Barbaresco Gaja 2006. Non siamo nati per soffrire
di Fiorenzo SartoreGaja le Roi. Il re, the king, il migliore. I superlativi si sprecano per il produttore iconico di Barbaresco, l’uomo che più di tutti identifica la rinascenza del vino italiano nel panorama mondiale dagli anni ottanta ad oggi. Gaja quello delle barrique, quello modernista che ha stipicizzato il nebbiolo di Langa, quello che dove arriva fa il fatturato. Ma che diavolo hanno i suoi vini, l’erba gatta?
Puoi amarlo e pure odiarlo (be’, c’è chi lo odia) ma se sei minimamente enofanatico devi confrontarti con lui. Almeno qualche volta. E poi, altro problema: quanto costa! Prezzi alti, altissimi. I suoi vini vengono via con cifre poco rassicuranti.
Seduto ad un tavolo della Trattoria della Posta di Monforte d’Alba, fletto il bicipite sollevando la carta dei vini. Pare un tomo della Treccani. E’ mezzogiorno, una bottiglia intera è troppo (la patente, i punti, solite menate). La mezza di Barbaresco 2006 costa 90 euro. Be’, io voglio quello, oggi. Se dovessi spiegare alla veloce perché questo vino è grande, partirei proprio dal prezzo: una mezza bottiglia a novanta euri è effettivamente una cifra iperbolica. Il punto è che, dopo l’assaggio, non ti penti nemmeno di un singolo centesimo speso. Quel vino vale quel prezzo, e il piacere che restituisce all’assaggio compensa equamente il leasing che affronterai per finanziarti.
All’inizio è il profumo che ti rassicura: la classe che esibisce (nonostante la mezza bottiglia, che guardiamo sempre con qualche sospetto) annuncia che qui, come si dice, si respira l’aria rarefatta delle alte vette. Meno esibizionista di quel che t’aspetteresti, è sommesso ma costante: ad un certo punto credi di sentire note di menta, gettando nella costernazione chi è al tavolo con te e ancora non s’è abituato alle tue derive enosnob. (Ma era mentoso davvero, lo giuro). La freschezza e la frutta prevalgono sugli altri elementi olfattivi maturi: ebbe’, è un 2006. Ancora giovane.
Vogliamo trovarci un difetto? Vogliamo provarci? E allora ecco: in bocca è davvero conciliante, è veramente un fighetto. Nessun accenno al piglio un po’ austero di certi nebbioli che mordono la lingua dell’assaggiatore – ma qui si entra nel terreno minato delle interpretazioni personali. Questa è appunto un’interpretazione alquanto personale del Barbaresco: ma è un vino da almeno 90/100. Se non dai 90 a questo, a chi lo dai?
[Bonus link: la homepage di Gaja non meriterebbe nemmeno di essere indicata, se non per concorrere al premio “che me ne frega di Internet”. Beh, potremmo definirla “understatement”].
8 Commenti
Andrea Gori
circa 15 anni fa - Linktutta la mia solidarietà fiore ma la mezza bottiglia non ce l'avrei fatta! quanto costava la "full"?
RispondiFiorenzo Sartore
circa 15 anni fa - Linkmah, sai, mezzogiorno, pranzo di lavoro (diciamo)... la mezza era più che sufficit. certo, il formato è sempre a rischio. ho rischiato, è andata bene. la full, non ricordo minimamente. devo aver rimosso.
RispondiStefano Caffarri
circa 15 anni fa - LinkFiore, vederti scrivere in seconda persona mi ha fatto piangere. Non essere lì a condividere la mezza Gajesca, di più.
Rispondifabrizio scarpato
circa 15 anni fa - LinkIl coraggio non te lo puoi dare, o ce l'hai o non ce l'hai. Tu l'hai avuto. Per tutto il resto c'è Mastercard.
RispondiVignadelmar
circa 15 anni fa - LinkNovanta euro per una mezzina mi sembran tanti, il ricarico su certe bottiglie potrebbe/dovrebbe essser percentualmente meno pesante. Se poi andiamo a vedere i prezzi dei prodotti di maggiore e pertinente concorrenza (ammesso e non concesso che abbia concorrenti) vediamo che non è molto al di sopra degli altri. Ma per un vino del Giove Tonante dell'Enologia Italiana lo sforzo si può fare !!!! Io sono fra quelli che adorano i suoi vini, negli ultimi anni ne ho bevuti abbastanza, vorrei potermene permettere di più. Da pochi giorni a casa ho ricevuto in dono, dal Giove, i famosi prodotti cartacei e multimediali celebrativi dei 150 anni della casa vinicola più famosa d'Italia, bellissimi. Ah, un ultima notazione, la tipicità di un barbaresco è difficile poter affermare non essere quella del Giove.....si forse è vero, qualcuno faceva il barbaresco anche prima di lui, ma il barbaresco nel mondo lo ha fatto conoscere e lo ha portato lui. Tutti i Produttori langaroli, in segno di riconoscenza, dovrebbero versargli un "tot" di euro per ogni bottiglia che vendono all'estero.....e comunque sarebbe poco. Ciao
RispondiBereilvino
circa 15 anni fa - LinkSono veramente tantissimi anni che non bevo un Gaja. Pittosto che spendere così tanti soldi per una bottiglia di vino, ne compro una di pari qualità, ad un prezzo inferiore, e il resto lo do in beneficienza. Perché devo finanziare la bella vita di Re Gaja in giro per il mondo? Ammetto però che ha casa ho ancora una ventina di bottiglie, un po’ vecchiotte 25 anni o giù di lì, ereditate da mio padre buonanima, ed ogni anno ne apro una per verificarne lo stato. Ma non la bevo, la passo direttamente nelle mani di mia mamma, che mi fa un buon brasato. Sinceramente così le bottiglie di Re Gaja rendono di più.
Rispondimassimo
circa 15 anni fa - Linkbereilvino forse dovresti cambiare nick,,,,sognare il vino ,,,,brutta bestia l invidia eh ?????
RispondiBereilvino
circa 15 anni fa - LinkSi forse devo cambiare il nick in Bevevoilvino.
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