Barolo Boys. La prima recensione non si scorda mai, specie se bella piccantina

Barolo Boys. La prima recensione non si scorda mai, specie se bella piccantina

di Alessandro Morichetti

64 minuti e 6,99 euro di streaming ben spesi per un film atteso e già molto discusso prima dell’uscita; dove “molto discusso” si riferisce non all’universo mondo ma a quello spicchio di provincia di Cuneo tra Barolo e Barbaresco, poco oltre per ora.

Barolo Boys – film di Tiziano Gaia e Paolo Casalis – è stato presentato venerdì scorso ad Eataly Torino e verrà proiettato in anteprima martedì 30 settembre al Cinema F.lli Marx sempre di Torino. Il circuito Eataly sta facendo da volano al lancio e prevedibilmente accoglierà il viaggio dei Barolo Boys che, 30 anni dopo, tornano in America come una rock band: quindi non c’è da stupirsi di Joe Bastianich come voce narrante e di Oscar “prezzemolino” Farinetti, presente anche quando non serve.

Barolo Boys è il racconto di 25/30 anni assai intensi della storia di Langa e prende il nome da come vennero chiamati in Usa i produttori animati da un desiderio di rivalsa rivoluzionario. Una parabola da esplorare per comprendere il profilo attuale di queste colline, modellate ora per concordanza, ora per contrapposizione.

Più didattico che d’impatto filmico, nonostante qualche scorcio mozzafiato, BB racconta una traiettoria vincente con l’amaro finale. Emerge l’entusiasmo dei cavalieri che fecero l’impresa in un film ordinato e coinvolgente, senza acuti. È la storia di Elio Altare, quasi voce narrante, che rinnegando il padre per trovare una dignità nuova, inizia a portare nuova linfa tra le colline di Langa, come altri prima di lui.

È anche la storia dei tanti che lo seguiranno (Roberto Voerzio, Chiara Boschis, Giorgio Rivetti e altri) intrecciata con le parole del Cav. Lorenzo Accomasso, quasi ridotto a macchietta “contadina”, con Bartolo Mascarello in sedia a rotelle e tracce di Citrico (Beppe Rinaldi) a difesa del modo classico di intendere il Barolo. “Il Barolo moderno per me non esiste”, dice Accomasso.

Che poi ci sia Carlo Petrini a difendere il tradizionalismo – in una regione Slow che nella guida congiunta col Gambero Rosso ha storicamente santificato Gaja, Altare e Spinetta – fa sorridere. “Io non mi riconosco più nelle nostre guide”, dice a un certo punto Carlin. Commento: ce ne eravamo accorti.

Col senno di poi, BB è un film sottilmente triste. È il racconto di una storia di successo, ma al passato. “Erano buoni, ERANO i più buoni” (min. 33:50), dice Chiara Boschis dei vini prodotti allora. “La barrique diventerà la tradizione”, dice Altare. In Langa, nel Barolo, la barrique è stata accettata e a lungo magnificata ma non è diventata tradizione.

“Avevamo il potere di cambiare le cose, che è la cosa più bella nella vita” (C. Boschis): riletta storicamente è una frase che porta in sé genesi e declino del successo, perché i Barolo Boys furono questo e il film lo racconta: parabola di un successo, di un’ambizione sana che ha portato a degenerazioni pericolose. È proprio Marc de Grazia – autentico commissario tecnico dei BB – a riconoscerlo: “Siamo colpevoli di aver esagerato nella nostra rivoluzione. Siamo andati a degli estremi straordinari e per questo ci meritiamo il castigo di tutta la tradizione e la storia del Barolo. Ecco, lo ammetto”.

Barolo Boys è un docufilm da vedere e commentare. La guerra è finita. O forse ancora no.

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

23 Commenti

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Alessandro

circa 9 anni fa - Link

L' ho ordinato un mesetto fa e mi è arrivato per posta sabato scorso (da subito mi era stato detto sarebbe stato spedito dopo il 20/9, indi nessuna critica). Spero di vedermelo una sera in settimana. Sono molto curioso.

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Gianni Ruggiero

circa 9 anni fa - Link

Ho sempre amato degli uomini di Langa il carattere austero,profondo,schivo( ma con immenso potenziale di espansione) di un grande Barolo tradizionale ma devo dire che anche questi"ragazzi"mi sono simpatici:)

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francesco papa

circa 9 anni fa - Link

senza i Barolo Boys il citrico se ne starebbe ancora sull'amaca a scrivere poesie strampalate..con la differenza che non se lo sarebbe filato nessuno

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Alessandro Morichetti

circa 9 anni fa - Link

E' una teoria interessante per la quale non esiste controprova. Che il successo dei BB abbia poi giovato ad altri per caduta è probabile. Come è altrettanto probabile che il successo di certi "non Barolo Boys" sarebbe arrivato ma più lentamente, magari. Adesso c'è un vento ben diverso.

