Solare di Capannelle | Verticale del supertoscano molto chiantigiano

di Leonardo Romanelli

Capannelle è un’azienda modello, creata nella metà degli anni Settanta dall’intuizione di un personaggio come Raffaele Rossetti, che scelse il Chianti Classico come luogo ideale per mettere in pratica le sue idee innovative sul vino. Nato a Firenze ma romano d’adozione, scelse di diventare vignaiolo senza nessuna tradizione familiare alle spalle – cosa che, in Toscana, per molto tempo è stato un evento piuttosto raro. Aveva lavorato a lungo all’Eni di Enrico Mattei, poi aveva costruito un’azienda di laminati plastici, ma la Toscana era diventata il suo laboratorio creativo. Azienda perfetta dicevo, curata come un giardino, per la quale aveva inventato la bottiglia di vetro incavata per le etichette in argento o in oro, create allo scopo di accrescere l’importanza del prodotto.

Aveva poi costruito una delle prime joint venture con Avignonesi, con la creazione del 50&50, un vino prodotto con il sangiovese chiantigiano ed il merlot dell’azienda poliziana. Da molti anni, Capannelle è proprietà di James Sherwood, a lungo amministratore del gruppo Orient Express, e ne ha mantenuto intatto il fascino e l’attenzione alla qualità. A dirigere l’azienda troviamo Manuele Verdelli, che porta avanti il lavoro insieme ad un giovane staff entusiasta: in cantina opera da sempre Simone Monciatti, la vera memoria storica della fattoria. Quello che segue è il resoconto di una verticale di Solare, un blend di sangiovese e malvasia nera, negli anni che vanno dal 1996 al 2005.

1996. Alla vista si presenta di un rosso granato lieve, con profumi di frutti maturi come prugna, netti, con lieve nuances speziate. Buono l’attacco in bocca, dove l’acidità si mostra bene in evidenza. Tannini morbidi, di gradevole godibilità generale, ha un bel ritorno balsamico e floreale. 89

1997. Il colore si mantiene rubino ma con note granate in evidenza. Intrigante nei profumi, con le erbe aromatiche  a dominare, poi frutti cotti, come castagna arrostita, fiori secchi in potpourri, cenni di chiodi di garofano. Al gusto si mostra vivo, saldo, di gradevole e prolungata persistenza. 91

1998. Meno fitto il colore, dove il granato appare molto più evidente. La confettura di more è il profumo prevalente, che lascia poi spazio anche a cenni di tostato di caffè e tabacco. A livello gustativo si esalta la parte minerale, con buona sapidità; non troppo lungo nella parte finale, ma netto e succoso. 87

1999. Molto bello il colore, di un rubino intenso e profondo. Sono le note di caffè a prevalere inizialmente, poi cioccolato, anche frutti maturi di bosco come le more e piccoli accenni di cannella. Morbido all’ingresso in bocca, suadente, dotato di giusto nerbo acido, per un finale saporito e lungo. 90

2000. Il colore si mantiene di una bella tonalità rubina. Non troppo espressivo al naso, lascia trasparire solo qualche nota fruttata. Sottile, lieve, in bocca si mostra con cautela, senza eccessi, equilibrato, per un finale non immenso ma sempre pulito e piacevole. 86

2001. Bello alla vista, con un rubino luminoso interessante. Bagaglio aromatico complesso, dove le note di alloro e salvia si uniscono a quelle minerali, poi frutto nitido, come mirtillo fresco e ciliegia. L’attacco in bocca è suadente, morbido ed avvolgente, tannini integrati, fresco e gustoso, per un finale estremamente prolungato. 93

2003. Fitto e profondo il colore rubino. Nella parte aromatica si riconosce per prima la confettura di prugne, quindi ciliegie mature, e poi qualche cenno di pietra focaia. In bocca sono i tannini che si fanno sentire, leggermente slegati dalla parte alcolica, ma tiene bene l’insieme. Finale medio. 85

2004. Ottimo il colore, con qualche sfumatura porpora, sul rubino intenso. Note balsamiche rallegrano i profumi, poi frutti di bosco variegati, qualche lieve nota di tabacco, spezia come pepe e cannella. Godibile l’impatto in bocca, vivo, dalla freschezza invidiabile, per un finale ampio e lungo. 90

2005. Ancora vivo nel colore, si apre al naso con sentori accennati di erbe aromatiche, poi frutti neri, quindi speziatura mista, in un insieme che necessita di tempo per districarsi un po’, regalando sentori di estrema intensità. Colpisce al gusto per la sua vena acida, prevalente, in un corpo ben sostenuto da tannini fusi alla parte alcolica. Finale saporito. 89

[Crediti | Immagine: Civilità del bere]

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Leonardo Romanelli

“Una vita con le gambe sotto al tavolo”: critico gastronomico in pianta stabile, lascia una promettente carriera di marciatore per darsi all’enogastronomia in tutte le sfaccettature. Insegnante alla scuola alberghiera e all’università, sommelier, scrittore, commediografo, attore, si diletta nell’organizzazione di eventi gastronomici. Mescolare i generi fino a confonderli è lo sport che preferisce.

