L’Anteprima Bordeaux 2009 nel racconto del nostro inviato speciale

di Fabio Cagnetti

Lo ammetto, in questa fase della mia vita ci sono svariate tipologie di vino che bevo più spesso dei Bordeaux. Parlando solo di rossi, Borgogna e Piemonte fanno la parte del leone, e ben difficilmente apro mea sponte, a oggi, annate bordolesi successive alla 1990; tuttavia, il degustatore compulsivo che è in me fibrilla all’idea di assaggiare oggi un’ampia selezione dei 2009 in un momento particolarmente interessante. Il classico assaggio dei Primeurs si svolge in Aprile, ahimè in coincidenza con il Vinitaly, e riguarda la vendemmia di sei mesi prima; ma è poco meno di un anno dopo che i vini vengono messi in bottiglia, e a partire da quel momento sono praticamente illeggibili per sei mesi, mentre la commercializzazione fisica avviene, in genere, tra due anni e due anni e mezzo dopo la vendemmia.

Ecco quindi che Millésima, uno dei primi cinque negociant di Bordeaux e il primo nella vendita per corrispondenza, ha offerto a una selezionata platea di giornalisti la possibilità di assaggiare gli ultimi campioni di botte di un’annata che, per la terza volta nel decennio dopo 2000 e 2005, ha provocato nei soliti noti – Parker in primis – una valanga di superlativi, ed è stata protagonista di una campagna di primeur assolutamente folle per quanto riguarda i prezzi raggiunti.

Nelle impressionanti cantine di Millésima, che ospitano qualcosa come tre milioni di bottiglie e circa 12.000 grandi formati, abbiamo potuto degustare i vini in presenza dei produttori; a onor del vero il tempo a disposizione per gli assaggi non era moltissimo, ma abbiamo cercato di fare di necessità virtù. Presentiamo quindi, in due parti, le note sugli assaggi di quest’annata carissima e osannata.

Il 2009 era partito piuttosto fresco a Bordeaux, ma l’estate è stata calda e secca: in luglio e agosto si sono così raggiunte condizioni fin lì ottimali, ma con il protrarsi di queste condizioni nel mese di settembre si sono iniziati a registrare i primi problemi di stress idrico. A metà mese, tuttavia, sono arrivate piogge brevi e molto intense, che hanno reidratato il suolo senza che sorgesse il rischio di malattie; il clima ancora caldo fino alla vendemmia ha fatto il resto. L’annata è da considerarsi comunque calda, anche se non certo come la 2003; l’alcool eccessivo, a volte, è un problema. Fare buoni vini non è stato difficile, scegliere il momento esatto per vendemmiare uve perfettamente mature sia dal punto di vista tecnologico che da quello fenologico un altro paio di maniche. La grande sfida è stata quella di ottenere vini potenti, ma non troppo alcolici; maturi, ma che trasmettessero anche il territorio. A onor del vero, qualcuno, anche se non i più, ci è riuscito brillantemente. Di seguito presentiamo gli assaggi dei vini delle denominazioni di riva sinistra (Margaux, Saint-Julien, Pauillac, Saint-Estèphe, Graves, Haut-Médoc e Moulis), riservando la riva destra (Saint-Emilion e Pomerol) per un aggiornamento successivo. Trattandosi di campioni di botte, abbiamo preferito dare una forchetta di punteggi piuttosto che un singolo voto numerico. Il prezzo che trovate è preso dal sito di Millésima.it, conteggiato per bottiglia in caso di acquisto en primeur di casse da sei o dodici bottiglie, IVA inclusa e trasporto escluso; per avere una stima di scaffale di enoteca onesta, aggiungete almeno un buon 30%.

Un’ultima annotazione: a sinistra mancavano i cinque Premier Cru Classé (Lafite, Latour, Mouton Rothschild, Margaux e Haut-Brion) oltre ad alcuni altri grossi calibri quali La Mission Haut-Brion e Leoville Las Cases.

