Serial drinker | Quel “nonnulla di lacca” in un grande Barolo e tanta bella roba

di Andrea Gori

Champagne première cru brut blanc de blancs “Un peu de folie” Philippe Costa
Uno chardonnay dalla Cote des Blancs, affinato per ben 5 anni in bottiglia. Regala un giallo paglierino freschissimo e un naso verdolino di lime, sambuco e pompelmo. Sullo sfondo note salmastre e quasi mentolate, stuzzicante. In bocca ha grip e struttura ma non perde mai di vista la bevibilità.

Perlage ed effetto co2 un poco grossolani ma nell insieme l’effetto schweppes al limone non viene mai meno e l’equilibro è sempre notevole. Bella bevuta di soddisfazione e piacere. 85

Champagne première cru brut Reserve Philippe Costa(60%pinot noir 40% chardonnay, 5 anni sui lieviti, 7g/l dosage)
Bel giallo con riflessi dorati, peonia e ribes bianco e rosso, agrumato leggero con nota gessosa in evidenza, in bocca ha corpo e grazia e soprattutto acidità incalzante. Di beva strutturata ma non eccessiva, finale nella frutta di bosco e una nota quasi di salvia, discreto l’equilibrio, accompagna bene secondi piatti di buona struttura. 84

Chateau Mouton Rotschild 1995
Qualche minuto di attesa ben ripagata. Ampio, sfaccettato e cangiante, tutta la gamma Pauillac presente con pepe e cardamomo, polvere da sparo, cassis e incenso, cenere, scatola di sigaro, pomodoro confit, sfumature vegetali, peperone, floreale elegantissimo. Bocca vivace che spinge, disseta e appaga, ferrosa e ricca di sottobosco, bacche rosse e nere. Non lunghissimo e dal tannino leggermente scomposto ma classe olfattiva di un altro mondo. 94

Barolo Le Rocche del Falletto 2005 Bruno Giacosa (magnum 0261 di 1080)
Naso ricco e lieve, delicatissimo floreale, cuoio, pepe, incenso, ribes rosso e un nonnulla di lacca. Bocca sontuosa, equilibrata, tannino splendido, graffia senza mordere, stuzzica in continuazione il palato e obbliga alla bevuta compulsiva. Un archetipo del Barolo che insegna cosa significhi la bevibilità. 94

Baron’Ugo 2007 Monteraponi
Terreno di quarzo e alberese, esposizione sud est, minerale quasi sfacciato, floreale sontuoso e fruttato tra fragola e ciliegia, chinotto, bocca dinamica e polposa, molto maschile e personale, in bocca ha una vena balsamica impressionante e persistenza seria. Roccioso e freschissimo, grande bevuta di raro equilibrio. 94

Iugero Monteraponi Merlot Igt 2008
Subito balsamico, ginepro, erikca, miele di castagno, terriccio, mirtillo fresco, bocca asciutta leggermente strozzata, il territorio tiene a bada l’esuberanza del vitigno e il risultato è un vino personale e territoriale. 83

Opoka Sauvignon 2008 Simcic Marjan
Ampio e delicato, floreale, miele di tiglio, mela Golden, agrume, pompelmo, bocca placida, sapida appena calda, persistente con finale un goccio amarognolo, dissetante e intenso allo stesso tempo. 85

Leonardo Ribolla Passita Simcic Marjan 2005
Ambrato sontuoso, torta di mela, ginger, albicocca e gesso, iodato e solare, nocciola, bocca ampia avvolgente, non dolcissimo ma neanche lieve, racconta di una luce particolare e di una tenerezza familiare. 88

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

17 Commenti

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Schigi

circa 13 anni fa - Link

Sullo Iugero, potresti dirmi che sentori sprigiona la tua amica Erika?

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Alessandro Morichetti

circa 13 anni fa - Link

Detto sempre io che come semplice correttore di bozze ti sottovaluti tremendamente ;-). Grazie lo stesso.

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anonimo

circa 13 anni fa - Link

moricchia vedo che ti fai sempre un sacco di amici.

