Fu vero Bordeaux? Bolgheri, il Médoc de noantri a Divino Tuscany

di Andrea Gori

Sebbene messi parzialmente in ombra dal fenomeno Brunello di Montalcino, che ha catalizzato molto più interesse dei Supertuscan durante i Grand Tasting – grazie anche all’hype sul duello 2006-2007 creato da Suckling stesso – i pezzi da novanta bolgheresi hanno avuto comunque il loro momento di gloria nel venerdì mattina di Divino Tuscany, e durante le convincenti prestazioni delle vecchie annate nei Grand Tasting del pomeriggio.

A confronto i 2008 (vini attualmente sul mercato) e alcune vecchie annate, per dimostrare ai giornalisti e al pubblico pagante che questi sono davvero vini che vale la pena acquistare e tenere per tempi migliori. Nel consueto stile Divino Tuscany (ovvero tutti in piedi) ecco i vari Bolgheri et similia, associati per l’occasione al gruppo IGT del bolgherese e zone limitrofe, come Marina di Bibbona.

Guado al Tasso 2008 Antinori
Mora di rovo, molto ricco ed esplosivo, intenso, prugna e vetiver, tabacco e pepe nero, peperone e lamponi, bocca ricca, finale sapido e incalzante; un vino che sa stupire e soprattutto risulta davvero piacevole e allegro, decisamente lontano dallo stile gigionesco e piacione di qualche anno fa quando anche in grandi annate come la 2001 non regalava emozioni particolari. 92

Tenuta Ornellaia 2008
Annata con cabernet sauvignon molto presente, ne risulta un vino roccioso e dark, ricco di ribes nero, rosmarino, more, dal lieve erbaceo varietale, cupo e pepato, con bocca ricchissima e potente, molto indietro come evoluzione anche se davvero grande data la persistenza lunghissima con lieve amaricante. In ogni caso davvero una prova convincente del tentativo di diminuire potenza e concentrazione (dopo le fruit bomb 2006 e 2007) per far emergere l’eleganza:  91. (In degustazione nel pomeriggio un monumentale 2004, preciso, ricco, elegante, ricco di note di sottobosco torrefazione frutta sotto spirito ma soprattutto un tannino sontuoso).

Podere Sapaio 2008
Estrazione grandissima, tostato e scuro, molto classico stile quasi californiano, note di oliva, ribes rosso e nero, bocca opulenta,  ricca e un poco morbida, esaltato soprattutto il frutto che è decisamente ricco al confine dell’esagerato, affascina il finale con iodio e menta. 86. (In degustazione nel pomeriggio il seminale 2005, grandioso qualche anno fa ma che ora si dimostra leggermente sfuocato, perdonabile in quanto si trattava solo della seconda annata di produzione).

Sondraia Poggio al Tesoro 2008
Molto vicino con la cantina, e con alcuni vigneti a ridosso de Le Macchiole, in realtà è un interessante blend di almeno 50 diverse vinificazioni da varie parcelle per un totale  65% cabernet sauvignon 30% merlot, e cabernet franc. L’impressione è di vino molto intenso e balsamico, pepe e ribes nero e rosso, alloro mirto e coriandolo, bocca appena aggressiva ma multidimensionale, profondo mediterraneo, molto fresco anche se il corpo è molto presente. 88

Tenuta di Biserno 2008
La nuova scommessa, almeno in parte già vinta, di Ludovico Antinori (creatore di Ornellaia) parte da Bibbona e risulta originale per la relativa predominanza di cabernet franc (45%) poi merlot, cabernet sauvignon e petit verdot. Vino nero deciso e affascinante, ricco di mirtillo e more in confettura, alloro e mirto, molto franc, bocca di spessore, minerale, mentolato, certamente un vino che entrerà presto nell’olimpo di Bolgheri e dintorni. 93

