Pinot grigio e Slatnik, i vini di Saša Radikon

di Jacopo Cossater

Volendo idealmente continuare il discorso iniziato con Radikon e la sua Ribolla gialla ci sarebbe bisogno di una precisazione. Scrivevo infatti che “dalla cantina di Tre Buchi, poche case che formano una piccola frazione nei pressi Oslavia (Gorizia), escono uno straordinario vino rosso, il merlot, e tre vini bianchi vinificati con una lunga macerazione sulle bucce. L’Oslavje, blend di pinot grigio, di sauvignon, di chardonnay, è assaggio pieno, sempre articolato e capace di coniugare profondità ed eleganza. Lo Jakot, da uve di tocai friulano, è fitto e polposo, quello di maggior spessore. E poi la Ribolla gialla, tra questi il più intimamente legato al territorio che lo vede nascere, il Collio Goriziano”. Ok, si potrebbe però integrare questa (breve) panoramica con un vino non ancora in commercio e che probabilmente vedrà la luce tra la fine di quest’anno e l’anno prossimo: il Pinot nero. La vendemmia del 2003, in bottiglia ormai da più di due anni, è spaventosa per tipicità e profondità. Con un grande pregio: riconosceresti la mano di Stanko Radikon in mezzo ad altri mille. Da queste parti si aspetta la sua uscita con una certa trepidazione.

Poi, ed è capitolo che merita un post a parte, ci sono i vini del figlio, Saša Radikon. Dall’anno scorso e con la vendemmia del 2009 è possibile assaggiare i suoi Pinot grigio e Slatnik (blend di chardonnay e tocai friulano). Le macerazioni sono più brevi, il contatto con le bucce è di circa dieci/quindici giorni. Le maturazioni in legno grande sono più agili, si attestano su trentasei mesi. Il prezzo è più contenuto, in cantina a meno di venti euro, e la mano diversa (ma sempre affascinante).

Il primo, il Pinot grigio, ridisegna la percezione della tipologia. Prima di tutto il colore, uno splendido rosa corallo con sfumature rubino di grande lucentezza. Poi l’assaggio: note agrumate di pompelmo e di mandarino aprono a frutti di bosco, alla pesca, a spezie orientali e ad una grande, diffusa, florealità. In bocca è un tanguero, si muove danzando, trascina e coinvolge ma al tempo stesso sa rimanere ben stabile grazie ad una trama tannica definita e suadente. Teso al punto giusto quanto morbido al momento opportuno. Per capirci: novanta punti facili facili.
Il secondo, lo Slatnik, ricorda l’Oslavje del padre ma in una versione più spensierata. Giallo dorato carico apre con note di frutta matura alleggerite da una decisa mineralità. In bocca è un altro giro sulla giostra: una leggera e piacevole volatile sostiene una bocca mediterranea, sapida e verticale. Tanto gustoso quanto elegante. Di gran beva, rispetto al Pinot grigio giusto un paio di punti in meno. Per farla breve? Due vini fantastici.

Jacopo Cossater

Docente di marketing del vino e di giornalismo enogastronomico, è specializzato nel racconto del vino e appassionato delle sue ripercussioni sociali. Tra gli altri, ha realizzato i podcast Vino sul Divano e La Retroetichetta, collabora con l'inserto Cibo del quotidiano Domani e ha cofondato il magazine cartaceo Verticale. Qui su Intravino dal 2009.

15 Commenti

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Stefano Menti

circa 12 anni fa - Link

Ho sempre amato i vini di Stanislao. Il figlio da lui educato, dovrebbe dare grandi soddisfazioni agli appassionati del buon vino.

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thedreamer

circa 11 anni fa - Link

ma chi è questo Stanislao? io l'ho sempre sentito chiamare Stanko ;-)

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Tommaso Farina

circa 12 anni fa - Link

Quelli dei Radikon sono i vini che personalmente preferisco, in questa tipologia.

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mauro

circa 12 anni fa - Link

Jacopo Cossater perchè non scrive come stanno realemtne le cose? i vini del figlio sono quelli fatti dal padre è solo una operazione commerciale per poter vendere il vino vistgo i grossi problemi che hanno

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giovanni

circa 12 anni fa - Link

ho un locale mi hanno detto la stessa cosa i suoi agenti

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salvatore

circa 12 anni fa - Link

confermo! mi è stato detto la stessa cosa dal suo agente di Bologna...

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Sasa Radikon

circa 12 anni fa - Link

Buongiorno a tutti, Mi disiace che si parli di noi in questo modo, per questo ho deciso di spiegarvi in prima persona come sono andate le cose. Sono ormai alcuni anni che lavoro in azienda, e anche se non ci crederete, ho un pensiero mio sul vino e in particolare sul vino macerato. Dal 2009 ho voluto provare qualcosa di diversoe si qualcosa di più fresco, qualcosa che ritenevo valesse la pena provare, in effeti ho provato a fare un Pinot Grigio macerato che mio padre non ha mai fatto. Lo Slatnik invece non viene programmato, ma nasce da una mia intuizione durante la vendemmia 2009. Per quanto riguarda la solforosa, ne ho aggiunta, 19 mg/l prima dell'imbottigliamento perchè come ripeto ogni volta che parlo dell'argomento siamo convinti che soltanto con le macerazioni lunghe possiamo estrarre abbastanza tannini da poter conservare i vini senza l'aiuto della solforosa e una settimana non è una macerazione lunga. Come ho già scritto a qualcun'altro se non vi piacciono i nostri vini fatemi il favore di non comprarli, ce ne sono altri che magari vi daranno più soddisfazzione e mal di testa... Grazie a tutti. Sasa Radikon

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thedreamer

circa 11 anni fa - Link

Grazie Sasa precisazione necessaria dato che la madre degli invidiosi è sempre gravida...spero che nel frattempo avrete cambiato gli agenti ;-)

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marco

circa 12 anni fa - Link

nuovi vini perchè quelli del padre hannop grossi problemi di tenuta...chidete al figlio se usa la solforosa??? si!! bene grande insegnamento dal padre quindi!!!!

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mattia

circa 12 anni fa - Link

i giornalisti vivino in un altro mondo!!!!!!!!! se si volevano queste info bastava chiderle a qualsiasi cliente di radikon...se il modello raikon funzioanva perchè cambiarlo?... Cari Mattia, Salvatore, Marco, Giovanni e Mauro, nel ringraziarvi dei commenti multipli connessi alle vostre multiple personalita', vi consiglio di cambiare IP di connessione prima di continuare ad esplcitare le sopraddette multiple persone. Grazie. [Fiore]

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link

Come diceva quello? Un IP vi seppellirà... :D

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Tommaso Farina

circa 12 anni fa - Link

Un genio.

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Luciano

circa 12 anni fa - Link

Io ho trovato Oslavje e Jakot semplicemente imbevibili (e li ho lavandinati). Vini così ossidati, tannici, acidi e con spunto di volatile non riesco proprio a capire come possano piacere a qualcuno.

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Jacopo Cossater

circa 12 anni fa - Link

Commento ingeneroso, il tuo. Si, acidità e tannicità sono sicuramente sensazioni avvertibili. Ossidati, mai. E anche sulla volatile andrebbe valutato caso per caso, dipende molto dall'annata. In tutti i casi chissà, magari un giorno ci tornerai con un'idea diversa.

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