La lista di grandi assaggi a Terre di Toscana è imbarazzantemente lunga – seconda parte

di Alessio Pietrobattista

Se qualcuno volesse ulteriori motivazioni per maledirsi di non esser stato a Terre di Toscana, la seconda tornata di assaggi ne offre in quantità industriali. O artigianali? Vabbè, ci siamo capiti ;-). (Qui la prima parte).

Tiezzi: la banalità non è di casa in casa Tiezzi. Vini magari bisognosi di calma e attenzione ma poi la pazienza è di certo premiata. Il Rosso ’11 è ridotto inizialmente, poi cannella e ciliegia accompagnano una bocca dolce e scorrevole. Di altro passo il Rosso ’10, vibrante con un frutto più preciso. Il Brunello Poggio Cerrino ’08 ha anch’esso un inizio incerto ma si riscatta in bocca per acidità e tannino finissimo. Ben più composto il Vigna Soccorso ’08, definito e floreale ma con un’acidità furiosa ancora da amalgamare. Da attendere.

San Giusto a Rentennano: Luca Martini di Cigala è una istituzione e un esempio di viticoltura sostenibile e di qualità tra Gaiole e Castelnuovo Berardenga. Si parte con il Chianti ’11, figlio dell’annata calda che dona ampiezza e calore al sorso, di altro passo il Rserva Baroncole ’10, con legno ancora da digerire ma sprizzante energia da tutti i pori con un’acidità devastante. Insolitamente pronto il Percarlo ’09, speziato, caldo e possente come il blasone impone ma con una bocca meno articolata e di più facile beva. La Ricolma ’10 è ampia, matura, misurata nel rapporto con il legno con buona freschezza d’insieme. Visti i presupposti del Baroncole, attenderò con ansia il Percarlo ’10.

Felsina: continua il viaggio tra le aziende importanti del Chianti sudista. Il Chianti Classico ’10 ha un filo di diluizione ma rischia di essere bevuto a canna, la Riserva ’09 è rilassata, distesa, saporita, molto classica nell’impronta terrosa e di sottobosco. Di pari impostazione la Riserva ’09 Farnetella (Colli Senesi), un filo più morbida. Di altro passo il Rancia ’09, floreale e fruttato, giovanissimo e tannico ma, come al solito, di grande prospettiva. Interlocutorio il Fontalloro ’08: il solito gran naso sanguigno da sangiovese di razza ma la bocca allo stato attuale risulta un po’ contratta nel tannino. Bottiglia storta o fase strana del vino.

Caparsa: Paolo Cianferoni è il vignaiolo che tutti vorrebbero avere dietro casa. Personaggio vero, affascinante, originale come i suoi vini. Il Bianco ’11 spicca per toni macerativi, cera, fiori gialli con ingresso dolce e una lieve diluizione alcolica sul finale. Il Rosso è il mix del vecchio Chianti, con Malvasia e Trebbiano a supporto del Sangiovese: vino da tavola in tutti i sensi, croccante e rustico. Il Caparsino ’09 è l’apripista del nuovo corso, con spiccata eleganza e freschezza, vino sottile e balsamico. Si passa al Caparsino ’07, visciola in primo piano con bocca possente e lunga, per poi terminare col Doccio a Matteo ’08, un mix di cannella, cacao e frutto scuro con la bocca ancora contratta nel tannino ma di buona acidità.

Il Marroneto: me lo sono sempre chiesto: ma perché l’azienda di Alessandro Mori non è mai abbastanza considerata dalla critica nostrana? Eppure ha davvero tutto per essere costantemente tra i top e gli argomenti li ha lì sul tavolo. Il Rosso Ignaccio ’09 è un piccolo Brunello, su toni erbacei e fruttati, in bocca nervoso e acido con una chiusura lievemente amarognola. Il Brunello ’08 è pura seta, frutto rosso squillante e arancia amara, gustoso, con sorso floreale, lungo e appagante. Di impatto ancora più succoso e ampio il Madonna delle Grazie ’08: vero fuoriclasse, un Brunello con l’amplificatore Marshall rispetto alle caratteristiche del “base” che trova il giusto connubio tra corpo e agilità.

Tenuta San Guido: sono davvero originale, non c’è che dire. Due i vini in degustazione: una riuscita versione del Guidalberto ’10, mix di macchia mediterranea e arancia con sorso saporito, dal tannino ancora in fase di digestione. Sul Sassicaia ’09 non mi dilungo troppo: trattasi di campione vero, goduriosamente pronto e compiuto, la solita classe sopraffina. Un appunto: sarà anche un brand come m’è stato più volte detto al banchetto ma questo è un gran vino.

