L’abbinamento perfetto | Polenta, salsiccia e altro nebbiolo
di Fabio CagnettiLo ammetto, sono un fan della rubrica La ricetta perfetta su Dissapore. La leggo con avidità, prendo appunti e nel mentre mi chiedo sempre quale vino abbinerei alla preparazione proposta. Poi mi sono reso conto che potrebbe essere carino condividere queste riflessioni, ed eccomi qua. Con un giorno di ritardo, mi metto a riflettere a voce alta su polentosi abbinamenti cibo-vino.
Fuori ci sono 20 gradi e nel cielo romano splendono sette soli, per cui mettersi a parlare di polenta e salsiccia è un filo anticlimatico, oltre a potermi inconsciamente condizionare nella scelta di vini non troppo corposi e alcolici. Scelta che, astraendomi completamente dall’ambiente in cui mi trovo, è in ogni caso corretta: la polenta con salsiccia non è un piatto di struttura memorabile, pur avendo una grassezza degna di nota. La scelta andrà quindi su un rosso abbastanza giovane, di medio corpo, ma generoso in tannino e acidità. L’Italia del nebbiolo offre qui molte possibilità, specie attingendo a piene mani da quello che definisco “altro nebbiolo”, ossia l’insieme dei vini del Nord Piemonte. Le numerose denominazioni di questo territorio geologicamente variegato stanno giustamente vivendo un momento di relativo successo, trattandosi di vini freschi, affilati, sapidi, splendidi per accompagnare un pasto, territoriali e non cari. Gattinara, Boca, Lessona, Carema, Fara: va bene tutto.
Scelgo il Lessona 2005 di Sella, uvaggio di nebbiolo (80%) e vespolina (20%) come da tradizione, frutto di un’annata difficile, irregolare, piovosa e tardiva. Frutto miracolato, oserei dire. Al naso sa di agrume maturo, violetta, e ha una spiccata mineralità ferrosa. In bocca non è certo un peso massimo ma è così fresco, dritto e sapido che un bicchiere tira l’altro, specie con un piatto succulento di fianco. Occhio che si rischia di finire la bottiglia anche da soli! In enoteca intorno ai 22 euro; se trovate già la 2006 fatela vostra senza remore, l’annata è superiore e il vino è un gioiellino.
Se vogliamo spendere meno, ci sono comunque opzioni valide, non solo in Nord Piemonte, ma anche in Valtellina, dove l’uva di riferimento è sempre il nebbiolo e le caratteristiche richieste – struttura non esagerata, freschezza, tannicità – sono ben presenti specie tra i produttori con mani più felici. Produttori che a mio parere rispondono ai nomi di Ar.Pe.Pe. e Dirupi, che rispettivamente con il Rosso di Valtellina 2009 e il Nebbiolo Olè 2010 (premiato tra i vini quotidiani di Slow Food e da me scelto tra i migliori dieci vini italiani entro i dieci euro, qui) si posizionano in una fascia di prezzo pari a circa la metà del più impegnativo Lessona di Sella.
Gli altri abbinamenti perfetti: 1. Cous cous di verdure 2. Cupcakes 3. Pasta fresca fatta in casa 4. Frappe di Carnevale
12 Commenti
Francesco Fabbretti
circa 12 anni fa - Linkconcordo con il lessona (per la cronaca il prezzo è 18 euro)
Rispondigp
circa 12 anni fa - LinkA Roma il prezzo è molto variabile, si può arrivare anche a 25 euro (parlando sempre di enoteche, ovviamente).
RispondiAlessandro Morichetti
circa 12 anni fa - LinkCantina con punte di reale eccezionalità, visitata stamattina. Fabbro, la prossima volta specifica di che prezzo parli perché scritto così sembra il prezzo al consumatore mentre, da listino, il Lessona 2007 150° anniversario sta a 15,40 + iva. Ed è un vino grandioso perché una roba così equilibrata in annata calda e con 13% d'alcol è roba da fuoriclasse. O da nebbioli del nord (con saldo di vespolina, 20%) trattati a modo.
RispondiFrancesco Amodeo
circa 12 anni fa - LinkAnnata calda, in Piemonte, la 2005?
