Le eccellenze della guida vini L’espresso 2012 viste da vicino

di Fabio Cagnetti

Dopo il bla-bla-bla di rito ci siamo fondati sulle bottiglie d’eccellenza selezionate dalla band guidata dal duo Rizzari-Gentili per capire quanto siano buoni i vini premiati dalla guida 2012 dell’Espresso. Ecco una batteria da paura. Enjoy!

PIEMONTE

Erbaluce di Caluso Le Chiusure 2010 Favaro – Le Chiusure: Profilo olfattivo piuttosto pulito di agrumi, fieno e fiori bianchi, in bocca è scontroso e dritto, impressiona per la texture e l’acidità lo fa viaggiare fino a una chiusura piuttosto lunga e di carattere. 84

Barbaresco Asili 2006 I Paglieri – Roagna: Naso ben espresso e di grandissima tipicità, molto complesso, che si apre con un bel timbro floreale allargandosi in richiami di agrumi, cuoio e sottobosco; in bocca sorprende per l’integrazione di acidità e tannino con una polpa rilevante, il che lo rende clamorosamente bevibile per la tipologia e l’annata. L’acidità è vibrante, a rinfrescare l’alcool che pure è percepibile specie nel finale dove è comunque bilanciato dalla giusta tannicità. 93

Barolo Cannubi S. Lorenzo – Ravera 2007 Rinaldi Giuseppe: Un altro vino rispetto a quello assaggiato a maggio: qualche mese di riflessione in bottiglia gli ha fatto davvero bene. Il naso è già ampio, disponibile e molto accattivante, pulito nelle sue note agrumate e speziate. In bocca seduce con la sua polpa, accompagnata dal tannino dei vini di casa Rinaldi e da una grande sapidità; non è nota a margine segnalare come non vi siano sbavature alcoliche. 91

Barbaresco Crichët Pajè 2002 I Paglieri – Roagna: Il naso è molto elegante e fresco ma non banale, l’esuberanza del frutto è accompagnata da note di radici, humus e fiori secchi; in bocca convince per la definizione (crescente nei vini di Roagna man mano che andiamo avanti con le annate), anche se la materia portata in dote dal millesimo è quella che è e ce ne accorgiamo misurandone il corpo con il bilancino e la persistenza con il cronometro. 88+

Barolo Riserva Monfortino 2004 Conterno Giacomo: Espressione impeccabile di terroir e millesimo, quasi stordisce con la sua potente balsamicità, amplificata dallo pseudocalore alcolico, per poi convogliare un caleidoscopio di agrumi, lavanda, corteccia di china, cuoio e humus, in un’ampiezza che è quella che ci attendevamo e con una nitidezza che è quella che speravamo. La sua grandissima materia si esprime in bocca a briglie sciolte, combinando potenza pura, polpa e un tannino importante, fermo, di perfetta fattura. Progressione e persistenza sono da fuoriclasse, anche se non possiamo omettere l’incedere un po’ arrogante dell’alcool in chiusura. Sicuramente il miglior vino al mondo del suo millesimo (aspettando pazientemente l’uscita di Salon e Krug Clos du Mesnil 2004), una bottiglia che mi fa rimpiangere di non aver messo al mondo dei figli nell’Anno Domini 2004 al solo fine di giustificare l’emissione di obbligazioni per finanziarne l’acquisto in massa, preferibilmente in grande formato. 96

Gattinara 2007 Travaglini Giancarlo: Naso piuttosto austero di erbe aromatiche, timo, tamarindo, cipria e scorza d’arancia, molto tipico. In bocca è quintessenziale, non largo ma drittissimo, pecca solo in scarsa complessità e si percepisce un filo di alcool. 86

Barbaresco Crichët Pajè 2001 I Paglieri – Roagna: Si fa apprezzare per complessità, aprendo sul frutto maturo, ampio e profondo, aprendosi in note di tabacco, spezie e humus; in bocca non manca né di polpa (suadente), né di acidità (vibrante), né di tannino (forse un po’ ruvido), si lascia bere pur non essendo né semplice né vinone, e chiude rigoroso sul tannino. 91

Barbaresco Pajorè 2008 Rizzi: il naso è austero e profondo, pulito, con note di arancia rossa, anice, radici e cipria; in bocca è duro ma non sbilanciato, l’acidità e il tannino si portano dietro una materia tutt’altro che disprezzabile fino alla chiusura assai sapida. 90

