Tentazioni trasversali | Se ami le bollicine, ami queste birre
di Marco PionCi sono persone che hanno un’idea della birra limitata alla bionda lager industriale da pizzeria. Magari una birra di qualità o due le hanno pure provate, ma alla fine non erano così divertenti da far cambiare loro idea. Quelli che “la birra non mi piace” e che quindi si perdono, senza volere, alcune gioie per il loro palato sono molti; ma se sono appassionati di vino forse c’è un modo per aprire loro una porta su un mondo dal quale poi non vorranno più tornare indietro. Cominciamo a suggerire qualcosa da bere a quelli a cui piacciono le bollicine e vediamo l’effetto che fanno loro alcune birre che dovrebbero incontrare i gusti di chi ama il perlage.
La prima birra da nominare è senza dubbio la Deus prodotta dalla Bosteels Brouwerij. Il processo di produzione di questa birra è piuttosto lungo: dopo essere stata prodotta nelle Fiandre, viene mandata vicino a Épernay dove viene rifermentata e trattata come uno Champagne, seguendo il rigoroso e tradizionale protocollo di rotazione della bottiglia e rimozione del lievito. Il risultato finale è una birra che non tradisce le proprie radici belghe sommandole ad un’effervescenza molto marcata.
Sul lato “Brut” punta anche Malheur che produce ben tre diverse birre “spumante” nelle Fiandre che seguono fedelmente il metodo champenoise. Per la produzione della Malheur Dark Brut vengono anche utilizzate botti di rovere americano fabbricate appositamente per la birreria.
In Italia il matrimonio con lo Champagne lo celebra l’Equilibrista di Birra del Borgo: 50% mosto di Sangiovese e 50% mosto di birra vengono fatti fermentare per poi essere imbottigliati con l’aggiunta del liqueur de tirage, posti sulle pupitres con conseguente remuage eliminando poi le fecce con la pratica del degorgement ed aggiungendo il liqueur d’expedition. Da tutto questo francese nasce una delle birre italiane più uniche e sorprendenti; servitela fredda come aperitivo e fatevi stupire da come “non sembra una birra”.
Oltreoceano Boston Beer Co. ha collaborato con la tedesca Weihenstephan, produttore storico e tradizionale, per creare una birra Champagne nel rispetto del Reinheitsgebot, l’editto di purezza tedesco. La Infinium è una birra fresca, con bolle fini ed aroma fruttato e speziato. In bocca è fresca e delicata con leggere note citriche di luppolo.
Un’altra birra-spumante difficile da trovare come la precedente ma da provare, stando alle positive recensioni lette in rete, è la tedesca Sylter Hopfen (home solo in tedesco), birra a bassa fermentazione. Le note lattiche e citriche ricordano quasi un Lambic giovane ma con una carbonica molto “champenoise”.
Quindi preparate i calici ed il secchiello del ghiaccio, che c’è una birra anche per voi!
21 Commenti
Schigi
circa 12 anni fa - LinkSulla Deus...non ho mai creduto a questa transumanza verso la Champagne delle bottiglie...e se fosse vero sarebbe comunque una delle più grosse cagate del secolo.
RispondiTyrser
circa 12 anni fa - LinkL'animo nomade ce l'ha: appena la stappi tenta subito di scappare... :-)
RispondiGiacomoPevere
circa 12 anni fa - LinkDi questa "trasumanza" non sapevo nulla fino ad oggi, io quando l'ho provata son rimasto contento e ho bissato abbondantemente. Molto buona.
RispondiINDASTRIA
circa 12 anni fa - LinkA me non ha mai convinto. Non regge nemmeno per sbaglio né il prezzo né l'hipe che si porta dietro. Ci sono tante di quelle belghe, da pochi spiccioli, migliori... Purtroppo mi mancano le Malheur delle quali si parla meglio.
RispondiGabriele
circa 12 anni fa - LinkQuelle poche volte che ho bevuto la Deus l'ho trovata, oltre che costosa, piuttosto "gnucca" e pesante. Concordo.
Rispondiadvinum
circa 12 anni fa - Linkconcordo .. costosa e sopravvalutata
Rispondigiulia angela
circa 12 anni fa - LinkEppure è vero... La Deus la tenevo in carta al ristorante nel 2007, si sposava bene con carni di maiale e primi piatti delicati, un bel matrimonio - Era bello servirla agli ospiti che sorridevano quando la vedevano servita dentro la flute. Ricordo che il rappresentante mi diede i gadget di questa birra, appunto flute e la sua glacette :-). Comunque me la ricordo buona.
RispondiNic Marsèl
circa 12 anni fa - LinkHo bevuto solo la Malheur Cuvée Royale 175 (etichetta azzurra), sinceramente senza emozione se non quella del prezzo :-(
Rispondipietro
circa 12 anni fa - LinkMeglio la Dark Brut, decisamente meglio!
RispondiManila
circa 12 anni fa - LinkQuoto e sottoscrivo Schigi!!!
RispondiLeo
circa 12 anni fa - LinkCiao Marco Per quanto riguarda L'Equilibrista, il Sangiovese credo sia stato utilizzato nella prima edizione: in questa seconda il mosto è di Chianti (http://birradelborgo.it/it/birre/scheda/20/equilibrista).
RispondiAndrea Petrini
circa 12 anni fa - Linkè stato usato sangiovese dell'azienda Bibbiano mentre quest'anno è stata usato mosto di malvasia sempre della stessa azienda
RispondiLeo
circa 12 anni fa - LinkScusate, troppa fretta, ho scritto uno strafalcione. Dietro alla lavagna!
Rispondiblond
circa 12 anni fa - LinkA me non dispiacciono...sono birre un po fuori norma,ma di sicuro non una cagata del secolo...che non piacciano è un altro diascorso....
RispondiSimone e Zeta
circa 12 anni fa - LinkMi intrigano, tuttavia il mio approccio da completo ignorante, sarebbe piuttosto selvaggio. Le proverei tutte, finendo per bere (tantissimo) quella che mi piace ;-)
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 12 anni fa - Linknon c'è niente da fare chi nasce vinista, vinista muore. Non sempre la contaminazione è proficua. Per quanto mi sforzi non riuscirò mai a farmi piacere una IPA (indian o meno), una ALE, o anche una semplicissima Orval. Se e quando bevo birra Vado su Imperial Stout (principalmente De Molen) e Barley Wine (il connubio Brewdog Mikkeler nella Devine Rebel è notevole) evitando birre che abbiano fatto abinamento in botti di distillati. Unica deviazione è la Westvleteren 12... che poi tanto deviazione non è vista la gradzione.
RispondiTommaso Farina
circa 12 anni fa - LinkLa Rodenbach Grand Cru?
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 12 anni fa - Linkassaggiata non recentissimamente, se non ricordo male aveva una sorta di spunto acetico che non avevo trovato gradevole. Non so esattamente come venga prodotta ma mi ricordava le acidità lambiccheggianti con un tono più vinoso, difettosa a mio avviso di un tenore alcoolico e di una morbidezza che riequilibrasse il totale. Sarò stato troppo superficiale all'assaggio? Ricordo solo che non ne avevo ricevuto una grande impressione, d'altro canto non sono un esperto di birre e i miei canoni di riferimento si rifanno al vino. Ad ogni buon conto, se pensi che dovrei riassaggiarla farò in modo di procurarmela e ti farò sapere.
RispondiTommaso Farina
circa 12 anni fa - LinkE' esattamente come l'hai descritta.
Rispondimauro
circa 12 anni fa - Linkwww.birracodiceabarre.it andate a dare un'occhiata...
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