Derthona Timorasso | L’infanzia di un capo?

di Andrea Gori

Dopo anni di peregrinazioni e qualche guida ai vini illuminata, Walter Massa è riuscito nell’intento di portare il territorio di Tortona – opportunamente mitizzato in “Derthona” – ancor prima di un vitigno, il timorasso, alla ribalta della scena italiana, arrivando a piazzare questo le sue bottiglie nelle carte dei migliori ristoranti d’Italia e del mondo. La strada per far conoscere un territorio è tortuosa e un misto di orgoglio e voglia di riscatto pervade l’animo dei produttori locali. Ho anche percepito un po’ di nervosismo, perché ormai superata la fase del pionerismo, bisogna far sul serio e trovare un modo di proporsi unitario. Come spesso accade in Italia, iniziano già a delinearsi strade parallele, nonostante la comunione di intenti e la guida di un condottiero riconosciuto come Massa. Il timorasso è spezia, note minerali incredibili e attitudine all’invecchiamento, chi ha detto che debba essere anche grande estratto, grassezza, miele e corposità? L’assaggio di tanti campioni conferma la ricchezza di un terroir da seguire ma anche una certa fatica ad eleggere uno stile che tracci la via.

Brezza d’estate Colli Tortonesi DOC Timorasso 2009 Cascina I Carpini
Giallo fosforescente, naso ammandorlato e di canfora, floreale e affumicato, bocca pepata, finale da distendersi ancora ma di un frutto sapido che colpisce. 83
Robinie del magarolo 2008 La castagna
Ricco, soffice, tropicaleggiante, bocca ricca senza esagerare, finale di zafferano, medio-lungo. 84
La colombera 2005
Miele, ginestra e toni caldi avvolgenti, zenzero e caramella agli agrumi… bocca appuntita e fresca, finale minerale e candito, ricco e opulento ma bevibilissimo. 84
“Stato” 2007 Terralba
Spezie fini, talco, fiori bianchi pepati, Polveroso e polvere da sparo, bocca di molto più ampio spessore, ricco di sfumature appuntite, finale agrumato di pompelmo e ginestra. 87
Pitasso Mariotto 2004
Arioso, gelsomino e glicine, punta molto su note bianche, bocca giovanissima di yogurt agli agrumi, pepe bianco, rafano e finale di pesca bianca, dritto e vivace come pochi. 90
Derthona Walter Massa 2001
Floreale giallo, talco, resina e candito, agrumi e zenzero, filo di gomma, bocca ampia, Labello, finale pronto e deciso, non lunghissimo ma prende il centro bocca in maniera imperiosa. 88
Costa del Vento Walter Massa 2002
Incenso, gesso e agrumi, canfora e cosmetico, brillante, finale agrumato , elegante, da bersi adesso, notevole. 84
Pitasso Mariotto 2002
Glicine e ginestra, acqua di colonia, fiori appena cimiteriali, bocca tranquilla placida e gentile, delicata ma che invoglia a berne a secchi. 82
Derthona Walter Massa 2007
Minerale, floreale delicato, mughetto, glicine, bocca affilata, agrumata pompelmo giallo che vira al rosa sul finale, pepatino lieve, fresco e citrino, mai eccessivo e non tradisce i suoi gradi. 86
Sterpi Walter Massa 2008
Miele di corbezzolo, timo e menta, bocca fitta e compatta, pesca e vetiver, finale che ritorna su toni gialli e bianchi. 87
Derthona 2006 Mariotto
Territorio e roccioso, naso ancora chiuso ma già sprigiona una forza primigenia, bocca si apre un poco e rivela agrumi pompelmo e idrocarburo. 86
Grue Pomodolce 2007
Mela e zafferano, nocciolina americana, noce, bocca un poco alcolica, finisce fruttato e nel curry. 81
“Stato” 2001 Terralba
Citrino e aloe, nocciolina tostata, in bocca ha un passo felpato, appena alcolico ma di carattere. Finale sapido quasi in equilibrio, manda sensazioni balsamiche sottili. 83