MARGAUX

Palmer: Si presenta riservato, ma di straordinaria finezza, e vince in complessità, tra aromi di ciliegia scura, e gelsomora, tabacco e spezie, grafite e humus. Davvero splendide le sensazioni tattili in bocca, soffice come il velluto e davvero elegante, potente ma senza risultare pesante, succoso e di gran struttura, chiude in modo davvero convincente e armonico. La differenza di finezza con gli altri vini in degustazione è, francamente, imbarazzante; sono anni che Palmer, se è il secondo miglior vino a Margaux dietro Chateau Margaux, lo è di poco. Lo si tenga presente quando si pensa che sia caro, perché sì, è caro, ma il prezzo di riferimento di Margaux 2009 è oggi superiore ai 1,200 Euro. (94-96; 299 Euro)

Rauzan-Segla: Elegante al naso con un bel frutto scuro impreziosito da note floreali, forse appena un po’ sovraestratto. In bocca mostra un’eccellente materia, discretamente equilibrata nonostante i valori importanti di estratto ed alcool; da notare l’ottima sapidità. Molto persistente, chiude in modo pulito e sapido. Da citare quando si parla di vini moderni, ma assolutamente ben fatti (90-92; 98 Euro)

Lascombes: Molto intensi i sentori di mora e mirtillo, ma dietro c’è complessità, dal rovo al caffè passando per un’evidente speziatura; in bocca è caldo e pieno, decisamente morbido, forse non lunghissimo ma comunque sulla soglia dell’eccellenza (89-91; 86 Euro)

Giscours: Ciliegie scure e terra bagnata, piuttosto intenso e fine; in bocca la materia si fa apprezzare, il tannino è vellutato, la sapidità percettibile e il finale morbido, tutto sul frutto (88-90; 56 Euro)

Malescot St.Exupery: Naso molto intenso di frutti neri e terra bagnata, in bocca è vino masticabile che punta tutto sulla polpa, potrebbe essere più complesso ma è comunque piuttosto fine e lungo (86-88; 90 Euro)

Cantenac-Brown: Confettura di mirtillo e caffè, vellutato in bocca, frutto polposo e acidità comunque buona; il finale è potente e di carattere, ma l’alcool e il tannino vanno un po’ fuori equilibrio (86-88)

Labégorce: Ciliegia scura, trifoglio, humus e una gentile speziatura; non enorme e piuttosto fine per l’annata, “piccolo” vino morbido e ben fatto (86-88; 20 Euro)

Du Tertre: Fruttini di bosco e ciliegia matura, sottobosco, foglie secche e terra bagnata; gioca più sull’equilibrio che sulla potenza, forse un po’ corto ma più che apprezzabile (85-57; 42 Euro)

Rauzan-Gassies: Frutto scuro, toni erbacei e humus; morbido, ha un po’ di alcool di troppo e, in proporzione, poca spinta sul frutto, anche in chiusura viene fuori l’alcool (84-86; 40 Euro)

D’Issan: Un po’ ridotto e non elegantissimo, sentori di mora e radice di liquirizia; in bocca ha una struttura discreta ma non enorme né particolarmente fine, e nel finale emerge l’alcool (84-86; 56 Euro)

Marquis de Terme: Fruttone leggermente plasticoso,  un po’ sgraziato, terroso, è più grande che definito, molto intenso ma meno lungo di quanto ci si aspetterebbe (84-86; 32 Euro)

Siran: Chiuso, il frutto che esce al naso è un po’ sovraestratto e accompagnato da note terrose non proprio armoniche; in bocca è carnoso e alcolico, il tannino ellagico finisce per diventare fastidioso prima che nel finale torni l’alcool (79-81; 25 Euro)

SAINT-JULIEN

Léoville Barton: Lievissimamente ridotto, poi escono fuori fruttini neri, humus e una bella mineralità. In bocca è caldo e ha una bella polpa, la progressione è più che apprezzabile e l’alcool è il volano che sospinge un finale potente e di carattere (89-91; 114 Euro)

Beychevelle: Naso piuttosto scuro, frutti di bosco neri maturi, humus e qualche nota erbacea; in bocca ha una buona materia, è piuttosto mobile, sostenuto da una discreta acidità, chiude non molto potente ma certamente pulito (89-91; 76 Euro)

Léoville-Poyferré: Naso molto elegante di mirtilli, mora, humus e un po’ di sottobosco, in bocca è caldo e un po’ scarso di acidità, ma molto succoso, specie nel finale (88-90; 144 Euro)

Talbot: Ampio e fine al naso, ribes nero, tabacco, erba medica e qualche nota minerale; polposo e sapido, è sostenuto da una buona acidità, procede con eleganza ma non difetta di potenza, specie nel finale (88-90; 53 Euro)

