Onde di Langa | Claudio Fenocchio e la “sua” Bussia

di Andrea Gori

Claudio Fenocchio è il classico langarolo incatenato al terroir e alle sue vigne, ogni suo discorso e ogni assaggio cominciano da lì. Siamo in Langa, sotto il sole di Luglio con la vista mozzafiato su colline che si chiamano Cannubi e La Morra ma con i piedi ben piantati a Bussia, Monforte d’Alba.

Famiglia produttrice di Barolo già dal 1864, l’azienda porta il nome del padre di Claudio, Giacomo. Produzione piccola, circa 80mila bottiglie (di cui solo 5mila in Italia, in 9 enoteche sparse per la penisola) e addirittura tre cru diversi su tre diversi comuni di grande Barolo: il mezzo ettaro a Barolo, nei Cannubi, l’ettaro scarso a Castiglion Falletto nel Villero e infine i 4 ettari di Bussia.

Le vigne poggiano su terreni dalle geologie differenti ma, grazie alle tecniche tradizionali, i risultati sono costanti negli anni. Per quanto riguarda i terreni, Franco Ziliani ci informa che si tratta di “terreni di origine elveziano, molto compatti , composti principalmente da marne calcareo- argillose bluastre e da tufo nella Bussia di Monforte d’Alba; terreni di origine tortoniano, marnosi con tufo ed una cospicua presenza di sabbia che li rende soffici e sempre asciutti nei Cannubi a Barolo; terreni di origine elveziano con sedimenti argillosi e calcarei ricchi di ferro per il Villero in Castiglione Falletto.”(tratto dal racconto di una verticale qui sul sito dell’AIS.)

Guidati da Claudio, cominciamo gli assaggi in cantina dai vini in botte, un piccolo privilegio emozionante: degustare vini di diverse annate, magari recentissime e tutte comunque non ancora imbottigliate, è un momento unico e tenerissimo. I vini sono ancora incompiuti, capaci di qualunque evoluzione, come un blocco di marmo estratto e appena inciso. L’esperienza è  stata esaltante e ringraziamo la pazienza e la generosità squisite di Claudio.

Assaggi di Vasca 2007-2009

Dolcetto 2009
Ricco, con un frutto potente, semplice ma efficace: profumi di fragola, ribes rosso e bocca freschissima. Bello il finale.

Barbera 2009
10 mesi di affinamento in botte troncoconica e bocca insieme dolce e sapida, leggermente calda. Al naso profumi di ribes,  pepe, e mora che sa quasi di pesca.

Barolo Cannubi 2009
Berlo adesso è una pazzia da criminali ma non resistiamo all’assaggio di questa forza primigenia del Barolo. Solo 3 mesi in botte e già il naso è stupendo, balsamico e floreale con note di ginepro,  resina, mallo di noce e note di rosa. Bocca già elegante, polposa e con un finale serratissimo tra acidità e sapidità. Da brividi.

Barolo Bussia 2008
Più compiuto del precedente ma meno esuberante, con un’ampiezza aromatica enorme che parte dai profumi di susina, menta prugna e cardamomo. Bocca ancora ispida ma saporitissima e il tannino è già bevibile. Resina di pino e pepe sul finale per un’annata fantastica, a naso.

Barolo Bussia 2008 “ancestrale”
Novanta giorni di macerazione “sperimentale”, per tornare alle pratiche di cantina degli anni ’50 e ’60. Limpido fin dall’inizio, si presenta con un naso sfaccettato e già più evoluto. Aprono le danze le bacche di ginepro e la profondità è simile ai vini “normali” ma il carattere è più cremoso, con il tannino ricco ma più delicato.

Barolo Bussia 2007
Pulitissimo e preciso, con note di mallo di noce e frutta sotto spirito e poi erica e lavanda. Nonostante i profumi ampi e delicati, in bocca è  energico, acido e croccante, con un finale lungo e divertente. Esce sul mercato a settembre 2011.

Barolo Villero 2007
Più carnoso ed estratto, più dolce ed evoluto rispetto a Bussia. Naso di fragola e lampone, e a seguire cedro, scorza limone. Il tannino è succulento, polposo ma non certo stancante. Bella impressione.