Barbaresco Rizzi 2007 Rizzi: bellissimo naso di agrumi, tabacco, anice, cipria, corteccia di china; in bocca non manca di struttura e trama tannica, anche se non è particolarmente mobile e chiude leggermente alcolico. 89

Barolo 2007 Mascarello Bartolo: naso invitante, elegante, con un bel frutto a braccetto con le note balsamiche; in bocca è caldo ma non piatto, maturo ma non surmaturo, suadente ma non privo della tannicità rigorosa che ci aspetteremmo. 89

Boca 2007 Le Piane: Apre con un clamoroso afflato di erbe aromatiche, in cui predominano una salvia da manuale, timo, anice e una mineralità spiccatissima; purtroppo in bocca si fermano i fuochi d’artificio, pur non avendo una struttura disprezzabile non spicca per equilibrio a causa dell’acidità un po’ scissa, anche se la chiusura, sapida ma non troppo dura, è convincente. 88

Gattinara Le Castelle 2006 Antoniolo: Naso austero, contratto e non pulitissimo, anche se il frutto non è disprezzabile ed è intimamente unito a una buona mineralità; in bocca è dritto, rigoroso anche se la precisione non è il suo forte. 87

Gattinara Osso San Grato 2007 Antoniolo: Il naso reclama attenzione, promettendo ma rimanendo al contempo restio a concedersi; con un po’ di pazienza emergono la violetta, il pepe bianco e una mineralità scura. In bocca convince, è preciso, sapido, pieno, dritto e lungo. Sarà grande. 90+

Barbaresco Asili di Barbaresco 2008 Giacosa Bruno: Piuttosto chiuso e riservato, prevalgono le note floreali con accenni di agrumi, cuoio, radici e spezie, comunque ben definite. In bocca il primo sussulto è dato dal tannino potente e incisivo, procede energico e fresco, piuttosto leggero ma con un finale che ritorna sul frutto; un po’ asciugante e non lunghissimo, l’alcool c’è ma è ben gestito. 88

Barbaresco Riserva Asili di Barbaresco 2007 Giacosa Bruno: Naso profondo e caldo, floreale e agrumato, con un frutto maturo e una garbata speziatura. In bocca è ampio, avvolgente, caldo, sia l’alcool che l’estratto sono a livelli importanti e il primo emerge un po’ nel finale. 90

Barbera d’Alba Cerretta 2009 Conterno Giacomo: Composta e intensa all’olfatto, prevalgono la frutta matura e i fiori appassiti. In bocca l’acidità è spiccata, ne risulta un profilo tagliente e fresco in cui comunque non mancano sapidità e –specie nel finale- calore. 87

Barolo Brunate 2007 Poderi Marcarini: Secondo me a La Morra l’annata non è stata esattamente il massimo della vita. E se il naso si fa apprezzare per la complessità, per il frutto carnoso accompagnato da spezie, foglie secche e terra bagnata, in bocca arrivano i limiti, specie per la qualità di un tannino un po’ amaro ed asciugante. 84

Barolo Falletto di Serralunga d’Alba 2007 Giacosa Bruno: Melograno e anguria, arancia sanguinella e spezie, fiori e cuoio in un profilo olfattivo già bene espresso. La materia è importante sia per quantità che per qualità, ha un bel volume e se anche l’alcool si fa sentire lo fa portandosi dietro il resto della struttura, a cominciare da tannini assai grintosi, marchio di fabbrica di Serralunga. La chiusura è solare, un po’ troppo alcolica ma molto lunga. 90

Barolo Monprivato in Castiglione Falletto 2006 Mascarello Giuseppe e Figlio: Assai austero, gioca sull’eleganza della fragolina di bosco e dei fiori macerati. La struttura è davvero importante in ogni sua componente, ha una spinta poderosa ed è molto mobile al palato prima di chiudere tannico, ma molto lungo. 91

LOMBARDIA

Valtellina Superiore Grumello Riserva Buon Consiglio 2001 AR.PE.PE.: Piuttosto contratto, frutto che si nasconde dietro rocce e spezie, in bocca ne apprezziamo la struttura e al contempo la facilità di beva, riconosciamo che avrebbe bisogno di molto più tempo e a farne le spese è la complessità; in ogni caso il finale, pur sapido, non è lunghissimo. 88