Gloria: Mirtilli, caffè e spezie al naso; in bocca ha una struttura più che discreta, non enorme ma comunque piuttosto fresco e di discreta beva, chiude pulito (86-88; 36 Euro)

Lagrange: Estremamente chiuso al naso, arrivano giusto un po’ di fruttini neri e di erba tagliata. In bocca l’alcool è un po’ sopra le righe, specie rispetto all’acidità, nel finale migliora chiudendo nettamente sul frutto, ma il ritorno alcolico si sente (85-87; 52 Euro)

Branaire-Ducru: Chiuso al naso, frutti di bosco scuri un po’ soffocati da vaniglia e smalto; vino piccolo ma abbastanza equilibrato, gli manca un po’ di progressione e chiude piuttosto corto (83-85; 62 Euro)

PAUILLAC

Lynch Bages: Naso riservato ma molto fine di mirtilli maturi, cioccolato, humus e grafite, ha una buona materia ma si espande più in lungo che in largo, rimanendo molto fine e chiudendo in piena armonia (90-92; 114 Euro)

Grand-Puy Lacoste: Fine al naso, mirtillo e ribes nero, grafite e qualche nota vegetale, appena un po’ ridotto; la polpa c’è, la sapidità anche, nel finale intenso e pieno esce fuori un po’ di alcool di troppo (89-91; 68 Euro)

Pichon Baron: Naso molto elegante di frutti di bosco scuri ed erba tagliata con una bella mineralità; in bocca è decisamente caldo ma ha una bella materia accompagnata da una sapidità importante. Chiude sul frutto, purtroppo accompagnato da alcool bruciante (88-90; 125 Euro)

Pichon Comtesse de Lalande: Fruttini neri estremamente eleganti e seducenti al naso dove è molto intenso; in bocca è ben strutturato ma non mette il turbo, giocandosi la carta dell’equilibrio e della finezza prima di un finale valido, pienamente sul frutto (88-90; 180 Euro)

Grand-Puy Ducasse: Un po’ chiuso e ridotto al naso, fruttato e minerale con evidenti richiami di caffè, in bocca è morbido e setoso ma non molto potente, nel finale si fa sentire il tannino da legno (88-90; 34 Euro)

Pontet-Canet: Naso estremamente intenso di ciliegie nere leggermente surmature, sacrifica la finezza per la potenza, in bocca è piuttosto caldo, pieno, il fruttone ruba tutta la scena fino al finale caldo e lungo (87-89; 144 Euro)

Batailley: Naso leggermente ridotto, prevalgono i fruttini neri piuttosto surmaturi, un po’ di erba tagliata, note terrose e di frutta secca non particolarmente eleganti; in bocca ci si aspetterebbe più potenza ma l’equilibrio è discreto, il frutto appena un po’ decadente e i tannini setosi, chiude abbastanza lungo e con apprezzabile compostezza (87-89; 38 Euro)

Haut-Batailley: Prugna secca sparata, un po’ semplice ma intenso e tutto sommato pulito; in bocca mostra una discreta struttura anche se è un po’ statico, chiude comunque sulla ciliegia nera, recuperando in finezza e pulizia (86-88; 35 Euro)

Clerc Milon: Appena un po’ vinoso, more in confettura, caffè e cioccolato; in bocca è piuttosto semplice ed escono fuori i tannini da legno, delude nel finale, corto (82-84)

Duhart-Milon: Molto chiuso, al naso parla soprattutto della sua mineralità, in bocca non si ritrova il frutto perduto e il tannino ellagico è allappante; come se non bastasse è pure corto. Direi che vista la recente impennata di prezzo (la proprietà è la stessa di Chateau Lafite) lo possiamo tranquillamente lasciare tutto ai cinesi (80-82; 119 Euro)

SAINT-ESTEPHE

Montrose: Inizialmente chiuso, poi si apre come uno scrigno mostrando un frutto scuro, profondo e carnale; richiami di mora e mirtillo maturi si accompagnano a eleganti note floreali. In bocca è certamente morbido ma non squilibrato e c’è senza dubbio una bella polpa, senza però mai perdere in eleganza; chiude composto, pienamente fruttato e piuttosto lungo (91-93; 186 Euro)

