La biodinamica secondo Luca D’Attoma: Duemani e il mare

di Andrea Gori

Luca D’Attoma è tipo che non le manda a dire. E non fa sconti a nessuno, neanche a se stesso. Quando mette mano ad un progetto gli succede spesso di creare piccoli capolavori (bastano Messorio e Paleo come esempi). Quando la Mani diventano Due – la sua e quella di sua moglie Elena – è tipo che alza la posta in gioco e cerca di esplorare nuove frontiere. Fino ad arrivare al giudizio di “miglior vino biodinamico italiano” dato da un tizio come James Suckling, lui che normalmente non considera nelle sue valutazioni le pratiche agronomiche.

E quindi ecco la biodinamica in tempi non sospetti (siamo nel 1999) e la nascita dell’azienda personale. Suona come un controsenso che un enologo famoso per pulizia, nitore e opulenza dei suoi vini voglia imbarcarsi in questa avventura, forse perché molto di quello che pensavamo di conoscere sulla biodinamica è sbagliato e a molti torna comodo così. Colpiti (come molti altri) dallo sfolgorante assaggio del suo Cabernet Franc Duemani 2007 a Divino Tuscany, andiamo a trovarlo in pomeriggio di luglio a Riparbella (Pisa) nel quasi immediato entroterra di Rosignano Solvay, al confine con Castellina Marittima, comune reso celebre sulla mappa enoica italiana dal Castello del Terriccio e il suo Lupicaia.

Siamo in una valle creata da un vecchio fiume preistorico che ha provveduto a depositare limo argilla e ciottoli lungo la sua strada, scavando un tunnel perfetto per incanalare aria fresca e mite proveniente dal mare. Allo stesso tempo è protetta a nord proprio dal colle dove sorge Castellina. Il terreno, giudicato da un agronomo molto conservatore “inadatto alla viticoltura di qualità” strega Luca e sua moglie per i suoi profumi e la sensazione che emana, cosa che possiamo confermare appena scesi dal fuoristrada, quando ci viene spiegata l’origine dei suoli e la disposizione dei vigneti. Suoli particolari e compositi con una presenza di sodio altissima (in fondo alla valle lo stabilimento della Solvay non è nato a caso) che accentua la nota minerale sapida e marina dei vini.

Oltre al vento e alla disposizione, restiamo abbagliati dalla luce calda, vibrante, serena, ma anche densa di profumi ed energia: una sensazione di immediata empatia con il luogo. L’idea iniziale di fare una piccola Saint-Émilion tramonta quasi subito, perché se il Cabernet Franc si rivela eccezionalmente adatto, il Merlot non ha la stessa definizione e compiutezza, mentre si fa largo l’idea del Syrah che si rivelerà azzeccata e vincente in purezza, tra le poche eccezioni in zona, Bolgheri compresa. Quanto alla cantina, dopo alcuni anni in appoggio a San Vincenzo, nel 2007 viene trovato un casolare soprastante le vigne (oltre le capre…) qualche chilometro più su sulla collina, e nasce la cantina attuale con le vasche in cemento, i tini troncoconici e il locale per le barrique, usate con diverse tonalità per Altrovino, Duemani e Suisassi – mentre il neonato Cifra fa solo acciaio. Biodinamica e naturalità assoluta in vigna e cantina, al limite dell’asettico con lampade ultraviolette sui legni, acido peracetico e bicarbonato (stavolta a km 0) per gli ambienti, e tubi lavati più volte durante tutte le operazioni. Una cura che se fosse adottata in tante cantine biodinamiche ci eviterebbe puzze altrimenti dette “caratteristiche” o “classiche” o anche “tipiche del terroir”.

Ecco gli assaggi, suddivisi in due giorni con bottiglie aperte da 3 ore e dopo un giorno.

