L’era dei Non Lambruschi, ovvero una resurrezione
di Stefano CaffarriLa sorpresa più bruciante di questa estate vinifera è venuta proprio dai vigneti del paese mio. Un insider ben annidato dentro Twitter sparava nomi di Aziende Agricole a due passi da casa mia (Reggio Emilia, Italy), mai sentite nominare. Ligio alla ferrea regola [prima provare, poi parlare] mi precipito, e scovo una manciata di miracolini enologici, proprio nel territorio del vino in lattina.
Ecco la Nouvelle Vague di produttori che girano attorno al disciplinare del Lambrusco, spesso rifugiandosi nella più accogliente IGT Emilia, o addirittura con la scelta più radicale: Vino da Tavola. E questo per un motivo di saggezza: il Lambrusco – ad esempio – chiude la porta a vitigni diffusi ed amati come il Malbo Gentile, che è invece vigoroso assai, e generoso, e storicamente innestato nel territorio. Lavorando con inceppature fitte, e rese frazionali rispetto alle abitudini di queste lande: 40, 50 quintali per ettaro contro i 200 ed oltre. Biologico, non filtrato, naturale sono le parole d’ordine. Solfiti ridotti ai minimi termini, fermentazione in bottiglia, affinamento “sur lie”. Spiazza quindi il Rosso di Rosso IGT de Le Barbaterre, a Quattro Castella, secco come una fucilata e ricco di un naso asciutto e angoloso, pieno di terra e di corteccia. Tannini liberi di scorrere, spuma elettrica senza essere birrosa, colore carico e non troppo pigmentato. O il seducente Pozzoferrato di Storchi da Montecchio Emilia, che unisce ad un frutto più gentile e polpacciuto una bella virgola tagliente nei profumi che lima via ogni tentazione di piacioneria, rilasciando un bicchiere fitto ma incredibilmente dissetante, ancora superbamente vivo nel millesimo ’06. E – non per tutti – il Cinquecampi Rosso, dei Cinquecampi di Puianello, naso ruvidissimo e vinoso, assaggio dai tannini impietosamente sabbiosi ma gravido di una ricchezza che allaga il palato rendendolo ostaggio di una sensualità quasi tribale.
Lambruschi da bere vecchi di due, tre anni, in opposizione alla corrente delle bottiglie non millesimate e da far fuori prima del solstizio d’autunno.
Lambruschi Non-Lambruschi, da innamorarsi perdutamente.
16 Commenti
Bacco
circa 14 anni fa - LinkOh, poffarbacco! Vien quasi voglia di provarne qualche bottiglia tra amici...con qualche fetta di culaccia e un semplice tortellino in brodo...
RispondiDavide Cocco
circa 14 anni fa - LinkTutti sul tavolo sabato scorso a cena in Acetaia. Con una voce narrante d'eccezione. Il Cinquecampi, comunque, più che "non per tutti" è veramente per pochi. Maccheccefrega, siamo o non siamo enosboroni?
RispondiJacopo Cossater
circa 14 anni fa - LinkMi hai tolto le parole di bocca Davide, mi riferisco al Cinque Campi. Post straordinario Stefano, qui -grazie a te o per colpa tua?- è da un po' che siamo tutti a studiare i Lambrusco eh. ;)
Rispondivittorio
circa 14 anni fa - LinkGrande rinascita di una terra che amo e che ho riscoperto da poco anche nel campo dei vini, grazie alle segnalazioni dell'amico Andrea Bezzecchi dell'Acetaia San Giacomo. Le Barbaterre sono una giovane azienda inserita in un paesaggio da favola, con ottimi vini, consiglio a tutti una visita. Cinquecampi è da seguire perchè anch'essa giovine assai e impegnata nel biologico come le Barbaterre e molte delle aziende che stanno emergendo come qualità in Emilia. Segnalo anche Cà de Noci fra i produtori di nonlambrusco. Grazie Stefano per il tempo che dedichi a questo semplice vino da contadini!
RispondiMassimo
circa 14 anni fa - LinkSiete piu' avanti nel Reggiano :-)
RispondiLizzy
circa 14 anni fa - LinkE io che sfottevo un mio, ehm, ammiratore perchè va matto per il Lambrusco. Fortuna che non frequenta la rete, altrimenti... ;) L.
Rispondipatrizia
circa 14 anni fa - LinkUn esempio di NOnLambrusco al negativo? Otello di Ceci...dolciastro, grossolano e...inutie. Eppure il marketing funziona, pare che le vendite siano buone. mah!!
RispondiPane al Pane
circa 14 anni fa - LinkForse i "non-Lambruschi" sono quello che abbiamo bevuto sino ad oggi e ci hanno fatto credere che lo fossero.
Rispondipatrizia
circa 14 anni fa - Linke nessuno nomina Eclisse, il Sorbara commovente di Paltrinieri?
RispondiMassimo
circa 14 anni fa - LinkBrava, recensito da me poco tempo addietro.!
RispondiAlberto
circa 14 anni fa - LinkBeh siete fra i pochi che pongono attenzione ai troppo bistrattati (spesso a ragione devo dire) lambruschi. Enogea li ha degustati, quelli modenesi, nel numero di settembre. C'è anche il nostro sorbara fermentazione naturale, senza lieviti selezionati (Dispensa Begarelli). Piano piano si riaffacciano gli antichi lambri.....
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