Calon-Ségur: Il naso è già discretamente espresso, come mostra la sua complessità: fruttini scuri, spezie, humus, grafite ed erba tagliata. In bocca è pieno e polposo, forse un po’ troppo glicerico, corre sul filo che divide il piacevole dal piacione e chiude su un frutto di rara succosità (90-92; 91 Euro)

GRAVES (PESSAC-LEOGNAN)

Carbonnieux: Naso affascinante di ribes nero e tabacco Kentucky con qualche spunto minerale e vanigliato, in bocca ha una bella struttura, potente ma al contempo fresco, anche in chiusura dove mostra un’acidità insospettata per il millesimo (90-92)

Domaine de Chevalier: Naso piuttosto fine di ciliegia nera, ribes e terra bagnata con qualche spunto erbaceo; morbido e profondo, non difetta tutto sommato di equilibrio e ha una notevole persistenza (90-92; 66 Euro)

Malartic-Lagravière: Frutto scuro, germogli di ribes, humus e un po’ di spezia; di struttura importante, è caldo ma al tempo stesso decisamente sapido, chiude sul frutto e si fa apprezzare per la lunghezza (87-89; 50 Euro)

Pape Clément: Molto chiuso all’inizio, poi escono frutti di bosco, caffè, fave di cacao e un po’ di note smaltate da legno; in bocca è contratto ma non ha particolari squilibri, e ritorna a fuoco nel finale fruttato (86-88; 151 Euro)

Haut-Bailly: Naso scuro e intenso, confettura di mirtilli, tabacco e torba; in bocca è caldo, un po’ molle e surmaturo con qualche intrusione del tannino da legno (85-87; 118 Euro)

Smith Haut Lafitte: Al naso domina il caffè assieme a note di mirtillo e terra bagnata; in bocca è piuttosto potente, decisamente caldo, un po’ fermo su se stesso e con un tannino ellagico particolarmente ruvido che disturba il finale (85-87; 94 Euro)

Latour-Martillac: Il naso è scuro e non molto espresso, ribes, caffè e un po’ di legno; in bocca è un cappuccino alcolico, il frutto si perde un po’, è decisamente dolce e carnoso e non disprezzabile nel finale (83-85; 27 Euro)

HAUT-MEDOC

Sociando-Mallet: Molto intenso e piuttosto elegante al naso, dove si impongono sentori di mora di gelso, germogli di ribes, grafite. In bocca è più fine che potente, ma certamente non leggero né privo di polpa, e il finale succoso, pienamente sul frutto, lo dimostra (88-90; 37 Euro)

La Lagune: Forse un po’ monocorde (ciliegia scura e note vegetali) al naso, in bocca non impressiona per potenza ma nella sua semplicità si lascia apprezzare per l’equilibrio; chiude un po’ alcolico, ma comunque abbastanza centrato sul frutto (85-87; 60 Euro)

Cantemerle: Naso semplice e non intensissimo di ciliegie scure e frutti di bosco stramaturi, in bocca più convincente anche se ai limiti del lascivo per la morbidezza un po’ tediosa del frutto (85-87; 30 Euro)

MOULIS

Chasse-Spleen: Piuttosto chiuso, arrivano di frutti di bosco neri e poco altro, in bocca si rivela comunque assai ben fatto, pieno, sapido e bilanciato; anche il finale non tradisce, se non per un po’ di legno (88-90; 34 Euro)

Questo è quanto, per ora: ci risentiamo presto su queste stesse pagine per i vini di Saint-Emilion e Pomerol.

10 Commenti

avatar

Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Ha fatto bene Tomax a scegliere te, poverino che pena mi fai, tutti quei vini francesi da assaggiare in fretta e furia, in mezzo ad una selezionata platea di giornalisti... Un commento: Chateau Palmer "la differenza di finezza rispetto agli altri Margaux é imbarazzante" anche quella di prezzo? Una domanda: cos'é il tannino ellegico? ps: Grazie per il tuo lavoro.

Rispondi
avatar

Fabio Cagnetti

circa 13 anni fa - Link

ahah, grazie a te e a tutti gli altri che hanno apprezzato. Su Palmer la verità è che se vedi la scala di qualità e prezzi salendo dal basso, è caro, se la vedi scendendo da Chateau Margaux è un affare. Secondo me è un po' caro, ma solo un po'. I tannini ellagici sono quelli da legno.

