Birre estreme | La via italiana al lambic
di Alessandro MorichettiQuando un birrofilo come Daniele Merli, homebrewer storico, sommelier Ais e consigliere MoBI, sente parlare di lambic, prende carta, penna e tastiera per raccontare lo stato dell’arte in Italia. Non ci resta che girarvi il risultato dei suoi assaggi.
Il lambic è uno stile di birra prodotto fino a pochi anni fa esclusivamente nel Pajottenland, in Belgio, massima espressione birrofila della fermentazione spontanea realizzata grazie ai microrganismi presenti nell’aria. Anche l’Italia, in realtà, può vantare una “sour valley” (valle dell’acido) trasversale che va dal Piemonte all’Emilia passando per Liguria e Lombardia. Partendo da Piozzo (Cn), l’ormai noto Teo Musso del birrificio Baladin propone la Mama Kriek, prodotta come le Kriek belghe con l’aggiunta delle ciliegie griotte e da quest’anno con lieviti del ceppo Brettanomyces che conferiscono una piacevole nota animale. Sempre in Piemonte c’è da citare il neonato birrificio LoverBeer di Valter Loverier, un grande homebrewer che si è lanciato nella produzione brassicola e che realizza due ottime birre acide, la BeerBera e la Madamin. Interessanti entrambi, la prima prodotta senza l’aggiunta di nessun lievito, a fermentazione spontanea in botti di legno e con l’aggiunta di mosto di Barbera d’Alba, mentre la seconda è fermentata e maturata esclusivamente in tini di rovere. Ultima birra piemontese da citare è la Mummia del birrificio Montegioco di Riccardo Franzosi, anch’essa maturata in barrique di rovere (quelle di Walter Massa, noto produttore di Barbera e Timorasso) e imbottigliata in due versioni, con rifermentazione aggiungendo lieviti da vino oppure completamente piatta.
Saltando in Liguria troviamo il Piccolo Birrificio di Apricale, dove Lorenzo Bottoni produce la Barric, birra maturata in barrique di chardonnay e con una base di Gueze di Hansens. L’ottima Scires viene invece dal Birrificio Italiano di Lurago Marinone (Como), dove Agostino Arioli è riuscito a relizzare una birra veramente vinosa: a differenza della Mama Kriek vengono aggiunti duroni di Vignola e viene maturata in botti di rovere. Scendiamo ora nella campagna emiliana, vicino a Parma, dove nel piccolo comune di Langhirano c’è il birrificio Panil di Renzo Losi che produce la Panil Barriquée Sour e la Divina. La prima ha gusto legnoso di aceto balsamico e matura in tonneaux di legno al tempo utilizzati per fermentare il vino, mentre la seconda completamente a fermentazione spontanea matura per tre mesi in botti usate di rovere.
Fin qui abbiamo viaggiato tra prodotti di primaria grandezza, in crescita per quantità e qualità visto il fermento brassicolo che pervade lo stivale. Segnalatene altri e correremo ad assaggiarli di gran carriera. L’unica accortezza è stare invece alla larga da quelle birre che sono acide non per scelta produttiva bensì infezioni dovute a produttori poco accorti.
Daniele Merli
13 Commenti
Antonio Marino
circa 14 anni fa - LinkSegnalo la Rubus ai lamponi del Birrificio del Borgo di Leonardo Di Vincenzo.
RispondiTerry Nesti
circa 14 anni fa - Linke la duchessic di Birra del Borgo, blend di duchessa e cantillon
RispondiNic Marsèl
circa 14 anni fa - LinkSegnalo "Birra Madre" del birrificio Menaresta, una birra acida (molto difficile da trovare) anche se non sono sicuro si possa considerare lambic, prodotta con lievito madre e nata dalla collaborazione con un panificatore. Nota a margine. Domenica pomeriggio mi fermo in una nota birreria dove servono quasi esclusivamente birre belghe (e dove mi gusto un'ottima Cantillon). Al gestore chiedo come mai non c'è nessuna birra italiana in lista. La risposta è che qualsiasi birra artigianale italiana costa molto di più delle migliori birre belghe (tasse di importazione incluse). Come è possibile?
RispondiGabriele
circa 14 anni fa - Linkè una cosa che mi chiedo spesso anche io, e francamente mi infastidisce un pò.
Rispondicarolina di lorenzo gatti
circa 14 anni fa - Linkma te non andavi a Prosecco ? :)
RispondiNic Marsèl
circa 14 anni fa - Linkeh già, ma con questo caldo niente vino ... se dormi in un sottotetto senza condizionatore è una semplice regola di sopravvivenza :-)
RispondiMauro Lajo Esperto CasaClima
circa 14 anni fa - LinkNon sapevo esistesse questa particolarità nella birra (e chissà quante altre non conosco). Grazie, soprattutto per aver citato i produttori che non mancherò di andare a scovare per un assaggio.
RispondiFabrizio pagliardi
circa 14 anni fa - LinkCredo sia una questione di quantità prodotta e commercializzata. Ma e' vero costano molto meno all'origine.
RispondiAntonio Marino
circa 14 anni fa - Linkuna delle migliori, ma purtroppo non più in produzione, è la Doliiraptor di Montegioco, invecchiata nelle botti di barbera di Walter Massa.
RispondiVignadelmar
circa 14 anni fa - LinkNon sarà proprio una lambic ma a me piace molto la Claudette del Birrificio Svevo di Bari http://www.birrificiosvevo.com/le-birre/claudette/ Ciao .
RispondiINDASTRIA
circa 14 anni fa - LinkTecnicamente parlando non so quante di queste birre siano in realtà veri lambic (molte sono sour ale, wild ale o fruit beer). Però restano cmq esempi piuttosto validi di birre estreme e/o particvolari
RispondiTyrser
circa 14 anni fa - LinkSe non erro Lambic è una S.T.G. - Specialità Tradizionale Garantita, e quindi non si potrebbe definire Lambic una birra che viene prodotta fuori dalla sua zona di produzione. Infatti alcuni produttori chiamano le loro birre acide pseudo-lambic o con nomi fantasiosi come il "Sonambic” (contrazione tra Sonoma e Lambic) con cui vengono chiamati i pseudo lambic prodotti da Russian River.
RispondiBirrificio BlackBarrell
circa 11 anni fa - LinkSicuramente lambic è una denominazione protetta,per cui direi che qualsiasi prodotto creato al di fuori di quella zona non può essere chiamato così,e non vedrei perchè lo dovrebbe.Per quanto riguarda la fermentazione spontanea invece è semplicemente una birra prodotta senza l'aggiunta di lieviti,sfruttando invece i lieviti presenti nell'ambiente,condizionato secondo la coscenza del produttore,e,a quanto ne so,Panil a Torrechiara è stato il primo e unico in italia a fare una birra di questo genere,e Pausa Caffè di torino il secondo,gli altri produttori che ho visto fino adesso non mi sembra si possa dire che facciano birra a fermentazione spontanea,in quanto o li prendono da altri luoghi o sfruttano i lieviti presenti su altri frutti,non sono per cui lieviti direttamente presenti nell'aria.Interessantissime a tal proposito le differenze produttive che ci sono tra la birra di Torrechiara e quella di Torino,un occhio attento e coscenzioso dovrebbe farci caso.Un altro giovane produttore si sta affacciando timidamente a questa realtà produttiva e a lui vanno i miei migliori auguri.Quindi per ora questo mondo è numericamente ristretto li,poi, non so.state bene kissezzz:)
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