Valtellina Superiore Sassella Riserva Vigna Regina 2001 AR.PE.PE.: Il naso è profondo e piuttosto complesso, con note di agrumi, rabarbaro, tabacco e terra bagnata; lotta nel palato per rimanerci, con un tannino ruvido e una personalità esuberante. Dritto e sapido, chiude piuttosto lungo. 89

TRENTINO ALTO ADIGE:

Sgarzon 2009 Foradori: E’ tornato, a meno che nella bottiglia non ci sia il Cornas di Auguste Clape. Chiuso, scontroso, prevalgono la pasta d’olive e toni minerali scuri che sfociano nell’ematico. Al palato risulta davvero fresco, ritroviamo una bella polpa che ci conduce fino al finale lungo e assai sapido. 88

Alto Adige Pinot Nero Donà Noir 2007 Hartmann Donà: Il legno c’è e si vede, ma il frutto sottostante lascia trasparire la sua eleganza; ne apprezziamo comunque la pulizia e una materia assolutamente valida, specie contestualizzandolo geograficamente. 85

TOSCANA:

Vernaccia di San Gimignano Riserva 2009 La Lastra: Grande tipicità, muschio e incenso, agrume e minerale sulfureo. In bocca predomina la sapidità, si mostra ancora una volta vino piuttosto cerebrale ma autentica espressione di terroir. 85

Brunello di Montalcino 2006 Cerbaiona: Il frutto è limpido e perfettamente maturo, ma si tratta di un vino decisamente indietro, molto chiuso. In bocca entra morbido, ma il frutto cremoso è immediatamente seguito da un tannino serrato, nebbiolesco, importante; ha in effetti i tempi di un Barolo, e chiude possente, asciutto e rigoroso. Primo della classe oggi, domani, forse, un fuoriclasse. 93

Brunello di Montalcino 2006 Le Ragnaie: Per essere un Brunello 2006, è già facilmente decifrabile con un naso che brilla per tipicità, ampiezza e piacevolezza, dove troviamo ciliegia e agrumi, cuoio e chiodi di garofano. La materia è importante, carnosa, c’è in ogni caso un buon equilibrio e la chiusura è precisa, sul frutto. 88

Il Caberlot 2008 Podere Il Carnasciale: Aggredisce le narici con una micidiale zaffata di pepe nero, poi pur continuando ad essere molto speziato si apre al fruttino nero, all’erbaceo, al terroso. In bocca ha una buona corrispondenza, un tannino un po’ rude, la giusta morbidezza e persistenza e un netto ritorno speziato nel finale. 86

Brunello di Montalcino 2006 Pian dell’Orino: Quando in un vino troviamo, inconfondibili, i sentori di cane, sudore e straccio bagnato biunivocamente associati al brett, e in tale intensità da coprire l’intero spettro aromatico del vino, per quel che mi riguarda va detto. In bocca, comunque, è più pulito (ma non completamente pulito), ha una bella materia, è fresco, si esprime bene in verticale e chiude leggermente tannico. 79

Brunello di Montalcino 2006 Poggio di Sotto: Monumentale per la sua austerità, naso piuttosto pulito, intenso, profondo e caldo, con un frutto piuttosto cupo accompagnato da erbe aromatiche e un po’ di spezie – chiodi di garofano e china. Gran bocca, potente e intensa, nebbiolesca ma non eccessivamente contratta, a una materia sopraffina si accompagna un alcool elevato che riesce tuttavia a non risultare fastidioso, prima del finale caldo e lungo. Meglio di come lo ricordavamo, a questo punto viene da dire “chissà la Riserva”. 93

Chianti Classico 2008 Castello della Paneretta: Il naso è un po’ caldo, ma in cambio si fa apprezzare per la notevolissima ampiezza, che lo fa spaziare dalla ciliegia matura all’incenso, dalla viola mammola alla cipria. Peccato che la bocca non sia altrettanto precisa, anche se rimane una bevuta piacevole e di struttura non da disprezzare per l’annata. 85

Chianti Classico Antico Lamole Vigna Grospoli 2008 Fattoria di Lamole: Naso splendidamente territoriale, molto floreale e con richiami di spezie, cipria e terra bagnata. In bocca sorprende per l’eleganza e l’equilibrio, pur non essendo vino di struttura non si può non apprezzarne la precisione. Perfetto specchio del suo territorio, bisognerebbe scriverci “Lamole Grand Cru” in etichetta. 89

