Il Barolo Mirafiore di Fontanafredda

di Giulia Graglia

Grande festa allo stand di Fontanafredda durante il Vinitaly, con la presentazione del libro “Fontanafredda e Mirafiore”, la storia romanzata dell’azienda dalla sua fondazione, da quando Vittorio Emanuele II comprò questa tenuta per la sua amante prediletta, la Bela Rosìn. Ma erano tante le cose per cui brindare oggi allo stand, compreso il ritorno a casa dopo 80 anni del marchio “Mirafiore”, il primo nome dei vini dell’azienda, finalmente ricomprato.

Così, per il brindisi finale, Oscar Farinetti ha scelto proprio il Barolo Mirafiore Riserva 2004, vino ammiraglia della casa, ancora giovane e pieno di energia, ma già domabile e con il presagio di un’evoluzione di gran livello. Per la parte gastronomica invece è stato portato a Verona, con tanto di baffi, Cesare Giaccone in persona, che ha pensato a un abbinamento perfetto: una delicatissima trippa con patate della Val Varaita e prezzemolo, un piatto povero che ha retto alla perfezione accanto al re dei vini.

Boccone-sorso, sorso-boccone, in un matrimonio perfetto, in cui la tendenza grassa e dolce del piatto veniva placata dalla matrice dura del vino, un’acidità esuberante e tannini vivi. Come secondo piatto un elogio ai taglieri del nord, con una Robiola di Roccaverano alle erbette e i salumi dell’Antica Ardenga di Soragna, entrambi in perfetta sintonia con il Barolo, per nulla spaventato dagli accostamenti di livello. Aria di festa nello stand e facce stralunate nei corridoi, tra quelli che hanno letto sulle pareti dello stand della svolta ambientalista di Fontanafredda: non sarà un po’ troppo tutto questo buonopulitogiusto? Farinetti giura che è tutto vero e il fatturato annuisce convinto. Staremo a vedere.

Nessun Commento

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.