Assaggi di champagne in 140 caratteri. Con Gianni Fabrizio

di Francesca Ciancio

champagneA volte è davvero comodo avere un amico vice-ambasciatore dello champagne. Grazie alla cena seguita alla premiazione di quel concorso  – invitata da Andrea Gori – ho conosciuto il responsabile del Centro Informazione Champagne in Italia, e sentito parlare di una mega degustazione  di bollicine francesi che si sarebbe tenuta pochi giorni dopo a Torino, presso la Reggia di Venaria. Trovo il modo di farmi invitare e ci riesco. Per Intravino, un’occasione mica da poco. Ma ho un problema: io sto alle bollicine come Lisa Simpson alla birra Duff. Serve supporto. Nella magnifica sala a scacchi incrocio Gianni Fabrizio, curatore della guida Vini d’Italia 2010, quindi, versione Gambero Rosso only. “Twitteriamo sugli champagne?” gli dico. Peccato che non ho la foto della sua espressione. Uomo paziente Fabrizio, ancor più che bravo, ascolta la  mia proposta: ” Riportiamo sui nostri quaderni di degustazione 140 caratteri (più o meno) di pensieri sulle cose assaggiate e poi li confrontiamo”. Va detto che ho coraggio: io che paragono le mie impressioni a quelle di uno dei più bravi degustatori italiani. Devo essermi proprio montata la testa

  • DEUTZ – Brut classic

GF: Molto classico, facile ma non privo di profondità. Bocca grassa e morbida, beva semplice
FC: Marcatori classici dello champagne, nota agrumata evidente. Finale mandorlato

  • DRAPPIER – Grande Sendrèe 2002, blanc

GF: Intenso, molto fruttato, un po’ semplice ma gradevole. Bocca ricca ma un po’ alcolica, finale lungo
FC: Primo naso mentolato che lo rende vivace, poi arrivano note balsamiche. Finale un po’ “pesante”

  • FRANCOIS BEDEL – L’ame de la terre

GF: Intenso, molto gradevole con una punta di mela toccata. Grande ricchezza, finale lungo
FC: un vino “antico” nel sapore con una punta di ossidazione, ricorda la mela caramellata

  • HENRI GOUTORBE- Spècial club 2002

GF: Intenso, medio speziato, quasi evanescente. Bocca delicata, punta sulle finezze e  sulla freschezza
FC: Salvia subito. Ma anche tiglio. Fresco e complesso

  • HENRIOT – Cuvèe des enchanteleurs 1996

GF: Intenso e molto vinoso, con notevole profumo di frutti rossi, bocca potente con finale morbido e molto lungo
FC: Uno champagne “signore”, un 45-50enne, austero e serio ma non serioso, vanta ancora un’accattivante freschezza

PIERRE GIMONNET &FILS – Cuis de blancs premier cru

GF: naso sulla pasticceria e sul pane. Meglio al palato dove rivela una bella freschezza, finale amaro
FC: note cosmetiche, da belletto da toilette, un puff di cipria. Il sorso è invece un po’ rustico, ma ha una sua autenticità

PIERRE GIMONNET &FILS  – Fleuron premier cru millèsime 2002

GF: Intenso e raffinato, note di agrumi e fiori bianchi. Bocca sottile, acidula ma molto lunga
FC: Fiori gialli leggermente appassiti, un tocco di ciliegia sotto spirito sul finale, finale tagliente

  • TAITTINGER  -Comtes de champagne 1998

GF: Intenso, leggera tostatura, fine. Bocca di grande freschezza e lunghezza
FC: salvia ed erbe di montagna, non concede nulla alle dolcezze

  • VILMART – Coeur de cuvèe 2000

GF: naso dolce di frutta matura, pasticceria. Bocca poco armonica, prima metallica poi dolce, dosaggio marcato
FC: abbstanza fresco, note di fiori gialli, gusto diretto

  • VILMART – Coeur de cuvèe 1991

GF: rustico al naso e al palato, poco persistente
FC: crosta di pane al naso, eccessivo sentore di lieviti, nota mandolata sul finale

salonA fianco nella fotina il grande presente-assente. Lo champagne Salon, per l’esattezza Cuvèe “S” Le Mesnil 1997. Presente perché c’era, assente perché veniva aperta una bottiglia ogni ora. La stessa finiva in 5 minuti  e ti toccava attenderne altri 55 in fila al banchetto.  Spiegazione della casa di distribuzione, la piemontese Ceretto, è che le bottiglie erano poche. Come dubitarne? Io ho dubitato il giorno seguente, quando ho saputo della cena che si è tenuta nei saloni della Reggia di Venaria. Il Salon è scorso a fiumi

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