Riconciliarsi col Sangiovese | Chianti Classico Riserva 2001 Villa Rosa

di Mauro Mattei

Il sangiovese è tra le uve più gettonate e taroccate d’Italia. Non è una varietà univoca, tant’è che azzardandoci a pensarne una versione definitiva andremmo a guadagnare sul campo un feroce mal di testa e nulla più. Diciamolo chiaramente, parlare in termini vaghi di sangiovese non significa nulla: è un’uva che può avere sfumature genetiche differenti, è piantata in mezza penisola e solo in Toscana è nel disciplinare di un numero enne di denominazioni.
Quindi non ci resta che mettere qualche paletto e stringere  il campo: oggi non usciamo dal seminato delle zone storicamente più vocate e parliamo di Chianti Classico.

Tenuta Villa Rosa è nel comune di Castellina e non è una piccola realtà: ha 37 ettari vitati, 15 impiantati a uliveto e un centinaio coperti da bosco. I vini prodotti in azienda hanno un impatto tradizionale e ci sentiamo di sopravvolare sulla bassa percentuale di merlot che partecipa alla cuvée “base”, visto che dietro il progetto c’è lo zampino di Giulio Gambelli, vera e propria garanzia di qualità e rispetto del territorio.
Figura inossidabile quella di “Bicchierino” Gambelli e basta nominarlo per immaginarsi vini longevi, complessi e bevibili. Caratteristiche che ritroviamo in questa riserva 2001, selezione resa ancora più interessante dal prezzo a dir poco competitivo.
L’impatto visivo è da amarcord (granato netto che va a diluirsi sull’esterno del bicchiere) e non è da meno la sequenza dei riconoscimenti olfattivi. Non aspettatevi esplosioni di frutta o piroette estetiche: l’andamento al naso è lineare, classico ma coinvolgente. E’ un vino stilisticamente essenziale e portando il bicchiere al naso andiamo incontro a quello che vorremmo trovare e nulla più: note di fiori appassiti, arancia, prugna matura, visciola. Inoltre ricordi speziati e sensazioni eteree ne ampliano la complessità, parlando di evoluzione con tocchi leggeri. L’assaggio è sorprendente, elegante e fresco. Torna l’agrume, il frutto in bocca è quasi in confettura e il finale è dinamico, sapido. La retro-olfazione, puntigliosa e millimetrica, si sviluppa sfaccettata e invoglia a berne ancora.

Ecco. La bottiglia è finita e ne berremmo ancora. Questo è il punto.
Guardandoci intorno, immersi fino al collo nella parola “bevibilità”, quasi non ci accorgiamo di essere in Toscana, avezzi – nostro malgrado – ad altre intensità da queste parti. E torneremmo ancora a berne, oggi e domani, per ricordare che  il sangiovese è varietà immensa eppure troppo spesso travisata, maltrattata, incompresa.

Mauro Mattei

Sommelier multitasking (quasi ciociaro, piemontese d'adozione, siculo acquisito), si muove in rete con lo stesso tasso alcolico della vita reale.

21 Commenti

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Edoardo

circa 14 anni fa - Link

E' interessante leggere che sei quasi stupito da una bottiglia del genere...!!?Ma cosa ti hanno dato da bere fino a ieri? Ti posso assicurare che con Villa Rosa eri in Toscana, e neanche della più intransigente... Personalmente ad "altre" intensità non sono per niente abituato...E mai ci abitueremo...

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Mauro Mattei

circa 14 anni fa - Link

sai com'è, noi cresciuti con le doghe delle barrique incastrate fra i denti sappiamo ancora stupirci. :D E quando ci scoliamo un sangiovese che sa di sangiovese è come se fosse la prima volta...chettidevodire? ;-)

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Franco Ziliani

circa 14 anni fa - Link

mi permetto di "contestare" garbatamente il titolo: perché "Riconciliarsi col Sangiovese"? Ci si riconcilia con qualcuno quando con quella persona si é litigato... Ma con il Sangiovese vero, non taroccato, non imbastardito con altre cose (dichiarate o inconfessate) non si può litigare. Ce ne si innamora perdutamente... O no?

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Mauro Mattei

circa 14 anni fa - Link

Hai ragione Franco, il titolo è virtualmente cambiato: "Ritorni di fiamma" che ne dici? :)

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Franco Ziliani

circa 14 anni fa - Link

mi piace molto di più Mauro e rispecchia quella sorta di "innamoramento" (enoico ovviamente) che i grandi Sangiovese scatenano... Anche se sono "solo" Sangiovese, e non Nebbiolo... Ma questo sarebbe tutto un'altro discorso, che magari prima o poi faremo... Si flirta con il Sangiovese ma poi si ama profondamente, con assoluta fedeltà, il Nebbiolo?

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Simone e Zeta

circa 14 anni fa - Link

D'accordissimo. Tra l'altro lo stesso ragionamento vale per le donne, quelle di terroir piemontese sono un altra cosa!;-)

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Franco Ziliani

circa 14 anni fa - Link

tu nei sai qualcosa Simone ed il tuo giudizio non é obiettivo, lo so... Cherchez la femme...

