Snob, elegante, Pimm’s

di Pino Mondello

Quarto appuntamento su Intravino con Open bar – l’angolo del barman, rubrica settimanale che parla di cocktail e long drink. La cura Pino Mondello, bartender storico della Città del Gusto di Roma.

PimmsQuasi 200 anni fa, mica ieri l’altro. Siamo nel 1823 quando James Pimm apre un chiosco di ostriche nella City di Londra, accanto alla Banca d’Inghilterra: lì serve ottimo cibo ed una bevanda di sua invenzione a base di gin, chinino e un mix segreto di erbe, ottima per concludere una scorpacciata di molluschi. Quello che inizialmente viene presenta come un semplice “tonic to aid digestion” (tonico che aiuta la digestione) sarà messo in commercio circa venti anni dopo, proprio dal signor Pimm, ponendo sull’etichetta della bottiglia la scritta Pimm’s N°1 Cup (dal nome del piccolo boccale in cui veniva servito).

L’etichetta resterà immutata nel tempo e questa bevanda diventa famosa ed alla moda fra nobili e borghesi d’Inghilterra, specialmente nel sud. Tutt’oggi è il drink che associamo al torneo di tennis di Wimbledon o ai match di polo, della serie “piace alla gente che piace”. Negli anni la gamma dei prodotti Pimm’s aumenta, partendo da basi alcoliche diverse, ed entrambe le guerre mondiali ne facilitano la diffusione. La bevanda viene apprezzata in special modo dai militari americani che vi ritrovano un gusto familiare. Nel secondo dopoguerra, altre “Pimm’s cup” vengono immesse sul mercato:

Pimm’s No 2 cup a base di Scotch whisky (1851)
Pimm’s No 3 cup a base di brandy (1851)
Pimm’s No 4 cup a base di rum (dopo la seconda guerra mondiale)
Pimm’s No 5 cup a base di rye, il whisky di segale (anni ’60)
Pimm’s No 6 cup a base di vodka (anni ’60).

Al giorno d’oggi troviamo in commercio solo alcune delle versioni: il N° 1 (gin), il N° 3 (brandy), il N° 6 (vodka). In Italia la scelta si restringe al N° 1. Il “Pimm’s N° 1 Cup” di oggigiorno è basato sulla stessa ricetta del 1840, la cui formula segreta è conosciuta solo da sei persone.

La ricetta:
In un tumbler alto pieno di ghiaccio, mettere 40 cl. di Pimm’s, riempire con ginger ale, decorare con una fetta d’arancia, una buccia di limone, una fetta di mela, una ciliegina al maraschino con picciolo, un rametto di menta, una buccia di cetriolo (facoltativa), cannucce e stirer.

Questo è il classico Pimm’s ma ne esistono molte varianti. A me non dispiace quella con Champagne o vino spumante, come anche con altre bevande gassate; inoltre ci si può divertire con la frutta fresca per le decorazioni. E’ un cocktail che può sembrare snob, ma di grande effetto, fresco, moderatamente alcolico, molto profumato, da accompagnare con piccoli stuzzichini.

I consigli del Barman:
Utilizzare un tumbler ben capiente e tanto Ghiaccio (i cocktails devono essere sempre molto freddi). La frutta fresca va sempre tagliata al momento.
Divertitevi a personalizzare il vostro Pimm’s. E ricordate che un Pimm’s tira l’altro…

Buon Aperitivo!

[foto www.federicomolina.it]

Articoli precedenti di Open Bar – l’angolo del barman:
1) Open Bar | Il Bellini, L’Harry’s Bar e la Venezia che fu
2) Cocktail | Un Americano a Roma
3) Black Russian | Il cocktail anti-comunista

7 Commenti

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Fiore

circa 13 anni fa - Link

Fantastico! Il mio cocktail preferito!!!

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Andre

circa 11 anni fa - Link

4cl, 40cl mi sa che risulta un po' fortino! ;)

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Lauretta

circa 8 anni fa - Link

Provatelo con un buon Moscato d'Asti... è super!!!

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