Rispondi
avatar

Flachi10

circa 13 anni fa - Link

Bel resoconto, complimenti! Tra le bocce in cantinetta ho un Sociando Mallet 2003 ed un Duhart Milon 2001... hai idea di come possano essere e che prezzo abbiano? me li hanno regalati! Grazie!

Rispondi
avatar

Federico

circa 13 anni fa - Link

" ...hai idea di come possano essere ..", aprile e scoprilo! " ... che prezzo abbiano?" 0 a quanto dici. :-) :-)

Rispondi
avatar

Fabio Cagnetti

circa 13 anni fa - Link

Grazie! Sono due vini in particolare che non ho mai assaggiato, anche se Sociando Mallet 2003 è stato particolarmente apprezzato oltreoceano (94 Parker). Devo dire comunque che non amo l'annata, davvero troppo calda, anche se c'è una possibilità almeno teorica che nel lunghissimo termine alcuni di questi vini, soprattutto quelli provenienti da viti più vecchie che meglio resistono allo stress idrico, possano avvicinarsi ai fasti della 1947, la vendemmia più calda di sempre prima della 2003. Sul 'grigio' Sociando Mallet 2003 sta sui 40, Duhart Milon 2001 sui 70-80.

Rispondi
avatar

massimo sacco

circa 13 anni fa - Link

Ciao Fabio complimenti per il resoconto, davvero ben dettagliato. Sull'annata 2009 , che diccono stupenda (almeno per i prezzi) é sempre difficile esporsi. Completamente d'accordo con te sul Sociando Mallet 2003 che io assolutamente non compro e non comprero per la catena di Hotels. Meglio il 2001 stupendo adesso. I prezzi alle ultime quotazioni dei negociant sono sui tuoi parametri per il Sociando 2003 ( in Francia 42€ IVA esclusa) per quanto riguarda il Duhart io l'ho appena comprato a 127€ in Francia, e ti assicuro che prima di acquistare consultiamo sempre i 5 maggiori negociant. Se per c aso lo hai a quel prezzo contattami che lo compro subito per la catena di Hotels per la quale lavoro. :) :)

Rispondi
avatar

Montosoli

circa 13 anni fa - Link

@Cagnetti; Se James Sukling avrebbe dato punteggi come ha fatto lei, tutta Bordeaux lo avrebbe cacciato via.... Curiosita ? Che media di punteggi darebbe ai Bordeaux Superior....? Stando alla graduatoria...diciamo tra i 60/100 e i 70/100 giusto ? Non faccio il bagno col Bordeaux....ma replico solamente in giustizia ai prodotti

Rispondi
avatar

Fabio Cagnetti

circa 13 anni fa - Link

Mi fregio di avere un metodo di valutazione e un gusto assai differenti da quelli di Suckling, con i cui punteggi mi trovo spesso e volentieri in totale disaccordo. E non avendo interessi economici con le aziende, posso valutare i loro prodotti in totale autonomia, cosa che dovrebbe essere comune a tutta la critica ma non lo è. La cosa importante, in ogni caso, è essere degustatori analitici coerenti con se stessi e con la scala che si decide di utilizzare. I miei modelli in questo sono Allen Meadows e Richard Juhlin (il quale usa l'intera scala e tranquillamente assegna punteggi inferiori a 50/100 a non pochi Champagne). Io nel mio piccolo mi sforzo per essere coerente con me stesso e utilizzare una scala non distorta. Nella mia newsletter ho scelto di non dare punteggi, ma di dividere i migliori vini degustati (generalmente tra il 10 e il 20% del totale della denominazione in esame) in fasce di merito decrescenti; tuttavia il mortifero numeretto lo assegno, sul mio taccuino, sempre e comunque. Per rispondere alla domanda: in un'annata comunque da buona a molto buona, non mi stupirei se qualche Superieur potesse raggiungere la metà dell'ottantina. Certo, la media probabilmente sarebbe una decina di punti sotto.

Rispondi
avatar

franz

circa 13 anni fa - Link

beh, se io usassi la povera lingua italiana come fa lei mi avrebbero cacciato non da bordeaux, ma dalla scuola elementare

Rispondi
avatar

Montosoli

circa 13 anni fa - Link

Grazie del chiarimento. Have a good weekend

Rispondi

Commenta

Rispondi a massimo sacco or Cancella Risposta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.