Saldi (prima) di Natale | Un vero affare?

di Alessandro Morichetti

saldiManca un mese a Natale ma nel sottobosco commerciale girano con insistenza offerte prefestive da paura. Se la tua enoteca/ristorante risulta essere un buon cliente con solido potere d’acquisto, roba da 1+1. Vi rendete conto? Un cartone lo paghi, uno te lo regalano.

Chiamala scontistica, chiamala fidelizzazione, chiamalo come vuoi, a me pare una strada che tenta di svuotare le cantine e rivitalizzare il mercato ma finisce solo per mettere al tappeto chi non può spingersi a tanto. A conti fatti, dite che così girino più bottiglie e si facciano più affari? Nella prospettiva aziendale probabilmente si, in quella aggregata temo di no.Alcune considerazioni a cascata.
Siamo sicuri che domani ricomprerò da te, azienda “x”, quel vino che oggi ho preso col 50% di sconto? Uhm, ad occhio aspetterò che dopo di te passi l’agente “y” che mi faccia la stessa offerta per l’azienda “z”. E’ il mercato, bellezza, non sono mica qui a pettinare le bambole.
E poi, i piccoli produttori – quelli che per regalarti un cartone scoppia una crisi familiare – come reagiranno a un trend del genere?

Voi che ne pensate di strategie commerciali così spregiudicate? Sono l’unico che ne ha sentito parlare o sono capitate anche a voi? Ma soprattutto, sono una reale necessità o possiamo suggerire qualche alternativa praticabile?

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

8 Commenti

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

Lavoro parecchie cantine di nicchia e il fenomeno mi tocca marginalmente. detto questo credo opportuno separare la paglia dalla pula: ci sono alcune cantine che possono avere un'annata-no per tante ragioni (cambio agenzia di rappresentanza, errato posizionamento) comprensibili che possono portare alla celebre "calata di braghe". In quel caso io giudico con coscienza e mi domando il valore intrinseco del prodotto: se è valido e si è trattato solo di un'annata storta lo acquisto "sbragato" ma lo continuo a vendere al prezzo di sempre per rispetto al produttore. Quando invece la cantina è avvezza a questi giochetti, e ce ne sarebbero molte, lo acquisto "sbragato" e lo rivendo a prezzo di costo senza ricarico, per farlo deprezzare ancora di più, nella timida ma convinta speranza che siano i clienti stessi a rifiutarsi in futuro di riprendere un prodotto che troverebbero a scaffale oltre il 200% rispetto a quanto lo hanno acquistato da me. Diciamo che è il mio modo per fare un po' di pulizia da tanto (troppo) ciarpame che circola. Non pretendo di salvare il mondo né di diventare il grande "moralizzatore", il mercato vive benissimo con o senza di me, ma almeno di poter fare un po' di pulizia nella mia attività

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gianpaolo

circa 14 anni fa - Link

sorpendentemente, molte cantine pensano che basti fare del buon vino per avere successo, e finiscono per sottostimare l'importanza della parte commerciale. Listini estemporanei, fatti sul momento e diversi ogni volta, scontistiche improbabili o rigidita' incomprensibili. Tutto questo puo' screditare e svalutare tutto il lavoro buono fatto in azienda. Il listino deve essere unico, nel senso che deve essere studiato per poter far uscire il vino sul mercato, all'utente finale, allo stesso prezzo (compatibilmente con le politiche di ricarico delle enoteche e dei ristoranti, ma ad uguale ricarico deve corrispondere uguale prezzo finale). La scontistica esiste, e deve esistere, perche' esistono opprtunita' ed esigenze diverse, ma quando lo sconto supera il 20%, motivato in qualunque modo si voglia, non e' piu' uno sconto ma uno sbracamento. E come giustamente e' stato detto, questo provoca sempre effetti negativi sull'azienda, per ovvi motivi. Proviamo a pensare a colui il quale ha comperato il vino senza lo sconto. Fino al 20% lo puoi giustificare con le quantita', con i pagamenti, con diversi motivi, e chiunque dotato di buon senso puo' capirlo. Inoltre uno sconto del genere di solito non viene passato al cliente finale, ma viene incamerato come maggior profitto dal dettagliante, e quindi non svaluta il prodotto. Quando si va sopra, tutto questo cambia, chi ha comprato il vino da te senza lo sconto si trova costretto a venderlo ad un prezzo piu' alto di colui che ha avuto lo sconto, e quindi o ha problemi a venderlo oppure si trova costretto a venderlo sottocosto: in tutti i casi ti odiera'. Palle ferme, e' l'unica.

