Capodanno 2011 | Le bollicine che faranno di voi delle persone migliori
di Antonio TomacelliDopo tutto quel che avete bevuto a Natale – fatti due conti, vi siete scolati una finanziaria – non lo meritereste, ma Intravino ha dei doveri morali e uno di questi si chiama “consigli per Capodanno”. Lucidi e spietati come sempre i nostri editorz: dallo Champagne Krug ai rifermentati in bottiglia c’è tutto quello che serve per un inizio col botto ad alto tasso di soddisfazione. Vi giungano con i consigli, i sensi della nostra stima (per quello che avete bevuto, ovvio) e gli auguri per un 2011 pieno di felicità. Un buon anno, insomma.
Francesca Ciancio – Pre-Capodanno a Milano. Horror puro. E’ in questi momenti che puoi concederti dei lussi: Gatinois Grand Cru Brut 2002. Champagne di un piccolo recoltant di Ay, terra del pinot nero. E infatti è quasi un blanc de noir in purezza, se non fosse per un 10% di chardonnay. Questo è un vino, nel senso che, pizzicore delle bollicine a parte, non penseresti di bere Champagne. Avete presente la crosta di pane, il sentore di lieviti, la brioche? Niente, non c’è niente. Ci sono la frutta tipo mirtilli, il minerale con un tocco di gesso, la polpa da beva rossa e un finale lungo che va giù in verticale dritto alle gambe. Lo bevo mentre non so quale sorella di Brooke Logan ha lasciato la carica di amministratore delegato della Forrester Creations. Eric sta riportando gli scatoloni della sua roba nel vecchio studio. La vita per tanti è sempre Biutiful. Per tutti gli altri c’è Gatinois.
Jacopo Cossater – Dai consigli per Capodanno non si sfugge, celosappiamo, quello che non capisco però è la sottovalutazione delle rifermentazioni in bottiglia. In fondo sono vini frizzanti anche quelli e, fatto non indifferente, a parità di prezzo spesso hanno una personalità che tante bottiglie del supermercato si sognerebbero. Dal Trebbiano al Lambrusco, c’è davvero da divertirsi. Io per dire per le feste proverò a far assaggiare alla mia famiglia il Ripa del Bucamante di un piccolo grande vignaiolo emiliano, Vittorio Graziano. Si tratta di un blend di uve a bacca bianca, avvolgente nei profumi ma al tempo stesso profondo e gentile, in bocca. E’ uno di quei vini straordinari, che urlano di felicità. A dieci euro, gioia compresa. Poi certo, se qualcuno a tavola volesse una cosa più convenzionale c’è sempre la bottiglia di scorta: il millesimato (il 2000) di Haderburg. Senza dubbio uno dei migliori metodo classico italiani per prezzo e costanza qualitativa. Uno di quelli che coniugano tutto quello che si cerca in un grande spumante italiano, dall’equilibrio alla freschezza passando per una struttura non comune e mai invasiva. Di quelli, per intenderci, da dimenticare in cantina. Venticinque euro e passa la paura.
Andrea Gori – Chiamatemi pure snob ma io inizio la mia lista con lo Champagne e giusto per non sbagliare vi consiglio la Grand Cuvée di Krug. Negli ultimi anni si è affilata parecchio, perdendo vaniglia/legno invadenti che appesantivano la bevuta. Se invece cercate prezzi più abbordabili, causa tredicesima agonizzante, un classico Moet et Chandon è quello che fa per voi: al netto degli spot di Scarlett Johansson, ha dimostrato di avere molto più gusto che in passato (anche se il Grand Vintage 2002 è sempre un gran bicchiere).
Chicca tutta al femminile invece da Corbon, una piccola maison di Champagne ad Avize nella Côte des Blancs, con a capo la signora Agnes: se non riuscite a trovare il cult Brut d’Autrefois, puntate sul pas dosé Absolutement Brut, buono per l’aperitivo ma anche no. Settore bioqualcosa: menzione speciale per il blogger Francis Boulard e la sua cuvée perpetua Petraea XCVII-MMV (con metodo soleras come il Marsala), ottenuta con vini di 9 annate dai profumi di torta di mele, pepe, anice, un floreale soffuso e un gusto molto sfaccettato in cui ognuno legge quel che vuole.
