L’Alto Adige presenta la sua 2019: eleganza e fierezza da vendere

L’Alto Adige presenta la sua 2019: eleganza e fierezza da vendere

di Andrea Gori

Nuovi tempi e nuove modalità si affacciano alla ribalta. Invece che un piacevolissimo viaggio a Bolzano e nelle valli altoatesine degustando vini inframezzati da knodeln e prelibatezze locali, magari abbronzandosi un poco ai primi tepori primaverili, ci troviamo con sei bottiglie della 2019 in uscita sul mercato (che in altri tempi avrebbero avuto una classica presentazione a Vinitaly) davanti a noi, schede tecniche e un set di slides per approfondire. Questo però non sarebbe certo accettabile per un consorzio moderno e lungimirante ed ecco che ad integrare e non far troppo rimpiangere il viaggio ci troviamo a discutere su Zoom con il direttore Eduard Bernhar e a degustare insieme ad Eros Teboni le nuovissime uscite. Un’ora ben spesa, dal ritmo giusto e con tanti input che mettono sete e voglia di approfondire.

Che annata è stata la 2019? Intrigante e piacevole con spunti di complessità notevole ma, soprattutto, una generale freschezza che sfina certe pesantezze del recente passato e che pone i bianchi su un gradino decisamente superiore ai rossi, complice un andamento stagionale complicato e una temperatura media record come del resto in tutto il mondo. Gli aumenti record della temperatura paradossalmente paiono per adesso privilegiare i bianchi mentre i rossi non hanno beneficiato del cambiamento, finendo per allontanare sempre più la regione dal suo recente passato rossista. Non è necessariamente una brutta notizia anche se getta le basi per una programmazione diversa di vigneti e giacitura degli stessi. Su questi problemi futuri ci sarà sicuramente tempo per tornarci mentre oggi ci possiamo gustare sei interessanti esempi della 2019 in arrivo sugli scaffali.

E’ stata una vendemmia tardiva (15 giorni in media dopo la 2018 e con molte difficoltà per le basi spumanti, complice il caldo agostano) con un calo del 15% in resa rispetto all’anno precedente ma buona qualità ed eleganza per pinot bianco, pinot grigio, chardonnay e sylvaner e anche  per il gewürztraminer (uno dei miei vitigni del cuore).

Il frutto è meno sfacciato del solito riscoprendo doti di agilità insospettabili. Ci dicono molto bella la tipicità della schiava, mentre ci confermano alcune voci che ci erano arrivate sul fatto che pinot nero, lagrein, merlot e cabernet sono ancora molto indietro nella loro evoluzione e si è incerti sul fatto che siano davvero di livello altissimo. Problemi di grandine per il lagrein nella conca di Bolzano con perdite in certi casi oltre il 70%. Si conferma il trend di crescita qualitativa  per la Val d’Isarco e in Val Venosta con meno alcol e più freschezza rispetto alle ultime annate.

ALTO ADIGE PREVIEW 2019

 

Alto Adige

Kurtatsch Gewürztraminer 2019
Equilibrio freschezza e acidità, accattivante senza essere banale ma allo stesso tempo esemplare questo Gewuerztraminer che ha maturità stilistica sempre maggiore da parte dei produttori e uso accorto dei vigneti in valle non solo in bassa atesina. Ai conferitori è stato chiesto un lavoro diverso in vigna con rese più basse e acidità diversa lavorando sui prezzi, potatura e mercato in genere. Le uve di questo vino vengono da Brenbthal zona molto calda infuocata fino a 42 gradi in estate, la parte aromatica e acida vengono da Cortaccia più alta così l’eleganza si mantiene bella senza esagerare in corpo. Il vino è comunque ricco e polposo con le note di ordinanza di rosa e lytchees ma anche erbe aromatiche che rendono fresco e sapido il gusto. 90