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Mauro Mattei

circa 14 anni fa - Link

lo sapevo che avreste finito col parlare di donne... :D

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Silvana Biasutti

circa 14 anni fa - Link

Questo post di Intravino - buongiorno a tutti! - mi conferma un'impressione personalissima del danno che l'affaire Brunello ha causato al Brunello stesso e al Sangiovese in generale. Quel poco che capisco di vino l'ho imparato da mio padre - quand'ero, se non piccola, giovanissima - che mi faceva bere Barbaresco e Barolo (e Freisa); poi sono venuta a Montalcino, dove ho incontrato il Sangiovese (1970). Ne ho seguito le evoluzioni (al plurale) e ho potuto apprezzare il carattere (Ziliani & c mi perdonino se mi trovano scarpantibus) mediterraneo e continentale di questo vitigno straordinario (in primis il Rosso di Montalcino e poi certi Chianti). "Apprezzare" è un po' riduttivo, soprattutto quando capita di assaggiare - come mi è successo ieri l'altro - i Brunello di San Lorenzo, in cui mi sono smarrita tento erano evocativi... Ecco, ho l'impressione che ciò che è accaduto (alludo all'affaire) - e che mi auguro sia in gran parte superato - abbia alienato la 'simpatia' e il carisma che aleggiavano intorno al B. e ai vini senesi in generale, creando una sorta di diffidenza 'a priori' che credo sia immeritata. Ciò che mi stupisce enormemente - data la posta in gioco - è che i produttori o non si sono resi conto della necessità di rimontare - con alacrità e con energia - la credibilità e la reputazione, oppure lo faranno (si spera), ma avendo lasciato scorrere troppo tempo (e in questi casi il tempo è feroce, soprattutto con la stagnazione e la ristrutturazione dei mercati mondiali). Il post che sto commentando è un segnale. Non conosco i vini di Tenuta Villa Rosa, ma non ho dubbi che il Sangiovese vi si possa esprimere in una delle performances di cui (ho imparato) è capace. E' il Sangiovese, bellezza!

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giulio

circa 14 anni fa - Link

Certo che quei filari rossi nella foto non parlano molto di sangiovese...

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evelina

circa 14 anni fa - Link

mi ritengo veramente fortunata e non voglio scatenare assolutamente invidia... :-) qualche settimana fa ho avuto occasione di assaggiare il '69 e se non ricordo male non era neanche riserva. una scoperta, incredibile anche per me che con il sangiovese ci sono nata... era a confronto con un Selvapiana stessa annata, mai e poi mai avrei creduto che Villa Rosa avrebbe tenuto testa ne tantomeno "battuto" il gran sangiovese della rufina che si presta così bene alla lotta contro gli anni. stessa serata per godere completamente abbiamo assaggiato anche il 71 di villa rosa e 78 per selvapiana... ma niente a che vedere con la sorpresa della vitalità del '69. Ringrazio vivamente chi ha condiviso certe emozioni e ringrazio anche i produttori che nel tempo (dopo 30 anni) mantengono l'intenzione di fare prima di tutto vino!!!

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Sabino Berardino

circa 14 anni fa - Link

confermo parola X parola :-)

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Marina

circa 14 anni fa - Link

Ero anche io tra i fortunati commensali :-) Con entrambe le annate bevute, la sensazione è stata quella di uno stile "rigoroso" ed equilibrato. Ma soprattutto - e credo che sia la soddisfazione più bella per un produttore - un vino che, anche dopo tanti anni, sa essere ancora un compagno ideale per una serata. Ovviamente il Selvapiana non è stato da meno, seppur con le dovute differenze, per cui un grazie alle aziende che continuano a fare un lavoro serio e di qualità con il Sangiovese!

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TERROIR

circa 14 anni fa - Link

eccomi...mi vedete ?! ogni tanto vi ricordate di me...allora clonatemi...perchè il Sangiovese così non lo farà più nessuno...

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pe

circa 14 anni fa - Link

Salve a tutti, ho qualcosa di veramente provocatorio da proporvi: a causa di un errore di mio nonno mi sono ritrovato un intero vigneto a vitigno sangiovese. Mi chiederete: qual'è l'errore? Che è un vigneto nella zona ETNA DOC!!! cosa faccio? lo estirpo?

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Mauro Mattei

circa 14 anni fa - Link

urca. questa si che è una cosa interessante. Vogliamo più notizie e naturalmente campionature se c'è qualcosa in bottiglia da assaggiare :D

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corrado dottori

circa 14 anni fa - Link

A quale altitudine? Esposizione?

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Lido Vannucchi

circa 14 anni fa - Link

salve grande azienda Villa Rosa e grandi vini io li lavoro da anni e vi garantisco che non c'è bottiglia che richiami altra bottiglia come Villa Rosa sia Base che Riserva, é veramente il sangiovese Di Gambelli- Da provare stessa Lunghezza d'onda Fattoria di Rodano Castellina, Ormanni, San Donatino, ed alcune vecchie bottiglie di Lilliano, Tutte aziende seguite da Gambelli da non dimenticare, ma loro sono indimenticabili Montevertine. Ora Gambelli è anzianuccio ma sempre con un gran palato ma in tutte queste aziende a lasciato un segno indelebile uno stile unico VIVA E PER SEMPRE IL SANGIOVESE DI GAMBELLI. ciao lido

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pe

circa 14 anni fa - Link

800 metri s.l.m. vigneto di 6000 mq comune di s.m. di Licodia (catania) allevamento a filari di 1,80 m a cordone speronato. non ho nulla di imbottigliato, ma vinificato in un palmento del 1700, con le stesse tecniche... se tutto va bene quest'anno imbottiglierò, sto costruendo una cantina insieme a 2 soci. cosa converrebbe fare in linea di massima secondo voi? potrebbe avere un mercato o è un'eresia? eventualmente un blend?

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corrado dottori

circa 14 anni fa - Link

Sangiovese a 800 metri sull'Etna: così - a naso - io ci proverei! E proverei a farlo in purezza per capirci qualcosa...

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lido

circa 14 anni fa - Link

per il Sangiovese sull'etna devi interpellare Salvo Foti è lui il re indiscusso di tale zona Grande uomo grandissimo enologo. ciao Lido

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