Amarone in diagonale, tutti insieme appassitamente

di Andrea Gori

La bella stagione è alle porte? (sic. si spera!) Beh, prima che venga il caldo (e con esso gli insopportabili post su rosè e bianchi beverini/rinfrescanti) lasciamoci ancora coccolare dal calore e dall’avvolgenza di qualche super-rosso, morbido ed alcolico. Tranquilli, non esitate, la prova costume è ancora lontana. Noi abbiamo preso la palla al balzo tuffandoci in un piccolo grande evento (qui le foto)  organizzato da Masi (storico brand del veronese) in partnership con la società di distribuzione  fiorentina Vintage 04. A disposizione degli enofili presenti un’interessante “verticale” di Costasera (l’Amarone più venduto e abbordabile fra quelli che Masi produce), un altrettanto gustosa “orizzontale” composta da quattro riserva 2004 (dai prezzi parecchio più impegnativi) e un piccolo fuori programma in chiusura.

La Verticale:

Amarone delle Valpolicella “Costasera” 1988
Granato carico di una bella tonalità (ci verrebbe da dire: testa di moro). Il naso è intrigante. Ricordi di tartufo, spezie dolci, mora, ciliegia matura, felce e leggere note smaltate. La bocca è piacevolissima, vitale, giustamente calda, con leggere sensazioni di uva passa. Il finale è corroborato da intense note pepate.
Amarone delle Valpolicella “Costasera” 1990
Nel bicchiere risulta più scarico del precedente ma non perde vitalità e fascino. Il naso è segnato da note di mirtillo in confettura, tabacco dolce e china. Interessanti accenni minerali. La bocca è equilibratissima. Il bel finale fruttato tiene sorprendentemente a bada la nota alcolica.
Amarone delle Valpolicella “Costasera” 2005
Colore più ricco. Fase olfattiva connotata da una stuzzicante verve minerale, note di amarena e cassis. La bocca pur se densa, risulta godibilissima grazie alla rimarchevole acidità e alle gustose note sapide. Il finale è appagante e non stanca.
Amarone delle Valpolicella “Costasera” 2006
Nel bicchiere è di un porpora accesissimo. Naso non irruento ma sfaccettato. Tipico senza forzature. Ricordi di crosta di pane, lampone e ribes nero. La bocca è ancora indietro ma ci appare snella e fresca (nei limiti della tipologia of course). Finale lungo che lascia sperare bene per il futuro.

L’orizzontale:

Amarone delle Valpolicella “Serego Alighieri Vaio Armaron” 2004
E’ il Il più barocco fra i vini della maison. E’ invecchiato in botti di ciliegio, che lo caratterizzano con alcune peculiarità olfattive (come una bizzarra nota di ketchup) e gli permettono di ossigenarsi in maniera più rapida. L’olfazione è marchiata da sensazioni leggere di agrumi e note complesse che ricordano il cuoio, il mallo di noce, il pepe rosa e il caramello. La Bocca pur essendo ricchissima è quasi bilanciata. Si avvale di un bel finale amarognolo e di una croccante freschezza.

Amarone delle Valpolicella “Riserva Costasera” 2004
L’uvaggio è arricchito da un 10% di Oseleta. Al naso si apre con note di confettura (piccoli frutti neri, frai i quali spicca il mirtillo), pepe nero e noce moscata. La bocca è intensa, il tannino ben amalgamato. E’ un vino massiccio, di gran corpo, eppure il finale è stupendamente fresco. In chiusura ricordi di ciliegia, note ematiche e ferro. Un vino che si esalta se proposto in chiusura del pasto o come “vino da divano”.

Amarone delle Valpolicella “Campolongo di Torbe” 2004
Le vigne da cui provengono le uve che compongono questo Amarone sono caratterizzate da un sottosuolo vulcanico, pertanto il vino ha un profilo gusto olfattivo di grande personalità. Naso scalpitante con note fruttate in sottofondo, ricordi di ginepro e menta, polvere da sparo e zolfo. L’assetto gustativo è  interessantissimo: caldo e scorbutico. Da provare, anche se non piacerà a tutti. Un soprendente Amarone di terroir. Forse il migliore del lotto.

Amarone delle Valpolicella “Mazzano” 2004
E’ il vino che nasce dal vigneto più alto delle tenute aziendali.  Naso molto giovane, quasi balsamico. Note di sandalo e mirto. Bocca inaspettatamente cruda, dura e rocciosa. Finale leggermente caldo, grande acidità. L’Amarone più reticente fra quelli proposti. Di grande prospettiva.

“Diagonale”: due “fuori programma” per chiudere il cerchio:

Grandarella IGT Friuli 2005
Blend friulano di Refosco e Carmenere. Un vino elegante, gradevolmente morbido. Naso segnato da una leggera florealità. Poi emerge la fragola, il tabacco e note di chinotto. Bocca ispida, un po’ aggressiva e molto fresca. Tannino un pò ruvido e lievemente disarmonico, a dimostrazione che l’appassimento non è una panacea per tutti i vitigni ( e alla luce delle recenti scoperte sulla Corvina, la cosa non dovrebbe stupirci più di tanto).

Recioto della Valpolicella “Amabile degli Angeli” 2006
Basta portarlo al naso per capirne gli intenti. Ricordi di torta ai frutti di bosco e vaniglia, ciliegia cotta, cardamomo e rabarbaro. La bocca è piacevolissima, calda il giusto. Grande bevibilità e bella persistenza.

Nota a margine: L’appassimento in “secco” è una tecnica ormai rodata in Valpolicella e questi vini dimostrano come anche attraverso un processo produttivo così particolare si possa leggere i terroir in maniera esemplare.  Doveroso, dopo le conferme di oggi, è un appunto sulle potenzialità del territorio. Territorio che solo un rigido lavoro di zonazione può finalmente valorizzare (e non parliamo di rilancio economico visti i buoni risultati della denominazione). Insomma, unendoci alle richieste e ai tentativi di colleghi blogger, vogliamo al più presto sentire parlare (e a ragione ci sentiamo di dire!) di cru e sottozone. Capito Masnaghetti? E’ ora che ti fai un giro nel veronese…

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

4 Commenti

avatar

Jury Borgianni

circa 14 anni fa - Link

Giusto!!! Grandi, l'Amarone deve essere un cru, iniziamo a spingere su questo, il mercato vuole questo, il made in Italy e la qualità controllata e garantita...

Rispondi
avatar

Niki Marsél

circa 14 anni fa - Link

Sono stato parecchie volte in valpolicella e conosco abbastanza bene l'amarone. Ho anche fatto una degustazione completamente dedicata a Masi ma francamente mi sfugge il significato di "appassimento in secco”... cosa significa? grazie ciao Nicola

Rispondi
avatar

Andrea Gori

circa 14 anni fa - Link

semplicemente usato per indicare un appassimento che porta a vini secchi e non dolci

Rispondi
avatar

Niki Marsél

circa 14 anni fa - Link

Ops ... sorry ... grazie... pensavo di essermi perso qualche diavoleria enologica...

Rispondi

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.