Le Pergole Torte 2008 Montevertine: Apre piuttosto ampio, con un bel frutto pulito accompagnato da violetta, sottobosco, rabarbaro e la tipica mineralità ferrosa di Montevertine. In bocca è assai indietro, fresco e austero, ma tutt’altro che magro, e chiude con grande precisione e persistenza. 90

Bolgheri Sassicaia 2008 San Guido: Naso davvero elegante di ribes nero, rovo, terra bagnata, muschio, grafite, vaniglia ed eucalipto; in bocca è elegante e piuttosto morbido, forse un po’ più piccolo di quello che ci aspettavamo, il legno si sente ma non troppo, pecca leggermenete in definizione nella trama tannica e chiude molto lungo. 90

Brunello di Montalcino 2006 Biondi Santi: Decisamente riservato all’olfazione, ma pulito ed elegante in un profilo dominato dalla ciliegia e dal cuoio; In bocca si fa apprezzare per la struttura, è pieno e succoso ma al tempo stesso mirabilmente composto, fino al finale lungo e preciso, giocato tutto sul frutto. 89

Brunello di Montalcino 2006 Le Chiuse: Naso estremamente austero ma che, con un minimo di pazienza, rivela una bella complessità. Vi troviamo la ciliegia matura, il chiodo di garofano, la radice di liquirizia, la sella di cavallo, l’eucalipto e una decisa nota ferrosa. Il profilo gustativo è coerente, con una tannicità vigorosa e un po’ asciugante ma inserita in un bel corpo, pieno ed ampio; risulta caldo ma non alcolico, e il finale è assai lungo. 89

Brunello di Montalcino 2006 Stella di Campalto – San Giuseppe: FINALMENTE troviamo un Brunello di questa cantina che ci convince del tutto. Ci appare subito pulito e assai tipico, con i suoi sentori di ciliegia matura, chiodi di garofano, china e minerali di ferro. In bocca è duro, specie nel tannino a tratti graffiante, ma ha una bella personalità che ci accompagna fino alla chiusura fruttata e persistente. 88

d’Alceo 2007 Castello dei Rampolla: Versione davvero impeccabile, fine e composta; la materia è importante e ben gestita, l’equilibrio assai apprezzabile, la chiusura pulita. 88

Masseto 2008 Ornellaia: La solita “fruit bomb” alla mora di rovo, ma decisamente meno potente di versioni quali 2006 e 2001, in ogni caso fedele alla sua fama, un mostro di impatto ma non di complessità. In bocca nessuna sorpresa, la sua suadente morbidezza e il suo continuo pigiare sullo stesso pedale, quello del forte, corrispondono a ciò che ci aspettavamo, anche se l’impressione è quella di una versione “minore”. 87

Montevertine 2008 Montevertine: Ci accoglie con la ciliegia e l’agrume, la violetta e il sottobosco, per poi scaricare sul palato un’acidità sferzante e parzialmente scoperta. 86

Paleo Rosso 2008 Le Macchiole: Naso elegante e molto ben definito, assai balsamico con richiami di fruttini neri e humus; in bocca è una versione che gioca tutta sull’equilibrio, estratto e tannicità si risolvono a vicenda e il finale è di apprezzabile lunghezza. 90

Rosso di Montalcino 2008 Poggio di Sotto: Strepitoso per intensità e pulizia olfattiva, ha un frutto luminoso che invita alla beva, appena arricchito da note di tabacco e cuoio. Al palato è davvero giovane, ma clamorosamente invitante, fresco e sapido, assai vivace, non un mostro di corpo ma probabilmente assumibile a paradigma per la denominazione. 90

Tenuta di Trinoro 2009 Tenuta di Trinoro: E’ lui. Ci accoglie potentissimo, con un frutto che riempie le narici; prosegue in modo coerente, convogliando il suo enorme estratto attraverso un’alcolicità rilevante. Di infinita polposità, chiude con una persistenza impressionante, tutta sulla Morositas. 87

MARCHE

Verdicchio di Matelica 2010 Collestefano: Bel naso di agrumi e fiori bianchi accompagnati da una mineralità decisa. Al palato l’acidità spinge forte, ma nel complesso rileviamo un discreto equilibrio; il finale è lungo e di carattere, fresco e assai sapido. 88

