre in enoteche nuove con 2 tipi differenti di tattiche: 1 se vengo aggredito comincio a sparare richieste su champagne impossibili da trovare ,almeno dalle mie parti , e mi sento sempre dire che sul mercato forse qualcosa si puo' reperire ma almeno me li tolgo dai c.... 2 giro butto un occhio ( ho un ottima memoria) e comincio a chiedere i marchi presenti ma in annate diverse...... ahhahhahahaha se poi la trovo e il prezzo e' onesto compro. la scelta di un vino e' un momento personale e se una persona ha bisogno di aiuto chiede e si fa consigliare altrimenti.................lasciateci in pace!

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Andrea Barbaccia

circa 11 anni fa - Link

Enotecario da lunga data penso che "Posso esserle utile" non sia un tentativo di costringere il cliente a comprare ma semplicemente un gesto di cortesia, da contrapporre al "non ti filo manco se me paghi". Con un semplice "no, grazie" ci si toglie dall'imbarazzo senza troppe frustazioni...comunque un posto nel bestiario lo lascerei per quel cliente che dopo una degustazione di Borgogna 2005 mi ha chiesto perchè non organizzassi una serata con dei Sassicaia "Magari di Gaja" parole testuali

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Manilo

circa 11 anni fa - Link

Secondo l'enotacaro che ti chiede se serve aiuto, mi sembra un gesto di cortesia, che deve essere apprezzato, poi con cortesia uno può rispondere anche no.

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Alessandro Morichetti

circa 11 anni fa - Link

Io nella chat dell'enoteca online non ho ancora trovato una formula migliore di "Salve! Posso essere d'aiuto?" per attaccare bottone con chi naviga sul sito. Chi mi suggerisce un approccio più efficace vince una fornitura di Barolo sfuso da Autogrill :-).

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Pietro

circa 11 anni fa - Link

Suggerisco "salve, se le serve aiuto sono qui, intanto guardi pure con calma" non obbliga a rispondere, fa capire di essere stati notati e rompe il ghiaccio cordialmente.

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Giuseppe

circa 11 anni fa - Link

questo mi sembra un modo gentile e commerciamente corretto!

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Cristiana Lauro

circa 11 anni fa - Link

Concordo con Pietro e con Giuseppe. Comunque sono dalla parte dell'enotecario, ne sente di tutti i colori... Comunque bisognerebbe stilare anche il bestiario dei sommelier. Ho parecchi ricordi buffi. Una decina di anni fa in un noto e costoso ristorante di pesce di Roma, io e il mio amico Bocs ci siamo sentiti dire che quello che noi definivamo sentore di tappo era una cosa nuova che si chiama barrique...quel sommelier ha circolato parecchio in giro, prima di darsi all'ippica. :-)

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alessandro bocchetti

circa 11 anni fa - Link

ma ci si è dato all'ippica? ne hai contezza? perchè potrebbe fare dei danni anche li... Per non parlare che quelli che davanti ad un vino ossidato, ti guardano con sguardo furbo, da esperti sommelier, e ti dicono "un po' di aria ed esce fuori" :D Oppure quelli che trovano "appagante" la ciliegia sotto spirito, ma quella è un'altra cosa :D Ciao A

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