Sancerre Clos la Néore 2010 Vatan, primatista europeo di floreale e salato

di Alessandro Morichetti

Il Sancerre Clos la Néore 2010 di Edmond e sua figlia Anne Vatan mi è piaciuto molto molto. Al naso una bella nota verde di valeriana, germogli, che diventa floreale di tiglio e camomilla, nitida, una certa freschezza delicata di primavera; poi aggiungerei anche qualche rimando esotico sottile perché un sauvignon 100% di quello deve profumare: e polvere da sparo, siamo in Loira perdiamine. Anche se non l’ho sentiti. A 4 giorni, comunque, ancora mi ricordo l’odore, e non capita spesso. Pensate a qualcosa di intrigante e fresco, non balsamico, clorofilla, e poi qualche fiore assortito. L’antitesi di un odore prevedibile.

Lo sviluppo gustativo è da rolling stone di medio peso: ingresso roccioso, cioè essenziale, non sulla frutta e neanche asciutto, senza la minima increspatura, e un finale salato con tanta acidità che c’è ma non si vede, camuffata sotto l’erbetta fresca. Un vino compiutissimo, che inizia soave e finisce severo.

Visto che 10 giorni fa l’Ais Napoli ha fatto un laboratorio su Sancerre, non mi azzardo neanche ad entrare in dettagli su zona e produttore (se, anzi, qualcuno dei partecipanti volesse condividere i suoi appunti al riguardo potrei essergli molto riconoscente!): ma se questo vino è un tramite fedele del suo terroir, mi sono fatto una idea ben precisa di cosa un sauvignon blanc al massimo dello splendore possa essere. Premettendo che il peperone crudo di un Cloudy Bay degli anni che furono ce l’ho ancora fisso in testa col cartello piantato “never more”. In un ristorante molto quotato ho pagato la bottiglia 80 euro. Li vale alla stragrande, lo ricomprerei e invito a farlo molto calorosamente.

 

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

4 Commenti

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Stefano De Santis

circa 11 anni fa - Link

Bevuto Cloudy Bay: peperone non pervenuto.....

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Filippo

circa 11 anni fa - Link

Clos la Néore è una parcella di Les Monts Damnés. Tutti i sauvignon fatti li chi più chi meno hanno quell'impronta territoriale. Clos la Néore vinificato in vetroresina.

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egio

circa 11 anni fa - Link

Gran bel vino, il riferimento in zona, per me, con quelli che faceva Dageneau, e i due di Cotat. Anche se a quanto ne so il buon Edmond ha passato del tutto la mano alla figlia dalla vendemmia 2006, mi pare, e non ho sentito le ultime annate. Figlia che tra l'altro dovrebbe essere sposa di uno dei due Foucault del mitico e grandissimo Clos Rougeard, da dove escono i più grandi Cabernet Franc in assoluto. Insomma, una bella famigliola... L'unico dubbio, è che il 2010 bevuto adesso sia davvero giovanissimo, ma non l'ho provato. Questi vini hanno in genere bisogno di tempo, tanto tempo.

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Francesco Amodeo

circa 11 anni fa - Link

Ribevuto anche io ieri il 2010, un sasso tramutato in vino. Sa di acqua di ghiacciaio sciolta mista a pompelmo rosa e fiori bianchi freschissimi, è semplicemente una cosa incredibile. Io, al di fuori di questo, di vini del genere non ne conosco. A fianco il 1996 sembrava un vino appena imbottigliato, solo qualche accenno di liquirizia e propoli facevano presagire i 14 anni di differenza. La cosa pazzesca e che io non riesco ancora a comprendere di questo vino è come possa coniugare un profilo aromatico così freddo e minerale ad una beva che ha una presa sul palato più intensa, lunga, persistente, rabbiosa e irruenta di qualsiasi altro vino io abbia assaggiato in vita.

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