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Terre Silvate 2010 La Distesa: Ha forse un filo di aldeide, ma nel complesso lo troviamo piuttosto pulito, floreale e un po’ erbaceo. Grande personalità in bocca, dove la polpa è avvolta da una grande sapidità. Chiude fresco, e forse leggermente abboccato. 86

LAZIO

Cesanese del Piglio Ju Quarto 2009 La Visciola: Visto e considerato che il modello stilistico prevalente, per il Cesanese, sembra avvicinarsi più all’Amarone di Romano Dal Forno che a vini come questo, un assaggio alla cieca farebbe probabilmente propendere per una Lacrima di Morro d’Alba. Visciola, erbe di montagna, iris, spezie, acqua di rose e una bella mineralità; in bocca è complesso e piuttosto pulito, ha una buona progressione e chiude potente ma composto. La grande speranza dei vini di questa regione. 87

ABRUZZO

Montepulciano d’Abruzzo Mazzamurello 2008 Torre dei Beati: Visciola e cuoio, pelliccia e scorza d’arancia, emergono poi note balsamiche, il legno c’è e un po’ si sente. Ha una struttura buona ma non pachidermica, il tannino incide in modo netto, il finale è un po’ scomposto ma di apprezzabile lunghezza. 85

PUGLIA

Primitivo di Manduria Es 2009 Fino Gianfranco: Naso di amarene sciroppate con ritorni di canfora e tabacco, in bocca è molto potente ma anche fresco, l’alcool divampa come un incendio ma l’estratto a livelli da record lo segue passo passo, chiude molto speziato. 90

CAMPANIA

Nude 2005 Cantina Giardino: Ha forse un accenno di volatile, ma poi si pulisce e si esalta in un profilo rodanesco di frutta scura e polposa, pepe nero, salamoia e macchia mediterranea. In bocca è molto indietro, mostra i muscoli con acidità e tannino a livelli importanti ma fortunatamente è riequilibrato da un frutto assai carnoso, prima di chiudere con una lunga scia sapida. 89

Taurasi Nero Né 2006 Il Cancelliere: Frutto carnoso, marasca, un po’ di pelliccia e spezie a profusione; in bocca la materia è importante, supportata oltretutto dalla giusta acidità e tannicità, chiude caldo e possente. 87

SARDEGNA

Malvasia di Bosa 2008 Columbu: Profilo affascinante di resina e frutta secca, albicocche sciroppate e salsedine. In bocca pretende attenzione e la ottiene, fresca e intensa allo stesso tempo, vince in equilibrio. 90

Vernaccia di Oristano Antico Gregori Contini Attilio: Naso da sherry, frutta e fiori secchi a profusione, tabacco biondo e affumicato. I 18 gradi di alcool si sentono tutti, ma il corpo è proporzionato e risuona per l’intero cavo orale, la sua tremenda intensità rende impossibile degustare altro per lunghi minuti e lunghi sorsi d’acqua. 89

31 Commenti

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Paolo

circa 12 anni fa - Link

Grazie per le note, vari non sono riuscito a provarli e mi fa piacere la qualità del NUde, devo vedere dove si trova anche se il prezzo non è regalato (oltre 30 euro). Faccio però osservare che le condizioni al Mercato San Lorenzo non erano certo ottimali per la degustazione tecnica. Molto caldo, molta gente, e anche se il vostro esperto sa il fatto suo un conto è assaggaire con tranquillità e un conto nel 'casino'..

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Fabio Cagnetti

circa 12 anni fa - Link

Sono perfettamente d'accordo sulle condizioni non ideali (in piedi, con i minuti contati e il caldo che progrediva - la folla era moderata rispetto ad altri eventi), si è fatto il possibile. Gli eventi di questo tipo dovrebbero servire, al degustatore professionista, più che altro ad avere conferme e riassaggi, prendendo con beneficio d'inventario i vini ivi scoperti.

