Eccopinò 2012 | Il pinot nero in Toscana ci prova, e ci riesce

di Leonardo Romanelli

Un po’ pazzi lo sono, bisogna ammetterlo. I produttori di vino che coltivano pinot nero in Toscana, nella considerazione degli appassionati bevitori, hanno lo stesso giudizio dei buongustai che giudicano gli allevatori di aragoste in Chianti Classico (c’è chi lo ha fatto, lo giuro!): attività completamente inutile. Ma i componenti dell’associazione “Appennino Toscano – Vignaioli di Pinot Nero” non si sono arresi, e dopo due anni di frequentazioni particolari, hanno costituito l’associazione, che si è presentata al Vinitaly 2011.

Le zone di provenienza sono legate alla montagna, come si evince dal nome: Garfagnana, Lunigiana, Mugello e Casentino che, come scrivono loro stessi “Mai avevano conosciuto, prima d’ora, un progetto che le unisse” e i malevoli arrivano a dire che non c’era un motivo, da un punto di vista enologico. Il pinot nero ha fatto il miracolo, soprattutto ha dato un senso alla coltivazione della vite in territori naturalmente ostici: il loro merito è stato poi quello di non fare lo sbaglio di alcuni produttori famosi, di zone nobili, che nei favolosi anni Ottanta si esibirono in dei pinot nero toscani legnosi, quasi corpulenti, stravolti dall’originale.

Loro no, hanno dato al vitigno la maniera di esprimersi al meglio. Non stiamo a cercare la Borgogna, non la si trova, ma una nuova maniera di intendere la Toscana sì! Per la prima volta si sono uniti a presentare la nuova annata, il 2009, per l’occasione sono riusciti a convincere un mostro sacro come Burton Anderson a lasciare il suo “buen retiro” per tuffarsi di nuovo nella folla di giornalisti ed addetti al settore, accorsi a Borgo San Lorenzo per capire dove questi curiosi sperimentatori stanno andando. Nove i vini in assaggio, il decimo è quello dell’azienda Frascole della famiglia Lippi, di Dicomano, che aderisce al progetto ma ha deciso di aspettare ad imbottigliare.

CASTELDELPIANO (Lunigiana) [Home] Bottiglie: 200
Melampo 2009. Bel colore porpora, invitante, limpido e luminoso. Al naso colpiscono le note di mirtillo unite a quelle di ribes, si manifestano lievi sensazioni fresche di erbe aromatiche, di sottobosco, qualche cenno speziato di cannella. Buon attacco in bocca, morbidezza iniziale che poi lascia spazio a tannini puntuti, peccato per il finale decisamente amaro. 76

PODERE CONCORI (Garfagnana) [Home] Biodinamico. Bottiglie: 1500
Pinot Noir 2009. Alla vista si presenta di un porpora deciso, piuttosto fitto. Sorprendono le sensazioni fruttate mature al naso, con la cotognata che si manifesta in maniera evidente, poi marmellata, di prugne infine ciliegie. Elementi speziati fanno da contorno, come i chiodi di garofano. Al gusto: caldo, avvolgente, un po’scorbutico, tannini vivaci per un finale saporito non troppo prolungato. 78

MACEA (Garfagnana) [Home] Biologico. Bottiglie: 2500
Pinot Nero 2009. Interessante alla vista, di un porpora vivace. Intrigante nella parte olfattiva, con cenni di spezie come noce moscata e macis, che si amalgamano ai sentori di frutti di bosco variegati, rinfrescati da note di erbe da macchia mediterranea. La freschezza in bocca è l’elemento caratterizzante, poi gustoso il finale, molto sapido e prolungato, con retrogusto divertente. 84

PODERE FORTUNA (Mugello) [Home] Bottiglie: 5000 – 4300
Pinot Nero Fortuni 2009. Luminoso all’esame olfattivo, di un porpora brillante. Il naso è ben impressionato da sentori di salmastro e iodio, che supportano elementi minerali. Si apre poi alla frutta (more) ma si rivelano anche sensazioni carnose. Avvolgente l’impatto in bocca, sodo, saporito, con tannini bilanciati, appetitoso, dimostra sapidità e grinta, con finale avvincente. 90
Pinot Nero Coldaia 2009. Non troppo vivace il colore, di un porpora che vira al granato. Cenni di salmastro al naso, ma sono lievi nuances che fanno spazio alle spezie come la cannella, il curry, i chiodi di garofano; poi arrivano i frutti dove la mora tende a svettare. Gradevole l’ingresso in bocca, largo, ampio, alterna sensazioni fresche ad altre più levigate. Tonico e succoso, ha un finale appena velato dall’amaro. 86

IL RIO (Mugello) [Home] Bottiglie: 4000
Ventisei 2009. Interessante alla vista, di un porpora che vira al granato dotato di bella luminosità . Non si manifesta subito al naso, inizia delicato con aromi di erbe aromatiche come alloro e mirto, poi lascia spazio a frutti come il ribes e il mirtillo. Delicato l’ingresso in bocca, non spinge, si allarga in maniera regolare, pulito, senza avere tannini in eccesso; netto il retrogusto di frutti di bosco, ma anche qualche cenno speziato di pepe. Il finale lo trova in regolare crescendo. 83

