Vajra o la spiritualità del terroir Barolo | Perché nella Langa si è solo custodi
di Andrea GoriTra i tanti celebrati cru del Barolo, il Bricco delle Viole ha da sempre un nome fortunato, ed una magia tutta sua. Il peccato più grande sarebbe quello di limitarsi a conoscere solo questa gemma preziosa, senza scoprire le piccole perle della produzione di Aldo Vaira, uno dei personaggi più schivi ed al contempo gentili, decisi e langaroli che si possano trovare. L’incontro con lui e con Milena, sia davanti ad un banco di assaggio che in cantina, ha sempre un’atmosfera speciale, slegata dal tempo, che permane nei ricordi per molti giorni. Un modo di fare d’altri tempi, una grande ritrosia ad apparire e a pontificare, come per sottolineare la voglia di concentrarsi sul lavoro e sulla terra, raramente così rispettata e venerata. Lo si avverte immediatamente, appena entrati nella sala degustazione: ovunque campioni di terreno, essenze profumate, mappe, sotto le finestre ritagliate in modo da osservare le vigne.
E lo si avverte in maniera più mistica e spirituale in cantina dove in ogni angolo serbatoi, botti, attrezzi, sono avvolti e guidati da magie di luce multicolori, per opera delle vetrate artistiche di Padre Costantino, un architetto che amava far riflettere, pregare e far parlare i luoghi dove le persone vivono e lavorano. Aldo ci guida tra le barrique arrivate da Romanée-Conti, quelle che contengono le vinificazioni sperimentali dell’Università, e quelle che portano all’interno i prossimi Barolo. E’ vero, ci sono i cru e i vari Barolo da assaggiare, ma tutta la gamma merita un approfondimento.
Langhe Bianco 2009
Scommessa grandissima ai tempi di Aldo che raccoglie barbatelle dall’Alsazia fino in Germania per ottenere un risultato che rimanesse. Vino che ha passo lungo e necessita di tempo per esprimersi ma quando procede a briglia sciolta è un prodigio di note agrumate, citrino fresco, rilassante e croccante, un floreale incantevole, bocca ricca, sapida e minerale, un piccolo grande Nahe di Langa. 88
Barbera d’Alba Superiore 2007
Ricco, polposo, dalla dinamica carnosa; bocca sapida, ciliegia, finale tra cardamomo e leggero pepato. 84
Langhe Nebbiolo 2009
Da vigne di Barolo e da Sinio, molto simile a Serralunga: cumino e fragole, cenno di rabarbaro, nota di legno, bocca molto dritta, finale agrumato. 86
Dolcetto Coste & Fossati 2010
Acceso e vispo, profumo accattivante: amarena pepata, anice e sandalo; tannino intenso ancora un poco crudo ma succosissimo. 84+ (da aspettare)
Freisa Kyè 2009
Polposo e ricco, appena insolito per la freisa ma in realtà è la grande maturità e pienezza che colpisce; freisa non tipicissima ma vino molto piacevole. 83
Barolo Albe 2007
Tre vigneti: Coste, La Volta, Vergne. Tre cru distinti ma solo un vino, facile, che si beve tranquillo, dal prezzo decente; ha la grazia del Barolo classico e la forza dell’annata. Rosa, china, rabarbaro, quasi arancio, tannino fitto, finale incantevole e aggraziato. 87
Barolo Bricco delle Viole 2007
Ampio e delicato: china, cumino e scorza d’arancio, aggraziato e femminile, ginger. Bocca dinamica dal tannino vivace, finale lunghissimo. 94
Barolo Baudana 2007
Caffè, confettura di ribes, lampone, balsamico: finale molto ricco, rosa thea, tannini di Serralunga, profondo, ricco. Menta e pepe rosa. 88
Langhe Rosso PN Q497 2009
Una convincente interpretazione piemontese del pinot nero: frutta di bosco rossa e nera, liquirizia, sandalo e mirto. Bocca territoriale, classica, impronta succosa e decisa . 88
Ascoltare Aldo che descrive i suoi vini è qualcosa di speciale. Dietro ogni etichetta (sono tantissime, anche un celebrato Moscato d’Asti ed un intrigante Alta Langa Rosé) si nascondono storie che nascono sempre da una mappa, da una parcella, da una persona che ha curato quegli ettari prima di Aldo e che in qualche modo ha lasciato il suo segno nel cercare di scoprire e far esprimere la vocazione del terroir.
