Confessioni di un talebano: “Anch’io ho amato una barrique”

di Francesco Fabbretti

Barricaia Tenuta San LeonardoConfesso che ho peccato, disonorando la mia fama di talebano enologico in servizio permanente effettivo: ebbene si, ieri mi sono dato alla barrique. Complice la simpatia personale con un produttore, ho ordinato alcune casse per l’enoteca e aperto un paio di bottiglie, lasciandole alla degustazione libera dei clienti. Come immaginavo, i fortunati avventori sono andati in sollucchero degustando il campione; quello che invece non immaginavo è che sarei entrato in crisi anche io. “Possibile che questi siano tutti così fessi da farsi incastrare dal giochino della barrique? E gli anni che ci ho messo per riuscire a fargli acquistare i vini belli particolari di Dettori? Che fine ha fatto il terroir di cui gli parlo sempre?”. Queste le domande che mi ronzavano confusamente in testa. Il vino però l’avevo soltanto annusato e, a furor di popolo, tocca sacrificasse. Che tte pozzino! Giusto il tempo di mandarlo giù e mi arriva uno schiaffo morale che neanche Mike Tyson ai tempi d’oro sarebbe rimasto in piedi. Ad un naso incentrato sui toni del legno piccolo fa da contraltare una bocca articolata, gustosa, morbida e dall’entrata regale. Questo sauvignon in purezza pervade il palato in ogni interstizio, con una carica gustativa imponente ma mai debordante, in cui richiami agrumati e varietali si assommano alle nouances donate dal legno che, mai sopra le righe, contribuisce al corredo per via retro-olfattiva, donando toni di caramella mou.

Tutto il vino è giocato sull’equilibrio tra la varietà vegetale per eccellenza e l’apporto morbido della piccola botte. Non c’è che dire, Marco Parusso ha colpito ancora, dando prova di come il legno piccolo non sia un feticcio da adorare ma uno strumento che, come altri, va saputo usare e ottimizzare. “Vigneron dell’anno” per la Revue du vin de France dello scorso anno, Parusso non riscuote in patria altrettanto successo. Dopo il clamoroso aggiustamento di rotta che lo ha portato nel 2002 (il nebbiolo “blu”, ricordate?) ad uscire dal gruppo dei modernisti “senza se e senza ma”, divenendo una sorta di reietto da questi ultimi, già rifiutato da i grandi tradizionalisti, tira dritto per la sua strada come dimostra anche in questo Langhe Bianco Doc Bricco Rovella 2007, circa 24 euro in enoteca per un vino da 90/100, alle soglie dell’eccellenza.

Azienda Vitivinicola Parusso Armando di F.lli Parusso
Loc. Bussia 55
12065 Monforte d’Alba (CN) Italia
Tel: 0173 78257

[Immagine utente Flickr Tenuta San Leonardo]

2 Commenti

avatar

Vignadelmar

circa 14 anni fa - Link

[img]http://esorcismo.altervista.org/esorcista%20risponde.jpg[/img]

Rispondi
avatar

Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

Padre confesso di aver peccato, attendo paziente la penitenza

Rispondi

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.