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Francesco Annibali

circa 12 anni fa - Link

Mah Fabio trovo imprudente dare punteggi in simili condizioni, li riserverei alle degustazioni, mai agli assaggi a la volee come qulli o alle bevute

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Armando Castagno

circa 12 anni fa - Link

Parere ovviamente tarato sulle mie personali opinioni, e quindi soggettivo: proprio per le - leggo - relativamente precarie condizioni d'assaggio, la lista di Fabio e le relative sensazioni sui vini mi sembrano di totale affidabilità e testimoniano di un talento tanto disordinatamente speso, fin qui, quanto cristallino, indiscutibile. Bravo davvero.

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Francesco Annibali

circa 12 anni fa - Link

Armando non discuto le qualità di Cagnetti, mi sono limitato a dire di trovare discutibile l'utilizzo dei punteggi in quella occasione. Tu lo condividi? Non ho capito

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

Non mi piacciono le stroncature ma concordo pienamente sul Brunello Pian dell’Orino (quando ci vuole ci vuole :-) ). Assaggiato a Roma a Vininaturali, oltre a quello che hai descritto tu (c'era tutto) quello che ho bevuto io aveva pure un terribile ridotto.

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she-wolf allucinated

circa 12 anni fa - Link

Concordo pienamente sia sul Brunello della Cerbaiona che su quello di Pian dell'Orino. Due estremi degustativi molto centrati nella descrizione. ps pericolossissimo dire "chissà la Riserva" dopo aver assaggiato il vino "base", vedi il Brunello 2006 di Poggio di Sotto. pps Fabio Cagnetti, please, cancella il termine "nebbiolesco" per certi Sangiovese di Montalcino. sostituiscilo con "classico" o "tradizionale" se vuoi perfino "preistorico"

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Nelle Nuvole

circa 12 anni fa - Link

Pardon, la Lupa mi ha sottratto il commento sopra :)

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Fabio Cagnetti

circa 12 anni fa - Link

sono due cose diverse, in diversi 2006 ho trovato un'austerità, una riservatezza, una durezza -soprattutto di tannini serrati, stizzosi, indomiti- che non possono non portare il degustatore fino in Langa. E soprattutto il 2006 di Diego Molinari è così, di un'austerità che solo la regale compostezza permette di non scambiare per alterigia, ed è facile prevedere la lentezza della sua evoluzione. Non si parla, insomma, di stile, quanto di carattere.

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Nelle Nuvole

circa 12 anni fa - Link

Ecco, appunto, quel carattere che tu definisci "nebbiolesco" e che dici che non possa non portare il degustatore su in Langa è il carattere del Sangiovese di Montalcino d'antan, quando le bottiglie prodotte erano cantine i cui proprietari potevano aspettare. Da almeno un paio di decenni tutto è diventato più confuso nello stile e nel carattere, ma con l'annata 2006 si sono visti dei ritorni allo stile e al carattere originario, con più o meno successo. Per me il Cerbaiona 2006 è un successo.

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Gabriele Succi

circa 12 anni fa - Link

@ Fabio Capisco che i vini dell'Emilia Romagna siano (nell'immaginario collettivo?) peggiori degli altri.... Ma cagarli zero però no, eh!? :)

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anonimo

circa 12 anni fa - Link

è la lista dei soliti sospetti. fa audience.

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Fabio Cagnetti

circa 12 anni fa - Link

purtroppo è stata una giornata all'insegna del "non farcela". Non si tratta certo di snobismo, riconosco i Colli Piacentini come distretto di interesse non trascurabile, anche a livello europeo per quanto riguarda le vette dei suoi vini dolci, e le mosche bianche del Lambrusco indicano una strada che pochissimi hanno intenzione di percorrere, anche perché non necessariamente la più redditizia. L'unico Sangiovese di Romagna premiato non è certo nome che mi incuriosisce, la denominazione avrebbe bisogno di una salutare revisione stilistica, magari con in mente i giorni felici e ormai sbiaditi dell'epoca d'oro dei Ronchi di Castelluccio. Ci sono un paio di rondini, ma non fanno certo primavera.

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anonimo

circa 12 anni fa - Link

anche il veneto è in queste condizioni pietose? non vedo amaroni nella lista. i colli piacentini con Luretta mi sembrano degni di nota a prescindere e una piccola menzione...la meritano. Anche se sono vini distanti dalle mie scelte.