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she-wolf

circa 13 anni fa - Link

E io vedo invece che dopo un momento di sbandamento Devoto-Gori é tornato ai vertici descrittivi. A me degli amici del Moricchia frega nulla, ma vorrei conoscere quelli del Gori, che lo invitano sempre a bere l'impossibile.

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anonimo

circa 13 anni fa - Link

secondo me il Gori millanta. non po' essere che si beva tutta quella roba senza pagare una fava. prima o poi mi presento al suo ristorante con un paio di gnocche brasiliane e facciamo un emoscambio

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Schigi

circa 13 anni fa - Link

E' più forte di me, quando leggo certi ve(o)rtici descrittivi devo trovare la magagna. E la trovo sempre eh...

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fabrizio pagliardi

circa 13 anni fa - Link

Piccola precisazione Philippe Costa non è un produttore di champagne ma un Marchio commerciale. Lo champagne è fatto da altri. La Costa, azienda italiana, etichetta solo con il suo nome. Nel caso specifico Driant Valentin di Grauves e Luc Derouillat di Monthelon sono i due artefici dei vini se non mi ricordo male.

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ag

circa 13 anni fa - Link

Esatto marchio del marchio Tenute Costa della famiglia Costa di Parma.

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Mauro Mattei

circa 13 anni fa - Link

proprietari anche di un'azienda in Alto Adige, una a Scansano e una a Barolo.

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

degustato una sola volta, per fortuna, il loro "Barolo" e il loro Dolcetto. Non mi viene assolutamente voglia di ripetere l'esperienza...

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Fabrizio pagliardi

circa 13 anni fa - Link

Il mio era un chiarimento. Mi darebbe fastidio essere di fronte a un marchio con tutti i rischi che comporta e non saperlo. Per altro la famiglia costa e' molto trasparente in proposito.

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Armando Castagno

circa 13 anni fa - Link

Felice della nota sul Baron'Ugo. L'alberese della zona di Monteraponi è lui ad essere quarzifero, l'altra matrice delle due vigne all'origine di questo meraviglioso vino è lo scisto argilloso noto come "galestro". - Perché ci dice questo? - Per la precisione. :-)

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Emanuele

circa 13 anni fa - Link

Baron'Ugo 2007 non ho ancora avuto modo di gustarlo. Sono fermo al 2006 che in verità mi aveva convinto meno della Riserva Il Campitello (2007): teso e unito già al naso, molto convincente per naturalezza dei riconoscimenti più salienti. In bocca asciutto ed essenziale, riuscita articolazione di note sapide e dolci/mature, incardinate su un'acidità vivificante e unificante. Buono per veridicità dei sapori, lunghezza e qualità della componente acida, partecipazione e presenza gustative nonché per la pulizia del finale. Utilissimo, pertanto, questo giudizio sul 2007 di B'U. E se qualcuno potesse aggiungere note comparate (rispetto al 2006), I'd be thankful all the more.

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Armando Castagno

circa 13 anni fa - Link

Io trovo il 2007 rispetto al 2006 con un punto di "classicità" in meno e due di definizione aromatica in più, dovuta alla superiore qualità acida, a sua volta a mio parere dovuta al sensazionale contributo della vigna più alta, che nel 2007 ha dato vita ad una delle due o tre più emozionanti masse di Chianti Classico che io abbia assaggiato in vita mia (e poi è confluita nell'assemblaggio). Al cambio, io prendo il 2007, ma trovo che l'opinione contraria abbia piena cittadinanza e potrebbe persino essere maggioritaria.

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Andrea Gori

circa 13 anni fa - Link

anche io scelgo il 2007 ma a Febbraio ad esempio mi aveva colpito meno rispetto al 2006 l'anno precedente. Comunque da tenersele in cantina e riassaggiarle via via con calma nel tempo di sicuro

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Simone e Zeta

circa 13 anni fa - Link

Sul Falletto, più che di degustazione, parlerei di "dissetamento da arsura nel deserto".....vero Gori ;-)

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ag

circa 13 anni fa - Link

Oh come mai ancora non hai commentato?

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