Campo del Guardiano | Un bianco di Orvieto magnifico e longevo

di Jacopo Cossater

La soddisfazione dopo un assaggio inaspettato è sempre speciale, regala quel brivido, dopo. Palazzone per dire, la cantina più rappresentativa dell’Orvieto, produce da anni vini bianchi di sorprendente longevità, credendo con convinzione in varietà locali come procanico, grechetto, verdello, drupeggio e malvasia. Terre Vineate è l’etichetta d’annata mentre l’Orvieto Classico Superiore Campo del Guardiano proviene da una sorta di cru, dall’omonima vigna, la meglio esposta. Mi capita spesso di imbattermici pur non avendo mai assaggiato vecchie annate. Costa circa dodici euro e regala splendide soddisfazioni, sempre. Gran trama olfattiva per un vino completo, ricco e fresco, di cui godere grazie anche ad un rapporto qualità/prezzo tra i migliori d’Italia. Esce sul mercato circa 30 mesi dopo la vendemmia – oggi è possibile acquistare il 2008 – e trovare in vendita cose meno recenti è davvero difficile.

La settimana scorsa quindi impossibile resistere alla tentazione dopo aver trovato una mini-verticale nella carta dei vini di un ristorante del circondario. Il 2001 raccontava di un vino teso, definito nei profumi ancora giovani e sorprendente al palato. Nota alcolica calibrata, freschezza, sapidità ed equilibrio conferivano all’assaggio grande finezza. Un vino vivace ma distinto, elegantissimo. E poi la sensazione di avere a che fare con un campione, capace di andare avanti ancora per molto: se ne aveste ancora qualche bottiglia in cantina il consiglio è quello di aspettare, eccome. Entrambi i vini provengono dallo stesso assemblaggio di uve, tipico della doc Orvieto. Vendemmia, fermentazione in acciaio, imbottigliamento la primavera successiva ed uscita sul mercato dopo qualche mese di ulteriore affinamento per il primo e due anni per il secondo. Sembra facile, a metterla così: peccato siano così pochi i produttori che riescono ad esprimere questo splendido territorio a questi livelli di eccellenza. A noi basta sapere che Campo del Guardiano è un vino bianco italiano magnifico e longevo, decisamente capace di stupire.

Jacopo Cossater

Docente di marketing del vino e di giornalismo enogastronomico, è specializzato nel racconto del vino e appassionato delle sue ripercussioni sociali. Tra gli altri, ha realizzato i podcast Vino sul Divano e La Retroetichetta, collabora con l'inserto Cibo del quotidiano Domani e ha cofondato il magazine cartaceo Verticale. Qui su Intravino dal 2009.

5 Commenti

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Renato

circa 13 anni fa - Link

Grande vino con rapporto qualita'/prezzo tra i migliori. I vini bianchi italiani di grande qualita' e di terroir sono ora apprezzati anche in contesti francofoni, tradizionalmente piu' propizi ai rossi italici (anche questi non da molto :-)

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giovanni

circa 13 anni fa - Link

Jacopo, nel ringraziarti spero che ci sia presto occasione per assaggiare qualcosa di più vecchio. Giovanni Dubini

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antonio boco

circa 13 anni fa - Link

Da non perdere la '90 (incredibile, forse la migliore di sempre?) e la '96 (curiose note di botrite, di grande energia e vitalità aromatica). 2001 assaggiata circa 2 anni fa, mi fece davvero una bella impressione. Ma tutte le annate sorprendono alla distanza; da giovane è un vino che si può solo intuire...

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Alexer3b

circa 13 anni fa - Link

Come molti dei vini bianchi da invecchiamento tra l'altro ! ;-)

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