Se penso all’Italia dico Prosecco, non c’è partita: oltre la sacra triade del colfòndo (il Prosecco con i lieviti sul fondo della bottiglia, non filtrato e fatto come 30 anni fa), ovvero Bele Casel, Gatti e Casa Coste Piane, c’è tanta altra vita su Marte, per cui dateci sotto con gli exploit di Col Vetoraz, Foss Marai e Bisol (che ha prodotto una versione senza solforosa per gli allergici). Per quelli che “la Franciacorta o morte” ci sarebbero i vini de il Mosnel, ma vi ho annoiato tutto l’anno e sapete già quanto mi piacciono. Le alternative si chiamano Enrico Gatti, tra le maison più sottovalutate, Brut Essence di Antica Fratta e la linea Palazzo Lana di Berlucchi. Ultimo consiglio per capodanno: lo so che non si dovrebbe, ma voi il botto fatelo lo stesso.
Mauro Mattei – Champagne 1er Cru “Special Club” 2004 Arnaud Margaine: blanc de blancs di grande piacevolezza e tensione gustativa. Il vino è la singolare espressione di Villers Marmery, terra da chardonnay spalmata nell’enclave pinonereggiante della Montagne de Reims. Una mosca “bianca” fra le uve nere, ci verrebbe da dire. Nel bicchiere è croccante, ricco di frutto, polputo senza alcuna pesantezza. Da aprire, sbicchierare e bere senza paturnie: uno champagne che ha la fortuna di essere autorevole e godereccio. What else?
I gatti di Alessandro Morichetti – Ci risiamo: poche ore al Capodanno e lui ronfa felice dopo essersi scolato un Franciacorta Dosaggio Zero Colline della Stella di Andrea Arici. L’assaggio ci ha dato un naso ricco e invitante di nocciola e crema pasticcera e un sorso corposo e dinamico nell’equilibrio tra ricchezza e sapidità. Bel finale secco e sinuoso, come i felini.
Antonio Tomacelli – Quanto vi può scandalizzare un metodo Champenoise made in Puglia? Eccovi allora questo d’Araprì Riserva Nobile 2006 fatto come dio comanda e mi ringrazierete a vita. Niente pinot ma tanto bombino bianco, vitigno ad altissima acidità coltivato a spalliera e fermentato in barrique. Segue spumantizzazione metodo classico con maturazione sui lieviti di oltre quattro anni e remuage a mano su pupitre: dite la verità, vi ho stupito, eh? Questo gioiellino, proveniente dalla zona di San Severo, è brillantissimo e vivido con perlage finissimo e continuo. Il naso racconta a strati tutti gli elementi che lo compongono: i lieviti, per primi, con una delicata fragranza di crosta di pane e brioche, la barrique poi, con sentori netti vanigliati appena sopratono e infine il bombino bianco, con delicati cenni di frutti bianchi (susine e pere) e richiami a sentori di anice. L’assaggio non tradisce, il perlage ricco e persistente crea un effeto di cremosità piacevolissimo, e il vino va via con una bella freschezza acida sostenuta dai toni sapido/minerali tipici della zona. Poi uno si chiede perchè i francesi lo usarono per sostituire lo champagne durante l’attacco di fillossera…
37 Commenti
Franco Ziliani
circa 13 anni fa - Linkottimi consigli e scelte non banali le vostre, Alessandro e Antonio!
RispondiMassimo Cattaneo
circa 13 anni fa - LinkIl d'Araprì non può di certo essere banale per lei, ne ha parlato settimana scorsa sul suo blog sig. Ziliani. Dovrò assaggiarlo adesso !
Rispondifrancesca ciancio
circa 13 anni fa - Linkgrazie a ziliani per aver dato del banale al resto della crew!
Rispondiantonio boco
circa 13 anni fa - LinkGatinois 2002 e A. Margaine "Special Club" 2004 (ma se avete una boccia di 2000...) entrambi pronti alla tiratura del collo. Due piccole cantine da visitare, due Champagne golosi da bere, anche con abbinamenti arditi. Auguri a tutti
Rispondikenray
circa 13 anni fa - Linkdozzinali!!! sto cazzo di champagne non vi esce dalla testa. consiglio prodotti italiani. uno tipicamente emiliano che pochi conoscono malvasia frizzante Monte delle Vigne, che è a 2 passi da casa mia l'altro si presenta da solo prosecco cartizze Adami spendete relativamente poco e state leggeri. mi raccomando la sbrisolona!!!
