Come evitare la sindrome Pellegrini in Champagne. Philippe Gonet a Le Mesnil

di Andrea Gori


Niente ci appassiona di più dei luoghi comuni, specie d’estate. Quindi non può passare troppo tempo tra una bollicina e l’altra. E siccome negli impegni di un Ambassadeur du Champagne rientra l’assaggio di piccole maison che ci spediscono i loro campioni, oggi ci cimentiamo con Philippe Gonet. Conosciuto al volo durante l’impervio tour dello scorso ottobre, Gonet significa terroir da capogiro, sia economico che gustativo, con uve che arrivano ad essere pagate più di 6 euro al chilo, e un’organizzazione militare per la loro raccolta e tutela. Vecchie tradizioni, nuova linfa e impegno da parte di storici coltivatori locali e nuovi investitori: un fermento continuo. Un humus in cui si lavora tranquilli, potremmo dire, ma dove si è anche estremamente esposti alla sindrome Federica Pellegrini: deludere tutti date le (alte) premesse.

Ci sono alcuni sistemi per andare sul sicuro, se hai 23 anni quando tu, e tua sorella di 24, ricevete in dote l’azienda, che fa vino tipo da sei generazioni (dal 1830 più o meno): studi enologici a Beaune (e non in Champagne, alla Selosse per intenderci) per Pierre e esperienza di marketing dalle parti di Singapore per Chantal; nasce così una gamma di vini che, da un lato, mantiene la tradizione, e dall’altro strizza l’occhio ai mercati. Tra questi il Blanc de Blancs e i dosaggi bassi, e il NoSo2 (la cuvée 3120 extra brut senza solfiti) nonché la super cuvée Belemnita (dal nome delle rocce che si trovano qui nel sottosuolo) che però non abbiamo avuto modo di assaggiare.

Champagne Philippe Gonet Brut Signature Blanc de Blancs
Da vari vigneti della Côte des Blancs e da Montgueux, ha colore delicato e leggiadro, naso di lime e mirabelle, vago mentolato e nocciolina fresca, refoli tropicali e albicocca, in bocca ha grip e struttura da inizio pasto e un finale limonoso e dissetante con un’idea di pastis in chiusura. 83, su un bel mattino estivo.

Philippe Gonet Brut Rosè Le Mesnil sur Oger
Chardonnay da Mesnil più un 10% di Pinot Noir da Vertus. Fragole e lamponi, gesso e agrumi, bocca un poco semplice, appena minerale, estremamente bevibile e piacevole con retrogusto di sanguinella. 82

Champagne Philippe Gonet Brut Reserve
La classica cuvée “base”, firma della maison, presenta bollicine impetuose e pimpanti come i profumi: fieno, erba di campo e arancio, semplice ma classico; bocca tal quale, allegro: ogni vitigno dona qualcosa, se non fossi così buono lo potremmo definire didattico… con un’ovvia e benvenuta predominante bianca e minerale affilata. Su stracci toscani al sugo finto di carne. 83

Champagne Philippe Gonnet Brut Roy Soleil Blanc de Blancs Grand Cru
6 mesi di rovere che si avvertono appena, croccantissimo, diretto come una scheggia d’ardesia, minerale e citrino a braccetto come solo a Mesnil può succedere, eppure c’è anche succulenza di pompelmo, kumquat, mirabelle da manuale, bocca in punta di piedi, dissetante e sfaccettato. Grande manico in grande terroir per un’interpretazione moderna e classica allo stesso tempo. 91

Champagne Philippe Gonet Brut Grand cru 2006 Blanc de Blancs
Esclusivamente da uve di Le Mesnil, impronta solida e gessosa ben rifinita da agrumi, arancio pompelmo e sottofondo di yogurt, noccioline appena tostate e mandorle; bocca generosa, cremosa e fresca, anche se il millesimo piccolo si sente per la lunghezza non importante e le prospettive non esagerate di longevità. Ma si beve che è un piacere, fine elegante e ricco. 89

Una gamma intrigante e piacevolmente condotta, che ha guizzi di stile e purezza di terroir ma che sa anche giocare con i mercati e le aspettative dei consumatori. In attesa di una distribuzione più capillare in Italia (per ora potete rivolgervi alla Tre Archi di Novara), ci prepariamo a rifornircene al prossimo passaggio da quelle parti, per seguire questa storia di tradizione e modernità a braccetto, ma soprattutto di stile libero.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

3 Commenti

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attoadivenire

circa 12 anni fa - Link

Grazie Gori, sicuramente da provare ;)

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luca

circa 12 anni fa - Link

Sono Luca uno dei soci della Tre Archi distribuzione di Oleggio in provincia di Novara, ringrazio e sono lusingato dai giudizi e dai commenti del Sig.r Gori ma spero che l'attesa del nuovo importatore sia molto luga visto che sono più di 10 anni che importiamo lo champagne di Philippe Gonet e siamo per l'azienda il primo interlocutore in Europa, per quanto riguarda la disponibilità del prodotto lo si può trovare facilmente in tutto il territorio nazionale. Saluti Luca Iaiani

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Andrea Gori

circa 12 anni fa - Link

Spero anche io Luca per voi! Per la cronaca, giusto oggi (merito anche del post ?) mi ha contattato un vostro agente in zona...spulcerò per bene il catalogo, tranquillo e buon lavoro!

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