Dettori Rosso 2005 | Trattato di antropologia vinosa

di Francesco Fabbretti

dettori-rosso“Io non seguo il mercato, produco vini che piacciono a me, vini del mio territorio, vini di Sennori. Sono ciò che sono e non ciò che vuoi che siano” potrebbe essere il sunto della mia chiacchierata telefonica con Alessandro Dettori. Prendo dalla homepage aziendale le parole di questo squisito produttore che sembra arrivato dritto da Marte, diretto e granitico come pochi. Può esserci casus belli migliore di un capretto allo stato brado – arrivato direttamente dalla Sardegna e cotto alla brace con metodo tradizionale nuragico – per assaggiare un Dettori Rosso 2005?
50 euro sono nulla per il godimento puro assicurato da questa bottiglia. Il naso è fulmineo, da shock anafilattico: volatile intensa e voluta, toni di piccoli frutti rossi, eucalipto, mirto e particolari richiami di “scova ‘e santa Maria” – pianta grassa diffusa su colline e altipiani sardi. L’attacco in bocca è acido, freschissimo, 13 gradi e mezzo diresti, salvo poi scoprire in etichetta che sono 15,5. La bocca, in perfetta corrispondenza olfattiva, si distende con asperità frutto-acide che tanto richiamano alla mente il paesaggio “lunare” di tanta parte della Sardegna. Lo spettacolo, poi, inizia con la deglutizione. Diresti che in quel bicchiere ci sia davvero un giro turistico dell’isola, dalle coste all’entroterra: richiami di oleandro in fiore, fico d’india non pienamente maturo e tocchi iodati distribuiti a piene mani. Oltre i 90 punti in scioltezza per un vino da uva cannonau che ridefinisce l’identità del vitigno in un colpo solo.

9 Commenti

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bad guy

circa 14 anni fa - Link

Assegnare punti a un vino del genere non è convenzionalmente possibile, via.

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

p.s. mia madre (sarda, guarda il caso...) ha letto il pezzo e mi ha chiamato per puntualizzare che la "scova 'e santa Maria" ha un nome botanico specifico: "elicriso" (avvertivo proprio il bisogno della sua puntualizzazione n.d.a. ;-) )

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Luca

circa 14 anni fa - Link

Dettori... la prima volta che ho assaggiato il Tenores sono rimasto scioccato. Mi ha stravolto. Adoro i vini che non si lasciano rinchiudere in categorie ristrette... così come gli umani della stessa risma. W! Ciao a todos Luca

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Luca Cravanzola

circa 14 anni fa - Link

Purtroppo mai assaggiato, rimedierò al più presto. Soprattutto perchè vorrei capire il significato della prima nota olfattiva: "volatile intensa e voluta"....

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

non lo avevo scritto nell'articolo poichè raccontavo di un vino e non della sua filosofia. Mi rendo conto che così descritto manca qualcosa. Rimedio. Alessandro Dettori produce i suoi vini nella terre di Romangia, una piccola enclave della Gallura. A tuti gli effetti il suo bianco potrebbe tranquillamente forgiarsi della denominazione Vermentino di Gallura D.O.C.G. ma in questo caso così come per gli altri suoi vini rinuncia alla denominazione spiegandola come una decisione di voler indicare che i suoi vini non vengono dalla Gallura tout court ma dalle terre di Romangia, famose soprattutto per le microaree di Sorso e Sènnori in cui risiede il cuore storico della produzione del cannonau sardo. Veniamo alla produzione: il primo passo è la ossessione maniacale per l'andamento in vigna (potrebbe non imbottigliare per questa ragione alcuni, se non tutti, i vini dell'annata 2008!!!). Effettuata la raccolta e la pressatura soffice in piccoli grappoli il mosto viene fatto fermentare in una cantina sotterranea all'interno delle antiche vasche di abbeveraggio dei buoi (in sardo "Laccu"). La capienza è di circa 750 litri con una superfici esposta di mosto decisamente molto importante. A questo aggiungi che la cantina ha dei bocchettoni che lasciano alcuni punti a cielo aperto per cui lo scambio ossidativo è molto alto alto. Ovviamente in condizioni "estreme" come queste (che lui definisce semplicemente "tradizionali") i sentori siano fortemente marcati dal'acidità volatile. Berlo senza conoscere questi particolari può essere fonte di delusione anche se, a mio avviso, dopo un primo momento di stupore basta lasciare andare il vino in bocca e lui fa tutto da solo... e bene P.S. inutile aggiungere che non filtra nè chiarifica il prodotto prima dell'imbottigliamento ;-)

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Luca Risso

circa 14 anni fa - Link

Non imbottiglierà il 2008 principalmente perché l'uva se l'è mangiata la peronospora, dato che Dettori non usa nemmeno il rame. In Sardegna si può fare, ma quando pure lì, qualche volta, piove assai come nella primavera del 2008, allora sono guai. Luk

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Luca Cravanzola

circa 14 anni fa - Link

Grazie Francescco e Luca per le ulteriori informazioni!

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tristram

circa 14 anni fa - Link

"50 euro sono nulla per il godimento puro assicurato da questa bottiglia." In enoteca, dal produttore o al ristorante? Salute

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

pardonez moi, in enoteca

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