TERRE DI GIOTTO (Mugello) info@biologicodinamico.it Biodinamico. Bottiglie: 500
Gattaia Pinot Nero 2009. Alla vista si presenta di un rubino deciso, anche fitto. Insolite le note di menta iniziali all’esame olfattivo, che sono rinforzate da sentori floreali accesi, miscelati a quelli di erbe aromatiche. Si aprono poi elementi animali, come cuoio, e infine tabacco e more. Bella la pulizia che esprime in bocca, con vena acida sincera e vivace, succoso, con tannini lievi e finale prolungato. 84

FATTORIA IL LAGO (Rufina) [Home] Bottiglie: 1800
Pinot Nero 2009. All’esame visivo rivela un bel colore porpora, di limpidezza estrema. Buoni sentori di frutta matura come prugne e more sono i primi aromi, che dopo fanno scoprire vaniglia e chiodi di garofano, per poi completarsi con cenni di salvia e rosmarino. Morbido l’ingresso in bocca, largo, soffice, tannini fusi alla componente alcolica, finale invitante e dolce. 82

PODERE DELLA CIVETTAJA (Casentino) schegge@inwind.it Bottiglie: 600
Pinot Nero 2009. Rubino molto deciso alla vista, intenso. Al naso si mostra scorbutico all’inizio, con sentori di cuoio e pelle molto intensi, poi frutta cotta, come prugne e ciliegie, elementi erbacei variegati, infine note speziate gradevoli. In bocca si mostra ricco, carnoso, con tannini irruenti ma ben domati, con un finale sapido, avvincente, di buona lunghezza gustativa. 80

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Leonardo Romanelli

“Una vita con le gambe sotto al tavolo”: critico gastronomico in pianta stabile, lascia una promettente carriera di marciatore per darsi all’enogastronomia in tutte le sfaccettature. Insegnante alla scuola alberghiera e all’università, sommelier, scrittore, commediografo, attore, si diletta nell’organizzazione di eventi gastronomici. Mescolare i generi fino a confonderli è lo sport che preferisce.

9 Commenti

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Giacomo

circa 12 anni fa - Link

Seguo da un po' l'evoluzione dei vini del podere fortuna. Ho avuto il piacere di assaggiare il fortuni 2004...se nn sbaglio primo anno di uscita. Molto interessante e da quello che leggo vedo che stanno continuando a lavorare bene.....andro' alla ricerca del 2009!

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Leonardo

circa 12 anni fa - Link

Eh bei tempi il 2004. Un solo pinot nero fatto come si deve. Adesso proprio lo stile non mi piace. Gli ultimi assaggi mi hanno proprio deluso. In generale i pinot toscani hanno un livello di concentrazione in cui davvero faccio fatica a riconoscere l'uva e il territorio.

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Emanuele

circa 12 anni fa - Link

Concordo, in realtà, per uno solo dei P.N. degustati. Per altri due le premesse/promesse sono incoraggianti: piante giovani, lavori in corso ma già poco equivocabili. Per quanto conerne i restanti, la sorpresa - almeno per me - è che l'uva si sente proprio.

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sandro

circa 12 anni fa - Link

Raccontateci un po' di più di Burton Anderson! Che ne pensava di questi vini?

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Leonardo romanelli

circa 12 anni fa - Link

tutto si puo dire ai pinot nero dell appennino fuori che siano legnosi....

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Stefano F.

circa 12 anni fa - Link

Prima del Vinitaly ho avuto l'occasione di assaggiare, presso gli amici dell'Enoteca Bonatti, il Pinot 2009 del Podere della Civettaja. Il proprietario, persona animata da grandissima tenacia e amore per il suo lavoro, ci ha illustrato le caratteristiche del vino e delle fasi di produzione. Questa era la sua prima "uscita" presso assaggiatori non professionisti. Devo dire che il vino mi ha molto favorevolmente impressionato. Non so usare i termini "professionali" di un sommelier, ma la mia sensazione è stata quella di un vino decisamente piacevole, dal gusto appagante e per niente pesante. Insomma un prodotto veramente ben fatto, che meriterebbe un buon successo di vendita, anche se temo che il prezzo di vendita possa porlo in concorrenza con vini, magari non migliori, ma con un posizionamente consolidato sul mercato. Comunque un ottimo lavoro, da premiare.

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Antonio

circa 12 anni fa - Link

Sono stato proprio ieri per un assaggio alla cantina Poderi Fortuna. Coldaia e Fortuni 2009. Concordo pienamente con i punteggi assegnati nell'articolo. Il Fortuni è a mio avviso uno dei migliori PN che si producono in Italia. Aggiungo che non sfigurerebbe in una degustazione coperta con borgognoni. Acidità decisa ma ben integrata, tannino quasi sconosciuto ai PN italiani. Secondo me una buona longevità, forse anche cinque/sei anni. Il 2009, un bimbo. Ho acquistato una bottiglia del 2007 che aprirò quanto prima, magari abbinata ad un colombaccio ripieno...

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