Vigna Barbatto Chiaromonte | Come svuotare una bottiglia e vivere felici

di Antonio Tomacelli

Ritorno dopo un anno ad Acquaviva delle Fonti e quasi nulla è cambiato nella cantina di Nicola Chiaromonte. Il torchio è ancora lì e c’è qualche piccola cisterna in acciaio in più. “Assaggiamo qualcosa?” dice Nicola e mi rifila un bicchiere di “metodo classico a modo mio”. Giuro, tutto mi sarei aspettato fuorchè una bollicina chardonnay con i lieviti sospesi nella terra del primitivo! Il dio Bacco però è magnanimo e ci assiste: quelle poche bottiglie “sperimentali” non finiranno mai in commercio e il sospetto di aver fatto da cavia è forte.

Meglio buttarsi a corpo morto sul primitivo e qui il discorso si fa serio. Grazie alle dritte di qualche amico e all’esperienza di questi anni, Nicola ha deciso di vinificare e imbottigliare separatamente le due particelle che componevano il blend del Primitivo Muro Sant’Angelo, che resta ma viene affiancato dal Vigna Barbatto. Poche le bottiglie come al solito (4.500) ma la particella di vecchie vigne ad alberello è poco meno di un ettaro. Versato nel bicchiere il Primitivo fa la sua solita figura: denso, scuro e talmente carico di colore da rimanerti appiccicato sulle dita per giorni.

Al naso il Vigna Barbatto è la goduria fatta a forma di vino: la confettura di prugna è la prima che senti, segue un inteso cioccolato amaro che copre appena le note fumè. Poteva bastare, ma che primitivo sarebbe senza due tiri di macchia mediterranea a rifinire il tutto? Il cisto d’estate e qualche briciola di origano chiudono il piacevolissimo esame olfattivo e finalmente si beve. Il primo sorso è ciliegioso, profondo e intenso, in perfetto Chiaromonte Style e, conoscendo il tipo, non mi stupisco per la leggerezza di quei quindici gradi e mezzo di cioccolato e freschezza. Il vino scorre via che è un piacere, trattenerlo è difficile. I tannini morbidissimi e il sapore (si, il sapore) di un bicchiere da favola ti invogliano al riassaggio e, a quel punto, hai già spedito mentalmente a quel paese il simbolo stesso della tua professionalità: la sputacchiera. Questo ce lo scoliamo, Nicola, e al diavolo le tue bollicine!

Primitivo Gioia del Colle doc Muro Sant’Angelo Vigna Barbatto 2007 – Nicola Chiaromonte. p. 91
Prezzo in enoteca: euro 21,00

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

3 Commenti

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enzopiet

circa 13 anni fa - Link

Tomax magari avvisi quando sei dalle mie parti ! Avrei RIfatto la cavia anch'io molto volentieri. L'ultima volta che sono stato da Chiaromonte, qualche mese fa con il tuo amico V.V., abbiamo assaggiato di tutto di più. Il gentil Nicola prelevava campioni di prova dalle sue differenti barrique e ci deliziava con i suoi piccoli capolavori. La sputacchiera, almeno per il sottoscritto che non guidava, rimase bella, pulita e immacolata...

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Antonio Tomacelli

circa 13 anni fa - Link

La prossima volta ti avviso ma non credere che siamo stai cu i man in man! Abbiamo fatto tutto il percorso, barrique dopo tonneau dopo cisterna dopo barrique :-) P.s.: V.V. sarà amico tuo: io non frequento certa gente :-D

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Vitruvio

circa 13 anni fa - Link

come diceva quell'antico adagio "cresci figli cresci ......." V.V.

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