L’assaggio conferma la grande attitudine del timorasso all’invecchiamento e fa capire come mai molti puntino su grandi estrazioni e note grasse, dolci e candite: vengono bene e rappresentano il lato opulento del vitigno. La via dell’eleganza tracciata da Walter Massa permette di avere prodotti grandissimi che magari necessitano un invecchiamento ulteriore. In un paese dove i bianchi si bevono entro l’anno, è una lotta culturale prima ancora che qualitativa. La sensazione è che Derthona Timorasso possa realmente diventare la denominazione di un grande vino bianco italiano. Staremo a vedere.
[In foto, Walter Massa]

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

25 Commenti

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Marossi

circa 13 anni fa - Link

Gori, preciso come sempre. E hai centrato il problema: qui appena proponi a un amico un vino bianco di due anni (diconsi DUE), ti guarda come se stessi cercando di eliminare le bottiglie dimenticate.

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lupin

circa 13 anni fa - Link

Gli unici bianchi piemontesi da prendere in considerazione. Peccato che qualcuno ha pensato di farlo spumantizzare in veneto...

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Paolo Carlo

circa 13 anni fa - Link

Quel qualcuno sono io, posso gentilmente chiedere dove e in che cosa consisterebbe il peccato ?

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Filippo

circa 13 anni fa - Link

Io vedo bene anche i Gavi in Piemonte, qualcuno lo ha definito il nostro Muscadet, peccato che secondo me molti produttori abbiano una mano un po' troppo pesante. A proposito di Mariotto e Cortese, anche se è un po' che non lo assaggio ricordo molto buono il suo bianco "Profilo".

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Paolo Carlo

circa 13 anni fa - Link

Confermo, il Cortese è un bianco da invecchiamento e quando è fatto bene da anche grandi soddisfazioni.

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

L'Erbaluce no, eh?

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Filippo

circa 13 anni fa - Link

Erbaluce ne ho assaggiati parecchi, frequentando da sempre il nord Piemonte. Anche li ci sono problemi di impostazione del vino a mio parere, anche se gli ultimi miei assaggi risalgono a tre anni fa. Di quelli passati in legno non me ne era piaciuto nessuno, diverso il discorso per quelli meno lavorati e per i metodo classico.

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Paolo Carlo

circa 13 anni fa - Link

Sono rimasto sul titolo di questo post a lungo, "L'infanzia di un capo", geniale, mi complimento sinceramente per la prospettiva che offre al lettore attento e ringrazio per la riflessione che mi ha indotto a fare proprio dopo aver messo a dimora l'annata corrente. Il Timorasso è certamente un grandissimo vitigno a bacca bianca, capace di dare alla luce vini sorprendenti per longevità e potenziale evolutivo, ce lo suggeriscono a pieno titolo le grandi annate proposte da Walter e Claudio in formato Magnum.. Mi incoraggia il risultato che ho ottenuto con la mia Brezza d'Estate al secondo anno di imbottigliamento e non vedo l'ora di poter stappare anche io una bottiglia "datata" anche delle mie, ma.. bisogna aspettare. ( per ora la verticale è 2008-2009 ) :-) E mentre aspettiamo, cresce il numero delle vendemmie sulle spalle di tutti i vignaioli della denominazione e cresce l'esperienza, assistiamo ad un progressivo miglioramento di tutte le etichette, anno dopo anno. Ci sono continui investimenti nelle vigne e nelle cantine, si studia e si sperimenta perché con questo vitigno, come per altre cose della vita, occorre tempo per capire, tempo per goderne. La recente modifica alla disciplinare di produzione che abbassa il tempo da 18 a 12 mesi per la commercializzazione credo delinei un futuro per il Timorasso fatto davvero di due strade, ma non parallele, a mio dire divergenti.. Da una parte si lavorerà per avere un vino, sempre grande, ma più immediato e dall'altra si metteranno via ad affinare per anni bottiglie riservate ad un pubblico sempre più di nicchia. Dopotutto, il Timorasso, non è un vino facile da comprendere, inutile nasconderselo, non è per tutti, certe scelte, forse servono ad avvicinarlo ad un pubblico più grande.. (forse) Ti ringrazio, Andrea, per queste note di degustazione e le tue considerazioni su questo vitigno che, come osservi, è destinato a far parlare di se da una posizione di rilievo e che oggi scalpita nella sua adolescenza aspettando la maturità. Un abbraccio, Paolo Carlo

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esperio

circa 13 anni fa - Link

In Italia si e' sempre puntato a produrre bianchi da consumare freschi. Buona perte delle uve usate non permettono un lungo invecchiamento. Vedi l'Inzolia in Sicilia : forte ossidazione garantita e precoce. E poi e' anche una questione di cultura e di una moda che e'dura a morire.

