Degustazione tecnica, vade retro gargarismi

di Alessandro Morichetti

Guardiamoci nelle palle degli occhi e diciamolo: degustare tecnicamente il vino ha un che di ridicolo. Tu sei lì concentrato nei tuoi gesti ma a chi ti guarda sembri un patetico incrocio tra segugio ossessivo e tester di colluttori. Finché parliamo di colore e odore, portare pazienza è uno sforzo tollerabile. Ma quando il vino entra in bocca, apriticielo. Sciabordii a destra e manca, gargarismi, sputi, mascelle che si muovono come pistoni e denti che dopo una decina di rossi sembrano venire direttamente dall’oltretomba. Poche ciance, il ragionamento è serio.

Mi sto convincendo che degustare aspirando sonoramente non serva a una cippa. Dal dimesso gorgoglìo allo strippaggio ginnico e cadenzato, passando per rantoli di varia natura, il rumoreggiare nefasto non ha confini: nella versione risciacquo gengivale come in quella spernacchiamento solista. Volete i miei campioni? Antonio Boco (Gambero Rosso) e Giampaolo Gravina (L’Espresso), roba che se non li conosci ti viene da chiamare il 118. Vino in bocca, diventano indemoniati.

Abbozzo una teoria. Nel vino il gargarismo non serve (nell’olio assolutamente si). Per alcuni è una necessità dettata dall’abitudine, per altri uno status symbol, segno di appartenenza al ceto di chi ne capisce. Sarò retrogrado ma a me la masticazione silenziosa basta, e quando mi scappa il fruuuuuu siete autorizzati al buffetto d’ordinanza. La sparo grossa. Sarà mica ora di guardare fuori dalla gabbia delle scimmie invece di cantarcela a suon di miti e riti?

[foto “Bicchiere di vino” di Simone Lucioli, utente Flickr simon_23]

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

7 Commenti

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antonio boco

circa 14 anni fa - Link

Prima che il Gravina finisca di scrivere quelle 20-30 pagine di commento, spiegandoci la natura filosofica del gargarismo o la veste in fondo in fondo artistica della gengiva che tocca il nettare di bacco in moto tumultuoso, dico che non avevo mai fatto caso di essere da ricovero quando assaggio... Il mio analista avrà altro materiale questa settimana PS 1: Mah, e dire che ho sempre odiato gli ansimi e i versi scimmieschi di certe tenniste... PS 2: ma io Morichetti l'ho mai ripresa per quel modo curioso di fare pipì nei bagni pubblici? :-)

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bacillus

circa 14 anni fa - Link

Bravo, bravo! Tutte commedie inutili che tolgono concentrazione soprattutto a se stessi. La degustazione sta al 99% nel cervello...

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Alberto G.

circa 14 anni fa - Link

D'accordo assolutamente con te .Si puo' anche aspirare aria e masticare senza che lo sappiano tutti.Capisci lo stesso se il vino e' una bufala o meno.

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

Finchè la degustazione porta a selezionare vini in modo intelligente per le attività di ristorazione o vendita al pubblico, io tollero anche il pediluvio o, eventualmente, lo shampo.

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fabrizio scarpato

circa 14 anni fa - Link

Condivido, assolutamente con un problema: tale è la volontà di naturalezza, di non fare sgradevoli rumori, che a me è capitato una gollata di traverso in mezzo a cento persone, che manca poco ci resto secco. Figure barbine. In quel caso la pezza risultò peggiore dell'eventuale buco.

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Valter

circa 14 anni fa - Link

Ridicoli davvero quelli che trattengono il vino in bocca per 1 minuto intero, per poi descrivere un bel cocktail di vino e saliva.

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