Agricoltura biologica vuol dire suoli migliori di quelli convenzionali. Firmato Massachusetts Institute of Technology

di Antonio Tomacelli

In realtà la Biodinamica non ha spiegazioni scientifiche. Però, empiricamente funziona, quindi è una soluzione pratica.” Il tweet di Randall Grahm, iconico produttore californiano, è icastico quanto sfacciatamente definitivo e fa riferimento ad un articolo di Corby Kummer pubblicato sulla rivista digitale del MIT, il Massachusetts Institute of Technology. Vi risparmio le 5 pagine che affrontano il tema delle differenze fra biologico e biodinamico ma non la conclusione di Kummer:

“In the end, it comes down to faith. Scientific studies comparing organic and conventional farms have shown that organic farms have better soil quality, according to John Reganold, a soil scientist at Washington State University. But studies comparing the soil on biodynamic and organic farms show “mixed results,” he says.”

Meglio il biologico, insomma, dell’agricoltura convenzionale ma non è ancora chiaro se l’agricoltura biodinamica costituisca uno step ulteriore. Ormai molti scienziati ne riconoscono i risultati anche se non riescono a spiegare il perché. Di fatto, il suolo biodinamico è più fertile e vitale.

Io che non sono uno scienziato provo a spiegarvi la differenza tra agricoltura convenzionale e bioqualcosa con una tabella (foto in basso) della Syngenta, produttrice a livello mondiale di prodotti per l’agricoltura. In essa sono elencate malattie e “medicine” della vite e, come per tutti i farmaci ci sono le avvertenze:

Programmi da considerarsi indicativi e soggetti ai necessari adattamenti in funzione delle diverse realtà locali. Quanto riportato nel presente documento ha valore prevalentemente indicativo. Nell’applicazione dei prodotti seguire attentamente le modalità e le avvertenze riportate in etichetta.

Nota per Actara® e LUZINDO®: i prodotti contengono una sostanza attiva altamente tossica per le api. Non effettuare i trattamenti né in fioritura, né in immediata prefioritura (almeno 10 giorni prima).

Insomma, se ti ammali ti do la medicina ma la realtà è un po’ diversa. L’agricoltore convenzionale somministra ormai i farmaci a scopo “preventivo” seguendo un calendario prefissato, un po’ come se il vostro medico vi prescrivesse antibiotici e vaccini “a prescindere” durante l’anno per evitare le possibili malattie.

Domanda: come vi sentireste voi costantemente imbottiti di medicine contro tosse, influenza, febbre, raffreddore, acidità di stomaco, dolori articolari, emicrania e diarrea che probabilmente non vi verranno mai? Male, suppongo, e probabilmente la stessa cosa succede in una qualunque coltivazione sottoposta ogni giorno ad un simile “bombardamento”. Le conseguenze sono dure da sopportare e la lettura del più innocente bugiardino al capitolo “Effetti Collaterali” mette i brividi.

Sento già le proteste levarsi: “Senza farmaci, però ci si ammala”. Sono d’accordo, ma forse lo scopo della biodinamica non è curare le malattie ma evitare che un organismo, — qualunque organismo — abbia bisogno della cura preventiva.

Prevenire, lo sappiamo, è meglio che curare ma vallo a spiegare a chi progetta, produce e vende farmaci.

 [Immagine principale: Tenuta di Valgiano]

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

14 Commenti

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Vittorio Merlo

circa 10 anni fa - Link

"L’agricoltore convenzionale somministra ormai i farmaci a scopo “preventivo” seguendo un calendario prefissato, un po’ come se il vostro medico vi prescrivesse antibiotici e vaccini “a prescindere” durante l’anno per evitare le possibili malattie." Forse questo accadeva 30 anni fa, adesso anche chi fa convenzionale tratta seguendo gli andamenti meteorologici per peronospora e oidio e valutando il volo degli insetti per tignola/tignoletta. La tabella indicata nell'articolo consiglia quali principi attivi usare durante la stagione, non è il calendario dei trattamenti. Per favore se vogliamo seriamente affrontare l'argomento, lasciamo da parte i vari pregiudizi e le ideologie (da ambo le parti) e cerchiamo di approfondire oggettivamente le varie possibilità che la tecnologia offre.

