Il Paradiso non può attendere. Se è quello di Manfredi, poi
di Gionni Bonistalli Sabato mattina la sveglia esplode presto. Ho ancora il ricordo delle bollicine assaggiate la sera prima, ma io sono un rossista, e quelle non sono del tutto la mia tazza di tè. Parto, partiamo, direzione sud: Montalcino. A1, Autopalio, Cassia, la nebbia avvolge fino allo svincolo che sale verso il borgo. Pochi chilometri ed una strada sterrata ci porta alla meta. La salita è ripida, appena faticosa, ma alla fine l’impatto toglie il fiato e forse capiamo perché questo nome: Paradiso di Manfredi. L’atmosfera è inusuale, nel silenzio quasi totale c’è solo il ronzio delle api, ed un gattino tigrato a darci il benvenuto facendo le fusa. La presenza umana si percepisce dopo qualche minuto: alcuni colpi di fucile lontani, probabile fine di un cinghiale colpevole di essere passato di là. Attendiamo, con gli occhi che guardano intorno senza capire ancora bene, e arriva il padrone di casa, Florio Guerrini. Accanto, la moglie Rossella. Gentilissimi, ci accompagnano a scoprire la loro piccola azienda, poco più di tre ettari esposti a nord est a metà tra Le Chiuse e Montosoli, nella parte vecchia di Montalcino, dove da sempre si racconta la storia del sangiovese grosso, qui detto Brunello. Genuinità e semplicità si respirano in ogni parola e in ogni particolare. I vigneti circondano la fattoria, sono piccoli terrazzamenti longitudinali a coltivazione biologica. Vinificazione in cemento vetrificato senza aggiunta di lieviti od altro, e poi svinatura per caduta ed affinamento in grandi botti di rovere di Slavonia, per gli anni che serviranno a completare la maturazione. Nessun intervento da parte del produttore, che deve soltanto saper ascoltare l’energia del mosto, prima, e del vino, dopo, che detta i tempi e suggerisce come procedere. Energia è la parola fondamentale per Florio. Dal suolo alle viti, dalle viti all’uva e dall’uva al vino. E proprio nei suoi Brunello quest’energia si riesce a percepire perfettamente, sono vini vivi, umorali, non sono semplici e immediati, ma hanno un bisogno estremo di tempo per riuscire ad esprimere al meglio quella forza nascosta. Insieme ci concediamo alcuni assaggi, in questo posto incantato. Tre annate diverse, che il comprensorio definisce meno fortunate. Ma sicuramente non in questo caso.
Brunello di Montalcino 2005
Giovane, rubino scarico, riflessi leggermente granati. Profumi all’inizio molto restii, olive nere e cioccolato, poi sottobosco e frutta scura matura come mirtillo e mora. Note erbacee di genziana e liquirizia. In bocca è sapido, con un corpo affusolato e di buona concentrazione. Freschezza abbondante e tannini ancora leggermente giovani, ma non duri. Finale di buona lunghezza. Da aspettare ancora un po’.
Brunello di Montalcino 2003
Rubino che tende delicatamente al granato. Le note terziare si esprimono con maggior concentrazione, cuoio e cacao, humus e terra. Piano piano escono anche sentori di pepe nero e amarena sotto spirito. In bocca è vibrante, ben strutturato e morbido. I tannini sono evidenti, vellutati. Potrebbe sembrare appena sottile a centro bocca, ma poi riemerge nel finale dell’assaggio. La persistenza è molto lunga, con leggeri accenni tostati e fumè. Annata attualmente in commercio, da non perdere.
Brunello di Montalcino Riserva 2000
La sorpresa. Il colore è granato brillante, non limpido, colpa di un po’ di residui dovuti al non filtraggio. I profumi sono molto intensi e variegati, tabacco dolce, sottobosco e liquirizia in evidenza. Ciliegia, marasca sotto spirito e note di salvia e rosmarino. La mineralità è evidente con sensazioni iodate che quasi spiazzano. In bocca è caldo e armonico, con un’ottima freschezza. La salivazione è continua, il corpo è suadente e avvolgente. Il fin di bocca è lunghissimo e si ritrovano sentori di amarena e sorprendentemente di miele di acacia. Veramente splendido.
