L’inevitabile degu di novello

di Fiorenzo Sartore

Un novelloHo aspettato la mezzanotte ed un minuto di questo garrulo venerdì 6 novembre 2009. Credici. Poi, nella perfetta legalità, messo a nanna il bimbo (si sa mai che veda) ho stappato il novello rituale. L’unico che vendo – il famoso conflitto di interessi, oplà. Che è un novello a chilometro-quasi-zero, visto che è un Colline Savonesi e lo produce Durin.
Ora, hai presente quella roba per la quale hai grandi aspettative da un vino, poi quando nel bicchiere il vino è deludente il giudizio finale è incattivito? Bene, ho scoperto che funziona anche al contrario. Apro il 2009 Tempuriu (precoce, in dialetto locale, niente battute per favore) con la rassegnazione di chi comunque berrà un vino disarmonico ed imbottigliato troppo recente, quindi scarmigliato. Lo apro sollevando tutte e due le sopracciglia, sospirando “guarda che ci tocca fare per campare” e altri simili snobismi. Nel bicchiere fluisce rapido e spara una raffica di ciliegie che vabbe’. Anzi, dici: hum. Però. Interessante. Poi lo tasti e replichi: e dai, ma non è poi malissimo. A quel punto sei fregato, perché ti si incolla addosso quella percezione d’assaggio “ma dai temevo peggio” che non ti consente di essere severo. Sì, chiaro che il punteggio sta sui 72/100, ma questo vino lo bevi facile. E’ docile, quasi dolce e fighetto. Sarà che è uno dei pochi novelli italiani 100% macerazione carbonica – come il Beaujolais Nouveau, per intenderci. Mica il triste mix di vino vecchio e nuovo, che l’attuale legislazione consente di denominare novello.

Azienda Agricola Durin
Via Roma, 202 – 17037 Ortovero (SV)
Tel 0182 547007 – info@durin.it

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

5 Commenti

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fabrizio scarpato

circa 14 anni fa - Link

A me dispiace molto per questa caduta del vino novello, ucciso nella culla. Negli anni ottanta, quando si cominciò a parlare del vino nuovo a novembre, le castagne, i crostoni, il pane e salame, tutti esaltati come i cugini d'oltralpe (allez, allez, le beajolais est arrivé): tutto per un senso di festa, di riferimento annuale da aspettare (la data, lo scoccare della mezzanotte), una occasione di ritrovo e di convivialità. Si sapeva della macerazione carbonica, ma in fondo della qualità del vino non interessava moltissimo, forse perché le etichette erano poche (Santa Costanza, San Giocondo, Vinot...) ma era il significato che doveva trainare tutto, dando per scontata la correttezza e il rispetto di un disciplinare. Poi il bailamme, la confusione prima di tutto legislativa: una occasione italiana o nostrana, affondabile nella tradizione e nei riti pagani delle campagne, buttata. Ne possiamo fare a meno, ma la cosa che mi rattrista è che , nel frattempo, hanno inventato Halloween. Forse, oggi, il novello rosso scarlatto, sanguigno e violaceo si adetterebbe a quella cavolo di festa, tra streghe e nebbie, tra fuochi e paure. Anticipiamone l'uscita e ai bimbi dolcetti, ai grandi novello: con le castagne e senza scherzetti. Novelloween mi pare troppo, la Notte del Novello potrebbe bastare.:-)

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M.Grazia (Soavemente)

circa 14 anni fa - Link

Quoto Fabrizio in tutto e per tutto, Halloween compresa. All' Anteprima di Verona, ieri sera, qualcosa di interessante c'era tra i novello fatti com macerazione al 100% . Poca roba: Teroldego e Corvina, un merlot. Ma non sono andata per il sottile. Ad un paio di produttori, uno fiulano e uno veneto ho detto che era un vero peccato... non fare la macerazione carbonica per intero su vini che potevano essere freschi e bevibili fino in fondo. Invece al di là di un po' di fragranza nei profumi, questi novellite li ritrovi in bocca come vini spenti e corti. E che aspettate a cambiare il disciplinare? Parole al vento, probabilmente. Ma non c'è scampo: il siffatto "vino" se le cose non cambiano, non ha futuro. Cordialmente. MG

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patrizia

circa 14 anni fa - Link

Il novello era veramente una festa. Ricordo da ragazzina il San Martino di Volpi e il Vinot: robe d'altri tempi. Quando l'industria si impossessa di un prodotto e lo massifica senza che gli orgiani preposti si rendano conto che è la via verso la fine, accade sempre quello che è successo al novello. Uno sputtanamento assoluto, con la GD che a ottobre fa cataste col Novello invenduto dell'anno prima ingannando i consumatori e con una alluvione di vinacci ovviamente fatti con macerazione parziale, perchè è assai pù comodo "rinnovare" il vino vecchio spacciandolo per Novello. Chi vuoi che capisca la differenza, si dicono le industrie... E invece la differenza c'è e la gente e ne è accorta, visto che il consumo del novello è crollato sa nella ristorazione che da parte del consumatore privato. Il novello è morto. Grazie a tutti. Il vino prodotto è troppo, viene di conseguenza svenduto e svilito; il vino non è e non deve essere un prodotto di massa, non è latte, non è un genere di prima necessità!Il vino deve essere una scelta consapevole e responsabile, occorre conoscenza e consapevolezza del suo valore. I novelli a 3 euro così come il vino in brick a 1.50 sono un insulto alla faccia dei produttori veri, suonano come un invito al consumo irresponsabile, provocano la perdita di giudizio del vero valore di un vino e tutto il sistema si inceppa e cade nell'ignoranza che esso stesso ha contribuito a creare. Il Novello è solo un banale esempio di quello ce sta accadendo. Domentica: qui da me girano produttori con bottiglie di Barolo nel bagagliaio che "offrono" - ovviamente in nero - a chi incontrano. Rendo l'idea? Il sistema economico italiano ha sbagliato veramente ala grande.

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fabio

circa 11 anni fa - Link

Gentilmente , sono un docente di sala-bar in un IPSSAR di Palermo, qualche giorno fa un alunno mi ha fatto una domanda: che fine fanno le bottiglie di vino novello invendute? Non riesco a trovare nessun riferimento, qualcuno può informarmi?

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