RispondiFiorenzo Sartore
circa 13 anni fa - Link>malvasia frizzante Monte delle Vigne, che è a 2 passi da casa mia ma vieni. e il sauvignon di MdV no? che poi MdV e' il mio lambro del cuore. ops.
Rispondikenray
circa 13 anni fa - Linkmi hanno minacciato di non parlare dell'innominabile vino pena castrazione chimica (da parte di alcuni fiancheggiatori del consorzio con esplicite mail) detto questo non siamo proprio in zona tipica credo per me sono *omissis* strani ben diversi dai soliti della bassa parmense o della zona sorbara forse leggermente più gradevoli per la cronaca ho scoperto un *omissis* barricato zona traversetolo che tuttosommato si può anche bere.
Rispondigian paolo
circa 13 anni fa - LinkSaresti anche simpatico se non fosse per quel tuo velato "odio " verso il Lambro...prova con un Leclisse di Paltrinieri poi mi dirai ,secondo me in apertura di Capodanno uno è più buono ..Ciao Gian Paolo P.S. Bada a come rispondi :) :)
Rispondikenray
circa 13 anni fa - Linkfarò di più, vengo a campogalliano prima o poi visto che lavoro in zona e mi vendi il tuo. (cos'è sta pubblicità a paltrinieri, quello che fate voi è una schifezza?) cosi mi conosci vedrai quanto antipatico sono e mi pesti a sangue. poi ti mando qualcuno però:)
Rispondigian paolo
circa 13 anni fa - LinkNo quello che facciamo noi è solo diverso ,anche se quello del Paltro io ,giudizio personale, lo trovo decisamente il migliore. Ti mando il cell. via mail così se mi devi mandare qualcuno,consiglio più di due,e se vieni anche te mi trovi di sicuro :):) ciao GP
RispondiAngelo Di Costanzo
circa 13 anni fa - LinkIo ne approfitto va: Questo post è dell'anno scorso, ma tra le tante non è male pensare a qualche bollicina campana... ;-) http://larcante.wordpress.com/2009/12/31/dieci-bollicine-campane-per-salutare-il-2010/ Se non addirittura flegrea... ;-) http://larcante.wordpress.com/2010/12/24/bere-il-territorio-per-esempio-i-campi-flegrei/ Buon anno a tutti, soprattutto a Franco Ziliani che non ha perso, per niente, lo smalto di "essere" più che "apparire". Lodevole il suo ultimo impegno : http://www.lemillebolleblog.it/ Ciao
RispondiMassimiliano Montes
circa 13 anni fa - Link@ Jacopo Cossater La rifermentazione in bottiglia è del metodo classico (o champenoise) con cui si fanno gli champagne. Non appartiene ai prosecchi ne ai vini spumanti, che vengono fermentati in contenitori d'acciaio a tenuta stagna e poi imbottigliati in isobarica, con un metodo inventato dall'italiano Martinotti (e poi erroneamente ricordato col nome francese "charmat"). Penso tu ti riferissi alla sottovalutazione della fermentazione in fusti e non in bottiglia ;-)
RispondiMimmo
circa 13 anni fa - Linkma i prosecchi "colfondo" non sono forse rifermentati in bottiglia senza eseguire poi la sboccatura? Buon Anno a tutti
RispondiJacopo Cossater
circa 13 anni fa - LinkE' che esistono rifermentazioni in bottiglia alternative Massimiliano, in genere senza la sboccatura (o dégorgement per gli Champagne). E' un mondo affascinante, fatto di vini mai scontati. Tra i tanti, anche i prosecco colfòndo cui si riferisce Mimmo.
RispondiMassimo Cattaneo
circa 13 anni fa - LinkJacopo. Perchè non si fanno spumanti metodo classico con l'uva prosecco?
RispondiJacopo Cossater
circa 13 anni fa - LinkIn realtà credo ci sia qualcuno che si cimenta anche con quelli :) Di sicuro Silvano Follador, altri non so..
RispondiCarlo Gola
circa 13 anni fa - Linkbisol....
Rispondialberto
circa 13 anni fa - Linkes.: carpenè malvolti etichetta nera, da molti anni....
RispondiAngelo Di Costanzo
circa 13 anni fa - LinkCi diversi vini spumanti anche dalle mie parti prodotti col metodo classico: per citarne uno, Grotta del Sole per esempio, oltre all'Asprinio metodo Martinotti (segnalato proprio così in etichetta, tra i pochi in Italia a preferirlo a "charmat"!) produce un interessantissimo metodo classico che in alcune versioni supera anche i 72 mesi di sosta sui lieviti!