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Fabio Cagnetti

circa 12 anni fa - Link

Il Veneto fuori dalla provincia di Verona ha decisamente bisogno di una mano ad emergere, i Colli Euganei e quelli Berici hanno il potenziale ma lo esprimono in modo piuttosto occasionale - mi sarebbe comunque piaciuto vedere un vino di Monteforche, magari la sua Garganega, in lista. In realtà la regione non è affatto messa male, era il tempo a mia disposizione a scarseggiare. E faccio mea culpa per l'abitudine di non presenziare all'anteprima dell'Amarone, che cade in un periodo dell'anno particolarmente ricco di eventi.

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gian paolo

circa 12 anni fa - Link

@Fabio Me la spieghi:"la denominazione avrebbe bisogno di una salutare revisione stilistica, magari con in mente i giorni felici e ormai sbiaditi dell’epoca d’oro dei Ronchi di Castelluccio" Cioè? usa termini facili perchè non capisco -sono molto stanco e molto suscettibile :)- Se premiano un Sangiovese solo non è che c'è da riformare la zona ..forse magari in quella degustazione non seranno piaciuti oppure al degustatore stesso non piace quella tipologia di vino-cosa che capita- In Romagna ci sono grandi vini e non cè difficile scovarli basta solo assaggiare senza pregiudizi.. Sulle mosche del Lambrusco...che dire ormai una bottiglia di Lambro è paragonata a un Borgogna vedi te ...siamo proprio tutti matti!! Ciao GP P.S. è da leggere con ironia e non ti incaz...

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Gabriele Succi

circa 12 anni fa - Link

Fabio, mi associo a Gian Paolo...magari se tu fossi più esplicito... Cit. "la denominazione avrebbe bisogno di una salutare revisione stilistica, magari con in mente i giorni felici e ormai sbiaditi dell’epoca d’oro dei Ronchi di Castelluccio. Ci sono un paio di rondini, ma non fanno certo primavera" NB: Il trinomio "potenza-frutto-legno" di cui parla il Falco (leggi Francesco Falcone) sta sparendo dai nostri vini... Come scrive Gian Paolo, ci vorrebbe solo un po' meno di pregiudizio, forse a cominciare anche da te visto che "L’unico Sangiovese di Romagna premiato non è certo nome che mi incuriosisce"... Magari hanno fatto il vino del secolo o per capacità proprie o per culo; ma se non lo assaggi che ne sai? Non me ne volere eh! Capisco che da noi i vini premiati e le aziende siano quasi sempre quelle, ma io credo che se lo meritino anche... Sicuramente hanno contribuito negli anni passati a portare avanti il trinomio di cui sopra, ma non per questo c'è da dire che si corra sempre sugli stessi binari...bisognerebbe verificarlo, no? Grazie. Ciao.

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Fabio Cagnetti

circa 12 anni fa - Link

Il Pruno è un vino che conosco, e che anche negli ultimi anni non mi è parso discostarsi dalla cifra stilistica stigmatizzata da Falcone e da molti altri prima di lui, mentre andando indietro ricordo un 1995 di un certo interesse. Se avessero premiato, che so, il Vigna 1922 di San Martino o il Vigna del Generale di Casetto dei Mandorli, magari assieme ad una o due altre etichette, allora la mia attenzione sarebbe stata certamente superiore. Chiaro comunque che non si possa essere esaustivi degustando in quelle condizioni, il polso a una denominazione si può veramente tastare solo assaggiandola in serie in condizioni ottimali, in assenza delle quali è anche naturale che il degustatore si diriga verso le tipologie in cui si sente più ferrato.

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Gabriele Succi

circa 12 anni fa - Link

Grazie della pronta risposta. Magari se capiti in Romagna passa da me, si assaggia qualcosa assieme :) Una puntualizzazione però: qualche giorno fa ho aperto una bottiglia di SdR di qualche annata fa (2001); il vino (pluripremiato) è ben noto per la "cifra stilistica" (cit.) ben nota. Beh, il legno era sparito, e il vino aveva avuto una bellissima evoluzione....non sembrava neppure un sangiovese fatto in Romagna perchè delle caratteristiche da me riportate non ve n'era rimasta traccia. Io penso che noi si esca troppo presto per diversi motivi (poco spazio, bisogno di rientrare con le spese...) quando invece se si aspettasse ci sarebbe solo da guadagnarne. Vabbèche con le maree di vino che si vendono adesso si aspetta per forza... :(

