La Malvasia di Camillo e i misteri dell’ossidazione perduta

di Alessandro Morichetti

Non vorrei turbare il lettore con i problemi del mio frigorifero ma questa devo raccontarla. Capita spesso di lasciare bottiglie scolme per sentirne l’evoluzione nel tempo. A volte lo faccio con scienza, altre a caso. Capita pure che a forza di vederle tappate lì me ne dimentichi, diventano “ambiente” come la saliera. La Malvasia 2008 di Camillo Donati, praticamente scolma, aveva fatto questa fine. Ora, mi gioco una cassa da 12 di Masseto che se dico che era lì da 40 giorni non ci credete, ma sono fatti vostri. Così, giusto prima di condire l’insalata, sono andato a riesumarla.

foto scattata in un fugace momento di lucidità prima o dopo lo svenimento dalla sorpresa

Se Dio c’è, c’ho le prove. Una. Roba. Straordinaria. Buono come all’apertura, birroso e agrumato – mele e limone che mangiavo da piccolo – come solo certe malvasie. Quaranta giorni dopo, lo ritrovi piatto eppur sottilmente tannico, profumato. L’ho annusato per 20 minuti, incredulo. Per un attimo ho anche temuto di essere ubriaco, ma sono nella settimana senz’alcol (in teoria). Allora, mi sono detto, avrò fumato pesante. Niente, ho smesso. Ma come cacchio fa questo vino da 9 euro sullo scaffale ad essere ancora vivo? Poi chiedi un pò in giro e vieni a sapere che da Beaufort ti fanno assaggiare Champagne stappati da decine di giorni, sgasati e perfettamente integri.

Ora, il primo che si azzarda a parlare di “biodinamica” tra i commenti gli brucio la tastiera. E poi è andata come temevo: alla fine mi sono bevuto il bicchiere di gusto e addio settimana d’astinenza. Pace.

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

8 Commenti

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M.Grazia (Soavemente)

circa 14 anni fa - Link

Ebbi un' esperienza analoga un paio di mesi fa, con il Bora Lunga di Cinque Campi: dimenticato un quarto di bottiglia per una quindicina di giorni sul piano di cucina. Uno schioccare di frutta matura, ancora vivace in bocca. Ginestra ed altri petali gialli ancora lo profumavano. Meno male che ho aperto la bottiglia. Etichette non ne metto. Avercene. Bio o no. (l' abbrevoiazione salva dallo sfasciamento di tastiera?) ;-)) MG

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andrea bez.

circa 14 anni fa - Link

M.Grazia hai la mia ammirazione piu' completa, l'ho sempre detto che il BoraLunga e' un francese travestito da emiliano ;) ab

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bacillus

circa 14 anni fa - Link

Quando è stato messo in frigo il vino rimasto in bottiglia (che evidentemente era ancora fresco e non era stato sbattuto) conteneva ancora disciolta una quantità discreta di anidride carbonica. Alla bassa temperatura del frigorifero una parte di quella CO2 si è liberata lentamente. Essendo essa più pesante dell'aria ha saturato lo spazio libero sopra la superficie del vino, scacciando quindi tutto l'ossigeno e creando uno stato ideale di riduzione. Capita.

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Massimo D'Alma

circa 14 anni fa - Link

E vabbè, ma così hai tolto ogni poesia... ;)

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Dan Lerner

circa 14 anni fa - Link

My 5 cents. Mi è accaduto lo stesso con il gutturnio "sur lie" di Massimiliano Croci. Tanto incredibilmente vivo dopo 10 giorni, la prima volta che per caso mi accadde di dimenticarlo, che ora è diventata una piacevole abitudine il lasciarne lì abbondanti culacce e godere di evoluzioni sorprendenti. Sacrifico la tastiera: Massimiliano Croci=vini biodinamici. Un caso? 'un zo, ma il sospetto mi viene.

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Simone e Zeta

circa 14 anni fa - Link

Capitato la stessa cosa con il Gotturnio fermo de La stoppa, anche una mesata nel frigo...non so se c'entrano i naturali..però era "dimolto" bono!!!

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

ehhhhhhhhh, cosa vuoi che ti dica Morichetti... d'altronede, quando l'agricoltura è biodinamica..... ahahahahahah (adesso ti aspetto con la tanica di benzina a roma)

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piergiorgio del giaccio

circa 10 anni fa - Link

Anni fa praticando le terme di Monticelli ho avuto la fortuna di conoscere Camillo Donati .Ho potuto apprezzare e gustare i suoi vini . La malvasia ed il souvignon sono semplicemente stupendi.Il problema per me é la distanza.Vivendo nella provincia di Roma non riesco a procurarsi i suoi vini.v

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