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

A Giorgio Grai pero' i clienti stessi invece richiedevano bianchi di almeno 6 o 7 anni, senno' non li compravano. Ma erano tedeschi. E anche se molte uve non si adattano, ci sono pero' dei bei bianchi che sanno migliorare per diversi anni. Dietro le quinte del primo Miwine i sommelier AIS hanno potuto degustare dei Verdicchio eccezionali e particolarmente longevi. Perfino l'ungherese Lajos Gal, presidente degli enologi ungheresi, era rimasto di stucco, piacevolmente, a leggere l'anno della vendemmia in etichetta. In Piemonte ci sono molte uve adatte a bianchi longevi, come la favorita, l'erbaluce, l'arneis, il timorasso. E qua e la' nella penisola ce ne sono altri. Sì, hai proprio santa ragione, esperio, quando scrivi che "e’ anche una questione di cultura e di una moda che e’ dura a morire".

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Paolo Carlo

circa 13 anni fa - Link

I bianchi che possono invecchiare sono molteplici, non tutti chiaro, ma più di quanto si è abituati a pensare. Al tuo elenco aggiungerei senza timore anche il cortese e mi darà ragione chi ha avuto la fortuna di degustarne qualche esempio ultradecennale.. La cultura cambia in funzione della comunicazione che si fa... speriamo che i contributi sempre più numerosi che si apprezzano ultimamente facciano il loro "lavoro" per rieducare il pubblico ad apprezzare la longevità anche sui bianchi.

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Ben detto, Paolo: "rieducare il pubblico ad apprezzare la longevità anche sui bianchi". Le carni bianche come l'oca che richiedono ore di cottura e intingoli sopraffini vogliono bianchi fini, maturi, longevi. Anche i succulenti tomini e i caprini in varie salse. I bianchi citrini vanno bene sul pesce di mare, ma non c'e' solo il pesce di mare. Bisogna che i sommelier, i ristoratori, i trattori, ci mettano del loro per far imparare di nuovo alla gente a non mangiare e a bere da pecoroni con le stesse identiche portate del fast food. Quelle sì che vogliono vini bianchi, ma anche rossi e rosati, giovani e pimpanti. I tradizionali manicaretti della nonna, specialmente in Piemonte, vogliono vini come li bevevano i nostri vecchi. E' per quello che hai citato anche quel cortese, di' la verita'....

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Paolo Carlo

circa 13 anni fa - Link

E insieme a quel cortese ne potrei citare altri che sono stati piacevolissime scoperte per me e che costituiscono punti di riferimento nelle mie vinificazioni e nelle mie scelte di consumo. Credo che tutti noi siamo chiamati a dare il nostro contributo, oggi che possiamo farlo liberamente, affinché chi ne sente l'esigenza, possa accedere alla più completa e corretta informazione circa il vino ed anche il cibo.

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

@ Andrea, amichevolmente, su Sterpi e costa del vento hai avuto il braccino un tantino troppo corto.

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Kiainga

circa 13 anni fa - Link

@Francesco devo ammettere che solitamente sia Sterpi che Costa del Vento regalano emozioni "da 90" ma, correggimi Andrea se sbaglio, in occasione della reunion tortonese nel corso della quale sono stati fatti gli assaggi, il Pitasso 2004 è davvero emerso per immediatezza affilata e ricchezza di sfumature fini. Imho Costa del vento'02 ha un po' pagato l'annata, tanto che il Derthona 01 pur non essendo cru ha sorpreso per intensità di terziari, sale e freschezza nonostante un finale più breve.

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Vinogodi

circa 13 anni fa - Link

....niente da dire , Walter è davvero bravo ...

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Guido Porrati

circa 13 anni fa - Link

Di Fuoriclasse come Walter Massa ne nasce uno ogni 55 anni e 9 mesi.