Col d’Orcia: una batteria ampia e articolata con una mini verticale davvero interessante. Si parte coi due Rosso ’10, il base e il Banditella, entrambi figli di un’annata fresca con il secondo che riesce a trovare maggiore pienezza. Si passa poi al trittico di Brunello ’08 – ’07 – ’06: il ’08 giocato tutto sulla prontezza di beva, saporita e gustosa, con un olfatto tra erbe aromatiche e fragola, il ’07 più ampio e caldo con una bocca più dolce e carnosa, il ’06 ancora introverso e con il tannino in evidenza. Si passa al Poggio al Vento ’04 e la parola d’ordine è classcità ed eleganza, un vino fascinoso che ti inchioda al bicchiere. Chiusura con il Nearco ’09 e l’ Olmaia ’10, buona divagazione alloctona.

Terenzuola: difficile bere un po’ di bianchi in questa manifestazione, per fortuna Fosdinovo (che ricade nella DOC Colli di Luni) sta in Toscana. Il Vigne Basse ’12 è un Vermentino accattivante con naso di cedro, limone candito, ananas e sorso facile e spensierato, più serio il Fosso di Corsano ’11, roccioso e minerale con una bocca più generosa, complessa e ampia. Sul fronte rossi, facile e accessibile il Vermentino Nero ’11 mentre ha maggiore complessità e struttura il Merla della Miniera ’11, da uve Colorino.

Le Chiuse: gli influssi dello stile Biondi Santi si sentono prepotentemente anche oggi: vini di grande acidità, e di longevità. Pronti e via il Rosato ’10, da vendemmia anticipata , offre un ventaglio fresco di aromi incentrati sui toni della mela; si passa all’ Arpaia ’10, sangiovese in purezza beverino e piacevole. Di ottimo livello il Rosso ’10, acido, fresco, corroborante, tutto frutto e erbe aromatiche mentre ancora sulle sue il Brunello ’08, certamente elegante e acido ma restio a concedersi olfattivamente. La Riserva ’07 ha dalla sua invece struttura e silhouette sinuosa, vispa nel tannino e di piacevole pienezza, poi due fuori programma: un bellissimo Brunello ’06, terragno e floreale ma ancora scorbutico nel tannino e di prospettiva ultradecennale, e una Riserva ’99 di struggente complessità.

Pacina: Stefano Borsa è un vignaiolo molto apprezzato, soprattutto dai fan del bio senza compromessi. Interessante la batteria presentata con il Secondo di Pacina ’11 tutto frutto e piacevoli deviazioni rustiche che accentuano il tannino succoso, un vero vino da tavola. Il Chianti 2008 ha bella freschezza, croccante nel frutto e balsamico, con una bocca potente e sanguigna, sorretta da acidità e tannino vispo. Sulla stessa falsariga l’ IGT 2009 (in realtà il Chianti) ma su toni di amarena ancora più evidenti e con un tannino più scomposto. Infine la Malena ‘10, Syrah chiantigiano molto territoriale, di grande impatto soprattutto in bocca per estratto e densità.

Pieve Vecchia: Marco Monaci è un ragazzo con le idee chiare e i suoi vini stanno raggiungendo un livello sempre maggiore di espressività territoriale. I migliori interpreti per me gli autoctoni, tra cui il Vermentino ’12, profumato di pesca e pera con la bocca agile e gustosa. Le Zere ’11 e il Biancamara’11 sono accumunati dal singolare blend di Chardonnay e Fiano (il secondo in legno), risultano meno scattanti del Vermentino, anche se piano piano stanno trovando maggior espressività. L’Albatrello ’10 è vino di gran frutto e bevibilità spensierata mentre il Chorum ’10 è per me l’altro cavallo di battaglia, Sangiovese di costa giustamente rotondo e sinuoso ma dal giusto sprint acido-sapido. Si chiude col Pieve dei Monaci ’10, Syrah di costa che strizza l’occhio ai bevitori Oltreoceano.

Bibbiano: da una delle “creature” del mai troppo compianto Giulio Gambelli, una bella batteria chiantigiana. Il Chianti ’10, solo cemento e tanta freschezza dell’annata, vince per bevibilità e fruttato fresco di visciola. Il Chianti Montornello ’09 ha dalla sua mineralità profonda e complessa, sempre in un quadro di accattivante freschezza, beva agile e succosa. La Riserva ‘08 Vigna del Capannino invece è il più mascolino del lotto, intenso e con qualche deviazione tostata ancora da amalgamare al naso, mentre in bocca l’acidità elevata alleggerisce una beva rocciosa e tannica. Si chiude col Domino ’07, Merlot chiantigiano maturo ed erbaceo ma che non mi fa andare in tilt le sinapsi.