Meran Kellerei Weissburgunder Pinot bianco 2019
Su terreni leggeri permeabili d’origine morenica, terreni sabbiosi, argillosi, arricchiti di humus, Marlengo, Merano, Tirolo, Labers, 450-500 mt slm. Ha note classiche cristalline e benissimo tratteggiate di pesca bianca, albicocca, prima parte del sorso decisamente acidula con arancio e mandarino poco maturo poi però la bocca diviene intensa, ricca e con traccia di potenza, qui la freschezza della 2019 esce molto bene e risolve l’equilibrio in maniera molto felice. 87

Alois Lageder Chardonnay 2019
Da vigneti della bassa atesina tra Magrè, Salorno, Cortaccia e Pochi, altitudine: 230 – 500 metri s.l.m, su terreni sabbiosi, ghiaiosi e molto calcarei, in acciaio con 4 mesi su fecce fini. Ha una traccia esotica e marcata in genere in queste zone ma qui la 2019 mostra il suo equilibrio e la freschezza in maniera esemplare, ribaltando il profilo standard con note di lime, cedro, melone di pane e mela croccante. Sorso sapido, elettrico ma mai nervoso, finale salino e agrumato di piacevolezza estrema. 89

Luxs Alto Adige Doc 2019 Weingut Niklas di Dieter Solva
100%  kerner (riesling renano x trollinger), da 10 a 35 anni a Muttergarten, Lavardi e Trifall tra i 460 e i 510 m s.l.m.. Terreno: sassoso, con ciottoli calcarei. Forma di allevamento: impianto a pergola e a spalliera; viticultura naturale integrata. Acciaio e una parte in legno, 5 mesi su fecce fini.  Il Kerner sta cambiando volto alla Val d’Isarco ma ha bisogno di clima particolare. Al suo meglio ha una nota citrina e nocciolosa più una parte esotica importante. Fiori che ricordano rosa e altro di Gewuerztraminer ma poi lo sviluppo è differente. Questa 2019  è sul versamente estremo con un tono più esotico di curry, noci, pepe bianco (più a nord in Val isarco c’è più croccantezza e verticalità). Qui c’è nota calda importante, potenza ma anche finezza e ricerca di eleganza. 86 

Erbhof Unterganzner Lagrein Kretzler 2019
Da viti su terreno alluvionale di origine porfirica, da vigneti di 25 anni di età condotti a pergola. La tipologia in rosa del Lagrein è una particolarità produttiva con un presente che può sfruttare il boom dei vini rosa (anche se sarà la tipologia che soffrirà più per la crisi Covid) ma che risente sempre del fatto che i produttori lo interpretano in maniera molto diversa. C’è chi lo porta su rosso e chi su bianco. Qui siamo più sul quasi-bianco con biancospino molto inconsueto e particolare, i polifenoli tipici dell’uva hanno note rotonde, il vino è più preciso e definito, al palato si sente l’acidità che è un suo asso nella manica che lo rende adatto al rosa. Si perde la fragola al naso e si va su sciroppo di ribes rosso più nota vegetale croccante che è dura ma molto divertente e lo rende molto versatile in abbinamento. 88

Kellerei Bozen Huck am Back 2019 St. Magdalener
Uve dai pendii di S. Maddalena tra i 250 e 500 m s.l.m, poi rovere grande. Questa è una selezione pregiata per la zona più calda della regione insieme a Cortaccia , una conca da rossi terreni sempre asciutti. Nel blend il lagrein porta corpo e frutto ma la schiava lo rende molto stabile fresco e anche longevo in maniera sorprendente. Il Santa Maddalena in genere è pronto da bere e accessibile ma la sua longevità spesso può sorprendere, con un frutto che cambia a seconda delle annate con bosco, mirtilli, fragole e ribes che si alternano molto. Un rosso espressivo, ricco e con una lunghezza sorprendente che fa intravedere una prospettiva molto più ampia di quella che solitamente gli viene attribuita… 90+

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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