RispondiFrancesco Amodeo
circa 12 anni fa - LinkLetto male e in fretta, ho confuso 2007 con 2005. In ogni caso, ritengo la 2005 per Sella un'annata di difficile valutazione. Se è vero che il San Sebastiano 2005 è un vino splendido, è pur vero che il Lessona base prende per me almeno 6 punti dal Lessona 2006 (2006 annata stratosferica in Nord Piemonte, secondo me). Trovo la 2007 un'annata decisamente problematica, ma aspetto di ri-assaggiare con calma a casa. Certo è che, per ora, il vino più buono di Sella mai assaggiato proveniva da un'annata non calda, ma caldissima: Omaggio a Quintino Sella 2003. Un vino magnifico.
RispondiAlessandro Morichetti
circa 12 anni fa - LinkMi prendi con la pistola fumante in mano. Tra i top aziendali, ho trovato il San Sebastiano 2005 un po' chiuso e scontroso, il Lessona 2007 ottima interpretazione di annata calda come dicevo sopra, il Bramaterra 2005 un po' ruvido e meno incisivo, I Porfidi 2005 un gran bel cavolo di Bramaterra e L'omaggio a Quintino Sella una bottiglia che voglio riassaggiarmi con calma perché sparare sugli appunti una rasoiata da 18,5/20 non è roba quotidiana. Anzi, riflettendoci sulla via del ritorno, credo che Cristiano Garella - 27enne direttore tecnico e amministratore delegato dell'azienda - sia un brillante esempio di faccia sbarazzina che nasconde idee troncoconiche solidissime. Mettere in cima alla gamma un vino di 12,5% con 6,5 di acidità significa avere gli attributi quadrati perché quel prodotto a un botto di gente potrebbe non piacere: è graffiante, quasi crudo, verace, ha un naso sottilissimo di menta ed erbe aromatiche, è chirurgico nella sua totale indifferenza al gusto omologato. E' nerboruto, snello e compito come solo certi nebbioli dell'Alto Piemonte sanno essere, ha un'acidità devastante per i comuni mortali. Se Fabrizio Iuli farà uscire nel 2014 una sua Barbera 2004 che ti taglia a fette la lingua, qui siamo esattamente in quel campionato di vini estremi che fanno godere solo se hai l'occhio allenato più con "Effetto notte" che con "Vacanze di Natale".
RispondiPiteto
circa 12 anni fa - LinkDa profano, ma con polenta e salsiccia un Carema o un Donnas ci sterebbero male? Sempre di nebbiolo si parla ed i prezzi sono molto corretti, almeno qui in Piemonte.
RispondiFabio Cagnetti
circa 12 anni fa - LinkCarema l'ho citato, Donnas anche va benissimo :)
RispondiOlimarox
circa 12 anni fa - LinkLa ricetta in questione è uno dei punti più bassi toccati in Occidente nel campo dei ricettari on line. Spero il vino sia più buono.
RispondiclaudioT
circa 12 anni fa - LinkNude 2004 Cantina Giardino (Aglianico Irpinia igt) tutta la vita anche se qui oggi ci vuole il costume per andare a mare, ma il Lessona è una gran figata a 18,00 euro!!!
RispondiFrancesco Amodeo
circa 12 anni fa - Link@Morichetti, rispondo qua perché non è possibile proseguire sopra (a proposito, non si può fare qualcosa per questo bug?) Sui gusti personali non discuto; però visto che parliamo di persone concrete e di virtù, permettimi di dire che il merito dell' esistenza e dell'odierno prestigio dell'Omaggio a Quintino Sella non è di Garella, bensì di Luca Furlotti il quale ha da tempo lasciato l'azienda ma che ideò per primo questo vino (stimolato, come si vede anche nel nome attribuito, dopo un assaggio dell'Hommage a Jacques Perrin di Beaucastel) e che spese enormi energie per far sì che questo vino diventasse il "top" di gamma, ben prima che Garella arrivasse in azienda. Omaggio, Porfidi e Majoli sono sue "invenzioni". Diamo a Cesare ciò che è di Cesare. :-)
RispondiAlessandro Morichetti
circa 12 anni fa - LinkDoverosa puntualizzazione, perfettamente in linea. La storia non manca di aziende anche importanti in cui cambi di stile e manico fanno seguito ad avvicendamenti interni. Il solco tracciato da Furlotti ha evidentemente fatto breccia nel successore e trattandosi di un ragazzo che da 5 anni lavora attivamente in azienda, rappresentandola in cantina e pure in giro, permettimi di pensare che quantomeno non abbia fatto danni. Magari uno è Cesare e l'altro è Dio, hai visto mai? ;-)
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