Boscarelli: in chiusura un nome storico di Montepulciano. Il Prugnolo ’11 è fruttato e fresco come un vino entry level impone, il Nobile ’10 mostra classe ed eleganza soprattutto in bocca dove l’acidità e il frutto giocano alla pari. Il Nocio ’08 è sempre lui, un grande classico che nasconde ancora le carte migliori per un degno invecchiamento. Per me meno convincenti le due bottiglie successive: la Riserva ’08 dove la ricchezza e l’astringenza richiamano legni più spinti nell’affinamento (oltre a toni erbacei tipici del Merlot) e il Boscarelli dei Boscarelli ’07, mix a maggioranza alloctona che a mio giudizio perde in carattere nei confronti dei grandi classici dell’azienda.

23 Commenti

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ivan

circa 11 anni fa - Link

"me lo sono sempre chiesto: ma perché l’azienda di Alessandro Mori non è mai abbastanza considerata dalla critica nostrana?" Provo a darti una risposta. Potrebbe non aiutarlo il fatto di essere una delle persone più antipatiche, scortesi, cafone e piene di sè che si possano incontrare al mondo

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Emanuele

circa 11 anni fa - Link

Per quanto mi riguarda, nei contatti con quest'azienda ho avuto la fortuna di interloquire solo con una travolgente, piacente e ridanciana signorina che, evidentemente, funge da egregio contraltare alla persona di Alessandro Mori. Tra le questioni di origine porthosiana mi trovo spesso a riconsiderare quella che Sandro Sangiorgi poneva icasticamente come segue: cosa fare con il vino buono di un produttore vero o presunto fallocefalo? Non sempre si può prescindere da simpatie e antipatie, ma se i vini del Marroneto sono buoni - come io credo, e anzi preciso: tra i più buoni per il terzo anno di fila al Benvenuto Brunello - è proprio la critica a dover dare il buon esempio, astenendosi dal confondere antipatia e antigeusia.

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ivan

circa 11 anni fa - Link

Se i suoi vini fossero quel capolavoro enologico che il produttore crede di avere per le mani, potrei anche passar sopra alla totale ineducazione che in molti hanno avuto il dispiacere di notare. Ma dato che non lo sono e ci sono tanti vini e tante altre storie che meritano attenzione..

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Alessio Pietrobattista

circa 11 anni fa - Link

Ivan, che Alessandro possa risultarti antipatico può essere. Il primo impatto con me è stato anche bello diretto però poi ho scoperto una persona verace ed entusiasta del suo lavoro. Direi però che, per rimanere a Montalcino, di persone abbastanza spigolose ne girano ma questo non impedisce di considerare ottimi i loro vini. Gli assaggi mi hanno particolarmente convinto, un po' meno il Rosso ma penso che lì anche l'annata influisca. La filosofia dell'azienda è chiara e poco invasiva, l'impostazione è quella gambelliana (essendo Gambelli storico amico e collaboratore dell'azienda), i vini di bella eleganza. Mi basta questo per apprezzarlo. :-)

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ivan

circa 11 anni fa - Link

non voglio dilungarmi nei particolari. Ma con lui ho avuto un'esperienza surreale. Spigoloso ok antipatico ci può anche stare, ma lui rientra in altre categorie. Comunque ripeto non mi meraviglio che col carattere che ha abbia dei problemi anche con chi ama i suoi vini.Comunque mi ritrovo con tutti i tuoi giudizi, perciò gli auguro di produrre vini talmente buoni che non abbiano il minimo bisogno delle sue capacità comunicative ;-)

