Davide Rosso a Serralunga | Le vite parallele di Cerretta e La Serra

di Andrea Gori

Esiste una generazione, in Langa, che ha visto i padri coltivare le vigne e pensare soprattutto a vendere l’uva, fonte di sostentamento nei comuni del Barolo. Questa generazione non ha saputo resistere al richiamo della terra, e ha rischiato le proprietà pur di valorizzare quei terreni nei quali giocava negli anni dell’infanzia. Una generazione X del Barolo che oggi ha quasi 40 anni e sta per  diventare grande, per riportare in vigna quanto appreso nelle scuole enologiche. Senza consulenti e senza intermediazioni. E’ una storia molto comune in Langa, ed è altrettanto comune che a muovere questi “ragazzi” (ma tali solo perché miei coetanei) sia stato un sincero atto d’amore per la terra, oltre che per la propria famiglia.

Questa  generazione oggi assiste ad un modo di proporre il vino sotto molti aspetti sconcertante: puzzette, poche solfitazioni, talvolta scarsa pulizia in cantina. Per loro invece la ricerca esasperata è proprio sul nitore, sulla correttezza, sulla precisione al secondo, per cogliere il punto di maturazione, o aspettare. Momenti in cui la tecnica e gli studi aiutano ma che non potrebbero essere così precisi se non ci fosse un imprinting paterno langarolo in stile “usa la forza, Luke”: una volta lasci il mosto a macerare 30 giorni, un’altra volta decidi un ulteriore travaso. Scopriamo insieme a Davide Rosso due mondi e mezzo di Serralunga, i due cru La Serra e Cerretta in parallelo, e poi la chicca: pochi filari di Vigna Rionda che escono sotto l’etichetta minimal di Tommaso Canale.

La Serra
è un cru con esposizione a sud-est, di grande pendenza, che si trova nella parte alta di Serralunga. Ha un suolo molto calcareo che è garanzia di tannini potenti e genera vini che possono dirsi solo di Serralunga, per quel finale balsamico così netto e il tannino cometenessunomai.
2011: frutta intensa, ricca , speziatura finissima, maturità perfetta grazie al diradamento, chiodo di garofano, alloro, sandalo, ribes risso; bocca succulenta, potente, finale balsamico, sarebbe già da berne a secchi. 90+
2010: in evoluzione e in assestamento, legno appena avvertito, elefante fruttato, rosa, appena agrumato, alloro e mirto, talco, ginevrina di menta, timo; bocca con tannino delicato, finale di lampone fresco, bella stoffa. 88+
2009: gamma speziata, balsamico, malva e lavanda, tabacco, filo di erbaceo, bocca freschissima, intenso di cotognata, tannino da manuale, vino incredibile, annata da segnarsi. 93+
2008: in uscita a mesi ma ancora in botte, vispo, croccante, scuro, mirtillo e pepe, lavanda, arancio sanguinella, amarena, tabacco; bocca ricca multistrato, tannino soffice, finale sapido, mentolato, croccantissimo. 91

Cerretta è un cru con esposizione sud-sud est ma disposto in un particolare anfiteatro, circondato da un bosco che frena il vento in arrivo; esprime solitamente un lato più femminile, dovuto forse anche all’escursione termica leggermente inferiore.
2011: ha note di melissa, ciliegia, succo di mirtillo, sandalo, poutpourry floreale, viola, tannino vispo, appena aggressivo (manca la filtrazione), ma profondo e ricco anche se più indietro come evoluzione. 87+
2010: ciliegia, malva, mirto e lavanda, rosa e fragola in confettura, viene fuori il lato femminile; il tannino si mantiene dal piglio vivace, diretto e maschile, alternanza di chiaroscuri, finale citrino e lampone, frutta più che etereo. Da seguire. 88+
2009: fragola, ginepro, mirto, strana nota mediterranea, bel cuoio, liquirizia; ma è la bocca che stupisce e intriga tra cipria, tabacco e acqua di colonia, finale ricchissimo e profondo ma tannino da aspettare: è ancora imponente. 87+
2008: elegante e tranquillo, rosa, fiori di pesco, robinia, note quasi bianche, bocca incredibilmente pronta, succosa finissima con il lato Cerretta in grande evidenza, lieve fumè, finale delicato ma con tannino splendido per struttura e grana. Piccante e fresco, ginger, cardamomo. Forse l’unico degli assaggi del cru ad esprimere appieno il lato femminile di questi vini e non a caso quello che sta per essere messo in bottiglia. 91
2007: già recensito in molte altre sedi, non lo scopriamo noi quanto sia mirabile l’equilibrio tra floreale e frutta, ricco di amarena e ribes, femminile e ricercato; bocca sontuosa pepata e sfaccettata, affascinante. 93

2011 Vigna Rionda “Tommaso Canale“: lampone intenso, cascata di ribes, mora, viola; bocca stupenda, finale ricchissimo, sfaccettato, ha il gusto della potenzialità assoluta della Langa. Molto probabilmente un nuovo 2007 in fieri. 95+

L’assaggio dei vini di Davide Rosso è illuminante per vari motivi, sia per capire cosa significa essere giovani enologi oggi nel mondo del vino, sia per comprendere la sensibilità al terroir nelle nuove generazioni dei langaroli, che non devono per forza essere alternativi e strizzare l’occhio al mondo dei vini naturali per essere convincenti. E soprattutto per accettare l’idea che, nonostante il global warming e l’enologia, forse i migliori Barolo devono ancora essere imbottigliati.

[Home aziendale: http://www.giovannirosso.com – abbassate il volume]

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

2 Commenti

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Edoardo Fioravanti

circa 12 anni fa - Link

Davvero un bel vino il Vigna Rionda intitolato alla memoria di Tommaso Canale.. Storie di Langa vogliano che ora quel vigneto, con ceppi antichi non esista più,soppiantato da un impianto più giovane e "dinamico".. Magari qua qualcuno potrà confermare o smentire...Un consiglio però: se avete del 2006 Vigna Rionda di Roagna (prodotto nelle pochissime annate da quel vigneto) tenetevelo stretto per i prossimi 10 anni almeno !!

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DAVIDE ROSSO

circa 12 anni fa - Link

Sig.Fioravanti, Lei, non è informato correttamente. del vigneto impiantato nel 1946 da mio nonno Amelio e da mio pro zio Aldo (papà di Tommaso) sono stati conservati 0,40 HA circa e abbiamo iniziato un meticoloso lavoro di ristrutturazione;il resto è stato estirpato e reimpiantato. Ringrazio Andrea Gori per questo articolo bellissimo. Per quanto concerne Lei Sig.Fiorvati le chiedo di usarmi la cortesia di informarsi molto bene prima di scrivere ,ed in riguardo a questo La invito qui a Serralunga per vedere cosa abbiamo fatto,cosa stiamo facendo ,e sopratutto cosa faremo. Grazie Davide Rosso p.s.rispondo solo ora ,poichè appena rientrato da Vinitaly

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