Tenuta San Guido Sassicaia 2008
Sempre il solito fuoriclasse, che prosegue la magia delle annate con l’8 finale: 1968, 1978, 1988, 1998. Calmo, tranquillo, compassato: lieve fumè poi capace di sposare ogni profumo bordolese (mirtillo, ribes rosso, cannella, pepe rosa) con le suggestioni mediterranee (tamarindo, liquirizia, tabacco, alloro, mirto, eucalipto) a dare un prodigio di misura e grazia senza nessun elemento fuori posto, senza sbavature, senza esagerazioni. Una bevibilità straordinaria con un tannino da manuale dell’enologia, e un finale che ti accompagna per minuti. 97
Nel pomeriggio in degustazione un 2004 un poco dimesso e piuttosto normale,  che non mostrava troppa classe né ricchezza, ma che era solo “semplicemente” molto buono.

Parlando di Sassicaia, spicca l’affermazione un poco triste di James Suckling, che ha chiosato “Adesso che non possiamo più permetterci Latour, possiamo almeno comprarci Sassicaia”. Non saprei dire se sia un complimento o meno ma di certo, parlando di piacevolezza, intensità, opulenza e qualche volta anche eleganza i bordolesi di Toscana hanno un carattere ormai distinguibile, che convince anche i più scettici: Incisa della Rocchetta ha tracciato una via che per fortuna molti hanno seguito, e soprattutto non mostra particolari segni di cedimento nell’interesse di parte degli amanti del cabernet ad ogni latitudine.

Per quanto ci riguarda, Sassicaia e Ornellaia a parte, facciamo fatica a mettere a livello dei grandi Bordeaux la maggior parte delle produzioni; ma almeno riconosciamo che sono riusciti a codificare, un po’ tutti, una via toscana al Médoc, che sa appagare gli appassionati e almeno incuriosire i suoi detrattori più feroci. In prospettiva sono da seguire con attenzione Guado al Tasso, finalmente smarcato dal syrah per abbracciare il cabernet franc nel blend, Poggio al Tesoro che seppur giovane dimostra una complessità impressionante e Tenuta di Biserno, già una splendida realtà.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

7 Commenti

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Marcello Mastrojanni

circa 12 anni fa - Link

Ok. Intravino Addio. Potrete continuare agevolmente da soli, non avete più bisogno di noi. Sicuramente nascerà un altro magazine-blog capace di intercettare i commentatori più seri. Magari con Sangiorgi... chissà

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Vincenzo

circa 12 anni fa - Link

Spriamo :)

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Montosoli

circa 12 anni fa - Link

Forse che personalmente non piace il Sapaio 2008 ....lo posso anche capire.....ma dargli 86 ad un vino che costa Euro 20 franco cantina sembra quasi che l'assaggio e stato fatto da una malfortunata bottiglia ..... Parliamo di un 3 Bicchieri e Suckling 94/100 Meno male che l'ho degustato a Verona di fianco al 2007....il primo 94/100 e il secondo 95/100 Assaggiato anche il Guado al Tasso 2008......94/100

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Se non sbaglio l'incipit del tuo articolo è "Sebbene messi parzialmente in ombra dal fenomeno Brunello di Montalcino, che ha catalizzato molto più interesse dei Supertuscan durante i Grand Tasting " e allora, e spero che tu non ti offenda, mi sorge naturale una riflessione; perchè dedichi tanti articoli ai Super Tuscan e molto meno ai DOCG Toscani presenti all'evento? Non posso essere accusato di interesse personale perchè i miei vini al Divino Tuscany non ci sono.

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Andrea Gori

circa 12 anni fa - Link

niente di personale ma al Brunello di Montalcino abbiamo dedicato quasi due settimane di post prima e dopo Benvenuto Brunello (e il qui presente ha messo pure in piedi un blog apposito solo per Benvenuto Brunello con Leonardo Romanelli, Giulia Graglia, Chiara Giovoni e le ragazze di Montalcino News). Mentre per Bolgheri e supertuscan se ne era parlato molto meno

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Hai ragione, que viva Bolgheri e Supertuscans!

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Giacomo Badiani

circa 12 anni fa - Link

per una volta che sono daccordo con andrea gori... soprattutto su sapaio, poggio al tesoro e sassicaia

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