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alessandro

circa 11 anni fa - Link

Carissimo Ivan, sei scorretto. non puoi offendere un produttore, o meglio un uomo, sfruttando un importante blog come questo senza spiegarne gli antefatti.. mi sono scontrato con una persona solamente al Terre di Toscana e quindi devi essere te quell'Ivan così arrabbiato con me. spieghiamo al popolo di intravino cosa è successo, che ne dici? il signor Ivan è arrivato con la sua fidanzata davanti al banco di assaggio del marroneto e con fare abbastanza altezzoso (tutto è dovuto nella vita per certe persone) ha chiesto di assaggiare i vini..... sia lui che la fidanzata, poi, si sono messi a risciaquarsi la bocca lungamente... lungamente.....lungamente con il brunello annata.. gentilmente ho cercato di spiegare loro che io aspetto 39 lunghi mesi per arrivare all'equilibrio del vino e che ogni volta lo muovo con dolcezza... con pompe che lo sbatacchiano il meno possibile e che per me era un dolore vedere qualcuno che, invece di gustarlo in ogni sua parte, lo distruggeva in quel modo... non si sa per tale scopo... di tutta risposta il simpaticissimo Sig. Ivan ha pensato bene di darmi dell'incompetente (39 anni di vita passata nel fare e giocare con i vini... la mia... non la sua), che quel modo di scomposizione del vino lo aveva imparato dalla scuola A I S e che mi consigliava vivamente di andare ad imparare a detta scuola come si fa a fare e degustare vino (io quella scuola l'ho fatta all'età di 22 anni..oggi ne ho 51). ovviamente c'è stato subito lo scontro! io però non ho inveito contro la sua maleducazione, Sig. Ivan in un blog.. cosa che ha fatto lei... sbaglio o ho anche preso del "fallocefalo" belle personcine.. davvero .. io antipatico.. e lei invece?? cosa è? lasciamo al popolo di intravino il giudizio! Alessandro

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Emanuele

circa 11 anni fa - Link

Alessandro, preciso: "fallocefalo" per ipotesi di scuola e nella versione suggerita dall'altro commentatore. Non mi permetterei, a maggior ragione non avendo la fortuna (la sfortuna, direbbe Ivan) di conoscerLa. Ho invece incrociato in diverse occasioni una Sua gentilissima collaboratrice. Il mio punto: in ogni caso la parola è al vino, quindi chiunque lo ami ed ami pensarsi degustatore esperto, o quanto meno smaliziato, dovrebbe esser capace di non lasciarsi irritare, o irretire, da chi lo presenta. In altre parole, parafrasando il Suo visitatore, credo che i Suoi vini già adesso non abbiano il minimo bisogno delle Sue capacità comunicative. E sul Vigna Soccorso mi ritrovo nelle parole scritte da Paolo de Cristofaro più avanti. Spero di conoscerLa presto, vengo spesso a Montalcino. PS Molto gustosa la scena della centrifuga, o del collutorio. Vorrei imparare anch'io quel modo di scomposizione del vino ma temo che sia troppo tardi, e di esser troppo rozzo nel mio povero e antiquato armamentario. Però mi piacerebbe leggerne. Se è un metodo, deve esisterne una codificazione. PPS Abbia pazienza. Sono stato spettatore anch'io di molti momenti surreali (ultimo in ordine cronologico "... quanto brett ha aggiunto a questo vino?"). Ora, in teoria Lei potrebbe anche essere il più antipatico ilcinese, ma mi è chiaro quanto sia ingrato il compito di chi ha fatto il vino quando deve servirlo a una fiera. E questo supplizio, ai miei occhi, la emenda da tutti gli eventuali peccati di iracondia, superbia etc.

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Alessio Pietrobattista

circa 11 anni fa - Link

Arrivo in tuo Soccorso per rettificare: ovviamente ti riferivi al Madonna delle Grazie. :-)

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ivan

circa 11 anni fa - Link

"fallocefalo" è una parola mai uscita dalla mia bocca. Io ho solo degustato il suo vino e lei si è messo a schernirmi e a fare lo sbruffone di fronte ad altri ubriaconi (perchè di quelli sono pieni le fiere alle 3 del pomeriggio). Ha usato precisamente queste parole "io mastico la pasta mica il vino" e gli ubriaconi accanto nel frattempo si divertivano con lei. Le assicuro che il mio modo di degustare vino è quello di qualsiasi persona presente a una fiera non per ubriacarsi ma per degustare. Inoltre io non avevo minimamente commentato o fatto critiche, stavo solo degustando e lei solo per il fatto che non le stavo simpatico a pelle, mi ha volutamente schernito. Comunque se lei è così apprezzato da tanti (ma anche io le assicuro che mai ho avuto problemi con alcun produttore) vorrà dire che è solo un problema fra noi, e stia tranquillo che non cisarà maioccasione di altre incomprensioni. Ma si tolga dalla testa di non esser stato maleducato e molto, molto offensivo.

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Antonio Tomacelli

circa 11 anni fa - Link

Vediamo di darci tutti una calmata. Nessuno vi obbliga alla simpatia reciproca ma alle buone maniere vi obbligo io.