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Francesco Marchio

circa 13 anni fa - Link

Ciao a tutti, ho conosciutp Walter da poco e devo dire che non solo i suoi vini sono spettacolari ma è anche il suo estro è inesauribile e presto sono sicuro ci stupirà ancora. Qui uomo e vino sono davvero uno lo specchio dell'altro. e cito "la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia..." Grande Walter e grazie!!!

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giorgio

circa 13 anni fa - Link

Grazie anche a Vasco Rossi il Blasco

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Corrado

circa 13 anni fa - Link

come presidente del Consorzio Piemonte Obertengo che riunisce tutti i migliori produttori dei Colli Tortonesi posso solo dire che il consorzio è l'unica sede in cui walter è il numero due, ovunque si piazza al primo posto. Non dimenticate però tutti gli altri ed anche quelli non citati negli assaggi. per questo vi rimando tutti ai ns siti internet www.piemonteobertengo.it e www.timorasso.it grazie a tutti per i lusinghieri commenti verso i nostri associati e non dimenticate le barbere!

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

"e non dimenticate le barbere!" Ma arrampicatevi davvero sui colli sopra Tortona, pero'! Altrimenti col cavolo che le trovate. Il bello dei colli tortonesi e' che piu' si sale e piu' si mangia sano, si beve bene e ci si ristora da Dio in santa pace.

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Leo Rieser

circa 13 anni fa - Link

A questo proposito vorrei ricordare che quest'anno, per la prima volta, il 19 giugno scorso, in collaborazione con Slow Food Piemonte e Valle d'Aosta, si è svolta "Quatar Pass per Timurass". Itinerario enogastronomico per 17 cantine del territorio. Vi diamo appuntamento all'edizione del 2012 che si affiancherà alle già collaudate manifestazioni di Gavi e Monferrato Casalese (e a quella altrettanto nuova di Nizza Monferrato). Maggiori particolari sull'edizione passata qui: http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=3&ved=0CDgQFjAC&url=http%3A%2F%2Fwww.slowfoodtorino.com%2F11_06_timurass.pdf&rct=j&q=quatar%20pass%20per%20timurass&ei=boJ8Tqr1OIS6hAfMvNEu&usg=AFQjCNFUK9CET3cE7f88ACClK-Sst_4bCw&cad=rja

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Michele Longo

circa 12 anni fa - Link

Condivido il commento di Mario! Se Walter è conosciuto, ed a ragione, per i suoi Derthona (... chiamiamoli così, d'altronde nessuno si sognerebbe di dire che Beppe Rinaldi è famoso per il nebbiolo, ma a ragione parlerebbero del/dei Barolo di Beppe, per l'inscindibile connubio con il territorio e le sue tradizioni), io sono convinto che la sua maestria di vignaiolo si esprima ancora meglio sulla Barbera. Avete mai provato la sua Bigolla??! Una sera ho invitato degli amici, e ho messo, alla cieca, in degustazione 6 barbere del 2001 (tra Alba, Asti, Monferrato e, appunto, Colli Tortonesi/Marca Obertenga). Grandi nomi, tipcamente premiate ogni anno da tutte le guide con i migliori riconoscimenti. La bottiglia "contesa" (che ha raccolto il consenso pressochè unanime dei presenti; 7 su 8) è stata, una volta scoperte le contendenti, la sua Bigolla! Grandiosa. Alla faccia di tutti i pregiudizi che spesso accompagnano le Barbere di questi territori. Una bottiglia memorabile. Ma anche la Monleale, vi assicuro, non scherza niente. Quindi, pur ringraziando Walter per i suoi Derthona, io spendo la mia gratitudine anche e soprattutto per le sue strepitose Bigolla.

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attoadivenire

circa 13 anni fa - Link

Sono daccordo che il Timorasso di Massa possa invecchiare ... L'ho provato sulla mia pelle in una degustazione fantastica fatta in sua compagnia a Livorno dove c'erano ben 15 annate! 2007, 2006, 2005, 2004, 2003, 2002, 2001, 2000, 1999, 1998, 1997, 1996, 1995, 1992, 1990 Accompagnate dai fantastici salumi di PG...

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zakk

circa 13 anni fa - Link

pigi è davvero fantastico, e altrettanto i suoi salami. provateli con il nuovo rosato da barbera e freisa che fa Walter: una delizia

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