Afrodisiaco naturale | Il Moscato di Aldo e Milena Vaira
di Alessandro MorichettiDai Vajra Vaira di Barolo, allocati in una costola centro orientale della sala Kursaal del Kurhaus di Merano, ti aspetti grandi nebbiolo in ogni declinazione. Non importano gli appena 4 mesi di bottiglia di un infante e gagliardo Barolo Bricco delle Viole 2005, il succo c’è e ti marca stretto. A sorprenderti è che la signora Milena Vaira te lo suggerisca quale penultimo assaggio, prima che quel suo sorriso e quella sua cordialità – oggettivamente d’altri tempi – ti affabulino con una Freisa 2006 – scritta Kyè e pronunciata nonsaicome, ad ogni modo progenitrice dell’uva langarola per definizione. Incurante del rumore di fondo incessante e pneumatico, la signora Milena accoglie con grazia la richiesta dell’assaggiatore di turno che, non pago della quantità debordante di sublimi assaggi, osa chiedere se mai sotto il tavolo ci sia traccia di quel buon Moscato di cui hai letto meraviglie sulle pagine del Persichetti.
Niente da fare, è finito, ma la prima enoteca degna di nota in terronia ti permette di cancellare il neo e prontamente misurare il liquido magnificente con le tue papille stressate dal superlavoro. Moscato d’Asti 2008 G.D.Vajra, si parte.
Paglierino tenue, al naso senti subito che è moscato, ma qui si arricchisce subito di inserti floreali, agrumati e fruttati di litchi che parlano la lingua dei Gewurztraminer più ammalianti. Un profumo intrigante – afrodisiaco diresti – sconcertato da questo fluttuare esitante tra la nobiltà degli odori moscati e un’inattesa suadenza femminile. L’aspettativa dell’assaggio cresce vertiginosamente, poi ingurgiti, mastichi, deglutisci e finalmente ausculti il timbro della cavità. Chapeau, dannazione!
L’ingresso è soffice, una percettibile dolcezza è l’avamposto di una performance orale articolata e vibrante. Una solida acidità armonizza e contiene morbidezze succulente, accompagnandole verso un finale godurioso, floreale, equilibrato e invitante come pochissime delle 10 milioni di bottiglie di Moscato d’Asti sanno offrire. Prezzo abbordabile – sui 12 euro in enoteca, rapporto qualità-prezzo da infarto. Una bottiglia può accontentare, esagerando, 4 persone.
Un vino – più in generale una tipologia – che, in questa esecuzione, non ha competitors nel suo genere al mondo, non pensate?
4 Commenti
Leonardo Fi
circa 14 anni fa - LinkIl Moscato di Vaira è una delle più belle sorprese degli ultimi tempi. Insieme al loro Barolo Chinato (provare per credere). Da tempo frequento i loro vini (e quando posso la loro cantina, certo di una accoglienza sempre calorosa) ma il moscato sono riuscito a provarlo solo nell'ultimo anno. E' stato un amore "a primo assaggio" e nella tua "scheda" ritrovo le caratteristiche di questo splendido vino. Un vino pieno, completo, che non ha nulla da invidiare ad altre tipologie più blasonate di quella terra di Langa, un vino tecnicamente perfetto che però ha il suo più grande pregio nella sua immediatezza. Lo assaggi e prima ancora di poter iniziare mentalmente la solita scaletta dell'analisi sensoriale ti ritrovi completamente coinvolto dalla piacevolezza e dalla freschezza di questo vino e subito dopo ti rendi conto che non è una piacevolezza effimera bensì l'insieme delle caratteristiche di un vino articolato, anche complesso volendo. Me ne è rimasta solo una bottiglia purtroppo!!! Leonardo
RispondiAlessandro Morichetti
circa 14 anni fa - LinkSitografia per chi volesse conoscere meglio i Vaira di Barolo (il sito aziendale.. uhm uhm..): - su tutti, il servizio-video di Ivano Antonini, alias l'Enocentrico - una visita in azienda raccontata da Stefano & Giorgio su Vinix Ripetizione a margine, (non?) sostanziale per azienda e vini: il sorriso di Milena Vaira è di una spontaneità tale che mette sete solo al pensiero :-)
RispondiSimone Maglioni
circa 14 anni fa - LinkAldo e Milena...grandi ...grandissimi!!!!
RispondiPaolo
circa 10 anni fa - LinkMa di quanti anni fa e' l'articolo? 2009. ci sarebbe la data. F.
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