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Davide G.

circa 10 anni fa - Link

La premessa e' che comunuque se un vino puzza di ossidato-volatile-stallatico-sudore di cavallo anche se e' sanissimo se lo possono bere loro. I migliori vini Biologici ricordate che non indicano da nessuna parte in etichetta che sono biologici, anzi conosco produttori che sono biologici e non solo non lo scivono in etichetta, ma si incazzano pure se li chiamano "biologici"

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Alessandro Morichetti

circa 10 anni fa - Link

Nell'articolo non si parla di vino ma di agricoltura, cerchiamo di rimanere in topic, suvvia ;-).

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Nicola Barbato

circa 10 anni fa - Link

illuminante punto di vista.

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silvana biasutti

circa 10 anni fa - Link

E' vero, anche noi umani possiamo curarci in modo più umano ed essere meno soggetti a effetti collaterali. Gli omeopati intelligenti non negano il valore salvavita del cortisone, ma darlo ai bambini quando hanno la febbe, come si fa oggidì, è un po' come usare il diserbo per evitare il paziente lavoro dello scavallatore (o nel caso delle strade provinciali, per evitare il paziente lavoro manuale degli operai che puliscono, tagliano, sarchiano). Ricordo che negli anni sessanta uscì la notizia che avevano trovato DDT nella carne dei pinguini. La chimica è preziosa, ma andrebbe (avrebbe dovuto essere) usata con una cautela infinitamente maggiore. Mi pare poi che scrivere biologico sulle etichette - non solo dei vini - abbia un senso relativo. Un esempio fra tanti: mi è capitato di acquistare lenticchie e ceci alla COOP, dove vado a fare la spesa. Per scoprire ,scritto in corpo 3 su 4,poi che provengono dal Canada, ma sono confezionate a Castelluccio. Però mi si garantisce che la loro produzione è avvenuta rispettando tutta una serie di principi (lavoro, ambiente, energia) che mi stanno bene, ma che a questo punto mi suonano melensi. Questo per dire che anche il biologico in agricoltura (scritto in etichetta) viene considerato alla stregua di un vantaggio competitivo. Chiedo scusa se oso tanto, ma finché non si recupererà una certa onestà ... lo so, lo so che è utopia ... però questo discorso va a incrociare quello sull'occupazione, eccetera.

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glenn gould

circa 10 anni fa - Link

Nella zona dove vivo,, Franciacorta,Un mio carissimo amico che lavora in un'importante azienda della zona mi riferisce che nel 2013 chi ha fatto biologico,ha fatto 20 - 23 tattamenti . Non ho nulla contro il biologico ..ma tutto stò rame .. etutti questi avanti e indietro nelle vigne... qualcuno mi illumini

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cla

circa 10 anni fa - Link

concordo con vittorio: i modelli previsionali vengono usati da tutti, se vi annunciano uno tsunami che fate, state in casa? con parte del pensiero di Silvana: purtroppo spesso (ma non sempre) il biologico ha un senso relativo soprattutto quando semplicemente usato come vantaggio competitivo; anche io ho parlato con veri produttori biologici che si lamentano dei finti produttori biologici; con glenn: gli strumenti a disposizione per vigneti bio sono pochi e poco bio (rame e zolfo), spesso sovrausati perchè per lo più infinitamente meno efficaci dei prodotti chimici; non mi pronuncio sul biodinamico; io non uso mediamente farmaci, ma se sto male sì; purtroppo soprattutto i patogeni fungini è estremamente difficile fermarli una volta che hanno attaccato la pianta, perciò i fungicidi si utilizzano per lo più in modo preventivo, ma per molti patogeni seguendo appunto i modelli previsionali e le indicazioni di tecnici e servizi fitosanitari; le variabili in un vigneto sono infinite, ogni vigneto è unico...come i bambini....sta a te essere un bravo genitore con gli strumenti che hai a disposizione....; sarebbe meglio consultare i tecnici, di varie scuole, ma pur tecnici, non astrologi, sciamani, filosofi .... o giornalisti... e i tecnici sanno che la lotta integrata (oggi chiamata IPM e usata da secoli dagli agricoltori esperti e lungimiranti) è l'unica vera soluzione, ovvero l'utilizzo di tutti i mezzi a disposizione (senza ideologie e dietrologie) a fronte di una analisi della situazione specifica e del contesto pedoclimatico