RispondiAngelo Di Costanzo
circa 13 anni fa - LinkP.S.: dite a qualcuno che c'è un mio commento in attesa di moderazione, aggiungere dei link non è poi così grave ;-)
RispondiAntonio Tomacelli
circa 13 anni fa - Linkfatto, scusa il ritardo.
RispondiAngelo Di Costanzo
circa 13 anni fa - Link;-)
RispondiFrancesco Annibali
circa 13 anni fa - LinkAndrea di Corbon ho un recente ricordo di un 2000 da favola. L'hai assaggiato?
RispondiAlessandro Bocchetti
circa 13 anni fa - LinkNon ho dubbi... Una vecchia bottiglia di Origine di Selosse (peccato che le scorte in cantina stanno finendo) e prima un Salon 1995 affilato come una katana ;-) in Italia? Ad avercelo Annamaria clementi 1990, in alternativa, gatti nature of corse... Auguri di buon 2011 a tutti, vicini e lontani... Ciao A
RispondiFabio Cagnetti
circa 13 anni fa - LinkBeato te che hai ancora Origine... le bottiglie più vecchie che mi sono rimaste sono già Substance, anche se comunque pre-(supposto e controverso)sputtanamento selossiano (deg. 2002-2004). Fortunatamente però a Champagne anni 60-70-80 sto messo benino, anche se probabilmente per l'ultimo aprirò una Jeroboam di Hausmannhof 1992 Haderburg sboccata nel 2008.
RispondiMassimo Cattaneo
circa 13 anni fa - LinkMi renderà sicuramente una persona migliore fare il botto con il Lambrusco Brut Rosé Vino Spumante 2009 di Lusvardi. Un 5 secchi di bevibilità e leggerezza.
Rispondicorrado dottori
circa 13 anni fa - LinkSe non li conoscete: Pascal Mazet per quanto riguarda la Montagne de Reims, piccolissimo recoltant. In particolare il millesime 2002. Oppure Diebolt Vallois recoltant di Cramant, cote des blancs: tutta la produzione è fantastica, sia il brut tradition che si porta via a pochi euro e vale tranquillamente Champagne molto più blasonati, sia il Fleur de passion 2004 che è una roba da perder la testa (ad una cinquantina d'euro in cantina).
RispondiPatrizia
circa 13 anni fa - Link@ corrado: Ma dove li trovo??
RispondiTommaso Farina
circa 13 anni fa - LinkOrco giuda, ma di dolce niente? Un Asti De Miranda così a caso?
RispondiFlachi10
circa 13 anni fa - LinkHo bevuto da poco lo Zero dosage di Muratori trovandolo assolutamente strepitoso (sopratutto per il prezzo), netto il pompelmo e l'ananasso... un bicchiere tira l'altro. E poi il RE dei blanc de blancs (pour moi) a prezzi normali ovvero il Terre de Vertus di Larmandier-Bernier.
RispondiRuggero Romani
circa 13 anni fa - Linkraymond boulard prestige tradition extra brut
RispondiFabrizio pagliardi
circa 13 anni fa - LinkIo Fidele dI vouette e sorbee per aperitivo e Collard 1969 pre figlio per il Brindisi, in mezzo vini fermi.
RispondiLido Vannucchi
circa 13 anni fa - LinkGeorges Laval magnum, Corbon 2000, Uberti Comarì e la serata è passata. un Distillato di Villa Zarri e via ciao lido
RispondiAlessandro Garigliano
circa 13 anni fa - Linkallo scandalo della puglia, faccio seguire la sorpresa della sicilia. alle pendici dell'etna infatti michele scammacca barone del murgo produce un eccellente spumante metodo classico da nerello mascalese, realizzando un rosè, soprattutto il 2007, di fattura raffinata.
RispondiGiulio Cantatore
circa 13 anni fa - LinkSegnalo il Brut 07 di Tasca D'almerita.
Rispondisimone
circa 13 anni fa - LinkOttimi consigli, io ho brindato con un Col Vetoraz millesimato 2009 Ottimo
Rispondienzo pietrantonio
circa 13 anni fa - LinkLe ristrettezze economiche, i prezzi folli delle bolle francesi e un onesto campanilismo enoligico mi hanno portato a brindare con il Metodo Classico d'Araprì Riserva Nobile che sul baccalà fritto del 31 ci stava "a piccione". Buon anno a tutta la ciurma!
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