16 Commenti

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Andrea Gori

circa 12 anni fa - Link

secondo me la malvasia nera che hanno loro è Tempranillo...si spiegherebbero tante cose! E comunque è un vino che mi piace da impazzire, e casualmente ne ho 6 bottiglie di 2001 in cantina, fortunello che sono ;-)

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Capannelle

circa 12 anni fa - Link

Sicuramente hai fatto qualcosa di buono per meritarti tutto ciò :)

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Gionni Bonistalli

circa 12 anni fa - Link

Ho bevuto il 2004 lo scorso anno e la descrizione che avevo fatto era molto molto simile a questa... io avevo dato 89 punti. Un bel vino, in versione modernista, ma sempre un bel bere...

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Il Guardiano del Faro

circa 12 anni fa - Link

Più del rosso apprezzavo i loro bianchi anni 90, longevi, fini, verticali e complessi.

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Mauro ArdeCore

circa 12 anni fa - Link

I vini senza dubbio saranno eccellenti, ma sui vigneti aziendali sorvoliamo...strazianti.

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Capannelle

circa 12 anni fa - Link

Scusi Mauro, ma ha mai visitato i vigneti di Capannelle?

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Andrea Pagliantini

circa 12 anni fa - Link

Mi basta girare lo sguardo e vedere ogni giorno i vigneti di Capannelle e affermare che per quel poco ne capisco non sono tenuti male. Sempre per quel poco ne capisco il vino è modernista e la notte è illuminata a giorno dalla selva di luci sblinda la piscina dal basso che si staglia nel cielo.

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Capannelle

circa 12 anni fa - Link

Buon pomeriggio Andrea, non credo che l'illuminazione della piscina c'entri molto con lo stato dei vigneti: essendo anche un piccolo bed & breakfast non possiamo certo far vagare nel buio i nostri ospiti. Comunque ci farebbe piacere invitarla in azienda, così potremmo farle visitare la nostra realtà e, perchè no, confrontarci davanti ad un bicchiere di vino circa il nostro vigneto Vertine, che non cerca di vivere di luce riflessa del famoso Castello, ma ha solo la fortuna di chiamarsi come il fazzoletto di terra su cui sorge. Ma rimandiamo le dissertazioni a quando verrà a trovarci. Un cordiale saluto

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Andrea Pagliantini

circa 12 anni fa - Link

Suvvia, non fate i modesti, siete una bella e conosciuta realtà nel panorama del Chianti Storico e un marchio del contesto lusso, e l'illuminazione a giorno della notte non c'entra niente (come ovvio) con la tenuta delle viti, ma rientra in un contesto immagine che chiunque legittimamente si vuol dare. Felice di venirvi a trovare prossimamente, ma intanto una piccola anticipazione sul come mai la vigna in fondo alla strada dell' Uliveta, strada che di li a poco scende nella piana di Gaiole, si chiama Vertine la potete dare?

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Mauro ArdeCore

circa 12 anni fa - Link

Chiedo scusa e rettifico. I vigneti presenti in fotografia sul sito, alla pagina "Estensione" sono strazianti, o meglio, straziati. Ciò non toglie che tutti gli altri vigneti aziendali, che non ho visitato, siano in ottime condizioni vegeto-produttive. Faccio nuovamente ammenda.

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Andrea Pagliantini

circa 12 anni fa - Link

A voler fare le pulci avrebbero "solo" una vigna denominata Vertine che con Vertine (discretamente famoso castello chiantigiano) non c'entra niente per posizione e vista. Anche loro (Capannelle) cascati nel miraggio che la dizione Vertine (pur non appartenendoci) fa allungare il brodo?

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Capannelle

circa 12 anni fa - Link

Caro Mauro, se ha occasione di passare da Gaiole in Chianti la invitiamo a visitare la nostra azienda e i vigneti. Circa la qualità delle foto "incriminate" ha pienamente ragione, ma se volesse visitare la nostra pagina facebook troverà delle immagini recenti che rendono giustizia alle nostre vigne. Ci contatti pure, sul sito troverà tutti i riferimenti.

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Mauro ArdeCore

circa 12 anni fa - Link

Con piacere, gentilissimi.

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Edoardo Fioravanti

circa 12 anni fa - Link

I vini sono modernisti, anche se sul lungo periodo viene fuori il grande Sangiovese che hanno...Una parola sui vigneti invece: credo tra più belli e curati che abbia mai visto..Hanno quella vigna (del Solare?) che prende tutta la piccola valle che è uno spettacolo naturale ! Di recente abbiamo bevuto una 1971 Chianti Classico a livelli assoluti. Il caveau non si può guardare ! ;)

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Capannelle

circa 12 anni fa - Link

Grazie Edoardo, il vigneto in questione si chiama Trebbio ed è proprio una conca naturale: lì coltiviamo il Sangiovese per i nostri Solare e 50&50.

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Alessandro

circa 12 anni fa - Link

Il vigneto é effettivamente stupendo... Un vero gioiello. Poi dall'uva al prodotto trasformato... Spesso sovraspezziato a mio parere e con scarsa integrità ossidativa.... Ma perché mai lasciare invecchiare così a lungo un frutto nativo meraviglioso?

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