Esemplare in questo senso la storia con cui Aldo è riuscito ad avere l’onore di coltivare gli ettari della famiglia Baudana a Serralunga oppure le vicissitudini legate al riesling, la volontà di far parlare in maniera leggera e delicata e “giovane” un Barolo come Albe, con le vigne più recenti. O ancora le piccole grandi scoperte dei terreni per il pinot nero. Parlando con Milena e Aldo si ha la dimostrazione pratica della magia della Langa, del suo affidarsi agli uomini più sensibili e capaci nella vocazione ad una ricerca che coinvolge persone, coppie, famiglie, generazioni che su questa terra sembrano custodi sempre in affitto, e mai proprietari fino in fondo.
[Foto di Aldo e Milena: Degustateurs.com]
13 Commenti
Gionni Bonistalli
circa 12 anni fa - LinkVini splendidi e persone splendide!!!
RispondiAmy Bellotti
circa 12 anni fa - LinkSo very true... splended winemakes and wines!
RispondiStefano Ghisletta
circa 12 anni fa - LinkDa loro ogni momento è speciale, si è sempre al centro delle attenzioni anche se arrivi nel periodo delle vendemmie. I Vaira non si accontentano di parlarvi dei loro ottimi vini, ma sono persone che privilegiano il rapporto umano. La foto pubblicata è di Nonsolodivino.
RispondiDaniele
circa 12 anni fa - LinkLui credo sia il 'promotore' in Italia del movimento Terroir UGM francese, che ha organizzato allo scorso vinitaly una degu monumentale dei soci dell'associazione (Dagueneau e Selosse tra i tanti)...ah degustazione gratis! (I was there, tiè) Fu così coerente con se stesso da non portare neanche una sua bottiglia, cosa che gli fa onore, ma non avrebbe di certo sfigurato.
RispondiRisiko
circa 12 anni fa - LinkAldo Vajra, un vero gentleman del vino.
RispondiTommaso Farina
circa 12 anni fa - LinkUna famiglia bellissima.
RispondiNereo Pederzolli
circa 12 anni fa - LinkLi conosco da 30 e più, vendemmie. Speciali. Come i loro vini.
RispondiSimone Maglioni
circa 12 anni fa - Linkimpossibile non voler bene ad una famiglia così,persone splendide e professionisti esemplari. Grande Aldo e meravigliosa Milena !!!!!!
RispondiMaurizio roca
circa 12 anni fa - LinkFamiglia fantastica,vini meravigliosi.meritano il successo che stanno ottenendo!!!!
RispondiTommaso Farina
circa 12 anni fa - LinkSecondo me il Kye merita un commento a parte. Un vigneto di freisa su cui un nonno o un bisnonno si erano intestarditi, a quanto mi risulta. Il risultato è questo rosso austero ma non ponderoso, che ha la finezza e la rusticità di un abito di moleskine (no, non il block notes, il fustagno morbido inglese). Il non plus ultra sul coniglio al cioccolato, a parer mio.
RispondiLeonardo
circa 12 anni fa - LinkConcordo pienamente, anche sull'abbinamento. E sottolinerei anche la qualità del moscato di Vajra, che manca nella lista dei vini degustati dal Gori. Peccato solo che nel corso degli anni i vini di questa splendida famiglia hanno subito un discreto aumento dei prezzi, anche se il rapporto qualità prezzo resta comunque notevole.
RispondiRoberto Dal Ponte
circa 12 anni fa - LinkQuoto. La Kye è un rosso importante. Per altro la 2009 mi é parsa una gran bella versione, decisamente superiore al Nebbiolo pari annata, per dire.
RispondiElena
circa 12 anni fa - LinkGrandi persone, mi colpiscono gentilezza eleganza e grande umilta' , caratteristiche che si ritrovano poi nei vini. Che volere di più?
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