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Dan Lerner

circa 14 anni fa - Link

Onda lunga della crisi? Ne avevamo parlato giusto prima dell'estate: allora forse si trattava di svuotare magazzini prima della sosta agostana, e oggi magari di imbellettare i numeri fine anno... ma in sostanza si tratta di scelte che i flussi reali di mercato non li spostano certo, mentre possono molto facilmente generare lo sputtanamento duraturo e difficile da recuperare di una azienda produttrice. La mia idea riguardo ai prezzi e al mercato non è sostanzialmente mutata e mi pare si ritrovi nelle parole di Gianpaolo, che condivido.

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Alessandra

circa 14 anni fa - Link

La svendita è una cosa intrinsecamente negativa..figuriamoci poi se usata in modo così spregiudicato... solo in taluni casi, come dice il buon Fabbretti, potrebbe essere comprensibile.. ma altrimenti resta un gioco al massacro, non c'è ripresa, incanala il mercato senza via d'uscita, soprattutto in un clima come quello attuale dove il risparmio è chiaramente visto con un'ottica diversa. Mi domando dove ci porterà tutto qs, il 3x2, il 50%in regalo...ma soprattutto...ma come fanno questi produttori a vendere a quei prezzi??? e poi ..com'è possibile che chi compra a queste condizioni non si faccia qualche domandina in più...? Va bene che la cultura sul vino ancora è un miraggio..ma fino a questo punto...cmqe...anche se da donna...palle ferme mi sembra sia perfetto!!

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Giulia Fontana

circa 14 anni fa - Link

La mia idea è una ricetta con pochi ingredienti : rispetto per il consumatore + coerenza onestà ed equilibrio del produttore. uno sconto adeguato è giustificato, altalene di prezzi in base alle giacenze NO.

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Simone e Zeta

circa 14 anni fa - Link

Lo sconto, che io intendo in merce, deve essere un premio che l'azienda dà al ristoratore. Tu mi acquisti una importante quantità di vino, sopra il minimo di spedizione, credi in me, io ti premio. Oggi sappiamo di aziende che hanno prezzi medi per vini, che sono meno della metà di quello di listino. Ci sarà da cambiare molte cose, qualcuno chiuderà, ma dobbiamo tornare alla realtà. Definire il prezzo di un vino, non è come farlo per un televisore, ci sono molti fattori geografici, culturali, logistici, e anche la capacità di capire quanto quel vino può valere.

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prezzo

circa 14 anni fa - Link

interessante post e commenti ..... Sven dalla Finlandia

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Nicola Pascazio

circa 14 anni fa - Link

......Manca un mese a Natale ma nel sottobosco commerciale girano con insistenza offerte prefestive da paura. Se la tua enoteca/ristorante risulta essere un buon cliente con solido potere d’acquisto, roba da 1+1. Vi rendete conto? Un cartone lo paghi, uno te lo regalano....... Un gioco al massacro. Le grosse Cantine devono andare in G.D.O. Immaginate una testata di gondola con un bag in box (linea GDO)di una cantina storica con il logo ben stampato sulla facciata a € 11,90. Una garanzia per il consumatore di massa. Una possibile promulgazione della Marca in strutture dove oramai sia i vini "Qualificati", forniti da distributori locali, che quelli in "Dame" si vendono ad autotreni. Queste ultime sono il risultato di lavorazione da vinacce con margini elevati per la G.D.O. A mio parere questi ultimi vorrebbero un prodotto locale Qualificato ad un giusto prezzo. Si riuscirebbe così forse a ridurre gli acquisti di prodotti anonimi, migliorando la qualità che il Produttore dovrà comunque sostenere sia per il brend sia per il mercato, in qualità di Leader. Ed il consumatore "medio" o di "massa" schiacciato sempre più da prodotto non qualificabile. A discapito di chi?

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