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francesco papa

circa 9 anni fa - Link

può darsi. Di questi tempi furoreggia l'adorazione della cenere. Tutto ciò che profuma anche solo lontanamente di vecchio o ancor meglio stravecchio dai pali, ai cloni, alle botti, alle cantine è sinonimo di qualità e di rispetto del territorio. La natura è ciclica ed è giusto sia così. Ma il mondo è grande e c'è posto per tutti

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Rossano

circa 9 anni fa - Link

il vecchio a Barolo oggi è la barrique, fatevene una ragione

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Stefano Cinelli Colombini

circa 9 anni fa - Link

Qualunque fenomeno che fa crescere la posizione del vino italiano nel mondo, come è stato il caso dei Barolo Boys, va bene a prescindere. Certo però che un minimo di riflessione è d'obbligo; in questo ultimo mezzo secolo i media hanno scoperto miriadi di innovatori, scopritori e geni in ogni angolo del Bel Paese, e con così tanta abbondanza di fenomeni enologici ora dovremmo avere un Romaneé Conti in ogni poggio. Non mi pare che sia così.

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Alessandro

circa 9 anni fa - Link

"ogni tradizione è nata da una innovazione particolarmente ben riuscita"

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Stefano Cinelli Colombini

circa 9 anni fa - Link

Vero. Però per ognuna che vive ce n'é mille che falliscono, e oggi i media danno per acquisito il successo quando è ancora tutto da dimostrare.

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Nicola

circa 9 anni fa - Link

Sono quelli che per poco non stravolgevano il Barolo? Quelli che usavano la barrique nuova a manetta? Fortuna che la rivoluzione non è riuscita.

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francesco papa

circa 9 anni fa - Link

ne riparliamo tra dieci anni..nel frattempo attendo con ansia i nuovi Barolo affinati in botti di castagno, come da tradizione..altro che botti di rovere!!!

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Gianni Ruggiero

circa 9 anni fa - Link

nell'attesa leggiti qualche poesia strampalata,magari di qualche personaggio che non si è filato mai nessuno.Chissà..che ti potesse arricchire ulteriormente:)

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francesco papa

circa 9 anni fa - Link

sto dalla parte del torto perchè i posti della ragione sono tutti occupati

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Gianni Ruggiero

circa 9 anni fa - Link

Dai non fare la vittima,come hai detto tu giustamente al mondo c'è posto per tutti

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francesco papa

circa 9 anni fa - Link

non faccio la vittima ma questa tradizione "à la carte" di cui si fanno interpreti i vari Rinaldi, Mascarello & co. la trovo di uno snobismo insopportabile oltre che scorretta da un punto di vista storico. Se si vuol passare per i custodi della tradizione bisogna prendersi tutto il pacchetto, non solo ciò che fa più comodo. Adesso via agli insulti ;-)

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Luca MIRAGLIA

circa 9 anni fa - Link

Povero Bartolo, povero Baldo Cappellano, povero Beppe, sentirsi dare degli "snobisti insopportabili": ma hai mai bevuto una boccia di Barolo o sei di quelli che scaraffano il Tavernello?

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antonio

circa 9 anni fa - Link

A distanza ormai di 30 anni dai primi Baroli "Moderni", pensavo che la polemica fosse piuttosto stantia, ma vedo che l'uscita del film ha riacceso gli animi. A mio modesto parere la contrapposizione ha portato ad un generale miglioramento di entrambe le scuole, nel senso che i "modernisti" usano meno legno nuovo e meno estremismi in vigna. Dal lato dei "tradizionalisti" invece si vedono vini più puliti, dovuti soprattutto al rinnovo del parco botti vetusto. Quindi in generale, per quanto riguarda la qualità del Barolo, il bicchiere lo vedo mezzo pieno. Il film per se più che una narrazione della storia mi sembra più una celebrazione di alcuni produttori notoriamente Slow Food friendly con la partecipazione di un contraddittorio marginale. Dove sono i Sandrone, Scavino, Parusso, Renato Corino, Moccagatta e tanti altri che si vedono nelle foto dell'epoca? Mentre abbiamo, special guest, Farinetti, che all'epoca forse aveva appena cominciato a vendere lavatrici !!

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Raimondo Navarro

circa 9 anni fa - Link

Bravo Antonio, sottoscrivo al 200%. E poi dare degli snobisti ai tradizionalisti del Barolo é segno di grande ignoranza

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Gianni Ruggiero

circa 9 anni fa - Link

Vero è che la qualità di entrambe le filosofie abbiano garantito maggiore qualità ma questa discussione non la trovo per niente stantia e se mi permettete il ricordo di un aristocratico insopportabile snob..http://vimeo.com/19324761

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Raimondo Navarro

circa 9 anni fa - Link

grazie a Gianni Ruggiero per il filmato di Bartolo Mascarello. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, di frequentarlo, di godere della sua stima e se c'é una persona che ho conosciuto che non era assolutamente snob, ma totalmente alla mano, era proprio lui. Altrettanto non posso dire per taluni Barolo boys che "se la tiravano" niente male...

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Arturo

circa 9 anni fa - Link

Farei notare a chi ha postato il video di Bartolo Mascarello che è tratto dal film-doc "Langhe Doc", dello stesso autore (anzi, di uno dei due) del film-doc "Barolo Boys". Indi per cui...

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Gianni Ruggiero

circa 9 anni fa - Link

Ho notato!e allora?

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Gianni Ruggiero

circa 9 anni fa - Link

Hai per caso letto nelle mie parole,Arturo, una critica nei confronti di Elio Altare,persona con la quale ho un bellissimo rapporto,o altri?Amo bere i vini buoni e di conseguenza anche i loro,il mio era semplicemente un ricordo di un grande uomo del vino indi per cui...

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