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maurizio gily

circa 10 anni fa - Link

in verità è proprio la seconda parte del pensiero di Randall che non è provata, come del resto scrive anche Corby Kummer. Poteva scrivere la biodinamica non ha spiegazioni scientifiche. Punto. Che funzioni, lo sostiene qualcuno che la attua, ma non è, al momento, una legge universale, le sperimentazioni fatte finora non hanno dato risultati chiari in tal senso. Forse dipende anche da COME viene attuata e da cosa si intende per biodinamica. In realtà il concetto di prevenzione è molto più importante in agricoltura biologica che in quella convenzionale, contrariamente a quanto ipotizza Antonio. Estremizzando, in convenzionale posso aspettare che compaia la malattia perché ho le medicine per curarla, in biologico no, perché i mezzi di difesa che ho sono molto meno efficaci. In viticoltura questo vuol dire che col biologico, almeno in annate favorevoli alle crittogame, faccio molti più trattamenti, con il rame, che in convenzionale. Il che, secondo un'opinione discutibile ma non peregrina, fa cadere del tutto l'idea di una maggiore sostenibilità ambientale. La questione è piuttosto complicata, certamente il dubbio si potrebbe sciogliere a favore del biologico se si trovasse un sostituto al rame meno tossico per il suolo e che consenta anche turni più lunghi di applicazione, per costipare meno il suolo. Ci si sta lavorando, e mi pare con risultati abbastanza promettenti.

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Andrea

circa 10 anni fa - Link

...finalmente iniziano ad uscire allo scoperto anche i Tecnici della vite, chi se ne occupa per davvero, perchè non se ne può più di queste sparate contro il "convenzionale" inteso come trent'anni fa. molti produttori, quelli responsabili, applicano da anni misure preventive molto costose (manodopera) e faticose per ridurre l'impatto chimico dei trattamenti o dei diserbi, con risultati a volte più a volte meno soddisfacenti. Io credo si stia percorrendo una strada sì lunga e tortuosa, ma anche coerente e potenzialmente vantaggiosa. per finire....sarei stato curioso di partecipare alla vendemmia 2013 in un'azienda che tratta solo con rame e zolfo...magari come curativo e non preventivo....qualcuno ha qualche dato di rese e gradazioni? Così per sapere...

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maurizio gily

circa 10 anni fa - Link

Andrea, dipende dalle situazioni, ma in generale la linea biologico ha funzionato se applicata correttamente. Con alcuni trattamenti in più e qualche perdita in più. naturalmente vale il discorso che il biologico in viticoltura lo puoi fare in zone vocate, non in riva ai fossi.

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sir panzy

circa 10 anni fa - Link

Quoto Gily: " La questione è piuttosto complicata, certamente il dubbio si potrebbe sciogliere a favore del biologico se si trovasse un sostituto al rame meno tossico per il suolo e che consenta anche turni più lunghi di applicazione, per costipare meno il suolo" Come un sistemico ad esempio, oppure un translaminare? ;) Abbiamo le soluzioni già a portata di mano. Basterebbe usare buon senso e una buona pratica agricola. Per fortuna il 90% dei vini che beviamo sono fatti in quel modo. E' decisamente più difficile combattere le ideologie che le malattie in vigneto...

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Andrea

circa 10 anni fa - Link

ben detto.

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maurizio gily

circa 10 anni fa - Link

sir panzy, ovviamente alludevo ad un prodotto biologico, non ad un sistemico. o meglio, in un certo senso, ad un sistemico biologico ... induttori di resistenza e consorzi microbiologici. penso che il futuro del biologico sia lì. Il convenzionale può contare già nel presente su mezzi efficaci e non necessariamente ad alto impatto ambientale. Il biologico invece trova alcuni limiti nei prodotti attualmente disponibili.

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cla

circa 10 anni fa - Link

Sono anni che ci sono prodotti cosiddetti "bio" e che si lavora e studia su di essi in tutto il mondo...esempio per antonomasia è Cuba, dove l'embargo ha bloccato la disponibilità di mezzi tecnici e i cubani si sono ingengnati a trovare alternative.....per necessità e non per moda.....nessuno arriva ad avere efficacia accettabile da solo. in integrazione più fattibile. Ma cosa sia davvero "bio" poi è un altro "paio di maniche".....anche il cianuro è bio....integrazione, buon senso e soprattutto conoscenza tecnico-scientifica!

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