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Giovanni Solaroli

circa 12 anni fa - Link

Ok,ma penso che chi degusta per poi scriverne deve o dovrebbe, giocoforza, essere esaustivo ed esercere la propria funzione in condizioni tali da non penalizzare o esaltare i vini oggetto della ricognizione. Altrimenti sarebbe meglio giocare a scopone, si fanno meno danni e meno vittime. Cio' vale, a maggior ragione,per coloro che ritengano di essere ascoltati e se nulla vieta di parlare di un singolo vino, per lanciarsi su analisi di interi comparti, credo serva molto di più di qualche sporadico assaggio contornato da sbiaditi ricordi. All'uopo, mosso da un irresistibile moto di orgoglio ti invito a ricognere(voce del verbo fare una ricognizione)sui vini di romagna in occasione di Enologica(www.enologica.org). Nel bene o nel male ti si illumineranno alcune zone che ora credo ti siano oscure. A presto.

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giorgio

circa 12 anni fa - Link

L'immaginario collettivo a volte prende grossi abbagli, posso concordare ancora sulle tipologie bianche, ma sui rossi l' Emilia Romagna ha molto da raccontare

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Er Plastichino

circa 12 anni fa - Link

Si vede che la Romagna non conta niente. Piadina a parte, stavolta chi ha fatto la zona ha dormito. Capita

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Gabriele Succi

circa 12 anni fa - Link

@ Plastichino Cit. "Si vede che la Romagna non conta niente" Perchè è una novita? Cit. "Piadina a parte, stavolta chi ha fatto la zona ha dormito" Magari se mi/ci spiehi meglio che intendevi te ne sarei grato. Chi ha fatto la zona chi?

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Er Plastichino

circa 12 anni fa - Link

@Succi: pardon. Intendevo chi ha fatto la zona per la guida, cioe' chi ha assaggiato i vini. Non credo sia stato il Falcone che ha scritto quel bel pezzo su Emogea.

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Gabriele Succi

circa 12 anni fa - Link

No, ti sbagli. Il pezzo su Enogea di Luglio l'ha scritto proprio il Falco... Al quale, tra l'altro, bisogna ricordare che ha visitato tutte le aziende per conoscere i conduttori, i terreni su cui insistono le viti, la filosofia produttiva, etc etc... Ben pochi l'avevano fatto prima di lui...

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Gabriele Succi

circa 12 anni fa - Link

"Al quale bisogna ricordare...." Voleve scrivere DEL quale... :twisted:

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vinoso

circa 12 anni fa - Link

ho bevuto proprio oggi l'erbaluce di favaro,non l'ho trovato affatto scontroso ,anzi acidità molto bilanciata ed eleganza assoluta.....meriterebbe qualche punticino in più.....buona giornata....

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Er Plastichino

circa 12 anni fa - Link

@ah Succi: lo si che Falcone ha scritto su Enogea della Romagna, visto che si e' firmato. Volevo dire che forse non e' stato Falcone a fare le valutazioni espressiche. Ciao

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Gabriele Succi

circa 12 anni fa - Link

A' plastichì scusa, la tua precedente frase l'avevo intesa male; però non voglio essere pedante, ma le degustazioni espressiche romagnole le ha fatte il Falco.... Non so dirti però se da solo oppure con altri e quali altri. Ciao.

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giusonzo seppegni

circa 12 anni fa - Link

Ciao Gabriele, nonostante l'acronimo spero ti ricordi di me, concordo sulla tua linea e soprattuto sul fatto di ribadire che Francesco ha fatto un lavoro splendido per l'articolo di Enogea mettendo in luce gli elementi fondamentali che illustrano il vostro territorio. Confermo che la romagna l'ha seguita lui e ha fatto lui tutte le schede e introduzioni poiche' l'ho sentito ieri e mel'ha confermato. Poi vorrei esprimere un parere,una guida va letta a 360°, non bisogna sfogliare l'elenco dei premi e stop, a mio modo di vedere hanno grandevalore pure gli outsider o i miglioramenti di una cantina evidenziati dai commenti o dalle introduzioni o ancor di piu' le volutazioni su aziende di diverso genere,spessore e dimensione di uno stesso territorio per comprendere un po' di piu' la situazione e l'evoluzione della denominazione!!!!

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Marco Lombardi

circa 12 anni fa - Link

ho avuto un sussulto al cuore leggendo la lista... veramente da bava alla bocca...

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