La visita si conclude con la consapevolezza di aver assaggiato non soltanto un vino, ma di aver toccato con mano l’essenza di un territorio. Proprio quello che i francesi chiamano terroir.
Il Paradiso di Manfredi
Via Canalicchio, 305 – Montalcino ( Si )
Prezzi: il Brunello 2003, in enoteca, oltre 50 Euro. La Riserva 2000, a trovarla, pure il doppio.
13 Commenti
gianpaolo paglia
circa 12 anni fa - LinkBrunello in casa non ne ho, ma ho una bella bottiglia del loro Rosso (mi pare 2004) alla quale magari tiro il collo stasera con del fagiano al forno. Grandi vini.
Rispondiesperio
circa 12 anni fa - LinkSiamo ormai alla fine di gennaio e quindi la stagione per il fagiano e' purtroppo ma giustamente alla fine; troppo coriaceo per il forno. Mi permetto di suggerirti di fartelo in umido, magari con una spruzzata del tuo rosso , mirepoix, chiodi di garafano e pepe in grani.
RispondiGianpaolo Paglia
circa 12 anni fa - Linke' gia cotta, in realta' in casseruola e domani a pranzo gli tocca, a quei due fagianetti.
RispondiAlberto Iacopini
circa 12 anni fa - LinkHai avanzato un po’ di rosso per i fagianetti oppure hai stappato una delle tue bottiglie??
RispondiAngelo Di Costanzo
circa 12 anni fa - LinkFate voi la sequenza: luogo, azienda, vini e persone splendide!
RispondiDaniele
circa 12 anni fa - LinkSono stato da loro un dì di Febbraio.. un anno fà...c'era anche la neve ma i gattini mi accolsero allo stesso modo. Splendida famiglia, collina incantevole.. Abbiamo solo 2003 mi hanno detto quasi scusandosi.. beato me..
RispondiStefano Cinelli Colombini
circa 12 anni fa - LinkUna delle più grandi risorse di Montalcino sta proprio qui, nella sua continua "fertilità"; c'é sempre un nuovo grande produttore da scoprire. Non é del tutto il caso dell'amico Florio, di sua moglie e delle sue bravissime figlie che una certa meritata notorietà già ce l'hanno, ma vale per tantissimi altri che ora nessuno conosce (e magari giustamente) ma domani..... Sai che palle se Montalcino fosse davvero quella bella statuina immobile descritta da troppi di quelli che ne scrivono, fatta di una manciata di noi dinosauri più le solite star prezzemoline!
RispondiGionni Bonistalli
circa 12 anni fa - LinkHai proprio ragione! Accanto ad alcuni produttori storici, che comunque hanno una continuità qualitativa da decenni e nel breve termine ancora inarrivabili, ci sono tante piccole aziende giovani che offrono prodotti validissimi e con prospettive positive. Montalcino è una terra unica che però va saputa valorizzare con la qualità, non con i compromessi.
RispondiPaolo Becherucci
circa 12 anni fa - LinkBellissimo commento! Si distingue per l'apertura....
RispondiDaniele
circa 12 anni fa - LinkComplimenti
RispondiAlberto Iacopini
circa 12 anni fa - LinkHai avanzato un po' di rosso per i fagianetti oppure hai stappato una delle tue bottiglie??
Rispondiag
circa 12 anni fa - LinkPersone straordinarie. Non le uniche, ma loro certo lo sono. Un abbraccio.
RispondiPaolo Rusconi
circa 12 anni fa - LinkLa più bella visita in cantina del 2011. Bella zona, grandi vini, ma soprattutto gente vera. Un grande abbraccio a Florio e famiglia. http://www.facebook.com/photo.php?fbid=330985686925990&set=a.146083752082852.21982.100000436832831&type=1&theater
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