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alessandro

circa 11 anni fa - Link

Ivan, sarei felicissimo se lei - che ne penseresti se incominciassimo a darci del tu? - se tu decidessi di venire a farmi una improvvisata in azienda. Sono sicuro che potremmo diventare buoni amici... Ovviamente l'invito è esteso anche ad Emanuele e a tutti gli amici che avranno la voglia e la curiosità di conoscermi più da vicino. Grazie a tutti per le belle parole che avete usato per descrivere i miei vini. Per me il vino è espressione della personalità di chi lo crea, quasi una forma di arte. La traccia lasciata di una vita vissuta. Grazie Alessandro

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Pasquale Pace

circa 11 anni fa - Link

Boscarelli: in chiusura un nome storico di Montepulciano. Il Prugnolo ’11 è fruttato e fresco come un vino entry level impone, il Nobile ’10 mostra classe ed eleganza soprattutto in bocca dove l’acidità e il frutto giocano alla pari. Il Nocio ’08 è sempre lui, un grande classico che nasconde ancora le carte migliori per un degno invecchiamento. Per me meno convincenti le due bottiglie successive: la Riserva ’08 dove la ricchezza e l’astringenza richiamano legni più spinti nell’affinamento (oltre a toni erbacei tipici del Merlot) e il Boscarelli dei Boscarelli ’07, mix a maggioranza alloctona che a mio giudizio perde in carattere nei confronti dei grandi classici dell’azienda. Ale domenica visitando Boscarelli i miei giudizi e letti i tuoi sembrano uguali .... peccato che si de a lazie

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Pasquale Pace

circa 11 anni fa - Link

fattoria dei dolfi Se hai sentito questa azienda che mi sai dire?

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Alessio Pietrobattista

circa 11 anni fa - Link

Purtroppo non provati, ho fatto una maratona niente male e sono stato fino a domenica a pranzo con la febbre. Per i giudizi, non avevo dubbi malgrado tu sia daa Riomma! :-D

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Merisi

circa 11 anni fa - Link

....nessun commento su Poggio al Sole?

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Andrea Gori

circa 11 anni fa - Link

abbiamo recensito i vini di Poggio al Sole durante la settimana delle Anteprime Toscane, grande prova del Casasilia per esempio http://www.intravino.com/grande-notizia/anteprime-toscane-2013-tutto-il-chianti-classico-riserva/

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Riccardo Farchioni

circa 11 anni fa - Link

Si, però Alessio.. la prossima volta ti vogliamo un po' più in forma, eh! ;-)

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Alessio Pietrobattista

circa 11 anni fa - Link

Mi devo impegnare di più! Punto a fare il filotto di tutte le aziende! :-D

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manilo

circa 11 anni fa - Link

Ale, ma Tiezzi aveva portato anche il suo chardonnay, non so se lo hai assaggiato. Su il Marroneto è vero non spicca di simpatia, secondo me tra un pò spicca il volo e conviene comprare qualche cartone, prima che aumenti.

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Alessio Pietrobattista

circa 11 anni fa - Link

Ciao Mani'! Si in degustazione c'era ma forse è finito presto o non m'è stato proposto. Comunque buona batteria, il Vigna Soccorso con quella bocca può essere tranquillamente un bianco! :-) Il Madonna delle Grazie ’08 è stato davvero convincente per me, sarebbe da accaparrare qualcosa per valutarne la gittata.

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Paolo De Cristofaro

circa 11 anni fa - Link

per me il Madonna delle Grazie '08 è un vino semplicemente straordinario. Lirico, emozionante, commovente, come un libro e una carezza insieme. Non mi capitava da tempo di sentirmi così travolto da un vino.

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Alessio Pietrobattista

circa 11 anni fa - Link

Ecco cosa intendevo per fuoriclasse. Detto da un fuoriclasse.

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Eleutherius Grootjans

circa 11 anni fa - Link

Grazie Alessio. Così ho spifferato un altro dei miei preferiti... Alessandro: molto volentieri. E non se la prenda per il qui pro quo. Cito spesso Mad. d. Grazie e Vigna Soccorso in coppia, quando parlo di versioni del Brunello a me care. Non le sole, ma due tra quelle che preferisco. Tra l'altro, per quel che conta, furono 2 tra i 10-12 migliori secondo i partecipanti a una degustazione di 85 vini di Montalcino che ebbi l'onore di condurre nell'ottobre scorso a Lubiana. E per finire: il primo fallocefalo in giro sono io quando non sottotitolo i paradossi alla pag. 777 del Televideo.

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