Cifra 2011 Cabernet Franc 100%
Solo cemento, quindi diretto, immediato e “in your face”: lamponi cassis e ciliegia matura, fresco beverino ma senza sconti. Nato da una scommessa a tavola con lo Zazzeri per realizzare un vino da pesce in mezzo a tante marmellate, vince alla grande e diventa un alternativa al Pinot Nero sul cacciucco. Da provare. 85

Cifra 2010 Cabernet Franc 100%
Prima annata, tutto cabernet franc, versione light, molto Loira: lampone e ribes rosso, macchia mediterranea, aghi di pino e resina, bocca fresca pimpante decisa. Viene da zone che anticipano la maturazione, con argille più consistenti ma non è un base per niente. Come direbbe Fabio Rizzari, traccia parecchio: persiste a lungo nel palato. 83

Altrovino 2009 Cab franc e Merlot
Solo cemento per questa annata, cabernet e merlot stile Saint-Émilion: caramello e mirtillo, ginepro, mirra, molto fruttato in amarena, caffè; bocca con tannino che si avverte ma è piacevole, sapido e marino, finale pepato. 86

Altrovino 2010 Cab Franc e Merlot
Prima annata con legno tino, più ricco e polposo, scuro, pepe e mirtillo; bocca soffice e appena graffiante, balsamica e ariosa, liquirizia Amarelli; bel finale croccante, siamo sulla buonissima strada, vivido.  88

Duemani 2007 Cabernet Franc 100%
Intenso e arioso: cardamomo, resine ed ebanisteria, goudron appena, affumicato e prugna in confettura, ribes rosso mela cotognata, tannino ricco ma ora bello pimpante e bevibile. 90

Duemani 2009 Cabernet Franc 100%
Concentrato di frutta rossa e nera, alloro e china; polposo e ricco, in bocca si allarga con entusiasmo e convinzione, finale lunghissimo: frutta ciliegie duroni e cranberry. 90+ (esce nel 2013)

Suisassi Syrah 2009
Resina e cotognata, giuggiole, sottobosco, legno ancora presente, pepe a grani grosso, ferro e sale, minerale e deciso, finale in evoluzione ma promettente. 89+

Suisassi Syrah 2008
Succo di cranberry, pepe rosso, ribes mirtillo e cacao poi spezie orientali, ginepro e mirto, cacao madagascar, elicriso; bocca completa bevibilissima succoso senza aggredire, finale perfetto e preciso. Assaggiato anche il giorno dopo, stessa bottiglia, migliora ulteriormente: stupendo. 94

Scendendo dalla cantina e tornando verso valle e verso il mare Luca accende lo stereo, e ci lancia l’ultimo messaggio attraverso Jimi Hendrix. Sul serio, la biodinamica ci rende liberi?

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

7 Commenti

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Daniele

circa 12 anni fa - Link

Tutto bello...how much?

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Andrea Gori

circa 12 anni fa - Link

in effetti prezzi non popolari con il piccolo Cifra già di partenza attorno ai 15 euro in enoteca e il DueMani e il SuiSassi tra i 30 e i 40...

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link

Io li ho visti a quasi il doppio, sui 55 e 80. :o

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Giacomo Panicacci

circa 12 anni fa - Link

Questo è l'andamento dei prezzi per il mercato europeo: http://www.wine-searcher.com/wine-95004-0001-duemani-duemani-cabernet-franc-toscana-igt-tuscany-italy

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luigi

circa 12 anni fa - Link

Dallo shopping on-line del sito duemani.eu: Cifra 18 euro Altrovino 25 euro Duemani 50 euro SuiSassi 80 euro ed in enoteca non li trovi certo a meno. Insomma, vini per tutti...

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Andrea Gori

circa 12 anni fa - Link

nessuno ha mai detto che siano vini per tutti...sono comunque vini per occasioni particolari, piccola tiratura, fatti a mano in ogni fase e biodinamici che in termini di costo lavoro uomo per ettaro sono quasi 30% superiori a quelli di un vino tradizionale o anche solo biologico. Per il Cifra 18 euro li spenderei ben volentieri e anche Altrovino è una fascia interessante. Gli altri per amatori anche se in realtà sono allineati con i prezzi per dire del Paleo e di altri super Bolgheresi

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Zakk

circa 12 anni fa - Link

Gori, però se Paleo & C. negli anni 90 non avessero preso una sequela di 3 bicchieri e altri ammennicoli adesso non se li filerebbe nessuno. I premi delle guide oggi contano il 10% di quello che contavano 15 anni fa, per cui nemmeno se D'attoma prende i 3 bicchieri per 3 anni filati potrà ambire al successo di Paleo, Tignanello, Grattamacco e compagnia cantante. Meglio così dico io, che i prezzi dei vini in questione nel thread mi paiono gia alti, pur essendo vini di qualità non contestabile. E un'altra cosa: a livello di denominazione storica tira di più un montalcino o un Chianti classico che il solito igt Toscana.

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