Assaggi in terrazzo

Orizzontale 2006
Cannubi 2006
Frutta a strati (rosa fragola, mela rossa, cotognata) e poi diventa balsamico con erica, lavanda e sandalo in evidenza. Bocca rocciosa ed equilibrata, con tannino dall’acidità maschia. Finale floreale e pepe rosa, da aspettare ancora un poco (specie se paragonato agli altri) ma già in splendida forma.

Villero 2006
Cambio di registro e scorza d arancio, frutta candita e tabacco in primo piano e poi fragola e lampone in confettura. Bocca docile anche se puntuta, tannino ricco con finale lunghissimo e largo, appena amaricante. Ematico, ferroso e sapido, formidabile a tavola anche adesso.

Bussia 2006
Naso incredibile, ricco di spezie, pepe e frutta rossa che vira poi sui toni balsamici degli aghi di pino con un lieve fumè di carbonella. Bocca stupenda di frutta e spezia, liquirizia, con finale ancora compresso ma destinato a grandi cose. Vino in souplesse, veleggia dove altri camminano. Emoziona senza strafare: grandissimo.

Chicche:

Barolo Riserva Bussia 1996
Naso floreale con rosa in bella evidenza, confettura di prugna e poi pepe rosa, lavanda, timo , tabacco e una nota di terroir che si alza imponente. Bocca ancora fresca, vivace con ancora tanta vita avanti, ma resta aperta la discussione se questo 96 di Langa sarà un’annata storica incredibile, oppure una grande incompiuta. Da riprovare tra un paio di anni, ma con estremo piacere.

Barolo Bussia 1978
Note potenti di sottobosco, miele di castagno e mallo di noce. Segue il rabarbaro, il cacao e poi il vermouth. Bocca integra e succosa, con finale leggermente amaricante e minerale. Uve da Bussia e Cannubi assemblate insieme e terroir da bere ad ogni sorso.

Fenocchio stupisce per il suo understatement, per i prezzi equilibrati e per l’alto livello qualitativo. E’ un piacere assaggiare i suoi capolavori sulla terrazza, mentre lo sguardo corre sulla valle e sui cru di mezzo Barolo. È un piacere ascoltarlo parlare della sua terra, di fronte alla quale sta sempre un passo indietro, preoccupato com’è di rendere il giusto omaggio alla sua Bussia e a ogni metro quadro di Langa. I suoi Barolo sono come lui, semplici, profondi, assolutamente ipnotici e capaci di farti capire d’un tratto cosi significhi veramente la parola “terroir”.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

5 Commenti

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Marco Lugli

circa 14 anni fa - Link

Grandi i Barolo di Fenocchio. E come accennato uno dei pochi che mantiene prezzi umani. Alla lunga penso che questa serietà produttiva di certe aziende verrà premiata. Spesso i prezzi alti sono giustificati dal solo vocabolo "Barolo" presente in etichetta, così non è ammissibile. Il prezzo deve essere dato dall'intrinseco valore del prodotto.

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patrizia

circa 14 anni fa - Link

Grandissimo Barolo 1996, e nel 1999 Fenocchio fece una Barbera stratosferica. Mi riprometto di ricomperare i suoi vini. Bussia, bella terra, attraversata 1 mese fa con Beppe Colla, e sosta d'emozione ai Dardi e a Pianpolvere. Che meraviglia!

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Mr. R

circa 14 anni fa - Link

Bel post. Ho avuto la fortuna di incontrare Claudio e la sua splendida famiglia a maggio nella sua azienda. Ne conservo un bellimo ricordo insieme a quello degli assaggi dei suoi vini. Confermo le vostre impressioni degustative, e mi aspetto ancora grandi cose nel futuro, come quelle che merita Claudio.

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Franco Ziliani

circa 14 anni fa - Link

Che bello scoprire che in tanti oggi, anche toscani improvvisamente convertiti alla causa del Nebbiolo, "scoprono" i Barolo dei fratelli Fenocchio! Qualcuno, in verità, ne aveva scritto già otto anni fa... http://www.winereport.com/winenews/scheda.asp?IDCategoria=8&IDNews=416

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dalma

circa 13 anni fa - Link

be' che dire tante lodi,e ne sono davvero contento. sapete sono in procinto nei prossimi giorni di degustarlo il barolo (1978-1986-2004-2006)per la prima volta quello del sig. Fenocchio ed avro la possibilita' di cenarci insieme. sapete qualche consiglio in riguardo.

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